Post on 18-Feb-2019
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I rischi operativi in banca
Giampaolo Gabbi
Gestione dei rischi finanziari
Corso di Laurea in Economia e Gestione degli Intermediari Finanziari
Anno Accademico 2016 - 2017
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Il RO: un problema di definizione
Alcune definizioni
• All risks which are not banking (ie it excludes credit, market, and trading risks, and those arising from business decisions etc.)
• “The risk that deficiencies in information systems or internal controls will result in unexpected loss. The risks associated with human error, systems failure and inadequate procedures and controls”
• “The potential of any activity to damage the organization, including physical, financial, legal risks and risks to business relationships”
• “Risk that deficiencies in information systems or internal controls will result in financial loss, failure to meet regulatory requirements or an adverse impact on the bank’s reputation”
• “The risk of loss through inadequate systems, controls and procedures, human error or management failure”
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Il RO: un problema di definizione
• Nelle corporate è il vero rischio, ossia il c.d.
“business risk”
• Possibile definizione per la banca: rischio che
comportamenti illegali o inappropriati delle risorse umane,
carenze tecnologiche, errori o carenze nei processi produttivi
e fattori esterni possano generare perdite nello svolgimento
dell’attività d'impresa
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Il RO: un problema di definizione
Accezione più ampia basata su fattori causali
• Fattori umani: frodi, errori, violazioni,
disinformazione
• Fattori tecnologici: crisi S.I, errori programmaz.,
interruzioni, ecc.
• Procedure: inadeguate, obsolete, assenti
• Fattori esterni: politici, legislativi, naturali,
regolamentari
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Casi di perdite da ROAnno Evento 1974
1985 Fine anni ottanta-inizio novanta
Fine anni novanta
Fallimento della banca tedesca Herstatt Bank con ripercussioni sul sistema di regolamento. Fallimento della Franklin National
Bank of New York. Il sistema informatico della Bank of New York va in blocco per 28 ore. Serie di perdite rilevanti dovute ai sistemi di reporting inadeguati: DG Bank, Kidder Peoboy, bank of Tokio-Mitsubishi. Perdite rilevanti dovute ad attività di
trading non autorizzata presso la Daiwa Bank di New York e Sumitomo Corporation. Serie di manipolazioni fraudolente di
valutazioni e posizioni di mercato: Drexel, UBS, Natwest, e il caso più famoso della Barings bank. Perdite dovute alle attività di
Hackers, per esempio Citibank.
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I rischi e l’assorbimento di
capitaleAssorbimento del capitale delle banche
20%
5%10%
5%
60%
rischi
operativi
rischi di
mercato
free capital rischio di
tasso
rischi di
credito
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Il RO: alcune peculiarità
Rischi di credito e di mercato
• Misurabili
• Generalmente ben compresi e identificabili
• Più “di moda”
• Assunti “consapevolmente”
• “Prezzabili”
• Coerenti con “rischio/rendimento atteso”
• Facilmente “allocabili”
1010
Il RO: alcune peculiarità
Rischio operativo
• Difficile da quantificare
• Generalmente poco compreso
• Poco “di moda”
• Assunto “inevitabilmente”
• Non “Prezzabile”
• Non sempre coerente con il principio “rischio
/rendimento atteso”
1111
Le specificità del rischio operativo
RISCHI FINANZIARI (TASSO, MERCATO E CREDITO)
RISCHIO OPERATIVO
Assunti consapevolmente Assunto involontariamente (inevitabile)
Rischi speculativi Rischio puro
Coerenti con logica rischio-rendimento Non coerente con logica rischio-rendimento
Compresi e facilmente identificati Poco compreso e difficile da identificare
Facilmente misurabili/quantificabili Complesso da misurare e quantificare
Disponibilità di strumenti di copertura Assenza di strumenti efficaci di copertura
Possono essere “prezzati” e trasferiti Complesso da “prezzare” e trasferire
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Le proposte di Basilea
Secondo il Comitato di Basilea gli organi
di vigilanza nazionale dovrebbero:
valutare l’adeguatezza del sistema di
controlli ...
... imporre un requisito patrimoniale
esplicito a fronte del RO
Quest’ultimo è addizionale rispetto a
quelli per rischi mercato, credito e
interesse
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Le proposte di Basilea
Secondo il Comitato di Basilea gli organi
di vigilanza nazionale dovrebbero:
valutare l’adeguatezza del sistema di
controlli ...
... imporre un requisito patrimoniale
esplicito a fronte del RO
Quest’ultimo è addizionale rispetto a
quelli per rischi mercato, credito e
interesse
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Basic approach
Standardised approach
Advanced measurement approaches
Più semplice. Basato su una proxy semplificata
dell’esposizione al rischio.
Evoluzione del basic approach. Maggiore
sofisticazione legata al fatto che si impongono requisiti
differenti in funzione delle differenti business units.
Le banche possono utilizzare i propri modelli interni
subordinatamente ad alcune condizioni imposte dagli
organi di vigilanza nazionali.
Tre approcci alternativi— Approccio — — Caratteristiche —
+ Sofisticazione
+ Costi di implementazione
+ Risparmi di capitale
Il requisito relativo al RO
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Basic Approach
Requisito patr. RO = * Operating Income (M.INT.)
Molto semplice. Probabilmente verrà seguito da
banche minori, meno sofisticate
Margine intermediaz.
Tale che il requisito patrimoniale sia almenoil12% del totale del requisito complessivo.Indicazione Comitato per α: 15%
Margine di interesse + Ricavi netti dacommissioni
Il requisito relativo al RO
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L’aggregato di riferimento è definito dalComitato come la somma del margine diinteresse (net interest income) e degli utili nonda interessi (non-interest income).
Da questa variabile reddituale dovrebberoessere esclusi eventuali profitti o perditederivanti dalla cessione di titoli del portafoglioimmobilizzato e altri risultati di naturastraordinaria.
Il requisito relativo al RO
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Questo primo approccio risultaestremamente semplificato e approssimativo,nel senso che non viene in alcun modoconsiderata la diversa gamma di attività svoltedalle diverse istituzioni finanziarie.
Trattandosi della metodologia base nonprevede alcun requisito specifico per la relativaadozione.
In questo senso, l’approccio vieneconsiderato dal Comitato di Basilea comequello idoneo per le banche di dimensioniminori, caratterizzate da una gamma limitata diattività e da un basso grado di sofisticazione.
Il requisito relativo al RO
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Standardized Approach
Il secondo approccio prevede che il requisito
patrimoniale sia misurato separatamente per ogni singola
business line della banca sulla base di un indicatore
economico quale il reddito operativo e di uno specifico
coefficiente di rischiosità predeterminato.
Diversamente dall’approccio precedente, questo secondo
approccio sarebbe in grado di cogliere almeno in parte il
diverso profilo di rischio delle diverse banche connesso alla
diversa composizione dei relativi portafogli di attività.
Il requisito relativo al RO
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Standardized Approach
L’indicatore economico prescelto per il calcolo del
requisito patrimoniale è ancora una volta il margine
operativo lordo (gross income) medio relativo agli
ultimi tre anni.
Il Comitato richiede che tutte le attività della banca
siano ricondotte ad una e una sola business line. Il
processo di mapping delle diverse attività svolte da
una banca alle otto categorie di business line deve
inoltre essere chiaramente documentato e soggetto a
una review indipendente.
Tale processo, per il quale è responsabile il senior
management della banca, deve infine essere approvato
dal consiglio di amministrazione.
Il requisito relativo al RO
20
• Ogni Business Line ha il suo e il suo requisito patrimoniale per il RO
• Ci si attende che la maggioranza delle grandi banche sceglieranno questo approccio
Business Unit Business Line
Corporate Finance
Trading & Sales
Retail Banking
Commercial Banking
Payment and Settlement
Agency Services and custody
Asset Management
Retail Brokerage
Investment Banking
Banking
Others
Standardized Approach
Requisito RO = i i * Margine Intermediazionei
Il requisito relativo al RO
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Standardized Approach
All’interno di ogni singola business line il
requisito patrimoniale viene calcolato
moltiplicando il margine operativo lordo medio per
un coefficiente beta stimato dall’organo di
vigilanza sulla base del rapporto fra le perdite
storicamente registrate dall’industria bancaria in
quella particolare linea di business e il relativo
indicatore economico.
I valori dei coefficienti beta proposti dal
Comitato sono elencati nella tabella che segue
Il requisito relativo al RO
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I coefficienti
Il requisito relativo al RO
Business unit Business line Coefficiente Beta
Corporate Finance 18% Investment Banking
Trading and Sales 18%
Retail Banking 12%
Commercial Banking 15%
Banking
Payment and Settlement 18%
Agency services 15%
Asset Management 12% Others
Retail Brokerage 12%
Fonte: Basel Committee (2002).
8
1i
iiRO GIRP
23
Standardized Approach
Implicita in questa prassi di sommare il
requisito patrimoniale delle singole business
line, vi sia l’ipotesi di una correlazione perfetta
fra le diverse tipologie di eventi di perdita.
In pratica, si assume che le perdite
connesse al RO delle differenti business line
avvengano tutte contestualmente e che
dunque la banca abbia una dotazione
patrimoniale sufficiente a coprire questi eventi
congiunti.
Il requisito relativo al RO
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Advanced Measurement Approaches
Il terzo approccio prevede che sia la singola banca
a determinare, sulla base di un modello interno, il
capitale a rischio connesso al RO.
In questo senso, dunque, una banca che abbia
sviluppato un modello di misurazione del RO che
consente di determinare l’assorbimento di capitale
economico associato a questa tipologia di rischio può,
subordinatamente ad alcune condizioni qualitative e
quantitative, utilizzare tale modello anche per la
determinazione del relativo requisito patrimoniale.
Il requisito relativo al RO
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Advanced Measurement Approaches
Il Comitato di Basilea riconosce dunque la possibilità
che le banche utilizzino le proprie stime interne
relative alla distribuzione delle perdite connesse al RO
nelle singole business lines per stimare il proprio
requisito patrimoniale sulla base di un approccio simile
a quello dei modelli interni previsto per i rischi di
mercato.
Da questo punto di vista, il Comitato non impone
alcun particolare modello o forma funzionale della
distribuzione di probabilità delle perdite derivanti dal
RO.
Il requisito relativo al RO
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Advanced Measurement Approaches
Ogni banca che desideri adottare un approccio
avanzato è dunque libera di scegliere fra le ormai
numerose metodologie di misurazione del RO diffusesi
nell’industria bancaria.
Il Comitato di Basilea, pur ammettendo la possibilità
di modelli alternativi, menziona esplicitamente tre
principali categorie:
internal measurement approach
loss distribution approach
scorecard approach.
Il requisito relativo al RO
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Internal Measurement Approach
Loss DistributionApproach
Scorecard Approach
Una volta determinato il RP relativo al RO (sulla base di uno dei
precedenti approcci) la sua evoluzione dipende dal rischio
prospettico di ogni BL, non sulla base dei dati storici
Il RP per il RO è stimato sulla base di una distribuzione di
prob. delle perdite per ogni BL, stimando direttamente UL
Il requisito patrimoniale (RP) relativo al RO è stimato
ipotizzando una relazione lineare e stabile fra expected loss
(EL) e unexpected loss (UL), approssimata da un
coefficiente definito dagli organi di vigilanza:
Requisito patr. RO = i i * EIi * PEi *LGEi = i i * ELi
RP per RO > 9% del RP relativo ad altri rischi
Il requisito relativo al RO
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Internal Measurement Approach
Prevede la suddivisione delle attività della
banca in business line e la conseguente
misurazione di requisiti patrimoniali
separatamente per ognuna di esse.
Prevede le seguenti fasi distinte:1. le attività della banca vengono segmentate in linee
di business predefinite e viene identificata da
parte delle autorità di vigilanza una gamma di
possibili eventi rischiosi da applicare alle business
line identificate;
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Internal Measurement Approach
2. le attività della banca vengono segmentate in linee
di business predefinite e viene identificata da
parte delle autorità di vigilanza una gamma di
possibili eventi rischiosi da applicare alle business
line identificate;
3. per ogni incrocio business line/tipologia di evento
l’organo di vigilanza identifica un indicatore di
esposizione al rischio (EI – exposure indicator)
che rifletta la dimensione delle attività svolte dalla
banca;
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Internal Measurement Approach
4. per ogni incrocio business line/tipologia di evento la
banca fornisce la propria stima relativa alla
probabilità di accadimento dell’evento (PE –
probability of event) e alla perdita in caso di
accadimento dell’evento (LGE – loss given event).
Sulla base dei tre parametri così ottenuti (EI, PE e
LGE) è dunque possibile stimare la perdita attesa
relativa a ogni incrocio business line/tipologia di
evento;
31
Internal Measurement Approach
5. infine, l’organo di vigilanza fornisce un parametro
gamma (), il quale dovrebbe riflettere il rapporto
fra perdita inattesa e perdita attesa relativo al
singolo incrocio business line/tipologia di evento.
Tale parametro consente di ottenere il requisito
patrimoniale sulla base della perdita attesa.
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Internal Measurement ApproachIl requisito patrimoniale complessivo secondo questo
approccio viene dunque analiticamente determinato
come:
dove
n rappresenta il numero di business line
m rappresenta il numero di tipologie di eventi rischiosi considerati
EI: exposure indicator
LGE: loss given event
PE: probability of event
EL: perdita attesa
: rapporto fra perdita inattesa e perdita attesa relativo al singolo incrocio
business line/tipologia di evento
n
i
m
j
jiji
n
i
m
j
jijijijiRO ELLGEPEEIRP1 1
,,
1 1
,,,,
33
Internal Measurement Approach
La logica sottostante l’approccio della misurazione
interna e in particolare la determinazione dei fattori
gamma può essere chiarita ricordando la logica
sottostante i modelli di determinazione
dell’assorbimento di capitale economico di tipo
value at risk.
Tali modelli, nella relativa versione parametrica, si
fondano sull’ipotesi di una distribuzione nota e
determinano la massima perdita potenziale, dato
un certo livello di confidenza, utilizzando un
multiplo della deviazione standard ricavato da tale
ipotesi.
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Internal Measurement Approach
Nel caso di una distribuzione normale, un livello di confidenza
del 99% può essere ottenuto utilizzando un multiplo della
deviazione standard pari 2,33.
(1)
dove k indica il fattore scalare utilizzato come multiplo della deviazione
standard σ.
Lo schema dell’approccio della misurazione interna prevede invece che:
(2)
Combinando la (1) e la (2) si ottiene:
ELRP
EL
k
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Loss distribution approach
Questa seconda categoria di modelli differisce
dalla precedente per il fatto che il capitale a rischio,
e conseguentemente il requisito patrimoniale, viene
determinato per ogni linea di business stimando
l’intera distribuzione di probabilità delle perdite e
tagliando quest’ultima in corrispondenza del
percentile desiderato.
Non vi è dunque, come nel caso degli approcci di
misurazione interna, la stima di un unico parametro
– la perdita attesa – sulla base della quale si
ottiene, ipotizzando una relazione fissa e stabile, la
perdita inattesa, ma viene invece stimata l’intera
distribuzione.
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Loss distribution approach
Anche in questo caso la stima della distribuzione
delle perdite avviene separatamente per ogni linea
di business sulla base dei relativi ai due parametri
della frequenza delle perdite e della severità delle
stesse (LGE).
La stima delle distribuzioni di probabilità dei due
parametri può essere effettuata sia utilizzando
forme funzionali note (ad esempio una
distribuzione Poisson per il numero di eventi
rischiosi e una distribuzione beta per la perdita in
caso di evento), sia ricorrendo a simulazioni Monte
Carlo.
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Loss distribution approach
Una volta ottenute le misure di capitale a
rischio relative alle singole business line, è
possibile ricavare il requisito patrimoniale
complessivo sia sommando questi ultimi sia
utilizzando tecniche di aggregazione
differenti che riconoscano l’effetto
diversificazione implicito nella correlazione
imperfetta.
38
Internal Measurement Approach
Si comprende dunque che i fattori gamma da
applicare alle singole business line per ottenere,
partendo dalla relativa perdita attesa, il requisito
patrimoniale, dovrebbero risultare tanto maggiori
quanto maggiore è il livello di confidenza
desiderato e quanto più asimmetrica e curtotica è la
distribuzione delle perdite.
Trattandosi di modelli interni, sarebbe in questo
caso la singola banca a determinare, sulla base di
evidenze empiriche interne ed esterne, i fattori
gamma da applicare alle singole business line.
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Le condizioni per l’adozione dei
modelli
Il primo approccio, quello dell’indicatore base, può essere adottato da qualunque banca, a condizione che rispetti i principi gestionali essenziali
L’adozione degli altri due approcci è subordinata al rispetto di specifiche condizioni relative da un lato alla gestione del RO e dall’altro alla qualità dei dati storici raccolti.
Fra queste condizioni vi sono in particolare le seguenti: il consiglio di amministrazione e l’alta direzione della banca devono
essere attivamente coinvolti nella supervisione del processo relativo alla gestione del RO;
il sistema di risk management deve essere concettualmente robusto e implementato in modo integro;
le risorse umane devono essere sufficienti a garantire un utilizzo adeguato dell’approccio prescelto così come un’adeguata attività di controllo e auditing.I modelli interni dovrebbero essere utilizzati per fissare limiti, misurare I rischi e allocare il capitale
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Le condizioni per l’adozione dei
modelli• Le condizioni esplicitamente
previste per l’adozione dell’approccio standard sono le seguenti:a) identificare le proprie
esposizioni seguendo un approccio bottom-up, che parta dunque dall’esame dei prodotti, delle attività, dei processi produttivi e dei sistemi e da questi identifichi i possibili eventi rischiosi;
b) valutare l’impatto che il RO potrebbe avere sulla propria solvibilità, analizzando separatamente gli eventi a bassa frequenza ed elevato impatto (LFHI) e quelli a elevata frequenza e basso impatto (HFLI);
HFLI Events
LFHI Events
41
Le condizioni per l’adozione dei
modelli
c) introdurre un sistema di reporting relativo al RO
rivolto a tutte le principali funzioni della banca che
consenta di attirare l’attenzione del management in
caso di esposizioni che superano delle soglie
predefinite;
d) introdurre un sistema di incentivi al controllo del RO
basato sull’inclusione del RO nelle procedure relative
alle politiche di remunerazione del personale e alle
politiche di pricing;
e) iniziare a registrare i dati rilevanti per il RO quali le
perdite interne per linea di business.
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Le condizioni per l’adozione dei
modelli
L’adozione di un approccio avanzato è
invece subordinata a condizioni sia
qualitative che quantitative. Fra le
prime, le più rilevanti sono le seguenti:a) la banca deve disporre di un’unità indipendente di controllo
e di monitoraggio del RO;
b) il sistema di misurazione del RO deve essere strettamente
integrato nel processo di gestione quotidiana del RO della
banca; in questo senso, la banca deve disporre di un
sistema di allocazione del capitale connesso al RO alle
diverse linee di business;
43
Le condizioni per l’adozione dei
modelli
c) deve esistere un sistema di reporting delle esposizioni al
RO e delle perdite al management delle singole business
unit, al senior management e al consiglio di
amministrazione;
d) i processi di misurazione e di gestione del RO devono
essere sottoposti a una revisione periodica da parte di
auditor interni ed esterni;
e) la validazione del sistema di misurazione del RO da parte
degli auditor esterni e degli organi di vigilanza deve
verificare che le revisioni periodiche interne siano condotte
in modo adeguato e che i flussi di dati e i processi associati
con il sistema di misurazione del rischio siano trasparenti e
facilmente accessibili.
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Le condizioni per l’adozione dei
modelli
I requisiti di natura quantitativa per l’adozione di
un approccio avanzato sono invece
sintetizzabili in quattro punti principali.
La banca deve essere in grado di dimostrare che il
proprio modello interno è in grado di cogliere in
modo adeguato eventi estremi che si collocano nella
coda delle distribuzioni di probabilità degli eventi
rischiosi (“tail loss events”); in particolare, la misura
di rischio deve essere coerente con un livello di
confidenza del 99,9% e un orizzonte temporale di un
anno.
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Le condizioni per l’adozione dei
modellib) Il requisito patrimoniale relativo al rischio operativo deve essere determinato come somma delle due componenti di perdita attesa e di perdita inattesa;
la possibilità di limitarsi alla sola componente di perdita inattesa è condizionata alla capacità della singola banca di dimostrare che la componente di perdita attesa è adeguatamente riflessa nelle proprie politiche di accantonamento a riserva, di determinazione dei prezzi;
il requisito patrimoniale relativo al rischio operativo potrà essere limitato alla stima della perdita inattesa se la banca saprà dimostrare che la perdita attesa, stimata in base alla frequenza media delle perdite, sia già adeguatamente riflessa negli accantonamenti a riserva e nei prezzi dei prodotti servizi delle business line a cui tali perdite sono associate.
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Le condizioni per l’adozione dei
modellic) la possibilità di utilizzare stime di correlazioni fra le diverse tipologie di perdite riconducibili alla più generale categoria del rischio operativo.
Il Comitato riconosce tale possibilità, a condizione che le stime di correlazione siano fondato su una metodologia robusta, integra e capace di riflettere l’incertezza che tipicamente caratterizza tali stime nei periodi di stress.
La singola banca deve essere in grado di dimostrare che le stime di correlazioni derivano da dati empirici che riflettono un arco temporale sufficientemente ampio, capace di riflettere periodi di stress, e sono fondate su una metodologia rigorosa.
In assenza di tali condizioni, il requisito relativo al rischio operativo deve essere calcolato sommando le misure di rischio relative alle diverse tipologie di perdita.
47
Le condizioni per l’adozione dei
modelli
d) Una quarta condizione riguarda infine gli elementi sui quali si deve necessariamente fondare il sistema di misurazione del RO: i dati interni, i dati esterni, l’analisi di scenario e altri fattori che riflettono l’ambiente in cui opera la banca e il sistema di controlli di quest’ultima.
In particolare, con riferimento a questi elementi il Comitato di Basilea richiede che:– le misure di rischio relative al RO siano basate su dati interni di
perdite relativi a un periodo storico di almeno 5 anni (un periodo minimo di soli 3 anni può essere accettato nella fase iniziale di adozione dell’approccio avanzato);
– i dati interni relativi alle perdite devono siano associati alle otto business line previste per l’approccio standard e alle diverse tipologie di eventi di perdita;
48
Le condizioni per l’adozione dei
modelli
- i dati interni relativi alle perdite siano tali da racchiudere tutti gli eventi rilevanti, esplicitando dunque una soglia minima di perdita quale ad esempio 10.000 euro, e siano tali che a ogni perdita sia associata la relativa data di manifestazione, l’eventuale recupero parziale e un’indicazione del fattore causale sottostante;
– le misure di rischio siano associate a dati esterni, specie nel caso in cui la banca sia esposta a perdite poco frequenti anche se potenzialmente rilevanti; con riferimento ai dati esterni la banca deve esplicitare i casi in cui essi devono essere utilizzati e la metodologia con cui incorporare gli stessi nel modello di misurazione;
49
Le condizioni per l’adozione dei
modelli
- le stime dell’esposizione al RO devono essere fondate anche su analisi di scenario a loro volta basate su opinioni di esperti;
– la valutazione del rischio deve fondarsi anche su elementi relativi all’ambiente esterno e al sistema dei controlli interni della banca; le stime di rischio devono essere rese “forward looking” e non limitarsi a dati storici o simulati ma riflettere adeguatamente le previsioni relative all’ambiente esterno e interno alla banca.deve esistere un sistema di reporting delle esposizioni al RO e delle perdite al management delle singole business unit, al senior management e al consiglio di amministrazione
50
Le condizioni per l’adozione dei
modelli
Infine, è importante rilevare come nel caso in cui una banca adotti un approccio avanzato, il Comitato di Basilea riconosce la possibilità che il requisito patrimoniale connesso al RO possa scendere anche al 9% del complessivo requisito patrimoniale (invece di 12%)
Il Comitato prevede una soglia minima per il requisito patrimoniale relativo al RO, la quale risulta funzione dello stesso requisito che si otterrebbe adottando l’approccio standard (nella fase iniziale, 75% di quello cui sarebbe soggetta adottando l’approccio standard)
51
Le nuove proposte di Basilea
Revisione complessiva dei modelli interni perché non comparabili e fonte di potenziale model risk
Introduzione di un non-model based method per la stima del RO (modello standard 2.0)
Sostituzione del GI con il Business Indicator (BI) dove tutte le componenti devono essere positive
«BI was defined as the sum of fee income, fee expenses, other operating income, and other operating expenses, banks that distribute products bought from third parties would include both the income and the expenses associated with these products in the BI, while banks which produce the products themselves would include only income”
5555
La misurazione del rischio operativo. Le fasi
L’identificazione dei fattori di rischio
Il mapping delle unità di business e la stima
dell’esposizione
La stima della probabilità di accadimento degli
eventi rischiosi
La stima della perdita in caso di accadimento degli
eventi rischiosi
La stima della perdita attesa connessa al RO
La stima della perdita inattesa
La stima del capitale a rischio connesso al RO
5656
La stima della probabilità di accadimento
Una prima soluzione per la misurazione quantitativa è
l’analisi dei dati storici interni o esterni
3
6666
La stima della perdita in caso di accadimento degli eventi rischiosi
Una volta stimata la probabilità che un certo evento
rischioso si manifesti occorre stimare la perdita che
si verrebbe a manifestare in caso di accadimento
(“loss given event” – LGE).
La perdita in caso di evento può essere espressa
sia in termini monetari, come perdita media, sia
come percentuale dell’aggregato identificato come
misura di esposizione, ossia come tasso di perdita
in caso di evento (LGER).
4
6767
La stima della perdita in caso di accadimento degli eventi rischiosi
Altri modelli di stima delle perdite sono i
modelli causali
Questi si riconducono a due categorie
principali:
Modelli econometrici
Modelli non lineari
4
6868
La stima della perdita in caso di accadimento degli eventi rischiosi
Modelli econometrici Regressione semplice (esempio)
Regressione multivariata
Correlazione
Analisi discriminante
Modelli non lineari Reti neurali
4
6969
La stima della perdita attesa
La quinta fase del processo di misurazione del RO
prevede che i dati relativi alle tre fasi precedenti
vengano utilizzati per la stima della perdita attesa
(expected loss – EL).
In particolare, quest’ultima sarà data, per ogni unità
di business e per ogni categoria di rischio, dal
prodotto fra esposizione al rischio (EI), probabilità di
accadimento dell’evento rischioso (PE) e relativo
tasso di perdita media (LGER – loss given event
rate)
5
LGERPEEIEL
7070
La stima della perdita attesa
La scelta dell’indicatore di esposizione (EI) deve
essere coerente con la stima del tasso di perdita in
caso di evento (LGER).
LGER dovrebbe esprimere la quota di EI che viene
mediamente persa in caso di accadimento
dell’evento rischioso.
La relazione precedente si fonda su un’ipotesi di
relazione lineare fra LGER e EI, mentre per alcune
tipologie di eventi rischiosi, potrebbe invece
presentarsi un problema di non linearità della
relazione fra tasso di perdita in caso di evento e
dimensione dell’esposizione.
5
7171
La stima della perdita attesa
Una semplice modalità per risolvere questo
problema è non rifarsi a un indicatore di esposizione
(EI) ma di limitarsi a stimare la perdita media in
caso di evento non come percentuale di EI ma
direttamente come importo monetario (LGE).
In questo senso, dunque, la perdita attesa sarebbe
data da:
La perdita attesa deve trovare copertura in riserve
esplicite i cui accantonamenti e utilizzi dovrebbero
passare dal conto economico.5
LGEPEEL
7272
Scenario Analysis
Time System Downtime Employees Data Quality Transactions Loss (euro)
1 5 12 98,0% 559587 2741974
2 3 13 99,0% 798725 2300329
3 4 14 98,3% 655228 2540318
4 2 12 98,7% 753223 1425852
5 6 14 99,1% 859973 5047182
6 5 13 99,3% 611169 2980672
7 4 15 97,0% 713948 2770119
8 3 16 97,5% 892707 2557607
9 2 13 99,8% 779304 1458857
10 4 12 97,3% 697302 2724357
7373
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 2.658.320
System Downtime 3,8
Employees 13,4
Data Quality (%) 98%
Transactions 732116
Scenario Analysis
7474
Scenario Analysis
Time System Downtime Employees Data Quality Transactions
1 5 12 98,0% 559587
2 3 13 99,0% 798725
3 4 14 98,3% 655228
4 2 12 98,7% 753223
5 6 14 99,1% 859973
6 5 13 99,3% 611169
7 4 15 97,0% 713948
8 3 16 97,5% 892707
9 2 13 99,8% 779304
10 4 12 97,3% 697302
Average 3,80 13,40 0,98 732116,65
Volatility 1,25 1,28 0,01 100545,77
Lower bound 0,89 10,42 0,96 498212,22
Upper bound 6,71 16,38 1,00 966021,09
99%
7575
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 4.976.985
System Downtime 6,71
Employees 13,4
Data Quality (%) 98%
Transactions 732116
Scenario Analysis
7676
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 2.772.759
System Downtime 3,8
Employees 10,42
Data Quality (%) 98%
Transactions 732116
Scenario Analysis
7777
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 2.676.304
System Downtime 3,8
Employees 13,4
Data Quality (%) 96%
Transactions 732116
Scenario Analysis
7878
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 3.771.430
System Downtime 3,8
Employees 13,4
Data Quality (%) 98%
Transactions 966021
Scenario Analysis
7979
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 6.222.517
System Downtime 6,71
Employees 10,42
Data Quality (%) 96%
Transactions 966.021
Scenario Analysis
8080
Scenario Analysis
Time System Downtime Employees Data Quality Transactions
1 5 12 98,0% 559587
2 3 13 99,0% 798725
3 4 14 98,3% 655228
4 2 12 98,7% 753223
5 6 14 99,1% 859973
6 5 13 99,3% 611169
7 4 15 97,0% 713948
8 3 16 97,5% 892707
9 2 13 99,8% 779304
10 4 12 97,3% 697302
Average 3,80 13,40 0,98 732116,65
Volatility 1,25 1,28 0,01 100545,77
Lower bound -0,06 9,44 0,96 421404,83
Upper bound 7,66 17,36 1,01 1042828,47
99,9%
8181
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 5.813.616
System Downtime 7,76
Employees 13,4
Data Quality (%) 98%
Transactions 732116
Scenario Analysis
8282
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 2.810.393
System Downtime 3,8
Employees 9,44
Data Quality (%) 98%
Transactions 732116
Scenario Analysis
8383
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 2.679.001
System Downtime 3,8
Employees 13,4
Data Quality (%) 96%
Transactions 732116
Scenario Analysis
8484
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 4.136.941
System Downtime 3,8
Employees 13,4
Data Quality (%) 98%
Transactions 1042828
Scenario Analysis
8585
Bank A
Global Analysis
Losses Simulation
Losses 7.385.312
System Downtime 7,66
Employees 9,44
Data Quality (%) 96%
Transactions 1.042.828
Scenario Analysis
8686
La stima della perdita inattesa
La perdita inattesa rappresenta una misura della variabilità
media, ossia della deviazione standard, delle perdite connesse
al RO.
Due unità di business A e B possono presentare la medesima
perdita attesa, ma essere al contempo caratterizzate da un
grado di incertezza, e dunque di variabilità, di questo livello
medio atteso significativamente diverso.
6
Business Unit A B
Probabilità media di accadimento degli eventi rischiosi (PE) - % 0,2% 10%
Perdita media in caso di accadimento (LGE) – milioni di Euro 100 2
Perdita attesa (EL) – milioni di Euro 0,2 0,2
Perdita
attesa
0,04
LFHI HFLI
8787
La stima della perdita inattesa
La stima della perdita inattesa può essere ricavata: in modo aggregato per l’intera banca sulla base di
serie storiche interne, come deviazione standard
delle perdite complessive riconducibili al RO
storicamente registrate dalla banca
separatamente per ogni unità di business
utilizzando serie storiche interne alla banca come
deviazione standard delle perdite riconducibili a ogni
unità
separatamente per ogni fattore di rischio utilizzando
i dati storici di settore eventualmente raccolti da
associazioni di categoria o da fornitori esterni
separatamente per ogni unità di business o per ogni
fattore di rischio utilizzando congiuntamente dati
interni alla banca e serie storiche di settore.6
8888
La stima della perdita inattesa
In assenza di dati relativi alle perdite storiche, una modalità
per la stima della perdita inattesa connessa al RO è quella che
si fonda sull’ipotesi di una distribuzione binomiale delle perdite.
In questo caso, esistono solo due possibili eventi, il verificarsi
dell’evento rischioso o il mancato verificarsi dello stesso: nel
primo caso la perdita per la banca è pari a LGE mentre nel
secondo caso la perdita è nulla. In questo caso la perdita
inattesa può essere misurata sulla base della deviazione
standard della distribuzione binomiale.6
Evento Perdita Probabilità
Accadimento evento
rischioso
LGE PE
Non accadimento
evento rischiosi
0 1-PE
8989
La stima della perdita inattesa
Sulla base di quanto riportato nella tabella è a questo
punto possibile stimare la media e la deviazione
standard della distribuzione di probabilità se il valore di
LGE è ritenuto certo:
Ipotizzando ad esempio una probabilità media di
accadimento degli eventi rischiosi pari a 1% e una
perdita in caso di evento pari a 50.000 euro, la (3)
equivale ad affermare che la perdita inattesa, identificata
dalla deviazione standard della perdita, risulta data da:
6
LGEPEPELGEPEEL 01
PEPELGEUL 1
975.499,001,0000.50 UL
9090
La stima della perdita inattesa
6
Perdita inattesa corrispondente a una perdita attesa pari a 500.000 euro
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
50.000
0,01
%
0,40
%
0,90
%
1,40
%
1,90
%
2,40
%
2,90
%
3,40
%
3,90
%
4,40
%
4,90
%
5,40
%
5,90
%
6,40
%
6,90
%
7,40
%
7,90
%
8,40
%
8,90
%
9,40
%
9,90
%
Probabilità di accadimento dell'evento rischioso (PE)
UL -
Mig
liaia
di E
uro
HFLI events
LFHI events
9191
La stima del capitale a rischio
Il capitale a rischio va inteso come misura della perdita
massima possibile, dato un certo livello di confidenza e un
determinato orizzonte temporale (generalmente un anno),
associata al RO.
Vi sono a questo scopo diverse metodologie alternative. Il
primo, più semplificato, è quello che prevede di:
ipotizzare una particolare forma funzionale della
distribuzione delle perdite connesse al RO, uguale per
tutte le unità di business della banca,
utilizzare questa particolare forma funzionale per
ottenere un fattore moltiplicativo (capital multiplier)
uniforme da applicare alla perdita inattesa per ottenere il
capitale a rischio connesso a un determinato livello di
confidenza
stimare il capitale economico assorbito da ogni unità
della banca moltiplicando la relativa perdita attesa per il
fattore moltiplicativo ottenuto.7
9292
La stima del capitale a rischio
In termini analitici si può scrivere
dove
CaRRO,CL rappresenta il capitale a rischio
corrispondente a un livello di confidenza pari al
CL% e kCL% il relativo capital multiplier.
7
%%, CLCLRO kULCaR
9393
La stima del capitale a rischio
7
Unità A Unità B
Input
EI
PE
LGER
Sigma LGER
1.000.000 1.000.000
0,20% 5,00%
5,00% 0,20%
10,00% 0,50%
Output
EL 100 100
UL con LGER costante 2.234 436
UL con varianza di LGER 4.999 1.200
CaR con livello confidenza: 95,0% 8.323 2.074
97,5% 9.898 2.452
99,0% 11.729 2.892
99,5% 12.977 3.191
99,9% 15.548 3.808
9494
La stima del capitale a rischio
Come per i rischi di mercato e per il rischio di
credito, la stima del capitale economico assorbito
dal RO può fondarsi sull’utilizzo di approcci di
simulazione.
In questo caso la carenza di serie storiche rende
inevitabile il ricorso a simulazioni Monte Carlo.
Una volta stimata o ipotizzata una determinata
forma funzionale della distribuzione delle perdite, è
dunque possibile simulare le perdite che verrebbero
conseguite in diversi scenari alternativi e ricostruire
in questo modo una distribuzione fittizia che
consenta di isolare il percentile corrispondente al
livello di confidenza desiderato.
7
95
La gestione del rischio operativo
• Implicazioni della regolamentazione
nell’utilizzo di strumenti assicurativi e
derivati
• I costi e le opportunità determinati dal
trasferimento del rischio
• Mappatura delle opportunità offerte dal
mercato assicurativo e dei derivati e il suo
sviluppo
96
Schema della presentazione
• Implicazioni della regolamentazione
nell’utilizzo di strumenti assicurativi e
derivati
• I costi e le opportunità determinati dal
trasferimento del rischio
• Mappatura delle opportunità offerte dal
mercato assicurativo e dei derivati e il suo
sviluppo
97
Implicazioni della regolamentazione nell’utilizzo di
strumenti assicurativi
• Ai fini del calcolo del requisito nei modelli AMA si potrà
riconoscere l’effetto di attenuazione delle assicurazioni
• Il riconoscimento sarà limitato al 20% dell’onere
complessivo di capitale a fronte del rischio operativo
• Criteri che è necessario rispettare (I):– la compagnia di assicurazione deve possedere un rating pari almeno ad A;
– la polizza assicurativa deve avere una durata iniziale non inferiore a un anno
– Per le polizze con durata residua inferiore a un anno la banca dovrà adottare appropriate tecniche di riduzione progressiva (“haircut”) dell’effetto di attenuazione che riflettano la vita residua della polizza
– la polizza deve prevedere un periodo minimo di preavviso per la disdetta pari a 90 giorni;
– la polizza non deve prevedere esclusioni o limitazioni attivate da azioni prudenziali ovvero – nel caso di una banca fallita – che precludano alla banca, al commissario straordinario (“receiver”) o al liquidatore di recuperare somme a titolo di danni subiti o spese sostenute dalla banca stessa.
98
Implicazioni della regolamentazione nell’utilizzo di
strumenti assicurativi
• Criteri che è necessario rispettare (II):– Coerenza fra l’effettiva probabilità e l’impatto delle
perdite utilizzate per la determinazione del requisito di
capitale a fronte del rischio operativo;
– l’assicurazione deve essere fornita da una entità
terza. Nel caso di assicurazione fornita tramite
società “captive” ovvero filiazioni, l’esposizione deve
essere trasferita a una entità terza indipendente;
– la banca deve rendere nota la descrizione del suo
utilizzo dell’assicurazione ai fini dell’attenuazione del
rischio operativo.
99
Schema della presentazione
• Implicazioni della regolamentazione
nell’utilizzo di strumenti assicurativi e
derivati
• I costi e le opportunità determinati dal
trasferimento del rischio
• Mappatura delle opportunità offerte dal
mercato assicurativo e dei derivati e il suo
sviluppo
100
I benefici
del trasferimento del rischio
Fonte: Silke Brandts, 2004
Perdita lorda
Perdita netta
Capitale netto
Assicurazione
Aggiustamenti
qualitativi
Scenario
102
Schema della presentazione
• Implicazioni della regolamentazione
nell’utilizzo di strumenti assicurativi e
derivati
• I costi e le opportunità determinati dal
trasferimento del rischio
• Mappatura delle opportunità offerte dal
mercato assicurativo e dei derivati e il suo
sviluppo
103
Compagnie captive
Una prima soluzione per la gestione dei rischi
operativi implica un’innovazione istituzionale.
Una compagnia captive è una società di
assicurazione o di riassicurazione controllata da
un’impresa che opera in un campo diverso da
quello assicurativo e che ha come scopo quello
di sottoscrivere i rischi della controllante.
Questo permette all’impresa di sottoscrivere
polizze corrispondenti alle proprie esigenze.
104
Compagnie captive
L’utilizzo di compagnie captive può essere integrato
ad altri prodotti di A.R.T. (Alternative Risk Transfer)
al fine di:
ridurre o eliminare il rischio di controparte
presente nel trasferimento del rischio a un
assicuratore terzo;
contribuire alla crescita di know-how interno in
merito alla gestione e al trasferimento dei rischi;
gestire finanziariamente la parte dei premi non
trasferiti ai riassicuratori e avere il pieno
controllo economico del costo del trasferimento
dei propri rischi.
105
Programmi multiline e multiyear integrati
I prodotti multiline e multiyear integrati sono
caratterizzati dal fatto che raccolgono in un unico
contratto pluriennale diverse classi di rischio a
partire dai rischi tradizionali normalmente
assicurati con contratti separati
I principi sui quali si basano sono dueportfolio effect: consiste nel fatto che, per effetto della
presenza di correlazioni inferiori a 1, la volatilità di un
portafoglio di rischi non è pari alla somma della
volatilità dei rischi componenti
time horizon effect: è la probabilità che eventi rari si
ripetano più di una volta l’anno in un periodo lungo
106
Programmi multiline e multiyear integrati
Le polizze multiline e multiyear integrate offrono ulteriori
vantaggi si riducono i costi di transazione legati ai rinnovi annuali
si crea con l’assicuratore un rapporto di lungo periodo che
favorisce la collaborazione e la conoscenza reciproca
si possono ottenere ulteriori riduzioni del premio grazie
all’eliminazione del discontinuity risk, ossia del rischio che
l’assicurato non rinnovi la polizza dopo un anno in cui gli
indennizzi ricevuti siano stati superiori ai premi pagati
l’assicurato ha un maggiore potere negoziale in quanto in una
singola contrattazione si mette in gioco un ammontare di premi
ben superiore a quello di una polizza annuale
si ottiene una maggiore congruenza con gli orizzonti tipici della
pianificazione aziendale che si estendono per periodi più lunghi di
un anno
107
Operational Risk Derivative
Nel corso degli ultimi anni si è sviluppata nel
mercato della gestione dei rischi operativi una
significativa serie di contratti derivati. I più
diffusi sono:
operational risk swap
“first-loss-to-happen” put
Lo swap su rischi operativi permette alle banche
di coprire uno o più eventi dannosi,
differenziando per scadenze, e beneficiando di un
mercato potenzialmente più liquido dei contratti
assicurativi.
108
“First-loss-to-happen” put
L’utilizzo dello swap per la copertura di un rischio
risulta più adatto per eventi a frequenza non bassa.
Nei casi opposti si opta per un altro contratto
derivato, detto “first-loss-to-happen” put.
In questo caso il soggetto che intende coprirsi, fissa
un basket di eventi dannosi e un livello di perdita
(threshold) al di sopra del quale interviene la
controparte. Se si manifesta solo un evento il cui
danno supera il threshold, il venditore della put
copre la perdita. Se si manifestano più rischi
operativi, il venditore della put copre il danno più
rilevante
109
Catastrophe Bond
Tra i rischi operativi rientrano eventi esterni
particolarmente dannosi di natura catastrofica. La
loro frequenza e l’impatto che hanno sull’attività
aziendale impongono soluzioni gestionali
particolari.
Una prima soluzione è quella dell’emissione di
titoli, detti catastrophe bond, la cui peculiarità è che
al verificarsi di eventi connessi a rischi operativi e
nei limiti stabiliti nel contratto, i sottoscrittori
subiscono una decurtazione delle proprie entrate in
misura proporzionale alle perdite
110
Catastrophe Bond
Istituzione finanziaria Compagnia ass. o captive Mercato dei capitali
Strumento Polizza assicurativa
offerta da una
compagnia assicurativa
o da una Spv
Assume i rischi ed emette i
bond
Compra i bond
Risultato
finanziario
Pagamento di un premio Riceve una commissione Riceve un alto
rendimento
Rischi Nessuno fino al limite
assicurato
Nessuno Se l’evento operativo
descritto nel bond
accade si ha la
perdita di tutto o
parte del capitale o
degli interessi
111
Catastrophe Option
Le Catastrophe Insurance Option sono opzioni di
tipo europeo e hanno come attività sottostante
l’indice PCS (Property Claim Series), che computa
le perdite assicurative negli Stati Uniti nei rami
property/casualty.
Viene calcolato giornalmente e le perdite sono
classificate secondo la zona geografica di origine,
inoltre non sono incluse solo le catastrofi ma tutte
le perdite dei rami pertinenti senza riguardo
all’entità dell’evento.
112
Catastrophe Option
P = Profitto
St = Prezzo a pronti a scadenza
C1 = Premio opzione lunga
C2 = Premio opzione corta
X1 = Prezzo di esercizio call lunga
X2 = Prezzo di esercizio call corta
113
Catastrophe Option
I principali vantaggi delle cat option sono Bassi costi di transazione Assenza di selezione avversa e di azzardo morale Basso rischio di default Riservatezza Flessibilità Assenza di ciclicità Standardizzazione Assenza di ritardi nei pagamenti
Gli svantaggi delle cat option sono: Imperfezione della copertura Il ridotto numero di speculatori e rischio liquidità
114
L’indagine internazionale
Non stanno
implementando
alcun sistema
15%
Fase 1
Identificazione dei
rischi operativi e
raccolta dei dati
43%
Fase 2
Creazione dei
modelli per il
monitoraggio delle
varie tipologie di
rischio operativo
10%
Fase 3
Sviluppo delle
metodologie per la
quantificazione dei
rischi operativi
19%
Fase 4
Gestione dei rischi
operativi
13%
115
L’indagine nazionale
Fase 1
Identificazione dei
rischi operativi e
raccolta dei dati
46%
Fase 3
Sviluppo delle
metodologie per la
quantificazione dei
rischi operativi
23%
Fase 4
Gestione dei rischi
operativi
8%
Fase 2
Creazione dei
modelli per il
monitoraggio delle
varie tipologie di
rischio operativo
23%