CRISTO RE ANNO C ANNO C Lc 23,35-43. In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo...

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CRISTO RECRISTO RE

ANNO CANNO C

Lc 23,35-43Lc 23,35-43

In quel tempo, [dopo che

ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i

capi invece deridevano Gesù

dicendo:

«Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».

Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano:

«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso».

Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:

«Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!».

L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?

Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».

E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».   

Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

  

CRISTO RECRISTO RE

ANNO CANNO C

Lc 23,35-43Lc 23,35-43

SIGNORE, RICORDATI DI ME SIGNORE, RICORDATI DI ME QUANDO ENTRERAI NEL TUO QUANDO ENTRERAI NEL TUO

REGNOREGNO

Il Cristo di Velázquez

A che pensi Tu, morto, Cristo mio?Perché qual vel di tenebrosa notte

la ricca chioma tua di nazarenoricade cupa giù su la tua fronte?

Entro di te Tu guardi ove sta il regno di Dio;

dentro di te, là dove albeggia,l’eterno sol delle anime viventi.

Bianco è il suo corpo, sì com’è la sfera del sol,

padre di luce, che dà vita;

bianco è il tuo corpo al modo della lunache morta ruota intorno alla sua madre,

la nostra stanca vagabonda terra;bianco è il tuo corpo, bianco come l’ostia

del cielo nella notte sovrumana,di quel cielo ch’è nero come il velo

della chioma tua ricca e cupa e foltadi nazareno.

Chè sei, Cristo, il soloUomo che di sua scelta soccombesse,

trionfando della morte, che fu resada te verace vita. E sol da allora

per Te codesta morte tua dà vita;per Te la morte è fatta madre nostra;

per Te la morte è il dolce nostro aneloche placa l’amarezza della vita.

Per te, l’Uomo che è morto e che non muore,

bianco siccome luna nella notte…

(M. DE UNAMUNO, II Cristo di Velázquez, Brescia, Morcelliana, 1948, 28-29)

SIGNORE, RICORDATI DI ME SIGNORE, RICORDATI DI ME QUANDO ENTRERAI NEL TUO QUANDO ENTRERAI NEL TUO

REGNOREGNO