I segreti dell’Archivio diocesano e di cui si era persa memoria. Particolarmente apprezzato è il...

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I segreti dell’Archivio diocesanoBolle, documenti e dispense mai esposti fanno parte della mostra «Il futuro della memoria»

L’Archivio diocesano si apre al pubbli-co. Da martedì, infatti, sarà visitabile,nei locali della Curia, la mostra dal tito-lo «Il futuro della memoria». Si tratta diun’esposizione di documenti che van-no dal XV al XIX secolo e illustrano lastoria del territorio. Un’interessantetestimonianza di carte e documentimai esposti prima che raccontano lastoria delle famiglie, della società edella fede nella città dalla fine del XVsecolo, molto prima dell’erezione del-la Diocesi, avvenuta nel 1844.

I documenti visionabili vanno dallebolle di erezione di chiese collegiate,ad esempi di dispense e pratiche ma-trimoniali, ai primi esempi di atti pre-stampati con iconografiadei santi titolari delleprincipali chiese dellacittà, ai rolli di scritturevarie, e numerazioni d’a-nime. Ma tra i documentianche molte altre curio-sità, tra le quali i bolletti-ni quotidiani sui malati dicolera della parrocchia diSan Pietro con particolarisu assistiti e assistenti,sulla presenza dellaschiavitù a Trapani, suuna famiglia di tipografi ecalcografi in rame cheoperò in città alla fine del XVIII secolo.Tra particolarità anche la notizia di unterremoto che aveva colpito la città nel1783 e di cui si era persa memoria.Particolarmente apprezzato è il docu-mento più antico conservato pressol’Archivio Storico Diocesano: un accor-do tra i canonici di Mazara e i «burgisi»di Monte San Giuliano, in merito alledecime in frumento e orzo da corri-spondersi su alcune terre appartenen-ti alla Madrice, datato 1404. Sono, inol-tre, esposti alcuni sigilli in piombo,carta e ceralacca e varie curiosità docu-mentarie.

Martedì prossimo e il 10 dicembre siterranno delle visite guidate per farconoscere agli alunni la nuova realtà.La mostra sarà aperta fino al 20 di-cembre in queste giornate: martedì,mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12.30 esabato 14 e 21 dicembre, dalle 17 alle19, nella sede dell’Archivio Storico del-

la Diocesi in corso Vittorio Emanuele.La mostra consente di mettere in lu-

ce quello che è il complesso archivisti-co dell’Archivio Storico Diocesano, fon-te preziosa per la ricostruzione dellastoria religiosa e civile. Il patrimoniodocumentario è costituito da circa2.500 unità tra pergamene, buste, regi-stri, rolli, mazzi, pacchi legati, volumi(ma la cifra non è completa in quantola catalogazione è in corso) e risale adun’epoca di molto anteriore alla fonda-zione della Diocesi. I documenti piùantichi - trasmessi dalla Curia vescovi-le di Mazara al momento dell’erezionedella novella, sede vescovile in quantopertinenti ai vari ambiti territoriali an-

nessi alla Diocesi - risal-gono all’ultimo scorciodel XV secolo.

L’Archivio contiene an-che due grandi Fondi do-cumentari facenti capo adue diversi enti produt-tori: la Curia vescovile diMazara (sino al 1844) e laCuria vescovile di Trapani(dal 1844 in poi). La mas-sa di documenti trasmes-si e di quelli che si sonosedimentati nel tempo,non ha mai avuto nei lo-cali della Curia una “fissa

dimora”; più volte, in quasi due secolidi vita, l’archivio ha occupato sedi di-verse. Dal 2006, con la direzione didon Alberto Giardina e con la consu-lenza scientifica di Stefania La Via, so-no iniziati i lavori di riordino e inven-tariazione dell’intero complesso docu-mentario con un metodo storico fon-dato su tre principi guida: rispetto del-l’integrità dei fondi, del principio diprovenienza e dell’intangibilità delleserie.

A seguito di un’attenta schedaturaanalitica è stato possibile ricostruire agrandi linee i principali fondi in cui siarticola il complesso documentario,individuandone le relative serie e sot-toserie. Alcune serie (quelle la cui con-sultazione era maggiormente richie-sta) sono state riordinate, inventaria-te e la documentazione è stata ricon-dizionata con l’attribuzione della col-locazione definitiva.

ARCHIVIO DIOCESANO, ROLLO DI SAN CATALDO SUPPLICA DI UN PRIGIONIERO DELLA COLOMBAIA DAL VESCOVO CICCOLO RINALDI (1860)

PUBBLICATO UN LIBRO POSTUMO

Franco Di Marco, uno scrittore inespressoFranco Di Marco (Custonaci, 1932 - Erice 2003) èstato, purtroppo, uno scrittore inespresso. Mauno scrittore. Non ne faceva mistero egli stesso.E ne troviamo conferma adesso che il figlio Giu-seppe, medico pneumologo, ne ha curato, postu-mo, il solo, assai intrigante, suo volume di narra-tiva: "Lucio e l’acqua. Storie di un siciliano inquie-to", con disegni originali di Domenico Li Muli(Trapani, Comune di Custonaci, 2013). Il libromette insieme una serie di racconti, molti deiquali legati tra di loro, che l’autore trapaneseaveva pubblicato su varie antologie e riviste, in-clusa la "La Domenica del Corriere" (Milano), chenel 1969 accolse quello che dà il titolo all’opera.Quel breve testo (in effetti, era un brano di un ro-

manzo inedito che Di Marco avrebbe voluto in-titolare "Trapani-Trappola") ricevette anche ilPremio Abano, nel 1969, da una giuria che tra ipropri membri contava Dino Buzzati e GuglielmoZucconi. Insomma, il giovane esordiente avevadimostrato di avere le carte in regola per ambi-re a una "carriera" da scrittore, magari da affian-care all’attività di medico pediatra, per la qualeera altrettanto vocato. Quei racconti, "ricuciti" inromanzo, sono adesso la tangibile testimonian-za del tormento e del travaglio vissuti da Di Mar-co, prima di "rassegnarsi" al "piccolo mondo" tra-panese, con le sue angustie umane e culturali,con le sue ragnatele sociali e professionali, con ledolci ma anche frustranti responsabilità di "pa-

ter familias". Egli visse per diversi anni col desi-derio ardente di evadere dal milieu indigeno e ditentare altre strade, un’altra vita, un altro desti-no; e, poi, molti ne visse con la consapevolezza diavere rinunciato ai "sogni di gloria", pur conti-nuando ad essere efficacemente e brillantemen-te presente nel contesto letterario e culturalesiciliano e non solo siciliano. Ma ormai nei pan-ni del gregario. Un magnifico, generoso, autore-vole gregario. E lo fu, soprattutto, nei confrontidello scrittore siculo-americano Nat Scammac-ca (uno dei personaggi principali di questi rac-conti, col nome di Pat) e dell’Antigruppo sicilia-no, di cui Di Marco era stato uno dei fondatori.

S. M.

CULTURA & SOCIETÀ

Omaggio a Bellia e SalernoErice. Domenica una giornata dedicata ai due artisti scomparsi

ERICE. Erice vetta rende omaggio a NinoBellia e Pietro Salerno. Domani dalle 10alle 21, al Teatro Gebel Hamed l’associa-zione «Il Bajuolo di Erice» organizza, conil patrocinio del Comune, l’evento «Trapalcoscenico e nuvole» per ricordare idue artisti che hanno animato la Compa-gnia «Chiddi d’’a trastula d’’u Munti» finoagli anni della collaborazione con la Zat-tera di Babele. Il programma della gior-nata, di cui Piervittorio Demitry ha cura-to il coordinamento artistico, prevede,alle 10 l’inaugurazione dell’installazionefotografica (la cui struttura, progettatadall’arch. Ignazio Amico, resterà nell’in-gresso del teatro) e della mostra dedica-ta alla compagnia teatrale. Alle 12 gli in-terventi di presentazione del program-

ma e alle 18, sarà dato il via all’annullospeciale delle Poste. Alle 15 si terrà laproiezione di video contenenti estrattida spettacoli teatrali, documentari, cor-tometraggi che hanno visto la partecipa-zione di Bellia e Salerno, dalle 16,30 si al-terneranno interventi e testimonianze.Alle 18,30, infine, una rappresentazionedi un collage di frammenti teatrali trattidai lavori “L’astrologo”, “A trovatura”,“Floresto”, e “Rancugghia”, riportati sul-la scena da un gruppo di attori ericini:Giovanni Barbera, Roberto Barbera, LeleBellia, Titti Catalano, Maurizio La Sala,Barbara Maiorana, Giovanni Maiorana,Anna Savalli, Mariapia Savalli, Nello Sa-valli, Tiziana Scialpi, Rosanna Signorello,Paolo Tilotta, Vincenzina Zichichi.

La Scuola alfamediale fa altri passi avantiIncontro a Palermo. Tullio Sirchia, pioniere del metodo: «Tutti devono saper leggere, scrivere e pensare in audiovisivo»

TULLIO SIRCHIA, PEDAGOGISTA

Il lungo e fruttuoso cammino della «Scuola al-famediale», teorizzata e sperimentata sin daglianni Settanta da Tullio Sirchia, dirigente scola-stico e pedagogista, ha mosso altri utili step. So-no, infatti, di questi giorni alcuni incontri delnostro studioso con alti esponenti del Miur (inparticolare con Luigi Fiorentino, Capo di gabi-netto del Ministro Maria Chiara Carrozza) ecol dirigente dell’Ufficio Scolastico della Sicilia,Maria Luisa Altomonte. A quest’ultimo mee-ting, a Palermo, sollecitato dal Miur (che sareb-be in sintonia con la visione promossa da Sir-chia) hanno partecipato anche l’assessore allaP.I. del Comune di Erice, Daniela Toscano (lescuole ericine seguono l’indirizzo alfamediale)

e il presidente della Rete Scuole AlfamedialiMargherita Ciotta. Sirchia ha chiesto di interve-nire presso l’assessorato dell’Istruzione per da-re attuazione alla Legge regionale 3 gennaio2012, n. 4, con cui la Scuola alfamediale (o "del-le tre culture") è stata riconosciuta e promossain tutta la Sicilia.

«Il percorso dovrebbe adesso essere quello diconcertare degli interventi tra Miur e Regione,dall’alto, e Rsa, dal basso. Sola via per non vani-ficare le "riforme" scolastiche» spiega Sirchia.Varata in modo pioneristico, nel 1976, nelleaule del 2° Circolo didattico di Erice-Trentapie-di e istituzionalizzata nel 1999 con l’entrata invigore dell’autonomia scolastica, la Scuola alfa-

mediale conta una trentina di istituti aderentialla Rete, di cui alcuni nel Lazio e in Liguria.

In sintesi, questa nuova metodologia vuoletraghettare "le nuove generazioni dalla "civiltàdella carta" alla "civiltà dello schermo". «Realiz-za questo strategico progetto formativo, inse-gnando a leggere e a scrivere non solo i linguag-gi e i saperi monomediali dell’alfabeto e delcorpo, ma anche i linguaggi multimediali del-l’audiovisivo» chiarisce Sirchia che, su questi te-mi, ha prodotto molte pubblicazioni, la princi-pale delle quali è «Guida alla scuola alfamedia-le. Insegnare a leggere, scrivere e pensare conl’alfabeto e l’audiovisivo» (Trapani, Corrao,2007) e si appresta a pubblicare una summa

delle sue ricerche.Alla cultura umanistica e a quella scientifica

si sarebbe oggi sostituita, inglobando le prece-denti, la cultura multimediale. L’avvento e l’u-so capillare di smartphone e di internet non sa-rebbero che una riprova della necessità di "go-vernare" questo cambiamento epocale: «È fon-damentale che la scuola predisponga le condi-zioni per insegnare a tutti a leggere, scrivere epensare in audiovisivo. Se non lo farà, lo faràl’extrascuola, con il rischio di far montare l’in-vasione barbarica della cultura facile e velocedell’informazione e della conoscenza spettaco-larizzate», avverte Sirchia.

SALVATORE MUGNO

Lilibeo è Museo archeologicoMarsala. Istituito dalla Regione. Uno dei più importanti della Sicilia

MARSALA . È stato istituito nell’ambitodell’ultima organizzazione del Dipar-timento Regionale dei Beni Culturali edell’Identità Siciliana, il Museo ar-cheologico regionale Lilibeo, (MuseoBaglio Anselmi).

Marsala, così, diventa sede di unodei più importanti musei archeologi-ci regionali della Sicilia e al Museocompete la gestione e la valorizzazio-ne della vasta area demaniale del Ca-po Boeo e dei monumenti e siti ar-cheologici del centro urbano quali, adesempio, l’Ipogeo di Crispia Salvia, lanecropoli monumentale di via delFante, la necropoli punico-romana divia Struppa e le Insulae di via delleNinfe.

Il decreto prevede, inoltre, la costi-tuzione del nuovo Parco archeologicodi Lilibeo, previsto nell’ambito del Si-stema dei Parchi archeologici Regio-nali con sede al Museo, a conclusionedell’iter amministrativo per la nuovaperimetrazione.

Soddisfatta la direttrice del Museo,Maria Luisa Famà, che afferma: «Que-sta nuova istituzione è molto raziona-le e ben configurata nella sua logica ri-spetto al Parco che era nato nel 2010insieme ad altri parchi, e consegnauna visione rivisitata nei suoi scopi enella sua perimetrazione, nel sensoche i parchi vissuti per tre anni, dalsettembre del 2010 a inizio ottobredel 2013, avevano tutti strane compe-

tenze, ossia ognuno di essi avrebbedovuto avere le competenze archeolo-giche anche dei Comuni limitrofi, conil risultato che la determinazione diquesti Comuni limitrofi appariva mol-to discutibile, perchè in molti casi vierano sovrapposizioni. Sia per quellivecchi sia questi nuovi – continua – learee demaniali sono le zone più im-portanti, quelle che determinano lafisionomia di ciascun Parco».

Lilibeo, dunque, sarà ben connotatacosì come lo sono Segesta e Selinun-te. Perchè Lilibeo, oltre alla grandearea demaniale di Capo Boeo, ha altrispazi demanializzati del centro urba-no.

JANA CARDINALE

Atti dal XV alXIX secolo

illustrano lastoria della città,del territorio edelle famiglietrapanesi. Lamostra aprirà

martedì

NINO BELLIA E PIETRO SALERNO

LA SICILIASABATO 30 NOVEMBRE 2013

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