CORSO ECM PARASSITI, CLOSTRIDI, ALIMENTAZIONE ... · L’allevamento animale e la valorizzazione...

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Gestione dell’allevamento dei ruminanti al pascolo:

problematiche zootecniche e alimentari

Luca Battaglini, Antonio Mimosi

CORSO ECM

PARASSITI, CLOSTRIDI, ALIMENTAZIONE:

CORRELAZIONI, PROFILASSI, TERAPIE

17 Giugno 2010 - Bra (CN)

L’allevamento animale e la valorizzazione del territorio

Consente produzioni con caratteristiche di specificità

Permette la produzioni di alimenti con caratteristiche dietetico-nutrizionali di notevole interesse

Svolge un ruolo insostituibile nella gestione e conservazione del territorio

Permette la promozione turistica attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici

REALTA’ ZOOTECNICA NEGLI AMBIENTI COLLINARI E MONTANI

• RIDUZIONE DELLE SUPERFICI A PASCOLO

• PERDITA DELLA BIODIVERSITA’ E DELLA VARIABILITA’ DELLE RISORSE ZOOTECNICHE

• SCOMPARSA DI UNA TIPICITA’ DEL TERRITORIO E DI PRODUZIONI CARATTERISTICHE

L’ABBANDONO DELL’ ATTIVITA’ AGRICOLA HA DETERMINATO:

SISTEMI ZOOTECNICI, PASCOLO e ALLEVAMENTO

ATTIVITA’ CHE NECESSITA DI UNA GESTIONE ATTENTA

SVOLGE UN RUOLO DIRETTO NEI CONFRONTI

DELL’ AMBIENTE

RIVALUTA AMBIENTI ABBANDONATI

UTILIZZO AREE NON SFRUTTABILI DA PARTE DI ALTRE SPECIE

ORIENTATA VERSO UNA PRODUZIONE ZOOTECNICA QUALIFICATA

Rappresenta l’insieme di risorse animali e foraggere, le modalità della loro interazione e il quadro delle condizioni economiche e giuridiche

Risorsa animale: specie (una o più), razze, stadio fisiologico e livello produttivo degli animali, durata stagionale del pascolamento, tecnica di pascolamento.

Risorsa vegetale: comprende le caratteristiche delle risorse, gli interventi gestionali agronomici, le condizioni pedoclimatiche e fisiografiche

Sistema pascolivo

Caratteristiche pascolo

Fattori climatici stagionali

Produttività

Comportamento e caratteristiche

animale

Tecnica di pascolamento

Ingestione Grado di utilizzo

Dinamica vegetazionale

Benefici ambientali

Produzioni zootecniche

Modello generale di sistema pascolivo

RISORSA

UTILITA’

Fattori pedoclimatici

Fattori fisiografici

Altri fattori gestionali

I sistemi

- Estensivo (transumante, nomade) caratterizzato dall’utilizzo diretto del pascolo per gran parte dell’anno (in funzione delle condizioni climatiche e della disponibilità di alimenti; es. pecora Biellese)

* essenziale organizzare una successione delle risorse foraggere nell’arco dell’anno

* utilizzazione dei ricoveri solo per brevi periodi (“di emergenza”)

* fattore limitante è spesso la qualità della vita degli operatori

* costi di gestione contenuti

I sistemi

Semi-estensivo stabulazione per tutti i mesi invernali

periodo primaverile e autunnale pascolo nei pressi del ricovero (prati-pascoli e pascoli recintati, forme di pascolo guidato, utilizzo razionale di terreni invasi da arbusti e boscaglia)

in estate utilizzazione degli alpeggi

- Stanziale stabulazione permanente in ricovero attrezzato e utilizzazione dei pascoli aziendali non altrimenti utilizzabili

- edifici attrezzati e organizzati (investimenti e costi di impianto maggiori)

- possibilità di eseguire compiutamente i controlli funzionali e attività di selezione

- costi compensati da maggiori ricavi conseguibili con razze più produttive

PR. P.A. P.F.

P.F.

PR. P.A.

Sottopascolamento Sovrapascolamento

Degrado risorsa

PR. = Produzione latte; P.A. = Potenziale Animale (Carico di bestiame); P.F. = Potenziale Foraggero (P.P. = potenziale pascolivo)

Metodo (tecnica di pascolamento)

Dato un determinato carico (potenziale animale) e il relativo fabbisogno foraggero la tecnica di pascolamento distribuisce questo fabbisogno nel tempo e nello spazio

La tecnica di pascolamento si basa sulla gestione del carico istantaneo e della pressione di pascolo

Tecnica (metodo) di pascolamento definisce le modalità di accesso spazio-temporale degli

animali alle risorse foraggere del pascolo

Piano di pascolamento

(annuale/stagionale)

(strumento formale)

•carico animale idoneo,• suddivisone in parcelle giornaliere/plurigiornaliere

•durata permanenza su ciascuna parcella• assegnazione di ciascuna parcella ad un determinata

categoria di bestiame•n. utilizzazioni ciascuna parcella

(soggetto a aggiornamenti settimanali)

programma di pascolo giornaliero

(strumento informale)

in sistemi di pascolo liberi, razionati o guidati stabilisce le aree utilizzabili e gli spostamenti giornaliero della mandria/gregge

Piano di gestione (pluriennale)

definisce, in situazione di ordinarietà, il sistema di pascolamento, il carico idoneo, un ipotesi di massima di piano di pascolamento, l’utilizzo delle strutture zootecniche, individua i siti e i sistemi idonei per la mungitura, il riposo, l’abbeverata, il ricovero del bestiame.

Piano di miglioramento

strutturale/

infrastrutturale

individua gli interventi strutturali e infrastrutturali necessari ad attuare un piano di gestione coerente con gli obbiettivi

economici e di miglioramento agronomico

Piano di miglioramento

agronomico

Individua gli interventi (decespugliamenti, spietramenti, drenaggi) da effettuare sulla base

degli obiettivi economici

Relazione Istantanea Cumulativa nel tempo

Animale-

superficie

Carico istantaneo

UBA/ha

t p.v./ha

Carico

UBA/ha/anno (o stagione o

mese)

UBA/ha/giorno

UBA/ha/ora

Animale-

foraggio

Pressione di

pascolo (ist)

UBA/t

Pressione di pascolo

UBAm/t

UBAg/t

Foraggio-

animale

Disponibilità di

foraggio

(istantanea)

t/UBA

Disponibilità di foraggio

t/UBAm

t/UBAg

Efficienza di pascolo (cofficiente di utilizzazione)

= Ingestione di foraggio/ha

Foraggio presente/ha

Fattori che riducono l’efficienza di pascolo:

• foraggio allettato

• foraggio scartato o sprecato dopo essere stato

prelevato

Efficienza di pascolo indicativa

Tecnica Efficienza (%)

Pascolo continuo (libero) 50

Pascolo turnato 65

Pascolo razionato 75

Efficienza di pascolo e utilizzo oculato

• Molti fattori condizionano l’efficienza di pascolo massima compatibile con il potenziale di ricaccio, la longevità e il vigore vegetativo delle piante

• Durante il riposo vegetativo e in situazioni di stresstermici l’efficienza di pascolo deve essere ridotta

• In condizioni climatiche ed ecologiche critiche l’efficienza di pascolo deve essere molto bassa

Grado di utilizzo

• Proporzione della produzione foraggera annuale utilizzata e/o distrutta dagli animali al pascolo

• Molti sono i metodi per stimarla (stima a vista, altezza, peso, indiretti)

Fattori ecologici che influiscono sul carico

• Clima e meteo

• Profondità falda acquifera

• Profondità rizosfera

• Strutture e tessitura suolo

• Fertilità

• Salinità

• Fisiografia

• Biomassa vegetale

• Composizione floristica

• Disponibilità di fonti idriche (quantità totale e distribuzione)

Fattori gestionali che influiscono sul carico

• Condizione del pascolo conseguente uso precedente

• Distribuzione adeguata del carico

• Copertura fabbisogni idrici bestiame

• Stagione di pascolo

• Tipo e mix di bestiame

• Utilizzo di foraggio da parte di altri animali

• Tecnica di pascolo

• Operazioni colturali

• Vincoli e finalità

Metodi calcolo carico

• Comparazione con tipologie di pascoli omogenei (espressione t s.s/ha, UFL, Valore Pastorale)

• Valutazione della produttività con stime dirette (altezza cotica, sostanza secca)

Carico di pascolo

Pendenza (%) Riduzione bovini (%)

<10 0

11-30 30

31-60 60

>60 100

Carico di pascolo

Distanza abbeverata Riduzione bovini (%)

1,8-3,7 km 50

>3,7 100

Protocollo tecnico di gestione degli alpeggi

Strutture

Infrastrutture

Tecniche di pascolamento

Carichi animali

Integrazioni alimentari

Cura del pascolo

Prodotti

Sovrapascolamento

Situazione continuata di pressione di pascolo eccessiva tale da eccedere la capacità di recupero delle foraggere e di provocare il deterioramento del suolo;

Avvio di una regressione nella serie vegetazionale

Perdita di potenzialità produttiva a danno delle produzioni animali future

Effetti sovrapascolamentosul suolo parassiti?

Riduzione capacità di infiltrazione dell’acqua

Ridotta lettiera a protezione del terreno

Variazioni microclimatiche accentuate a livello del suolo

Erosione da vento e acque meteoriche

Sentieramenti

Variazione del carico: i riflessi sull’animale (carico basso)

• Elevate produzioni/capo

• Basse produzioni/ha

• Tempo di pascolo breve

• Elevata ingestione

• Scarsa efficienza di pascolo

• Buon valore della razione

• Buona condizione corporea

• Elevata fertilità/prolificità

• In caso di siccità necessità di soccorso

• Scarso rischio di intossicazione da piante velenose

Variazione del carico: i riflessi sull’animale (carico alto)

• Basse produzioni/capo

• Alte produzioni/ha

• Tempo di pascolo lungo

• Ridotta ingestione

• Elevata efficienza di pascolo

• Scarso valore della razione

• Scarsa condizione corporea

• Ridottà fertilità/prolificità

• In caso di siccità non necessità (o quasi) di soccorso

• Rischio di intossicazione da piante velenose

• Rischi di parassitosi

Parassitosi e pascolo

Misure preventive nella gestione del pascolo

- mantenere carica parassitaria bassa

- maggiori rischi per i “neofiti” del pascolo

- rotazione dei pascoli

- pascolo in successione (più specie animali) con distinzioni

- attenzione al secondo picco infettante (“tratta e sposta”)

- integrazione alimentare corretta

- disponibilità idrica e di sali minerali (P, Se, Zn, Cu)

Parassitosi e pascolo

Lotta parassitaria strategica

- ridurre la carica parassitaria con il minor numero di trattamenti

- principi attivi (soluzioni, polveri, pellet, sostanze iniettabili, uso

esterno)

- trattamento preventivo (esame coprologico)

- trattamento prima - (durante) - dopo (pre-rientro in stalla)

- problematiche cattura (… prodotti a lento rilascio? es. boli)

- vaccinazioni (parassitosi polmonari)

Mantenere i pascoli con veri

animali e veri pastori

41

La gestione degli animali in alpeggio

ALCUNI ASPETTI CHE CARATTERIZZANO L’ALPICOLTURA (in Piemonte)

1) Riduzione delle aziende, relativo aumento dei capi allevati,

accorpamento dei tramuti 2) Diffusione di allevamenti che richiedono minor impiego di

manodopera (linea vacca-vitello)

3) Oltre la metà delle bovine alpeggiate non viene più munta

4) Il 25% degli alpeggi è gestito da un solo conduttore e nel 40% dei casi esiste un solo addetto oltre al conduttore

5) Molti alpeggi sono ancora privi di acqua corrente, di servizi igienici

e l’accessibilità è solo di tipo pedonale

42

La monticazione coinvolge tuttora circa 1 000

aziende che allevano

85 000 bovini (10%) e 90 000 ovi-caprini (50%) su

una superficie di 300 000 ettari e che costituiscono

un prezioso patrimonio per il futuro dell’Alpicoltura

piemontese (dati 2007)

Mantenere i pascoli con veri

animali e veri pastori

43

PRODUZIONI in Alpeggio

A parità di altre condizioni:

nella bovina da latte le produzioni

risultano inferiori per:

- aumento dei fabbisogni nutritivi

- insufficiente apporto di alcuni

nutrienti nel foraggio utilizzato

Nella linea vacca-vitello le problematiche

sono legate alla presenza contemporanea

di animali con esigenze molto diverse

(vacche allattanti, in asciutta, vitelli,

manze, manzette)

DALLA DUPLICE ATTITUDINE ALLA UTILIZZAZIONE DI ANIMALI SPECIALIZZATI

(CARNE O LATTE)

Conseguenze:

appiattimento della zootecnia montana su logiche produttivistiche tipiche della pianura

(allevamento di razze cosmopolite e preoccupante riduzione di quelle locali

– perdita di biodiversità (anno 2010)

La specializzazione produttiva ha determinato:

1. aumento dei fabbisogni nutritivi difficilmente soddisfatti dai pascoli in quota

2. perdite sensibili di produzione in funzione del merito genetico

3. ripercussioni negative sulle condizioni corporee degli animali, sullo stato di salute e sulle

prestazioni riproduttive

Mantenere i pascoli con veri

animali e veri pastori

45

ALCUNI SUGGERIMENTI

Adozione di razze bovine a duplice attitudine (più idonee all’ambiente montano)

Es.: Bruna alpina “tradizionale”, Grigia della Val d’Adige, Pezzate Rosse “alpine”, Barà-Pustertaler (oggetto di recenti studi promossi dalla

Regione Piemonte che hanno evidenziato la buona attitudine alla produzione di latte “di qualità” e di eccellente attitudine alla produzione di carne)

Esigenze nutritive degli animali

- copertura dei fabbisogni di mantenimento e di produzione

(soprattutto energetici con impiego di cereali) - integrazione minerale (FOSFORO in particolare)

- utilizzazione razionale del pascolo anche con passaggi successivi

di animali con esigenze diverse

46

- in alternativa (o parallelamente) aumento

del tempo a disposizione dell’animale per

il pascolamento (giorno e notte).

- impiego di carrelli mobili di mungitura

per una drastica riduzione dei tempi di

trasferimento e una miglior distribuzione

delle restituzioni (feci+urine)

FABBISOGNO DI MANTENIMENTO

La quota di mantenimento tende ad aumentare: 1) per la deambulazione, su terreno pianeggiante, si calcola un

incremento del 3% della quota di mantenimento ogni 1000 m e di circa 3,5% ogni 100 m di dislivello

2) per la termoregolazione si consiglia di prevedere un aumento del 5% passando da 20° a 10° ed un ulteriore 4% da 10° a 0°

In termini pratici una bovina che percorre giornalmente 2000 m con un dislivello di 200 m necessita di una quota aggiuntiva del 25% rispetto al fabbisogno di mantenimento

Mantenere i pascoli con veri animali e

veri pastori47

Andamento diurno attività comportamentali

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

6.00

7.00

8.00

9.00

10.0

0

11.0

0

12.0

0

13.0

0

14.0

0

15.0

0

16.0

0

17.0

0

18.0

0

19.0

0

20.0

0

21.0

0

22.0

0

StazioneDecubitoPascolo%

v

a

c

c

h

e

Le fasi di sospensione dell’attività di pascolo oltreche alla ruminazione sono dedicate al riposo

La scarsa altezza della cotica rappresenta uno dei principali fattori limitanti del pascolo alpino

Effetto altezza cotica su pascolamento vacche da latte

Gibb et al. 1997

Altezza cotica (cm) 5 7

ingestione SO (kg/d) 10,5 14,1

Ing./boccata (g) 0,23 0,33

Boccate/minuto 77 72

Tempo pascolo (min) 628 604

Boccate al minuto

Peso boccata

l’aumento della frequenza di boccate può compensare solo

in parte la diminuzione del peso della boccata

Altezza cotica

Vel Ingestione

Caratteristiche dell’animale

La velocità massima di ingestione è legata alla taglia dell’animale (che determina il volume boccale)

Il fattore esponenziale è di poco inferiore a quello che

lega il peso ai fabbisogni (peso metabolico = P.V.0,75)

Ingestione massima = 0,63 P.V.0,71 g/min

Tempo pascolamento vacche in

lattazione

• Da 7 a 10 ore (max 10,5 ore)

Le fasi di sospensione dell’attività di pascolo oltreche alla ruminazione sono dedicate al riposo

PROBLEMATICHE ALIMENTARI

- Il principale fattore limitante della produzione di latte durante il pascolamento è la insufficiente ingestione di erba

- Esiste una correlazione positiva tra ingestione e

digeribilità (importanza del momento di utilizzazione)

- Aumento della fibra (NDF) abbassa il livello

proteico e nutritivo (UFL) dell’erba, ne riduce l’ingestione e la digeribilità.

Il fabbisogno di acqua di abbeverata di una bovina varia da 15 a 50 l/giorno in relazione all’umidità dell’erba, temperatura, produzione di latte.

RUOLO DELL’INTEGRAZIONE AL PASCOLO

1. in assenza di integrazione il pascolo può sostenere una produzione di latte

intorno ai 10-12 kg /d in funzione della qualità dell’erba;

2. con 2 kg di concentrato la produzione può salire fino a 15-16 kg

- l’impiego di concentrati non idonei (TROPPO PROTEICI) può avere

ripercussioni negative che si riflettono su:

1. limitazione dell’utilizzazione dell’erba

2. perdita di peculiarità aromatica delle produzioni

3. aumento dei costi

4. immunodepressione

ANALISI DEGLI ALIMENTI

OBIETTIVI

•DETERMINARE IL VALORE NUTRITIVO DI

CIASCUN ALIMENTO

•OTTENERE RISULTATI PRECISI, ACCURATI E

CONFRONTABILI

•ESEGUIRE IN MODO CORRETTO IL PRELIEVO E LE

ANALISI

•SEGUIRE PROCEDURE STANDARDIZZATE

CAMPIONAMENTO

PRELIEVOPRELIEVO

(Rappresentatività)

CONSERVAZIONE

ED

ETICHETTATURA

TRASFERIMENTO

IN

LABORATORIO

PREPARAZIONE DEL

CAMPIONE

MACINAZIONEMACINAZIONEMACINAZIONE CONSERVAZIONE

ANALISI “TIPO”

Ceneri Proteina grezza Lipidi grezzi Fibra

SoSostanza secca Umidità

Alimento tal quale

DETERMINAZIONE DELLA

FIBRAE’ la frazione di carboidrati che costituisce la parete

cellulare

METODO

WEENDEMETODO

WEENDE

METODO

VAN SOESTMETODO

WEENDE

CONTENUTO IN ACQUA, CENERI, PROTEINE, LIPIDI E

CARBOIDRATI DI ALCUNI ALIMENTI(% sulla SS)

SS CEN PG EE NDF FG Ca P UFL

FIENO PRATO ST. 87 8 9,50 3 60 32 0,50 0,30 0,65

PRATO STABILE 1°T 15-25 9 9 3 57 30,0 0,4-0,5 0,24-0,30 0,75

PRATO STABILE 2°T 15-25 10 11 3 58 32,0 0,5-0,6 0,30-0,40 0,80

PASCOLO montano B 15-25 7 15 3 55 28 0,6-0,8 0,15-0,25 0,85

PASCOLO montano M 15-25 7 10 3 65 34,0 0,4-0,5 0,09-0,13 0,65

FARINA DI MAIS 87,0 1,5 10 4,5 9 2,1 0,02 0,35 1,20

FARINA DI ORZO 86,7 2,5 12 2 18 5 0,10 0,40 1,10

CRUSCA, FRUM.TEN. 87,7 6,0 15 4,0 38 10 0,13 1,30 0,85

F.E.SOIA 44% 89,4 6,5 48 3 14 6 0,28 0,70 1,20

0

10

20

30

40

50

60

70

tram

uto

tram

uto

tram

uto

%

S.S. %

PG %

NDF %

La qualità dell’erba (2003)

Fabbisogni di una bovina da latte (550 kg p.v.)

- al pascolo (estate – attività media)

- 14 kg di latte/d (3,8% di grasso)

Ingestione

sost.secca

(kg)

UFL

(n.)

Prot.

Grezza

(g)

Calcio

(g)

Fosforo

(g)

Mantenimento 4,8 500 30 23

Attività al

pascolo (+20%

riferito al mant.)

1,0 100 6 5

Produzione 5,9 1344 50 24

Totale 14,3 11,7 1944 86 52

Fabbisogni di una bovina da latte (550 kg p.v.)

- in stalla (inverno - stab. fissa)

- 14 kg di latte/d (3,8% di grasso)

Ingestione

sost.secca

(kg)

UFL

(n.)

Prot.

Grezza

(g)

Calcio

(g)

Fosforo

(g)

Mantenimento 4,8 500 30 23

Produzione 5,9 1344 50 24

Totale 14,3 10,7 1844 80 47

Caratteristiche

del kg s.s.

alimento

0,75

UFL129 g 6 g 3 g

Fabbisogni di una bovina della linea vacca-vitello (600 kg)

- al pascolo (estate – attività medio-elevata)

- 5 kg di latte/d (4,2 % di grasso)

Ingestione

sost.secca

(kg)

UFL

(n.)

Prot.

Grezza

(g)

Calcio

(g)

Fosforo

(g)

Mantenimento 5 530 32 24

Attività al

pascolo (+30%

riferito al mant.)

1,5 159 10 7

Produzione 2,3 500 19 9

Totale 12 8,8 1189 61 40

Caratteristiche nutritive degli alimenti utilizzati nella razione invernale

Alimenti

SS (%) PG

(%SS)

UFL

(/kgSS)

Ca

(g/kgSS)

P

(g/kgSS)

Fieno p.s. 90 10 0,7 5,0 3,0

Mais

franto

90 10 1,2 0,3 3,5

Orzo

farina

90 12 1,0 0,9 3,6

Soia f.e.

44%

90 50 1,1 3,0 6,0

Crusca 90 15 0,8 1,5 12,0

Caratteristiche nutritive degli alimenti utilizzati durante il

pascolamento

Alimenti

SS

(%)

PG

(%SS)

UFL

(/kgSS)

Ca

(g/kgSS)

P

(g/kgSS)

Pascolo

montano

"buono"

20 15 0,80 8,0 2

Pascolo

montano

"mediocre"

20 10 0,65 5,0 1

Razione estiva per bovine al pascolo di 5,5 q di p.v. con una

produzione lattea di 14 kg/capo/d al 3,8% di grasso

Alimenti t.q.-SS PG UFL Ca P

(kg)

Pascolo

montano

"buono"

70-14 15 0,80 8,0 2,0

(g) (n) (g) (g)

Apporti 70-14 2100 11,2 112 28

%SS 15 0,80

/kgSS

0,8 0,2

Fabbisogni 14,3 1944 11,7 86 52

%SS 12,9 0,75

/kgSS

0,5 0,35

Differenze -0,3 +156 -0,5 +26 -24

Razione estiva per bovine al pascolo di 5,5 q di p.v. con una

produzione lattea di 14 kg/capo/d al 3,8% di grasso

Alimenti t.q.-SS PG UFL Ca P

(kg)

Pascolo

montano

"mediocre"

70-14 10 0,65 5,0 1

(g) (n) (g) (g)

Apporti 70-14 1400 9,1 70 14

%SS 10 0,65

/kgSS

0,5 0,1

Fabbisogni 14,3 1944 11,7 86 52

%SS 12,9 0,75

/kgSS

0,5 0,3

Differenze -0,3 -544 -2,6 -16 -38

Razione estiva per bovine in alpeggio di 6 q di p.v. con una

produzione di 5 kg/capo/d col 4,2% di grasso

Alimenti t.q.-SS PG UFL Ca P

(kg)

Pascolo

montano

"buono"

60-12 15 0,80 8,0 2,0

(g) (n) (g) (g)

Apporti 60-12 1800 9,6 96 24

%SS 15 0,80/kgSS 0,8 0,2

Fabbisogni 12 1190 8,8 60 40

%SS 10 0,73/kgSS 0,5 0,3

Differenze 0 +610 +1,1 +36 -16

Razione estiva per bovine in alpeggio di 6 q di p.v. con una

produzione di 5 kg/capo/d col 4,2% di grasso

Alimenti t.q.-SS PG UFL Ca P

(kg)

Pascolo

montano

"mediocre"

60-12 10 0,65 5,0 1

(g) (n) (g) (g)

Apporti 60-12 1200 7,8 60 12

%SS 10 0,65/kgSS 0,5 0,1

Fabbisogni 12 1190 8,8 60 40

%SS 10 0,73/kgSS 0,5 0,3

Differenze 0 +10 -1,1 0 -28

Azione Integratori

metionina (20-30 g/capo/d) + cistina = cheratinizzante

zinco (200-400 Zn-metionina) risposta immunitaria

iodio (15-20 mg/capo/d) antibatterico

rame (10 mg/kg SS di solfato di Cu)-immunostimolante

selenio (5-10 mg/capo/d) antiossidante

vitamina E (1-2 g/capo/d) antiossidante e antistress

biotina o vit H1 (15-20 mg/capo/d) cheratinizzazione tessuto corneo (se rapporto F/C 60/40 ok) – per 3 mesi

niacina o B3 ( 5-10 g/capo/d) antilipolitica-antichetosi

colina (20 g/capo/d) epatoprotettore

lieviti 30-100 g/capo/d

vitamina E

agisce in sinergia col selenio riducendo l’ossidazione dell’emoglobina

azione immunostimolante

protegge le membrane cellulari

riduce la tossicità delle endo-esotossine

riduce il rilascio di ormoni glucocorticoidi immunodepressivi (cortisolo o ipocortisone e aldosterone) prodotti dalle surrenali (corticale)

Niacina (o vitamina B3, PP, ac. nicotinico)

Agisce sullo stress riducendo il rilascio di

catecolamine (adrenalina, nor-adren.,

dopamina)

Aiuta il fegato a detossificare l’ NH3

Metabolizza i corpi chetonici e aumenta il

glucosio ematico

Lieviti (Saccaromyces cerevisiae)

Aiuta a prevenire l’acidosi ruminale

stimolando la crescita dei batteri che

utilizzano ac. lattico e riduce la

metanogenesi (> efficienza ruminale)

Fissano sulla parete cellulare le

micotossine e le tossine di batteri patogeni

Grassi vegetali (saponi di calcio e

magnesio)

2% della SS ingerita (300-400 g/capo/d)

Aumentano la concentrazione energetica

della dieta riducendo il rischio di acidosi

CLA insieme di isomeri geometrici (varianti strutturali) dell’acido

linoleico coniugato

COSA E’?

DOVE SI TROVA?

Prevalentemente in alimenti di origine animale (carne, latte e formaggi) nei

vegetali solo in alcuni oli (girasole)

COME SI FORMA?

Deriva dalla trasformazione dell’acido linoleico a livello endoruminale

PROPRIETA’

Azioni principali: riduzione del grasso corporeo e sviluppo

della massa magra, prevenzione delle malattie

cardiovascolari

Azioni possibili: immunoprotettivo, prevenzione del

cancro della mammella (negli animali), benefici per la

salute delle ossa e del tasso glicemico nel nostro

organismo

Acidi grassi LATTE E CARNE

doppio legame coniugato

C.L.A.

C18 : 2 c9, t11: anticancerogeno, protettore del sistemacardio-vascolare

C18 : 2 t10, c12: aumenta masse muscolari

C18 : 2 Ac. Linoleico

non può essere sintetizzato dal nostro organismo

La prima sperimentazione clinica mirata alla valutazione delle

proprietà del CLA è stata condotta nel 1997 all'Università del

Wisconsin (dove è stato scoperto il CLA

da due ricercatori di Scienze Animali).

CLA: Conjugated Linoleic Acid è un insieme di forme

isomeriche (varianti strutturali ) dell'acido linoleico

Contenuto medio di CLA in alcuni

alimenti (dosi raccomandate: 3 g/d)

Lipidi

(%)

CLA totali

(g/100g di lipidi)

Carne bovina 5 0,8

Carne suina 13 0,5

Latte vaccino 3,5 0,5-2

Latte di pecora 5,5 1,7

Latte di pecora 25 0,6

Fonte: Battaglini et al., 2004

Fonte: Bianchi et al., 2003

Influenza alimentare sulla composizione in acidi grassi del grasso del latte

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PROSPETTIVE

•Vista la produzione consolidata di prodotti tipici

•Considerata la crescente domanda di prodotti di

“qualità”

•Accertata l’importanza dell’aspetto dietetico-

nutrizionale delle produzioni al pascolo (elevata

presenza di CLA)

•Dato il forte legame “prodotto - mercato del

turismo – ristorazione – attività culturali”

esistono promettenti premesse per una

valorizzazione del pascolo montano e alpino

Grazie per l’attenzione!

Dipartimento di Scienze Zootecniche - Università degli Studi di TorinoAntonio Mimosi – antonio.mimosi@unito.it