Giorgione 2007

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PRODUTTORI CINEMATOGRAFICI

In occasione della mostra sul pittore Giorgio da

Castelfranco, meglio noto come Giorgione, abbiamo svolto

un lavoro di gruppo dedicato all’enigmatico quanto grande

artista. Ad un’operazione di ricerca e rielaborazione di dati

biografici sull’artista, dati su luoghi frequentazioni e opere,

è seguita la redazione di un testo da utilizzarsi come trama

per un ipotetico film.

Era un tranquillo mattino d’inverno eNicolò Auditore sedendo in poltronafumava la pipa. Fu allora che qualcunosuonò al campanello, era Giovanni ilpostino che portava un’importanteraccomandata con un’inquietantenotizia, la morte del nonno Annibale.Tra cordoglio e desolazione gli vennecomunicata anche una notiziapositiva, l’aver ereditato una casa incampagna a Volpago del Montello.

A questo punto decise di scoprire in checosa consisteva questa eredità, e dopo ilfunerale del congiunto si accinse a dareun’occhiata al nuovo possedimento. Èallora che per caso, salendo in soffitta perconstatare eventuali danni al tetto,ritrovò una moltitudine di strani evariegati oggetti tra cui, cosa chealquanto lo stupì un quadroapparentemente molto antico.

Precauzionalmente decise di portarselo acasa per cercare di scoprirne laprovenienza ed un eventuale valore dimercato. L’opera rappresentava unpaesaggio naturale con un pastorello inatteggiamento di meditazione cheosservava una cittadina sullo sfondo. Unavolta rincasato, durante più approfonditapulizia dell’oggetto rilevò la presenza diuna firma in parte cancellata di cui l’unicalettera ancora leggibile era una “G”.

Grazie ai moderni mezzi di ricerca riuscì inbreve tempo a documentarsi su autori, periodie stili dei singoli. Tra tutti questi riconobbemolte somiglianze conGiorgione, presumibilmente originario dellazona e che operò a Castelfranco e Venezia in unperiodo compreso tra il 1478-1510, perelencarne solo alcune ad esempio il fatto che lapittura fosse applicata direttamente sulla tavolasenza alcuna presenza evidente di contorni. Main quale modo questo misterioso artista eracollegato alla famiglia del nostro Auditore?

LEONARDO DA VINCI, DAMA CON L’ERMELLINO

PRESENZA DEI CONTORNIGIORGIONE,

RITRATTO DI GIOVANE UOMO

ASSENZA DEI CONTORNI

Fu così che il giovane iniziò ad indagare sullastoria della sua famiglia scoprendo che duranteil periodo della peste del 1500 un suo trisavolosvolgeva la funzione di becchino e dunqueanche incaricato di bruciare le case degliappestati. Così suppose che nella casa delfamoso pittore, anch’egli morto di peste, ilparente avesse ritrovato proprio l’opera inquestione, ma un’altra cosa gli dava da pensareancor di più, era la scritta misteriosa sul lembodella tunica dell’osservatore rappresentato cherecitava “Se più sapere vuoi ottenere altri duene devi avere.”

Dopo alcune settimane di dure e infruttuosericerche la dea bendata decise di dargli unamano, infatti un mattino passeggiando perun mercatino dell’antiquariato quasi glipigliò un infarto, poiché lì su una bancarellasotto i suoi occhi giaceva una tavolarappresentante la medesima chiesa e lostesso osservatore presenti nell’opera daegli ereditata. Immediatamente acquistòl’oggetto per poterlo accuratamenteconfrontare con l’altro già in suo possesso.

In questo tuttavia il pastorello vestiva i tipiciabiti del mercante e seduto sotto il portico diuna delle molte case popolari presenti inlunghe schiere a Venezia osservava pensosol’entrata della chiesa già precedentementedipinta nell’opera ereditata. A ciò siaggiungono le notevoli somiglianze con LaTempesta, opera anch’essa di Giorgione, qualile nubi temporalesche e la tonalità del coloredal brillante al sempre più sfumato. Ciòconfermò ulteriormente i suoi sospettiriguardanti la provenienza dei dipinti.

Rincuorato da questo progresso nella sua ricercaapprofondì gli studi in materia e riuscì finalmentea reperire il terzo e ultimo anello mancante nellasua catena, una tela appartenente ad unacollezione privata di un influente banchieresvizzero, Karl Niedermayer. Ma subito si presentòun ulteriore problema, contattato lo scorbuticoriccone, venne da questi interrogato sul motivodella sua pressante richiesta di prendere visionedi un’opera da tutti ritenuta di scarso valore.Fortunatamente però sembrò accontentarsi dellapoco convincente bugia inventata dal nostro eroe,e gli permise di prendere visione della tavola.

Ed ecco finalmente apparire l’indizio mancante,molto sottilmente camuffato. La chiavedell’enigma era data dall’ormai familiarepastorello questa volta nelle vesti di uninnocente ecclesiastico intento nelle quotidianepreghiere, con lo sguardo profondo fisso su unpunto particolare del pavimento, la quartapiastrella a sinistra partendo dalla quintacolonna dal fondo. Fu così che Auditore rientròin Italia, e attraversò il Veneto diretto verso laricompensa finale per tutti i suoi sforzi, ma nellafretta e nell’eccitazione del momento, non siaccorse di essere seguito.

Ormai prossimo a Venezia, gli parve diriconoscere ovunque i paesaggi raffiguratinella prima tavola, e sempre più accecatodalla frenesia di scoprire, di sapere, credevadi vedere a ogni angolo la chiesa che andavacercando ma sapeva che era soloun’illusione, d’altra parte a Venezia lui ciaveva passato l’infanzia e sapeva benedov’era San Samuele. Finalmente vi giunsedinnanzi, posteggiata la macchina si precipitòdentro, quasi investendo un’anziana signorache usciva di chiesa in quel momento.

Si lanciò verso il fondo dell’edificio, contòle colonne, le mattonelle, ed identificataquella giusta estrasse un grosso martello,e dopo un breve “perdonami Signore”rivolto al crocifisso, tirò un poderosocolpo. La mattonella andò in frantumi e aNicolò si presentò lo spettacolo piùincredibile che avesse mai visto: un caliceinteramente d’oro e carico di gemmepreziose, accuratamente riposto dentroun piccolo bacile di pietra levigata.

“Ma è incredibile, questo è, è…è il santo Graal!”,esclamò pieno di gioia, “Sì, sembra davvero chelo sia. Ho fatto bene a ricredermi sulla veridicitàdella sua storia.” Disse una voce alle sue spalle.“Karl! Che ci fa lei qui?”, era Karl Niedermayercon alcuni individui dalla faccia pocoraccomandabile, probabilmente suoi scagnozzi“Mi sono preso la libertà di seguirla, perconstatare di persona il vero motivo del suointeresse per il mio quadro. E ho fatto benedirei. Una delle reliquie più importanti dellacristianità, per la mia collezione privata. Micamale per sole due ore di pedinamento.”

Uno dei loschi figuri prese il calice d’oro e loporse al magnate svizzero. “No, lei non puòfaremi questo!” gli disse Nicolò “La denuncerò emi riprenderò ciò che mi spetta!” ma la rispostache ottenne fu come un pugno allo stomaco.“Mio caro Nicolò, immagino che andrà dallapolizia affermando di aver ritrovato il SantoGraal e di averlo perso per un furto, è davveroconvinto che le crederebbero una storia simile?Bene io ora devo andare, la lascio alla suadisperazione, ma mi raccomando, non manchidi farmi visita se mai dovesse ripassare per lasvizzera. Ah, ah, ah.”

Auditore rimase solo con il propriosconforto. Da ultimo le uniche cose cheaveva guadagnato da quest’avventuraerano: una casa in campagna, due tavoledipinte da Giorgione, e del valore diparecchie migliaia di euro, e un bacile dipietra, per di più incrostato di unasostanza nerastra, che ora giace nellasoffitta del nostro eroe, in attesa chequalcuno lo identifichi come il vero SantoGraal.

Nonostante i problemi riscontrati, quali la ricerca di fonti

attendibili, la comunicazione di dati e idee, e infine le

controversie sulla redazione finale della storia, abbiamo

portato a termine un lavoro proficuo dal punto di vista

didattico che ci ha avvicinato molto all’artista e alla sua

epoca.