Post on 18-Feb-2019
Indice
Introduzione, F. Costantin
CAPITOLO 1
L’ULSS 16 E IL SERVIZIO TUTELA SALUTE ANZIANI: NUOVE REALTÀ ASSISTENZIALI E
NUOVE MODALITÀ ORGANIZZATIVE D’INTERVENTO
La realtà socio-sanitaria nell’ULSS 16 ed i nuovi bisogni di assistenza: la necessità dell’intervento
psicologico, M. Molinari Introduzione
L’Ulss 16 e le diverse tipologie di assistenza per la popolazione anziana non autosufficiente
Conclusioni
Il coordinamento psicologi del Servizio Tutela Salute Anziani ULSS 16 Padova, L. Baccaro Il perché della nascita del Coordinamento degli psicologi
La rete istituzionale
L’attività
CAPITOLO 2
ASPETTI DEL PRENDERSI CURA
Il senso del prendersi cura: curare avendo cura, L. Baccaro
Introduzione Il prendersi cura
Le relazioni che curano
Saper-essere-con: l’agenda del paziente
Dal saper essere al saper sentire: le emozioni della cura
Riflessioni finali
Quale cura? Prendersi cura dell’anziano non autosufficiente: intervento psico-sociale e riabilitazione
cognitiva, V. Scarpazza
Autobiografia ed il metodo delle storie di vita.
La terapia occupazionale Terapia di Orientamento alla Realtà (ROT)
Terapia della Reminiscenza
Memory training
Validation therapy
Stimolazione sensoriale
Gentle care Musicoterapia
La Pet-Therapy
Attività intergenerazionali, culturali, artistiche e ludico-ricreative.
Supporto psicologico
Aspetti cognitivi nell’attività degli operatori socio-sanitari, E. Bellinello
Introduzione La teoria cognitiva delle emozioni
L’approccio ai problemi emotivi secondo Albert Ellis
Errori del pensiero secondo Beck
Variabili funzionali implicate nei processi inferenziali
Il corpo delle emozioni e tecniche di comunicazione corporea, A.Castelliti Introduzione
Comunicazione sensibile per non “perdersi”
La comunicazione al Centro Diurno
Le tecniche di comunicazione corporea
a. Arte terapia b. La danza terapia - espressione corporea
c. Il training autogeno
Conclusioni
CAPITOLO 3
LUCI ED OMBRE DEL PRENDERSI CURA
Il dramma dell’ingresso in struttura, M. Terrigni
Separazioni, angosce e paure da affrontare
Il dolore dei familiari I vissuti degli anziani verso gli operatori: il concetto di transfert
I sentimenti degli operatori verso gli anziani: il controtransfert
La comprensione del disturbo comportamentale nell’anziano con demenza, M. Rapattoni
Introduzione Cos’è il disturbo comportamentale?
Come si arriva al disturbo comportamentale?
Cos’è il caregiver burden?
Come il caregiver può rompere il circolo vizioso
Piano di Assistenza Individualizzato (P.A.I.) Un esempio: la gestione del delirio
Il lutto dell’operatore, A.L.Mariggiò
Introduzione
La morte e il morire nell’anziano
L’operatore accanto al morente
Essere in sintonia. Analisi degli aspetti del prendersi cura, B. Quartiani, N. Smonker
Introduzione
Lo stato degli operatori: il senso dell’intervento, finalità e obiettivi
Strategie Conclusioni
Coping nelle strategie relazionali, V. Calogiuri Introduzione
Fattori implicati
Come affrontare una situazione di burnus.
Quando un collega è in burnus, cosa fare?
CAPITOLO 4
LA CURA DELL’EQUIPE
Lavoro in equipe e comunicazione efficace: due antidoti al burn out, C. Derni, C. Bigolaro
Relazioni di aiuto Il burn out
Il lavoro in Equipe
La comunicazione efficace
Elementi di teoria
L’arte di ascoltare e buone norme per coltivarla Concludendo e proseguendo..
Definizione di un percorso per l’attivazione di gruppi di discussione di casi, E.Falcetti, C. Fietta
Premessa al progetto
Fase A: fase di implementazione
Fase B: attivazione di gruppi di discussione di casi Risultati
Il gruppo che cura, la cura del gruppo, P. Minervini, E. Falcetti
Integrare le diverse competenze mettendole in relazione
Le diversità tra le persone e le diversità all’interno dell’individuo Il gruppo come contenitore
Le aspettative nascoste condizionano il modo di lavorare in gruppo
I gruppi di supervisione aiutano a sostenere il benessere dell’Istituzione
Accrescere la funzione riflessiva
Brevi considerazioni sull’esperienza Conclusioni
Cosa significa prendersi cura, M. Baldan, C. Berto, M. Fanton, M. Prando, E. Urban
E per finire…
Bibliografia ragionata
E per finire…
L'essere consapevoli di se stessi e del proprio ruolo è il primo passo verso la libertà della persona.
Il nostro compito di Operatori della Sanità, Operatori del fare, è quello di dare una risposta al bisogno degli utenti; questa risposta è sempre un Trattamento. Il Trattamento di una persona coinvolge tutte le sue dimensioni, affinché possa essere fornito un aiuto
globale. Obiettivo non ultimo di questo libro è quello di contribuire all'acquisizione di strumenti che possano produrre un miglioramento e, in taluni casi, un cambiamento del rapporto tra curante (colui che si prende cura: caregiver, medico, psicologo, infermiere, etc. ) e paziente.
Ciò può avvenire introducendo l'Empatia e “l'atteggiamento Identificatorio” nella relazione di cura (G.Lai, 1976). L'UOMO oggetto di cura, non è un uomo astratto che produce lamentele, chiede conforto, esprime bisogni ai quali non è più in grado di dare risposte da sé, “rumori” che disturbano l'iter diagnostico terapeutico - riabilitativo. Egli è colui che riconosciamo in noi stessi attraverso le
nostre esperienze.
Una relazione identificatoria è una relazione centrata sulla comprensione dei significati e del legame che segni, sintomi ed esami di laboratorio hanno con l'esperienza emotiva del paziente. (G.Trabucco, 1990). È di primaria importanza per noi che lavoriamo nella Sanità acquisire la capacità di avvicinarsi al
paziente, indirizzandosi, non solo alla “parte malata”, ma alla persona nella sua globalità.
Infatti, Marina, partecipante al corso di formazione così scrive: Cara laura
sono marina, non so se ti ricordi ma nel periodo in cui si è svolto il corso attraversavo un momento non troppo
favorevole. Alcune cose, però, mi sono rimaste come scolpite nella mente la prima: il corso di training autogeno mi ha fatto capire che, fare la “furba” (io ce la faccio da sola) non mi è servito a nulla, in un’unica seduta mi ha fatto scoppiare come una bolla di sapone!
La seconda: mi devo amare nella mia complessità e quindi non privilegiare la mente al corpo. Sapevo già che non puoi
amare gli altri se non riconosci il sentimento dell'amore e se non ami te stesso, che tutto ciò che ti circonda e in grado di darti amore, persone, animali, oggetti, ricordi ...quello che non sapevo ma che in alcuni casi facevo istintivamente è che devi lasciare andare qualcosa di “vecchio” per quanto caro ti sia, per poter vivere il nuovo e questo va applicato a tutti gli
aspetti della vita non solo per le emozioni ma anche per le persone, i luoghi, i ricordi ecc.
Un'altra cosa che mi ha colpito è che questo corso ha dato “nome e cognome” alle cose che inconsapevolmente facevo già come ti ho sottolineato sopra, questo è importante perché molte volte l'istinto ci tutela da noi stessi, quando ce ne accorgiamo è bello sapere che non siamo scemi e che riusciamo a volerci bene nostro malgrado.
Spero di essermi spiegata, almeno ci ho provato! Ciao Marina
Bibliografia ragionata
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Baldan M., infermiera professionale
Bellinello E., psicologa, psicoterapeuta
Berto C., infermiera professionale
Bigolaro C., psicologa, psicoterapeuta
Calogiuri V., psicologa, psicoterapeuta
Castelliti A., psicologa, psicoterapeuta Costantin F., Direttore Servizi Sociali, Ulss 16
Derni C., psicologa, psicoterapeuta, IRA
Falcetti E., psicologa, psicoterapeuta
Fanton M., infermiera professionale
Mariggiò A.L., psicologa, psicoterapeuta Molinari M., Direttore U.O.C. Servizio Tutela Salute Anziani, ULSS 16
Minervini P., psicologa, psicoterapeuta
Prando M., infermiera professionale
Quartiani B., psicologa, psicoterapeuta
Rapattoni M., psicologa, psicoterapeuta
Scarpazza V., psicologa, psicoterapeuta
Terrigni M., psicologa, psicoterapeuta
Urban E., infermiera professionale