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Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 1
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LYNNE MC TAGGART Ciò che i dottori
non vi diconoRACCOLTA ANNUALE DELL'OMONIMA RIVISTA INGLESE
- VOLUME I -
Edizione italiana a cura di Manuele Fragoletto e Giovanni Grisotti
Traduzione dal testo inglese di Fabrizio Guidi
Prefazione del dott. Franco Mastrodonato
Introduzione di Manuele Fragoletto e Giovanni Grisotti
Distribuito da: SuccessoPersonale.com
Prodotto da: Società Editrice Andromeda
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IndiceRingraziamenti...............................................................................6
PREFAZIONE................................................................................8
INTRODUZIONE........................................................................13
STORIA DELLA RIVISTA INGLESE........................................16
Capitolo1: Gennaio 2002 - Vol. 12 - N° lO..................................23
La tecnica dei pertugi fallisce.......................................................72
I broncodilatatori steroidei legati alle gengiviti dei bambini .......76
Gli steroidi possono causare lupus ..............................................86
Secondo editoriale .......................................................................88
Approfondimento: le aritmie........................................................95
Risorse utili.................................................................................105
Programma di Affiliazione.........................................................106
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Ringraziamenti
"Nella vita nessuno di noi va da nessuna parte senza l'aiuto, i
consigli e l'amicizia sincera di altre persone, vicine o lontane che
siano. Desideriamo ringraziare sentitamente tutti coloro che
hanno sostenuto il progetto, incoraggiandoci ad andare avanti, o
essendo disponibili in molti modi pratici: è anche grazie a voi che
quest'opera esiste in lingua italiana".
Qui di seguito citiamo i nomi delle persone che ci hanno in un
modo o nell'altro aiutato. Ovviamente i nomi non sono in ordine
di importanza perché altrimenti tutti meriterebbero il primo posto.
Un ringraziamento di tutto cuore a:
Franco Del Moro Luca e Mara, Kate Clifton, Sara Scalcione,
Franco Mastrodonato, Rosaria Scilanga, Stefania Riparbelli, Ugo
Giletta, Danila Fumero, Ennio Forgione, Emanuele Bottaro,
Marco Pagliero, Simona Martino, Stefania Santini, Marco
Columbro, Antimo Zazzaroni, Vittoria Fornari, Lucio Molinari,
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Gaia Chon, Valerio Pignatta, Giorgio Rosso, Mariella Alliori,
Daniel Ramos, Aurora Garnero, Gabriele Lice, Mario Bois,
Osvaldo Bellino, Antonio Rendina, Giuliana Cunsolo, Anna
Villani, Mariateresa Cuomo, Claudia Lovisetto, Roy Martina,
Daniela Bongiorno, Giuseppe Azzato, Dino Pippo, Donatella
Rostagno, Teresa Dell' Aquila, Daniele Berioli, Lidia Usai,
Orecchia Vincenza, Grisotti Piero, Salinari Lorenzo, Angela
Montalto, Roberta Rivella, Amanda Adams, Ivan Ingrilli,
Maurizio Baiata, Lucetta Paschetta, Maria Giannetta, Luigi
Digiorgio, Gianni Pagliaro, Silvia Lucisano, Antonella Lerda,
Manuela Corti, Roberta Rivella, Gianni Pagliaro, Teresa Peano,
Alfredo Fragoletto, Beppe Grillo... e ancora un "grazie" a tutte
quelle persone che in un modo o nell'altro hanno contribuito alla
realizzazione dell'edizione Italiana di "Ciò che i dottori non Vi
dicono".
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 6
PREFAZIONEdel dotto Franco Mastrodonato
"Ciò che i dottori non Vi dicono": una pubblicazione con tale
titolo sicuramente attira l'attenzione di molti, stabilisce un velo di
segretezza, di curiosità, di tendenza a scoprire "altarini". Impegna
subito il lettore, trattandosi oltretutto di temi che interessano la
sua salute, ad andare sino in fondo.
Prima di procedere sorge la domanda: 'Trattasi di un titolo "furbo"
o i medici sono dei "furboni" tali che, chissà per quali recondite
ragioni, vogliono nasconderei cose importanti?'
Chi ha massimo rispetto e cieca fiducia per la medicina ufficiale,
mentre disdegna quella definita "alternativa" o non convenzionale,
opterà per la prima risposta e passerà oltre; quelli che, al
contrario, osannano la seconda ed osteggiano la prima, infettati
dal virus della controinformazione, si butteranno a capofitto a
leggere e diventeranno loro stessi divulgatori di nuove verità
contro gli imbrogli e gli "intrallazzi" di potentati economici e
culturali che vogliono manipolare e sottomettere il mondo.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 7
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad atteggiamenti di
estremismo che non giovano ad alcuna causa; non è detto che la
verità sia posta sempre al centro, ma la medicina è una, senza
steccati; non c'è un metodo scientifico migliore dell'altro; non può
esserci un meccanicismo contrapposto all'organicismo. Senza
andare alla fiera degli "..ismo" siamo ormai nel mondo della
medicina globale, all'affermazione dell'olismo che tutto può
comprendere ed armonizzare.
Le due posizioni, dunque, non vanno estremizzate, ma comprese,
con moderazione, come ottiche diverse per guardare uno stesso
problema; hanno bisogno solo di rispettarsi e comprendersi
maggiormente per arrivare, infine, a quell'integrazione necessaria
che sarebbe tanto utile all'umanità. È impossibile negare
l'esistenza di chi, per interesse od altra varia tipologia di miseria
umana, compie speculazioni e nefandezze magari nel nome
supremo della scienza; tale gente va identificata, smascherata e
combattuta, ma ciò è nell'interesse di tutti e non solo di una parte,
perché la presenza di 'lor signori', è variegata e mista: nessuno
scagli la prima pietra, dunque, ma se sarà possibile, tendiamo a
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 8
scagliarla tutti insieme.
Questi medici che non dicono, questa lobby di potere che è
proprietaria della salute di tutti noi e che gestisce in modo
truffaldino il nostro bene più importante, in combutta con un'altra
lobby ancora più potente quale quella delle multinazionali del
farmaco, rappresentano un serio pericolo.
È vero, alcuni fatti di cronaca, anche recente, possono portare, in
modo superficiale, a pensarla così, a generalizzare e condannare
senza prova d'appello.
Ci si dimentica però, troppo spesso, di quei medici, e non
necessita specificare che forma di medicina praticano, che ogni
giorno sono al fronte, a combattere la propria battaglia quotidiana;
tanti piccoli eroi che, in nome del sottaciuto amore per il
prossimo, svolgono il loro onesto compito, con correttezza e
professionalità, desiderosi solo di poter operare al meglio, senza
brama di medaglie e di inutili riconoscimenti.
Prima ancora di leggere "Ciò che i dottori non Vi dicono", allora,
bisogna pensare a loro, non estremizzare i giudizi, applicare
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saggezza e moderazione, chiedersi perché talora "non dicono": è
forse reticenza interessata o, semplicemente, perché anche loro a
volte non sanno e non sono consapevoli di non sapere?
In un passo del mio libro, "Medicina Biointegrata" pongo la
differenza tra la ignoratio e la ignorantia: la prima è di colui che
non conosce ma è spinto a voler apprendere, la seconda è propria
di colui che, radicando il pregiudizio, non sa e non vuole sapere.
Quest'ultimo atteggiamento è tipico di chi assume posizioni
estreme, di chi è convinto di detenere la verità, di chi pecca in
umiltà. Un'accusa che forse si può fare al medico, più che a
qualsiasi altro, è quella di non peccare troppo in umiltà.
Per una serie di condizioni, non sempre riportabili alla sua
volontà, egli, infatti, spesso assume, inconsciamente,
comportamenti di onnipotenza tali da radicare pregiudizio ed
impedirgli di vedere oltre. Il sapere è infinito e soprattutto oggi, in
un mondo in via di globalizzazione, nel momento in cui apprendo
un qualcosa, essa è già superata perché una nuova conoscenza è
andata oltre. Ciò non deve portare ad arrendersi, rassegnarsi all'
ignoratio, bensì deve costituire la spinta ad andare avanti, pena il
pericoloso
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passaggio nell' ignorantia.
"Ciò che i dottori non Vi dicono", dunque, vuole essere proprio
questo, un mezzo d'informazione recante notizie utili, difficili a
trovarsi perché non veicolate da canali ordinari, in quanto
interessati o disinteressati a farlo, al servizio di tutti coloro che, al
di là di posizioni estreme, ignorando, vogliono conoscere per
promuovere il progresso dell'uomo e della scienza. Ed altresì,
vogliono combattere l'ignorantia ed il pregiudizio, che, sia in
buona che in cattiva fede, sono i veri nemici dell' umanità.
Con stima e rispetto
Dott. Franco Mastrodonato*
*Responsabile Scuola di Perfezionamento in "Medicina
Biointegrata" all'Università di Chieti.
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INTRODUZIONE
ALL' EDIZIONE ITALIANA DI
"CIÒ CHE I DOTTORI NON VI
DICONO"(WDDTY: What doctors don't tell You)
Finalmente è pronto il volume nella prima edizione italiana che
contiene la raccolta annuale della famosa rivista inglese
"WDDTY" (Ciò che i dottori non Vi dicono).
Dopo vari sforzi siamo riusciti a portare a termine questa
"impresa", cominciata ben cinque anni fa. Adesso saremo in grado
di far uscire la raccolta della rivista ogni anno, affinché i nostri
cari lettori, terapeuti e non, possano leggere queste importanti
informazioni che finora non erano accessibili in lingua italiana.
Il nostro obiettivo è stato quello di curare questa edizione nei
particolari, anche se, sicuramente, ci saranno miglioramenti da
fare per i prossimi volumi: Vi preghiamo di segnalarceli presso la
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nostra email (a fondo pagina), ve ne saremo grati.
Per poter di ringraziare le numerose persone che, in misura
diversa, ci hanno aiutato e sostenuto in questo progetto, abbiamo
riservato una pagina: un sentito "grazie" ancora a tutti loro.
Ovviamente un particolare ringraziamento va a Lynne McTaggart
e a suo marito Bryan Hubbard, fondatori e curatori della rivista
"Ciò che i dottori non Vi dicono" - WDDTY in lingua inglese.
Essi nel lontano 1989, cominciarono a pubblicare questa rivista
con il sostegno di un nutrito staff tecnico di dottori e terapeuti
esperti in medicina non convenzionale. Tuttora essa raggiunge, in
lingua originale, un vasto pubblico in Gran Bretagna e Stati Uniti.
Questo successo è dovuto anche al fatto che essa si presenta come
una voce indipendente, non contiene cioè inserzioni pubblicitarie,
ma è sostenuta dagli abbonamenti dei fedeli lettori. Vi lasciamo
alla lettura di questo Volume-raccolta del 2002 nell'edizione
italiana, con l'augurio che possiate trarre il massimo beneficio da
informazioni che hanno già letteralmente salvato la Vita di molte
persone.
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Il testo è preceduto da un'introduzione alla storia della rivista
inglese e dalla citazione della "mission".
Un saluto di cuore a tutti Voi
Manuele Fragoletto e Giovanni Grisotti info@wddty.it
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STORIA DELLA RIVISTA INGLESE
Lynne Mc Taggart è una giornalista e una scrittrice. I suoi articoli
sono apparsi in varie riviste e giornali sia inglesi che americani tra
cui il New York Times, il Sunday Times di Londra, il Saturday
Review, il Listener, Parade e il Sunday Telegraph. Dopo anni di
indagini sulla medicina ufficiale e sulla salute nel 1989 con il
marito Bryan Hubbard inizia la pubblicazione della rivista
mensile in lingua inglese "What doctors don't tell You" tradotto in
Italiano "Ciò che i dottori non Vi dicono"; non contenendo
pubblicità, ancora oggi essa è sostenuta soltanto con
1'abbonamento da parte dei lettori in Inghilterra, Stati Uniti e nel
resto del mondo.
La rivista si avvale di uno staff di dottori che, come consulenti,
scrivono e citano articoli sulla medicina. Loro stessi avevano
detto apertamente che esisteva una prassi medica non supportata
da prove scientifiche, o avevano provato da pionieri, procedimenti
medici meno invasivi e più salutari per i pazienti, fuori forse dalle
logiche di business di mercato, quale purtroppo è, molte volte, la
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medicina oggi. La rivista è, da molti anni, uno strumento di
informazione per le persone che si considerano tali, e non soltanto
numeri di statistiche, salvandoli a volte da terapie inutili, da cure
pericolose, dalla medicina "preventiva"che a volte danneggia
prima ancora che uno si ammali. Procedure spesso non necessarie,
ma utili per il budget delle multinazionali del farmaco. Oltre che a
rendere chiari i pericoli di alcune prassi mediche ormai accettate
per abitudine, nella rivista si possono trovare delle valide
alternative, sia per quanto riguarda la diagnosi, la prevenzione o la
cura di molte malattie. La rivista vuole essere un punto di
riferimento serio e affidabile per pazienti e dottori che vogliono
avere delle informazioni veritiere e non travisate da vari interessi.
WDDTY vuole insegnare a non essere soltanto dei "bravi
pazienti". I "bravi pazienti", quelli che seguono ciecamente gli
ordini anziché dialogare e chiedere risposte, a volte muoiono.
WDDTY permette di avere informazioni importanti e una visione
più chiara sull'affare più grande del nostro secolo, chiamato
"Salute ".
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LA MISSION
Per esprimere appieno gli obiettivi del libro, citiamo ora la
"mission" della versione inglese:
Ogni giorno, abbiamo bisogno di risposte a quesiti ed interrogativi
medici sulla nostra salute. 'Ciò che i dottori non Vi dicono' vi
aiuta a prendere una decisione consapevole dandovi la possibilità
di leggere notizie che non trovereste altrove. Quasi
quotidianamente la medicina entra in gioco nella nostra vita. Ma
perché spesso è così difficile accedere alle informazioni mediche?
Il dottore
È spesso fin troppo occupato per dedicarvi più tempo del
necessario (e molte volte di fronte al medico non si riesce a
parlare e ci si lascia intimorire). Oppure potreste avere la
sensazione che la complessità della materia ecceda la vostra
comprensione. Egli stesso potrebbe anche non essere troppo
informato, soprattutto se ha terminato l'università da parecchi
anni. Per tenersi aggiornato sui più recenti sviluppi spesso si
affida oggigiorno al venditore della casa farmaceutica non certo la
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fonte più imparziale del mondo!
Opere di consultazione
Potreste dunque cercare di trovare opere di consultazione che
parlino di farmaci, ma solo per scoprire che queste non sono
accessibili al pubblico. Inoltre spesso le case farmaceutiche sono
protette da alcune delle più severe leggi in vigore.
Libri
La maggior parte dei libri che trattano malattie specifiche
suggerisce solo rimedi alternativi; nessuno di questi libri sembra
fornire una valutazione critica della medicina convenzionale.
I media
Le notizie di medicina raggiungono spesso le prime pagine solo
dopo che centinaia di persone sono state danneggiate o persino
uccise. Decisamente non il momento migliore per venire a
conoscenza dell'esistenza di un farmaco oppure di una terapia non
così efficace.
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La nostra sfida
Qualunque sia la malattia, scommettiamo che voi conoscete
persone che hanno avuto più guai che altro da un incontro con la
medicina tradizionale. Potrebbe trattarsi di un vicino o di una
persona che incontrate spesso al supermercato. Da quando questa
persona ha iniziato a prendere un determinato farmaco o si è
sottoposta ad una determinata terapia, la sua salute è peggiorata
oppure l'avete sentita lamentarsi di sintomi che non aveva mai
accusato prima. Di solito non facciamo scommesse sulle persone,
ma abbiamo detto "scommettiamo" perché non abbiamo ancora
incontrato qualcuno al quale non sia venuta in mente una persona
cui questo non sia successo.
E vorremmo fare un' altra scommessa con voi! Siamo certi che
praticamente a nessuna di queste persone era stato detto che
avrebbero potuto peggiorare il loro stato di salute o incorrere in
effetti collaterali indesiderati. (Lo sappiamo, perché uno dei
commenti più tristi che ci capita di sentire dalle vittime è: "Se solo
avessimo saputo...").
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Cosa dicono i nostri lettori
Ecco alcuni dei loro commenti (sono tutti autentici e possono
essere visionati presso i nostri uffici):
"Ciò che i dottori non Vi dicono" contiene proprio il tipo di
informazione che stavo cercando e che è molto difficile reperire
altrove" - P.E., Surrey
"Come dottore sono molto compiaciuto di 'Ciò che i dottori non vi
dicono', vi faccio i miei auguri più sinceri per lo straordinario
lavoro che state facendo" Dr. M.S., Beirut
"Avevo una discreta conoscenza delle possibili trappole delle
terapia farmacologica, ma le vostre informazioni... hanno
accresciuto la mia consapevolezza su questo importantissimo
tema, fornite a tutti noi un servizio più che necessario e vitale" -
M.G., Bedfordshire
"Invece di soffrire d'asma, costretta mio malgrado ad assumere
steroidi come ultima disperata risorsa per avere una vita
minimamente vivibile, ora ne sono praticamente libera e, in più,
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ho perso dodici chili superflui. Tutto praticamente grazie alle
vostre pubblicazioni" - MBC, P-B., Cornwall.
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Capitolo1:
Gennaio 2002 - Vol. 12 - N° lO
Pacemaker: perdere i colpi, di Pat Thomas
Con questo miracolo della meccanica i medici tentano di
classificare tutte le varietà delle irregolarità cardiache, ma il
pacemaker presenta ancora innumerevoli problemi - dagli errori
nel design alla scarsità di spazio per /'installazione - e sono usati
in modo eccessivo.
Mentre il 1999 si avvicinava faticosamente alla fine moltissime
persone subordinate a macchinari e computer trattenevano il fiato
ed aspettavano l'arrivo della mezzanotte,quando il millennium
bug, un problema dovuto alla programmazione dei chip del
computer nel riconoscere il cambio del secolo, avrebbe potuto
colpire inesorabilmente, provocando notevoli malfunzionamenti
ai microchip. Tra queste persone, vivevano col fiato sospeso tutti i
portatori di pacemaker, ovvero di quei congegni elettronici
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 22
necessari ad assicurare la regolarità del loro ritmo cardiaco. Il
dubbio era che tutta la popolazione obbligata a dipendere da tale
congegno – in occidente più di un milione di persone – nel
momento del passaggio al nuovo millennio avrebbe sofferto di
insufficienza cardiaca. Fortunatamente non accadde nulla ed i
pacemaker continuarono a funzionare normalmente, ma questa
paura fece nascere alcuni seri interrogativi su ciò che accade
quando un corpo umano è costretto a dipendere da computer
interni per la propria sopravvivenza.
I pacemaker cardiaci sono una soluzione meccanica al ritmo
irregolare, o scoordinato, del cuore, altrimenti noto come aritmia.
In generale un'aritmia è un difetto nella regolarità del ritmo
cardiaco. Ma questa definizione non è una vera e propria diagnosi
perché l'aritmia può essere provocata da moltissimi fattori (cfr.
primo riquadro). Esistono dozzine di diversi tipi di aritmie, dalle
più banali fino a quelle a rischio per la vita stessa. Le aritmie
possono essere lente (brachicardia) o veloci (tachicardia), o
descrivere dei battiti cardiaci occasionali in più.
L'installazione del pacemaker è consigliabile quando il battito
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 23
cardiaco è troppo lento. In tal caso in una delle cavità del cuore è
inserito un normale pacemaker; il pacemaker a doppia camera è
impiantato in ambedue le cavità. Se il cuore batte troppo
velocemente può essere impiegato un dispositivo simile,
denominato defibrillatore cardiaco impiantabile (ICO).
In alcuni casi le condizioni del paziente sono così gravi che
l'impianto di un pacemaker gli salva la vita. Non vi sono dubbi sul
fatto che alcune persone, grazie al pacemaker, abbiano riscontrato
un miglioramento nella qualità della vita, anche se ciò non elimina
l'esistenza di una serie di problemi.
Il principale è che nel mondo esiste un gran numero di pacemaker
impiantati senza che vi sia una reale necessità. Probabilmente
nessuno dei loro portatori ha mai sentito parlare dello scandalo
degli anni '80 negli USA riguardante proprio l'abuso di
pacemaker. Un medico del Colorado, implicato nella vicenda, ha
rivelato di nascosto che un venditore di pacemaker offriva ai
chirurghi 500 dollari, oltre ad una serie di "incentivi" quali viaggi
all'estero, ogni volta che essi riuscivano a togliere da un paziente
un pacemaker di una delle compagnie concorrenti ed a sostituirlo
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 24
con uno di quelli della sua casa produttrice. Questa vicenda ha
portato ad un'indagine da parte dell'ordine, che ha coinvolto 400
rappresentanti, alcuni dei quali incassavano più di 1 milione di
dollari l'anno. La chirurgia costosa, quale quella cardiaca, è stata
usata come sostituto delle cure mediche, con risultati non
superiori ad un maggior guadagno, o aumento, riguardo le
assicurazioni sulla vita (N. Engl. J. Med., 313, pago 1206, 1985).
In uno studio preso come punto di riferimento, Greenspan e coll.
hanno studiato le cartelle mediche di 382 pazienti i cui pacemaker
furono impiantati nel 1983 presso 30 ospedali della Contea di
Filadelfia. Essi scoprirono che il 20% degli impianti non era
necessario dal punto di vista medico ed un ulteriore 36% degli
impianti era discutibile data l'insufficiente documentazione sulle
valutazioni diagnostiche (N. Engl. J. Med., 318, pagg. 158163,
1988). In altre parole, meno della metà dei pacemaker erano
impiantati con reale giustificazione clinica. Ciò è ancor più
allarmante considerando che la maggioranza dei soggetti che
necessitano di un pacemaker (70-80%) sono anziani ultra-
sessantacinquenni (J. Am. Geriatr. Soc., 47, pagg. 1125-1135,
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 25
1999). In questa fascia di età la chirurgia è piuttosto rischiosa e in
alcuni casi le aritmie potrebbero essere trattate con maggior
efficacia mediante terapie medicinali e cambiamenti nello stile di
vita.
I pacemaker, inoltre, non garantiscono la longevità e ciò è stato
evidenziato da uno studio eseguito su 1.647.955 individui ultra-
sessantacinquenni deceduti nel 1993 negli Stati Uniti .(J. Am.
Geriatr. Soc., 46, pagg. 1396-1400,1998). Tra di essi 78.941
avevano il pacemaker, ed il 18 % di essi (14.158) lo aveva
impiantato nell'ultimo anno di vita. Il periodo di sopravvivenza
post-impianto era di cinque mesi. Pertanto, nonostante le cause
dei decessi non fossero direttamente ricollegabili al pacemaker, il
tasso di decesso dovuto ad alterazioni acute dello stato di salute
era del 49% nel gruppo dei portatori di pacemaker, rispetto al 19%
della popolazione in generale.
Tuttora i portatori di pacemaker muoiono a causa di improvvise
insufficienze cardiache, con un tasso del 1-2% annuo, con
un'incidenza cumulativa di morte in 5 anni di circa il 10%
(Ann.fntern. Med., 109, pagg. 529-534, 1988; J. Am. ColI.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 26
Cardiol., 13, pagg. 1353-1361, 1989; Circulation, 88, pagg. 1083-
1092, 1993). I tassi sono addirittura più elevati tra coloro che
presentano più problemi cardiaci di grave entità (Am. Heart J.,
124, pagg. 1608-1610, 1992; Circulation, 85, pagg. 1304-1310,
1992). Dal punto di vista del paziente la chirurgia è sempre una
soluzione aggressiva, ma per i medici l'impianto di un pacemaker
è una scelta molto facile. È veloce, relativamente semplice da
effettuare ed il paziente non deve essere seguito così attentamente
come in caso di assunzione di farmaci (Pacing Clin.
Electrophysiol., 19, pagg. 1219-1224, 1996).
Non vi sono pillole da assumere, tabelle da compilare con
accuratezza e continuità, e nessun effetto collaterale; inoltre la
condiscendenza dei pazienti è elevata, poiché è raro che un
paziente possa fare qualcosa che non sia altro che accettare
l'intervento chirurgico chirurgico. Sembrerebbe questo il motivo
del grande uso di pacemaker; nonostante l'uso del pacemaker
possa implicare un non-uso di medicinali, esiste tuttavia un
significativo numero di pazienti che assumono farmaci avendo in
corpo un pacemaker.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 27
La linea di produzione
Il cuore è un muscolo con quattro cavità: gli atri destro e sinistro
formano la parte superiore, mentre i ventricoli destro e sinistro
formano la parte inferiore. In un cuore sano il corpo possiede un
pacemaker cardiaco naturale, il nodo senoatriale (SA), che emette
una lieve corrente elettrica che conduce alla pronta contrazione
simultanea di queste due cavità al fine di pompare il sangue lungo
tutto il corpo.
Il pacemaker è costituito da un generatore che produce un segnale
elettrico e da un comando che si collega al cuore per intraprendere
il compito svolto dai nodi SA. Solitamente è collegato in zone
usuali - o nella parte destra del cuore oppure, in caso di
pacemaker a doppia camera, in ambedue le cavità inferiori.
Tuttavia un recente breve studio ha suggerito che l'impianto del
dispositivo seguendo le modalità della linea di produzione,
diventata senza considerare in che punto sia più necessario per il
paziente, può portare ad un rendimento minore del dispositivo
stesso (ciò potrebbe spiegare perché alcuni pazienti debbano
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 28
assumere farmaci per mantenere efficiente l'operato del
pacemaker). In uno studio su 18 pazienti affetti da cardiomiopatia
dilatativa (DCM) - una forma potenzialmente fatale di
insufficienza cardiaca a causa della quale le cavità cardiache a
maggior pompaggio (i ventricoli) sono tesi ed indeboliti - alcuni
ricercatori presso il Johns Hopkins, Maryland, hanno rilevato che
ponendo l'elettrodo sul ventricolo destro non vi era beneficio,
mentre ponendolo su ambedue i ventricoli l'azione di pompaggio
aumentava solamente del 13%; ponendo però un pacemaker
sull'area del cuore in cui la sincope era maggiormente assente,
l'aumento del pompaggio raggiungeva circa il 25% (Circulation,
99, pagg. 1567-1573, 1999).
Infezioni ed altro
Entro tre mesi dall'impianto di un pacemaker possono insorgere
diverse complicazioni di grave entità; nell'11 % dei casi per
risolverle si rende necessario un secondo intervento chirurgico
(Pacing Clin. Electrophysiol., 22, pagg. 711-720, 1999). La
maggior parte dei pacemaker è transvenosa, ovvero i comandi che
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 29
vanno dal dispositivo al cuore sono inseriti in una vena mediante
un'incisione al di sotto della clavicola. Una delle più serie
complicazioni possibili è l'ostruzione venosa. Diversi casi
documentano complicazioni da tromboembolie ricollegabili al
pacemaker (Cardiology, 93, pagg. 142-148, 2000). Da uno studio
eseguito in India su 6256 pazienti in un arco di 10 anni, è risultato
che 25 di essi presentavano sintomi da ostruzione venosa quali
dolore, debolezza o dilatazione superficiale delle vene sul volto,
sugli arti superiori e sulla parte superiore del torace.
Questo dato rappresenta un tasso di incidenza di circa il 4%,
molto più elevato del tasso usuale, corrispondente all'1 % (Indian
Heart, 52, pagg. 431-433, 2000). Oltretutto circa il 10% dei
comandi dei pacemaker può essere difettoso o può provocare
infezione.
La rimozione del vecchio comando non avviene sempre con
successo, ed ogni anno che il comando resta in sede aumenta la
possibilità di fallimento della sua rimozione (Pacing Clin.
Electrophysiol., 22, pagg. 1348-1357, 1999). A causa delle
complicazioni e della necessità di un alto livello di competenza da
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 30
parte del chirurgo, molti comandi - in particolare quelli difettosi
anziché quelli divenuti infetti sono semplicemente lasciati
all'interno del corpo, mentre in un altro punto ne è inserito un altro
nuovo. Circa il 5 % di quelli lasciati nel corpo provocano
problemi quali occlusioni venose ed infezioni (J. Inter. Card.
Electrophysiol., 4, pagg. 493-499, 2000).
Le infezioni del comando del pacemaker stanno infatti divenendo
sempre più comuni e rappresentano a livello potenziale serie
complicazioni (Arch. Mal. Coeur Vaiss., 91, pagg. 753-757,
1988). Sono stati identificati già diversi organismi che provocano
tali infezioni, quali diverse specie di Candida (albicans, glabrata e
tropicalis), epidermiti da Staffilococco in grado di svilupparsi
sulla plastica e da Staffilococco aureus (J. Infect., 41, pagg. 275-
276, pagg. 176-178, 2000; Heart, 81, pagg. 88-91, 1999; Pacing
Clinic Electrophysiol., 19, pagg. 1105-1111, 1996).
Queste infezioni conducono spesso all'endocardite, una
infiammazione della membrana cardiaca, potenzialmente letale.
Persino quando il comando è infetto alcuni medici preferiscono
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 31
prescrivere antibiotici anziché rimuovere il comando dal corpo.
Tuttavia, in uno studio eseguito nel 1998 negli Stati Uniti, in cui si
esaminavano le possibilità di trattamento per comandi infetti, i
trattamenti a base di antibiotici fallirono nel 100% dei casi, con
addirittura due decessi.
I ricercatori conclusero che la rimozione dei comandi infetti era
da considerarsi indispensabile per un trattamento di successo
(Ann. Thorac. Surg., 65, pagg. 596-597, 1998). Un altro possibile
e spaventoso rischio è rappresentato dall'insorgenza del cancro
della mammella. Lo studio di un caso ha evidenziato in modo
chiaro il possibile legame tra lo sviluppo del tumore maligno della
mammella e l'essere in prossimità della sede dell'impianto (Kyobu
Geka, 52, pagg. 496-499, 1999). Nel Regno Unito, due donne
svilupparono questo tumore nella zona dove erano i generatori
"migrati" del pacemaker. Dopo aver esaminato in letteratura
medica altre ricerche riguardanti casi simili, gli autori di questo
studio considerarono che, anche se si tratta di più che una
semplice coincidenza, non possa essere considerata determinante.
La ricerca, inoltre, è stata eseguita su scala troppo piccola per
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 32
affermare questa ipotesi (Postgrad. Med. J., 69, pagg. 883-885,
1993).
Il corpo è una macchina
La tecnologia occidentale considera il corpo come una macchina
che può essere riparata da altre macchine, ma tale concezione può
portare ad un notevole trauma emozionale. Il fatto che la propria
vita dipenda dal corretto funzionamento di una macchina può
avere un impatto psicologico non indifferente; il cuore, in
particolare, presenta profonde associazioni psicologiche (Pacing
Clin. Electrophysiol., 13, pagg. 399-404, 1990). Cambiare la
terminologia e parlare di "terapia da pacemaker", anziché di
"chirurgia" oppure di "dispositivo", non ha mutato l'impatto
emozionale, a volte veramente imponente, su coloro cui è stato
impiantato un pacemaker.
Tra questi pazienti sono state registrate problematiche di natura
psicoemozionale, quali depressione, ansia, perdite di energia e
ipocondria (Pacing Clin. Electrophysiol., 20, pagg. 1628-1632,
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 33
1997; Int. J. Psychiatr. Med., 6, pago 359, 1976; Heart Lung, 15,
pagg. 93100, 1986; Ann. Med. Psychol., 148, pagg. 110-112,
1990). Un'altra problematica non indifferente da superare è il
"panico da pacemaker" che, come affermano i ricercatori,
comprende la sensazione del deterioramento fisico ed è causata
dal fatto che la loro vita dipende da un dispositivo meccanico
(Am. J. Cardiol., 30, pagg. 705, 1972).
Tutte queste problematiche hanno portato a coniare il termine
"pacemaker twiddler's syndrome" (alla lettera, sindrome da gioco
con il pacemaker). Recentemente questa sindrome è stata anche
documentata tra i portatori di ICD (defibrillatore cardiaco
impiantabile) (PACE, 13, pagg. 1073-1074, 1990; Am. Heart. J.,
123, pagg. 1079-1082, 1992). In questa sindrome, documentata
sin dagli anni '60, il ricevente, consapevolmente o
inconsapevolmente, deliberatamente o inavvertitamente,
giocherella attorcigliando il dispositivo, facilmente raggiungibile
poiché impiantato sottopelle nel torace o nell'addome, cosi da
muovere gli elettrodi e provocare pertanto il malfunzionamento
del dispositivo stesso.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 34
Il fatto che tali dispositivi non siano garantiti se non con una
"garanzia limitata" può anche creare relazioni con il
malfunzionamento, che diventano sempre più evidenti
all'aumentare delle revoche dei dispositivi (J. Cardiovasc. Nurs.,
5, pagg. 65-76, 1991; Owen P: "Implantable devices", in: Riegel
B., Ehrenreich D: "Psychological Aspects of Critical Care
Nursing" , Rockville, MD: Aspen, pagg. 171-196, 1989).
Un recente studio sulla frequenza delle revoche e sulla sicurezza
pone l'accento sul fatto che per i dispositivi cardiaci esistano
problemi nella loro lettura (JAMA, 286, pagg. 793-799, 2001).
Gli autori passarono in rassegna tutti i rapporti settimanali dal
1990 al 2000 sulle imposizioni stabilite dal FDA (Food and Drug
Administration) per trovare notizie riguardanti il
malfunzionamento di pacemaker e ICD. I rapporti
comprendevano anche il fallimento di alcuni dispositivi durante il
loro programma di monitoraggio ed altre revoche e avvertimenti
riguardo la sicurezza.
I ricercatori scoprirono che nei 10 anni in oggetto il numero dei
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 35
pazienti negli Stati Uniti che vivono con dispositivi impiantati è
aumentato del 49%. Circa 600.000 individui hanno il pacemaker e
150.000 hanno un defibrillatore. Tra essi, più di 520.000
pacemaker permanenti e (CD sono stati sottoposti tra il 1990 e il
2000 a revoche o avvertimenti (chiamate consultivi), con un tasso
di revoche in forte aumento sino al 1995. La maggior parte dei
problemi sulla sicurezza riguardava difetti di fabbricazione,
insufficienza di componenti, povertà nel design, problemi elettrici
o circuitali, e difetti nelle batterie.
Ciò, affermano gli autori, si traduce in consulti per un portatore di
pacemaker ogni 15 ed uno su 6 tra quelli con ICD. Molti di questi
avvertimenti sulla sicurezza si risolvono con l'intervento della
chirurgia, ma non tutti. In ogni caso, i pacemaker non sono stati
ideati per lavorare all'infinito. La maggior parte dura dai 5 ai 7
anni, anche se alcune persone hanno dovuto sostituire il proprio
pacemaker dopo un periodo di 10 anni. Da uno studio su queste
condizioni avverse in relazione a pacemaker a doppia cavità è
risultato che solamente il 46% è esente da malfunzionamento per
un periodo superiore a 5 anni (Pacing Clin. Electrophysiol., 23,
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 36
pagg. 1010-1013,2000).
Negli ultimi anni il trattamento delle aritmie è cambiato, essendo
il pacemaker diventato la "terapia" predominante, in particolare
per le persone più anziane. Questi dispositivi, tuttavia, non sempre
lavorano come una macchina di precisione (Z. Kardiol., 85, pagg.
237-247, 1996) e sono associati a gravi complicazioni.
Chiaramente, ogni paziente cui è offerta l'opportunità
dell'impianto di un pacemaker deve considerare seriamente ogni
altra opportunità prima di accettare questo tipo di procedura.
Punti di vista
L'ultimo prodotto mille-usi, di Lynne McTaggarl
I medici gioiscono quando qualcuno immette sul mercato un
prodotto adatto a mille usi, un tipo di dispositivo che promette di
tagliare l'erba del vostro prato, di pulire il salotto, lavare il cane e
portare fuori le immondizie. Niente meglio delle statine illustra
questo fenomeno. AI momento, le statine sono il prodotto più
pubblicizzato sulla piazza. Esse sono utilizzate per abbassare il
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 37
colesterolo, prevenire l'osteoporosi e la demenza senile. Stanno
facendo la fortuna delle compagnie farmaceutiche; tuttavia gli
attuali profitti stanno per diventare una bolla di sapone, ed ora vi
spiegheremo il perché.
" Prof. Rory Collins, co-direttore dell'Oxford University's ClinicaI
Trial Service Unit (alla lettera, Servizio di Sperimentazione
Controllata dell'Università di Oxford) e capo ricerca dell'Hearl
protection Study, Oxford, (HPS)(alla lettera, Studi per la
Protezione del Cuore), di recente ha dichiarato che le statine sono
la "nuova Aspirina".
In un discorso tenuto durante la sessione di novembre 2001 della
American Hearl Association (Associazione Cardiologica
Americana), egli ha esposto il risultato dei suoi studi, eseguiti su
più di 20.000 persone ad alto rischio di insufficienza coronarica
cui per più di cinque anni erano state somministrate statine.
Gli studi HPS dimostrano che l'uso continuativo di farmaci per il
colesterolo in pazienti ad alto rischio di malattie vascolari può
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 38
presumibilmente ridurre di un terzo l'insorgenza di attacchi
cardiaci ed ictus.
Secondo le evidenze di Collins, 5 anni di trattamento con statine
possono prevenire attacchi di cuore, ictus e altri gravi problemi
vascolari in una persona su 10 che abbiano avuto un attacco
cardiaco, in 8 persone su 100 con angina o altri disturbi
coronarici, in 7 su 100 che abbiano subito un ictus e in 7 su 100
con diabete.
Collins afferma che le sue evidenze rendono le statine un rimedio
che va ben oltre la terapia per abbassare il colesterolo, ponendole
al primo posto nella prevenzione di malattie vascolari e cardiache.
Egli ha calcolato che se i più di 20 milioni di persone ad alto
rischio nel mondo usassero le statine se ne potrebbero salvare
ogni anno almeno 50.000, ovvero circa 1000 vite a settimana.
Le statine sono state persino confrontate con un mix di
antiossidanti; quest'ultimo non ha presentato alcun effetto
protettivo e nessuno degli effetti di questo farmaco delle
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 39
meraviglie.
In precedenza avevo già osservato questo tipo di studi. Nel caso
del confronto con il mix di antiossidanti, ad esempio, il livello
delle sostanze aggiunte (250 mg di vitamina C al giorno e 20 mg
di beta-carotene) era così basso che potevano prevenire al
massimo malattie da insufficienza, quali lo scorbuto. I pazienti,
inoltre, non avevano adottato alcun cambiamento nel loro stile di
vita, ad esempio un miglioramento della dieta o esercizio fisico.
Di solito questi sono i primi cambiamenti necessari. Ciò che
spaventa è la totale noncuranza riguardo le più recenti
dimostrazioni sulla pericolosità delle statine. Probabilmente esse
possiedono un certo rilievo nel trattamento di pazienti affetti da
diabete, con arterie ristrette negli arti inferiori o con precedenti di
ictus. Senza dubbio questo studio vuoi essere da monito per tutti
quei medici che, in nome della medicina preventiva, consigliano
le statine a persone con normali livelli di colesterolo.
Collins puntualizza che i suoi dati rivelano la prima evidenza
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 40
secondo cui le statine sono attive per le donne e per gli
ultrasettantenni - anche se ciò evidentemente non ha sinora
impedito ai medici di prescrivere tale farmaco ad ambedue le
categorie di pazienti.
Collins non si sofferma semplicemente sul salvare le vite umane:
questo prodotto potrebbe evitare la necessità di interventi
chirurgici sulle arterie, angioplastiche ed amputazioni; è un
farmaco, egli afferma, che potrebbe cambiare la "pratica della
medicina".
In pratica questo è un'altra panacea - vi permetterà di falciare il
vostro prato, nutrire il vostro uccellino, dimezzare i tempi delle
faccende domestiche - in questo caso, tuttavia, si suppone che
sostituisca anche la necessità di esercizio fisico, la corretta
alimentazione e, in generale, di mettere ordine ad uno stile di vita
disordinato e malsano.
Non mi piace smorzare gli entusiasmi. Tuttavia penso che prima o
poi dovrò consigliarvi di non credere a tutto ciò che vi raccontano
i venditori porta a porta.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 41
Lettere all'editore
Prova lo yoga per regolare la tiroide
Quante argomentazioni interessanti e quanti articoli sui problemi
della tiroide (WDDTY, Vol. 12 W 9). Ancora una volta WDDTY
ha saputo trovare il meglio!
Ritengo che sarebbe utile aggiungere lo yoga tra le terapie
alternative valide per il trattamento dell'ipotiroidismo. Due
posizioni - l'Aratro seguito dal Pesce - sono ritenute molto utili.
Quella dell'Aratro preme il sangue e gli altri fluidi dalla ghiandola
tiroidea, mentre quella del Pesce è una posizione che apre la
ghiandola stimolandola alle sue normali funzioni. - Hazel
Edwards, via e-mail.
Discorsi improvvisati ma fondati
Il buon senso ed i contenuti di WDDTY mi hanno sempre ben
impressionato, e pertanto spesso l'ho proposto a professionisti.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 42
Ora sono io stesso un abbonato ed ho ricevuto alcuni numeri
arretrati, tuttavia mi trovo in disaccordo perché secondo me usate
due pesi e due misure diverse.
Nel luglio 1998 (WDDTY Vol. 9 W 4) avete pubblicato "I Dieci
Test Medici Inutili" ed al primo posto vi era l'esame della
pressione arteriosa. Nel Novembre 2001 (WDDTY Vol. 12 N° 8)
alla signora che aveva subito un attacco ischemico transitorio
avete consigliato di farsi misurare la pressione. Insomma, le avete
consigliato un esame inutile!
A mio parere, il controllo della pressione arteriosa non è proprio
da eliminare. Eseguito da un medico o da infermieri esperti è un
valido strumento diagnostico; naturalmente è utile se impiegato
dalle persone giuste. Se ad un paziente è consigliato un farmaco
sulla base di una errata lettura dell'esame di controllo della
pressione, la colpa non è dell'esame ma del medico! A volte si
consiglia ai pazienti di far controllare la pressione da un
infermiere esperto, poiché essi spesso sottovalutano il risultato più
di un medico. Dopo un incidente stradale, ad esempio, una
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 43
pressione sanguigna molto bassa può indicare l'esistenza di lesioni
interne o di shock che altrimenti non sarebbero evidenziate (ho
detto indicare, non confermare). Il solo controllo della pressione
non può essere indicativo della situazione globale.
Pensate tuttavia, per favore, a tutti coloro che hanno letto la parola
"inutile" ed hanno deciso di non farsi misurare la pressione, e che
potrebbero avere un attacco ischemico in corso o qualcosa di
peggio. Angela Jobson, via e-mail.
WDDTY risponde: È evidente che la lettura di un singolo esame o
del monitoraggio ambulatoriale di un solo giorno non può fornire
un'istantanea accurata della reale situazione della pressione
arteriosa; è necessario che sia eseguita una lettura continuativa di
almeno 6 mesi (Cfr. WDDTY, "La verità sui rischi della medicina
moderna").
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 44
Radioestesia per un fastidioso mal di testa e per malanni
ancor peggiori
Come esperta di Radionica mi ha appassionato molto la lettura del
testo di Lynne, "The Field: The Quest for the Secret Force of the
Universe" (alla lettera, Il Campo: La ricerca della forza segreta
dell'Universo) riguardante le ricerche svolte per molti anni con
scarso riconoscimento e credito dalla Radionic Association sui
campi energetici.
Ogni scoperta scientifica divulgata fornisce la possibilità di
elaborare le nuove idee e, nonostante abbiamo sempre potuto
diffondere luce come un rimedio, ora è possibile convertire
immediatamente la conoscenza dei fotoni in trattamenti utili, e di
questo siamo davvero grati.
D'altro canto forse la medicina vibrazionale potrebbe aumentare
di importanza se continuasse ad aumentare il terrore per l'antrace.
L'Antrhtracinum omeopatico può essere diluito ad ogni potenza
utilizzando un produttore di rimedi radionico per applicazioni
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 45
magnetogeometriche con una carta vibrazionale Rae in acqua di
rubinetto nel giro di una manciata di secondi. Io stessa produco
bottiglie di 2-3 litri di un rimedio per molteplici usi tratto dalle
piante, ed i cui risultati sono straordinari.
L'Anthracinum, quando è trasmesso al cervello e forse in altre
zone del corpo, è un rimedio veramente efficace per i peggiori tipi
di emicrania. Tuttavia non sono in molti a saperlo. Doris
Frankish, Whitley Bay.
WDDTY: il lettore arrabbiato
Grazie di cuore per l'interessantissima uscita di WDDTY di
novembre (Vol. 12 W 8). Gli editori dicono sempre "Non è mia la
notizia, io la riporto solamente. Pertanto ambasciator non porta
pena".
WDDTY è entusiasmante, ma morbido, si concentra sulla
opposizione, sul negativo, sulla materia prima. Esiste forse per voi
un modo (ad eccezione del "Trattamento del Mese") che possa
scuotere i nostri spiriti come una politica cosciente? In secondo
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luogo, che lotta tempestiva e meravigliosa nei confronti del
raffreddore e dell'influenza (la zuppa di pollo tradisce il vostro
background culturale - scherzo).
Mi ha sorpreso solamente una omissione, non avete parlato del
miele, semplicemente di favo. Sono forse l'unico ad avere fiducia
in questa sostanza per lenire i sintomi del raffreddore? Vi sono
ricerche che lo escludono? Mi aspetto una risposta convincente.
Ted Duke, Holloway, Londra.
WDDTY risponde: Confermiamo le sue parole, Ambasciator non
porta pena... Questo è il motivo per cui è stato scritto "The Field"
ed è stato lanciato "PROOF!', come messaggio di speranza. Legga
"PROOF!" Vol. 5 N°1 sul miele di manuka.
Bere caffè può portare ad un attacco ischemico
transitorio?
Nell'edizione di novembre (WDDTY Vol. 12 N° 8) avete parlato
di un paziente - MM - cui era stato diagnosticato il morbo di
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 47
Lyme e che aveva subito un attacco ischemico transitorio (TIA).
Come sapete, il 15% di tutti gli attacchi di TIA è dovuto ad
aritmie cardiache, le quali possono provocare un'embolia. Il
vostro servizio affermava che la paziente aveva un ritmo cardiaco
rapido ed irregolare. Sorprendentemente non avete mai
menzionato come fattore di causa il suo stile di vita. MM era una
notevole consumatrice di caffè e pertanto dovrebbe smettere
completamente, poiché la caffeina in forti dosi porta ad aritmia.
Nel 1953 si è compreso che il magnesio aiuta in caso di aritmia.
Gli studi Limit sul magnesio hanno evidenziato i benefici che
potrebbero derivarne, e 1'80% i pazienti sofferenti di cuore ha
mostrato carenza proprio di magnesio. John Buckley, via e-mail.
WDDTY risponde: Le consigliamo di leggere quanto riportiamo
sui rischi per il cuore legati proprio alla caffeina (pag.4).
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 48
Un valido rimedio per la vestibulite...
Mi riferisco all'articolo dell'ultimo numero di WDDTY (VoI. 12
N° 7, Domande e Risposte) riguardo la vestibulite.
Ho sofferto di questa patologia per diversi anni, senza mai sapere
cosa realmente fosse. Mi recavo dai medici (i quali non
conoscevano la malattia) ed essi mi prescrivevano creme a base di
ormoni ed altri trattamenti, ma non ne traevo giovamento. Ho
provato con applicazioni di yogurt, con i medesimi risultati. Negli
anni ho tentato innumerevoli terapie che riducessero il problema
anche lievemente (compresa la crema al progesterone), ma non ho
mai trovato la cura definitiva.
Poi ho fatto applicazioni di argento colloidale, circa un
contagocce pieno, facevo di tutto per assicurarmi che fluisse il più
possibile nella vagina. Il massimo l'ho raggiunto quando ho
spruzzato sull'intera zona polvere di ossido di zinco, mescolandola
bene con l'argento colloidale.
Inizialmente erano tre applicazioni al giorno, che poi ridussi a due
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 49
ed infine ad una sola, avendo riscontrato un miglioramento.
Eseguivo applicazioni particolarmente accurate dopo aver nuotato
(vivo ai tropici). Il male non si è più ripresentato, ormai è passato
un anno, e mi ritengo completamente guarita. Spero che la mia
esperienza possa essere di aiuto a qualche lettore. Lizze
Kaufmann, via e-mail.
E uno sguardo alle allergie alimentari come sua causa
Sono un medico naturopata e tratto la maggior parte degli
squilibri e problematiche femminili; ho avuto una buona risposta
nel trattamento della vestibulite identificando ed eliminando dalla
dieta delle mie pazienti determinati alimenti. A mio parere, si
tratta di un'altra infiammazione che sembra essere collegata ad
una eccessivo stimolo del sistema immunitario; per questo
motivo, ricostruisco il sistema immunitario in modo che esso non
abbia reazioni eccessive, utilizzo nutrienti quali vitamina C,
bioflavonoidi quali quercetina ed esperidina e a volte rimedi
omeopatici quali Thymactiv e Echinacea.
Nella maggioranza dei casi questo metodo minimizza
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 50
l'infiammazione e quindi il dolore. Lo stesso vale per la
vulvadinia. Brenda Gill, via e-mail.
Nota a piè di pagina sul cancro della pelle
Questa mattina, appena entrata nella doccia, mi sono chiesta se lo
strano ed inspiegabile aumento del cancro della pelle nella parte
inferiore dei piedi non sia dovuta all'eccessiva pulizia degli
occidentali, che usano giorno dopo giorno forti soluzioni di
solfato di sodio laurile (fortunatamente non è il mio caso). Esiste
qualche ricerca che possa considerare questa eventualità?
Ann Eggleton, Monmouth.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 51
Quesiti e risposte
D: Esattamente due anni fa sono stato sottoposto ad artroscopia ad
un ginocchio. Poiché il dolore e l'immobilità mi erano diventati un
grande problema, decidemmo di consultare un medico privato per
eseguire l'intervento prima possibile. Egli mi propose l'anestesia
totale e l'anestesia parziale, dalla vita in giù, ed io optai per la
seconda. Appena mi ripresi dall'operazione provai un forte dolore
alla schiena, proprio dove era stata eseguita l'iniezione
dell'anestesia.
Dopo alcune settimane, le lastre evidenziarono segni di artrite, che
come confermò il medico, erano la causa dei miei dolori. Mi
prescrisse una cura. Quando il ginocchio operato iniziò di nuovo a
crearmi problemi, mi feci visitare dal chirurgo che aveva eseguito
l'artroscopia, e gli chiesi il perché dei miei dolori alla schiena e
delle possibili cause. Egli negò in modo categorico che fossero
stati originati dall'iniezione spinale.
Ora sono in terapia presso una osteopata, ma il dolore rimane. Ella
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 52
afferma che le iniezioni spinali presentano molti e gravi effetti
collaterali, riscontrati specialmente nelle donne che hanno optato
per questo metodo al momento del parto. L'osteopata afferma che
mai nessun medico lo ammetterà, proprio per evitare discussioni.
Ha ragione. Ho chiesto a quattro medici e ad un anestesista se
l'anestesia spinale può provocare dolori alla schiena e tutti mi
hanno risposto "Assolutamente no". Anche questo è un ambito
della medicina dove è difficile dimostrare qualcosa, ma ritengo
sarebbe utile portare avanti la ricerca in questo settore e che i
risultati siano resi pubblici onde evitare si ripetano casi come il
mio. (B.F. - Brecon)
R: I medici di solito ci ricordano le proverbiali tre scimmiette,
"non vedo, non sento, non parlo". Molto spesso fanno finta di
niente riguardo i più comuni e noti effetti collaterali dei farmaci e
delle procedure mediche. Sono stati pubblicati i risultati di
innumerevoli ricerche che riportano casi di persistenti dolori alla
schiena dovuti all'anestesia spinale, ma i medici continuano ad
ignorarli perché vogliono credere che questo metodo per operare i
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 53
pazienti da svegli sia sicuro ed efficace.
L'artroscopia e la chirurgia artroscopica sono una delle procedure
più comuni tra le cosiddette "procedure minimamente invasive".
Negli Stati Uniti ogni anno ne sono eseguite più di un milione e
mezzo, di solito al ginocchio o alla spalla. La procedura ha
riscontrato un tale successo che ora i medici la adottano anche per
altri interventi sulle giunture, comprese le anche, il polso, il fianco
e persino giunture mandibolari davanti alle orecchie.
Sotto quest'ottica, l'artroscopia è uno sviluppo miracoloso ed un
grande progresso in quella che è definita chirurgia "a cielo
aperto".
Sviluppata da un giapponese, l'artroscopia è un mezzo per
penetrare nella giuntura attraverso un sistema ingegnosa di lenti.
Questa tecnica impiega cavi a fibre ottiche che proiettano la luce
nella giuntura. L'immagine risultante è quindi proiettata su di uno
schermo televisivo. Il chirurgo pratica un'incisione in prossimità
della giuntura, inietta fluido sterile nello spazio giunturale per
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 54
rendere più semplice l'individuazione di tutte le ossa ed i tessuti,
quindi pratica un'altra incisione per inserire il minuscolo
artroscopio. Egli può vedere la giuntura sia attraverso la lente sia
sullo schermo.
Nel caso del ginocchio, mentre il dispositivo è all'interno, il
chirurgo può eseguire una biopsia oppure operazioni di minore
entità, come rammendare tessuti danneggiati o rimuovere schegge
staccate di cartilagine od osso. L'intera procedura si può effettuare
in circa un'ora.
Come ogni altro tipo di chirurgia, tuttavia non è una scienza
esatta. Anche una chirurgia "semplice" non è sempre infallibile.
Per la chirurgia eseguita al di sotto del diaframma sono utilizzati
due tipi di anestesia locale. La spina dorsale è ricoperta da tre
membrane (meningi), ovvero la dura madre, l'aracnoidea madre e
la pia madre. L'anestesia spinale è eseguita nello spazio
subaracnoide (intratecale) della spina dorsale, ovvero lo spazio tra
le più interne, la pia madre e la membrana aracnoide. L'anestesia
epidurale, il metodo più comunemente impiegato nei parti, è
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 55
eseguita nello spazio epidurale, ovvero lo spazio tra la membrana
più esterna (la dura madre) e le ossa vertebrali.
L'anestesia spinale richiede una sola iniezione, mentre l'epidurale
richiede infusioni costanti o periodiche per mantenere bloccata la
sensibilità nervosa.
I farmaci più comunemente impiegati per l'anestesia spinale sono
la lidocaina, la bupivacaina e la tetracaina, talvolta assieme ad un
vasocostrittore come l'adrenalina (epinefrina) che prolunga il
blocco della sensibilità anche del 50%. Un intervento di 3 ore,
oppure una prostatectomia radicale, richiede un farmaco come la
tetracaina, spesso associato all'adrenalina, ma per un'artroscopia al
ginocchio, considerato un intervento più semplice, è facile che
l'anestesista opti per la lidocaina, che agisce per tempi
relativamente brevi.
Occasionalmente per prolungare l'effetto analgesico è
somministrato anche il fentanyl, ma ciò aumenta la possibilità
dell'insorgenza di effetti collaterali quali prurito e pustole. (AANA
J., 67, pagg. 337-343,1999).
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Senza dubbio si è attirati dall'anestesia spinale perché si ha
l'illusione che sia meno invasiva dell'anestesia totale e presenti
meno effetti collaterali. A prima vista sembra proprio che
l'anestesia spinale sia la scelta più sicura. Sembra vantaggiosa
anche per una degenza più breve ed una esposizione minima ai
farmaci.
I preparati utilizzati nell'anestesia spinale bloccano la sensibilità
per minor tempo rispetto a quelli utilizzati per l'anestesia totale.
Una rassegna di studi che comparano l'anestesia totale, quella
spinale e quella epidurale conclude che la chirurgia eseguita in
anestesia epidurale implica un minor numero di effetti collaterali,
indipendentemente dal tipo di intervento chirurgico. Nonostante
ciò, lo studio ha considerato solamente le conseguenze
immediatamente successive all'intervento, che sono tipiche di
un'anestesia totale, quali trombosi delle vene profonde e
depressione respiratoria. Lo studio non ha esaminato gli effetti nel
tempo e certamente non ha considerato i problemi alla spina
dorsale dovuti alla epidurale.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 57
Gli effetti a lungo termine dei blocchi spinali sulla schiena non
sono stati evidenziati, poiché sembra che nessuno abbia mai
sollevato il problema (BMJ, 321, pagg. 1493-1497, 2000).
Dei pochi studi eseguiti, nessuno dimostra vantaggi della
anestesia spinale rispetto agli altri tipi di anestesia usati per
piccola chirurgia se non che il paziente rimane immobile, mentre
con l'epidurale ciò non avviene. (Saudi Med. J., 21, pagg. 10071-
10073,2000).
In effetti, uno studio comparato dei tre metodi di anestesia per
pazienti sottoposti ad artroscopia al ginocchio ha rilevato che
l'anestesia epidurale richiede tempi di recupero e di scarica
paragonabili a quelli di un'anestesia totale, ma che l'anestesia
spinale è stata associata a tempi di scarica più lunghi ed aumento
degli effetti collaterali (Anesth. Analg., 91, pagg. 860-864, 2000).
Questi ultimi includono ipovolaemia (volume della circolazione
del sangue abnormalmente basso) e coagulopatia (problemi nel
meccanismo della coagulazione ematica). I pazienti che
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 58
sviluppano quest'ultima patologia rischiano pertanto di sviluppare
ematomi (accumulo di sangue), che possono comprimere le radici
nervose o il cordone spinale, provocando dolore alla spina
dorsale, deficit neurotici o addirittura paralisi permanente. Un
basso volume della circolazione sanguigna potrebbe portare ad
una pressione del sangue molto bassa, con notevoli rischi
associati.
L'anestesia spinale può anche causare ipotensione (J. Med. Assoc.
Thailand., 84, pagg. 5256-5262, 2001), una riduzione della
viscosità del sangue (Anesth. Analg., 74, pagg. 635-640, 1992) ed
un inaspettato arresto cardiaco (Almindelilge Danske Laegefor,
157, pagg. 28602861,1995).
L'anestesia spinale richiede una mano esperta e ferma per
posizionare il paziente ed inserire l'ago; in caso contrario, il
paziente può non ricevere il giusto quantitativo di farmaco oppure
accusare dolori in seguito. Non vi è alcun dubbio che l'anestesia
spinale può avere effetti devastanti sul sistema nervoso, una
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 59
situazione nota da circa 50 anni: già negli anni '50, infatti, erano
stati rilevati e registrati effetti a lungo termine alla schiena
(JAMA, 161, pagg. 586-591, 1956).
Numerosi studi hanno dimostrato che può causare sintomi
neurologici transitori (TNS), in particolare ai pazienti cui è stata
somministrata lidocaina. In uno studio, il 22% di questi pazienti
aveva accusato TNS (Anesthesiology, 88, pagg. 619-623, 1996).
In un caso, una donna di 50 anni sottoposta ad anestesia spinale
per artroscopia al ginocchio destro accusò forti crampi in tutte e
due le natiche che le si irradiarono lungo le cosce, e che si
protrassero per 36 ore.
L'effetto collaterale più devastante può essere l'aracnoidite adesiva
o infiammazione dello spazio aracnoide nella spina dorsale, che
provoca un dolore debilitante a lungo termine.
In un altro caso, una donna di 75 anni è stata sottoposta ad
anestesia spinale per la sostituzione totale del ginocchio.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 60
Nonostante l'intervento avesse avuto successo, in seguito iniziò a
lamentare forti dolori nella parte bassa della schiena e non
riusciva più a muovere la parte inferiore delle gambe. Otto ore
dopo esse stata anestetizzata era ancora paralizzata. Un
mielogramma mostrò un'infiammazione dello spazio aracnoide ed
una MRI (risonanza magnetica per immagini) mostrò cicatrici
sulla spina dorsale. Due anni dopo le sue condizioni erano
immutate. (Jpn. J. Anesthesiol., 48, pagg. 176-180, 1999).
Raramente questo tipo di anestesia può causare paralisi dei nervi.
Uno studio svolto su più di 10.000 pazienti che hanno subito
questo tipo di intervento evidenziò 32 casi di paralisi dei nervi
della parte esterna delle gambe. Si è anche rilevato che l'anestesia
spinale è associata in modo significativo con la paralisi,
nonostante fossero utilizzate quantità minori di farmaci (J. Bone
Joint Surg., 78, pagg. 177-184, 1996).
I problemi alla spina dorsale sono comuni anche in caso di
anestesia epidurale. Secondo uno studio condotto presso la
Medicai School, University of Birmingham (BMJ, 7 luglio 1990),
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 61
circa un quinto delle donne (18%) sottoposte ad epidurale durante
l'esperimento ha accusato dolori a lungo termine alla schiena. La
ricerca concludeva che su 100 donne sottoposte ad epidurale
durante la sperimentazione 8 sviluppavano come diretta
conseguenza dolori a lungo termine alla schiena.
Sembra inoltre che l'anestesia spinale provochi traumi di diversi
tipi e di diversa intensità. In uno studio post-mortem effettuato su
10 pazienti sottoposti ad epidurale postoperatoria (Anaesthesia,
45, pagg. 357361, 1990), si riscontrò che tutti e 10 avevano
riportato "reazioni infiammatorie non specifiche da epidurale" e 7
di essi mostravano segni di infezioni da epidurale. Ciò può essere
dovuto all'ago stesso oppure a contaminazioni, ed è la prova che
un quinto di coloro che sono sottoposti ad epidurale è in seguito
contaminato ( Anesth. Analg., 56, pagg. 222-225, 1977).
Sebbene sia impossibile diagnosticare l'entità del danno da lei
subito, sarebbe bene scoprire se la causa del dolore sia una
infiammazione. Se la terapia di manipolazione non offre risultati,
per cercare di lenire il dolore può tentare con l'agopuntura o
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 62
l'omeopatia. Nel caso di intervento al ginocchio, se la chirurgia
non ha offerto i risultati sperati, può tentare con integratori di
glucosamina e condroitina, che si è dimostrato essere efficaci in
caso di problemi alle giunture.
Caso di studio
Una lettura casuale può condurre alla guarigione, di R.P.,
Norfolk
Circa 10 anni fa subii una lesione provocata da una grave caduta
quando la mia gamba finì nella tana di un coniglio. Questo fu
l'inizio del mio incubo. Un osteopata mi guarì ed io continuai un
regime di vita attiva, forse anche troppo.
Poi, 20 mesi fa, riuscivo a malapena a camminare per 50 metri,
oppure a stare in fila all'ufficio postale. Il problema era un dolore
cronico nella parte bassa della schiena, che ormai mi impediva di
svolgere le mansioni più banali. Terapie, diagnosi, medicazioni...
tutto inutile, il mio problema non si risolveva. La lesione di 10
anni prima era il catalizzatore della mia attuale agonia. Ero ad un
bivio.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 63
La prima pagina del WDDTY parlava di dolori alla schiena (Vol
10 N°5) e riportava una lettera del Dr. B. Pattinson (Vol 10 N°9)
in cui egli consigliava di contattare il British Institute of Muscolo-
Skeletal Medicine (BIMM, Tel. 01923 220 999) come aiuto nel
trovare uno specialista. Ciò è possibile anche attraverso il London
College of Chiropratic Medicine (Tel. 0207262 1128).
In pochi giorni fui visitato da un osteopata che mi mandò a
eseguire una MRI e la cui consulenza fu veramente piacevole e
positiva. Entro 10 settimane da questo originale contatto ero
"steso sul tavolo". Si sperava in un intervento molto delicato a
livello L4/L5 (area lombare, con 1'80-90% di possibilità di
successo) che mi avrebbe alleviato definitivamente dalle mie
sofferenze. Ero veramente fortunato e grato di poter accedere ad
una terapia privata.
Al risveglio, il dolore che mi tormentava era scomparso. Tutto
sembrava andare bene: il dolore alle terminazioni nervose dei miei
talloni era sparito. Ora, dopo una notevole e accurata
riabilitazione postoperatoria passeggio e pedalo per molti
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 64
kilometri. Grazie a WDDTY ed al Dr. Pattinson per avermi
condotto verso la giusta strada ed un ENORME grazie al chirurgo,
alla sua equipe, al fisioterapista e alle infermiere dell'ospedale che
mi hanno riportato alla vita con amore e fermezza.
Farmaco del mese: Rofencoxibe
Il Rofencoxibe è uno dei nuovi antinfiammatori conosciuti come
anticox-2 (ciclossigenasi-2) che si presuppongono essere più
sicuri dei FAN come l'aspirina.
L'aspirina e gli altri FAN (farmaci antinfiammatori non steroidei)
possono causare problemi a livello gastrico, come ad esempio
ulcera peptica ed emorragie gastrointestinali, ed è per questo
motivo che sono stati sviluppati gli anticox. Il primo fu approvato
nel 1999 negli Stati Uniti, e dall'ottobre 2000 il Rofencoxibe e il
Celecoxibe, altri due anticox-2, hanno portato ad un introito di 3
miliardi di dollari. In soli 12 mesi per questi nuovi farmaci sono
state effettuate più di 100 milioni di prescrizioni.
Sembra tuttavia che essi non siano così sicuri come si reputava,
perché possono aumentare il rischio di malattie cardiache. I
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 65
ricercatori della Cleveland Clinic, Stati Uniti, hanno analizzato i
risultati di 4 studi svolti su circa 16.000 pazienti artritici trattati
con FAN oppure con un anticox-2. In uno degli studi, i pazienti
scelti casualmente e curati con Rofencoxibe hanno manifestato
problemi cardiovascolari, attacchi di cuore, angina instabile, o
infarto, in proporzione doppie rispetto a quelli trattati con FAN.
Pertanto 111 pazienti che avevano assunto Rofencoxibe
accusarono seri problemi cardiaci rispetto ai 50 che erano stati
curati con un FAN. In uno studio che compara il Celecoxibe con
un FAN non risulta alcuna differenza. Ai pazienti che assumevano
uno degli anticox-2 era tuttavia permesso di assumere piccole dosi
di aspirina, nota per ridurre il rischio di determinate patologie
cardiache. AI contrario, l'aspirina non era permessa nella cura con
il Rofencoxibe.
Il problema è che gli anticox-2 sono sicuri solo se assunti assieme
all'aspirina i loro vantaggi nella sicurezza sarebbero persi.
I ricercatori chiedono molta cautela nella prescrizione di questi
nuovi farmaci, specialmente per quei pazienti a rischio di
problemi cardiaci, finché la loro sicurezza non sarà accertata con
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 66
ulteriori studi. (JAMA, 286, pagg. 954-959, 2001).
Notizie
La vitamina D può ridurre il rischio di diabete nei bambini
I ricercatori finlandesi asseriscono che l'assunzione in età precoce
di supplementi di vitamina D riduce il rischio dell'insorgenza del
diabete.
La Finlandia è il paese al mondo con la più alta presenza di
diabetici insulino-dipendenti (tipo I) ed i ricercatori stanno
cercando un rimedio per il diabete, oltre ad un'associazione tra
questa patologia ed il rachitismo. Lo studio è iniziato alla nascita,
seguendo per più di 10 anni circa 11.000 bambini. I risultati
indicano che l'incidenza del diabete è circa dell'80% più bassa in
quei bambini che hanno assunto la dose consigliata di vitamina D
durante il primo anno di vita (2000 IU, ovvero Unità
Internazionali, al giorno, in genere derivate da olio di fegato di
merluzzo), rispetto a coloro che non ne avevano usufruito.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 67
È stato inoltre accertato che i bambini che hanno sviluppato
rachitismo nel primo anno di vita corrono un rischio tre volte
maggiore di sviluppare il diabete di tipo I rispetto a quelli in cui
ciò non è avvenuto.
La vitamina D è stata estratta dall'olio di fegato di merluzzo, dal
pesce di mare e dal fegato. Un' altra fonte di vitamina D è la luce
del sole, che trasforma in vitamina il colesterolo contenuto nella
pelle. Si ritiene che 1'80% della vitamina D presente nel sangue
sia così sintetizzata e che circa 15 minuti di esposizione al sole 3
volte a settimana siano sufficienti a fornire la quantità di vitamina
D raccomandata.
Il sintomo più comune della carenza di questa vitamina è il
rachitismo, ovvero una condizione di indebolimento osseo, tipico
delle città molto inquinate del XIX secolo e dell'inizio del XX
secolo. Il rachitismo è comune anche nei paesi nordici, in cui
l'esposizione al sole è inferiore rispetto ai paesi con il clima
soleggiato del sud.
La vitamina D è nota come ausilio per prevenire la distruzione
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 68
delle cellule del pancreas che producono insulina, e questo nuovo
studio aggiunge evidenze ai precedenti studi che dimostravano il
legame tra i supplementi e la bassa incidenza del diabete infantile
(Lancet, 358, pagg. 1476-1478, pagg. 1500-1503,2001).
Per sottolineare l'importanza dell'assunzione del corretto
quantitativo di vitamina D, ricercatori canadesi hanno determinato
che la dose quotidiana raccomandata di vitamina D nel loro paese
è troppo bassa.
I loro studi, svolti su più di 800 donne hanno rilevato che, durante
l'inverno, molte di esse presentano una quantità troppo bassa di
vitamina D nel sangue, nonostante esse assumessero
quotidianamente più di 5 mcg (microgrammi) o 200 IU, dose
raccomandata per adulti di età inferiore ai 50 anni.
In Canada, come affermano i ricercatori, la dose di vitamina D
assunta quotidianamente per prevenire malattie deficitarie deve
essere di circa 1000 UI (Eur. J. Clin. Nutr., 55, pagg. 1091-
1097,2001).
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 69
La tecnica dei pertugi fallisce
Un volantino del governo inglese che allerta i medici
sull'inefficacia dei pertugi per l'orecchio colloso ricorrente (otite
media cronica con versamento) è riconosciuto con l'evidente
diminuzione nel loro impiego negli ultimi 15 anni.
Il tasso di utilizzo di questo metodo iniziò a diminuire dopo la
pubblicazione del 1992 di un Effective Health Care Bulletin sul
trattamento dell'otite media ricorrente nei bambini. Per valutare se
fosse dovuto al volantino oppure ad un andamento naturale
decrescente, alcuni ricercatori dell'Università di Newcastle-upon-
Tyne hanno osservato anche i tassi di tonsillectomia, un'altra
procedura facoltativa nella medesima specialità.
Essi hanno rilevato che i tassi di tonsillectomia nel medesimo
periodo erano aumentati stabilmente, ipotizzando che fornendo ai
medici linee guida chiare su come trattare meglio questo tipo di
otite si avrebbe una significativa efficacia nella pratica. I
ricercatori stimano che nei 4 anni successivi alla distribuzione del
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 70
volantino sono stati evitati quasi 90.000 interventi non
indispensabili (BMJ, 323, pagg. 1096-1097, 2001).
La cura per l'enuresi notturna è ancora lontana
Secondo una recente analisi, i medici ancora non hanno una
risposta all'enuresi notturna. In una rassegna di diversi tipi di
trattamento dell'enuresi, Jonathan Evans, del Children and Young
People's Kidney Unit, Nottingham, ha rilevato come farmaci quali
l'antidiuretico desmopressina oppure l'antidepressivo imipramina
possono migliorare i sintomi, anche se non vi è alcuna evidenza di
beneficio a lungo termine.
L'imipramina, in particolare, ha anche una frequenza elevata di
gravi seri effetti collaterali che coinvolgono il sistema nervoso
centrale e dovrebbe quindi essere impiegato con cautela.
I segnali di enuresi, che svegliano il bambino alla prima
sensazione di bagnato, possono essere efficaci come
condizionamento comportamentale. Egli tuttavia osserva che ciò
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 71
richiede diversi mesi di pratica continua e molti genitori lo
ritengono difficile ed impraticabile. Inoltre, come avviene per il
trattamento a base di farmaci, appena si interrompe la terapia
molti bambini presentano immediatamente una ricaduta (BMJ,
233, pagg. 11671169, 2001).
Fasciature troppo strette possono provocare
l'ulcera del dito del piede
I pazienti affetti da ulcere alle gambe e trattati con fasciature
troppo strette possono subire nuove ulcere anche ai piedi e alle
dita dei piedi.
Inoltre, come affermano i ricercatori britannici, le ulcere
provocate da fasciature di compressione a 4 strati (anziché i
consueti 3) sono diverse dalle altre ulcere cutanee. Non sembrano
essere provocate da funghi o batteri e sono resistenti alle normali
cure.
In uno studio lungo l'arco 10 anni eseguito su 194 pazienti trattati
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 72
a causa di ulcere venose alle gambe, 12 di essi hanno sviluppato
gravi ulcere ai piedi e alle dita dei piedi, forse a causa
dell'aumento della compressione che ha condotto ad una carenza
di ossigeno nei tessuti. Inoltre tutti i pazienti, dopo le fasciature,
hanno riscontrato la distorsione delle dita dei piedi.
Le ulcere miglioravano rimanendo a letto con i piedi sollevati
rispetto al corpo, ma ritornavano entro poche settimane. Un
paziente ha dovuto farsi amputare le dita (BMJ, 323, pago 1099,
2001).
Fagioli: ottimi per il vostro cuore
Secondo uno studio eseguito sulla popolazione degli Stati Uniti,
l'aumento del consumo di legumi può svolgere un ruolo
importante nell'intervento dietetico al fine di ridurre il rischio di
malattie coronariche.
I ricercatori hanno raccolto dati su 9.632 uomini e donne privi di
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 73
patologie cardiache (CVD) che avevano partecipato al First
National Health and Nutrition Examination Survey Epidemiologie
Follow-up Study (NHEFS, alla lettera Primo Studio Nazionale
Continuativo di Indagine Epidemiologica sull'Alimentazione e
sulla Salute).
Il consumo di legumi fu stimato mediante un questionario
alimento-frequenza nell'arco di 3 mesi. AI di sopra dell'età media
di 19 anni si riscontrarono 3680 casi di malattie cardiovascolari
(CVD), compresi 1802 casi di malattie coronariche (CHD).
Coloro che mangiavano legumi 4, o più, volte alla settimana
avevano una diminuzione significativa del rischio di CVD e CHD
rispetto a coloro che li mangiavano meno di una volta al mese
(Arch. Intern. Med., 161, pagg. 2573-2578, 2001).
I broncodilatatori steroidei legati alle
gengiviti dei bambini
Alcuni ricercatori messicani riportano che nei bambini l'uso di
inalatori può provocare gengivite. In questo studio ridotto, 28
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 74
bambini di età compresa tra 6 e 15 anni affetti da asma moderato
sono stati somministrati 100 mcg di salmeterolo da solo, oppure
assieme a 400 mcg di beclometasone, via inalare, per 12
settimane.
L'esame del cavo orale al termine della sperimentazione ha
evidenziato 13 casi di gengivite con il solo salmeterolo, 10 casi di
gengivite ed un'ulcera al labbro inferiore con la terapia combinata.
Data l'incidenza simile di lesioni della mucosa in entrambi i
gruppi, i ricercatori ipotizzano che questi farmaci possano
incidere sia sulla circolazione della saliva sia sui livelli di IgA
nella saliva stessa, sebbene ciò debba ancora essere provato (Ann.
Allergy Asthma Immunol., 87, pagg. 420-423, 2001).
Terapia del mese
Proviamo a prevenire le malattie con il vecchio morbido sapone
Se avete dubbi, lavatevi le mani.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 75
Questa semplice norma, che è stata collaudata con buoni risultati
dai chirurghi, ha trovato la sua strada nell'ambito militare.
Ai medici è stato richiesto di investigare sul perché tante reclute
della Marina soffrissero di malattie respiratorie. Forse ricordando
il loro grande risultato di quando si lavavano le mani,
specialmente dopo un intervento chirurgico, i medici hanno
suggerito che le giovani reclute potevano fare altrettanto.
Il risultato è stata un'immediata diminuzione, quasi il 45%, del
numero di casi di malattie. Nonostante gli evidenti benefici,
tuttavia, condurre il "programma mani lavate" presenta evidenti
difficoltà con le reclute poco attente a questi aspetti (Am. J.
Prevent Med., 21, pagg. 79-83, 2001).
In breve ...
Una recente relazione ipotizza che il glutammato monosodico
(MSG) possa innescare il dolore cronico causato dalla
fibromialgia. Quattro donne sofferenti da 2 a 17 anni a causa di
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 76
fibromialgia, che non rispondevano a nessuna delle terapie
convenzionali, in qualche mese hanno risolto completamente, o
quasi, il loro problema eliminando l'excitotossina dalla loro dieta.
In ognuna di esse, tuttavia, i sintomi tornavano quando esse
ingerivano l'MSG. Gli autori ipotizzano che l'eliminazione
dell'MSG e del suo derivato aspartame può portare significativi
benefici in alcuni casi di fibromialgia (Ann. Pharmacother., 35,
pagg. 702-706, 2001) .
In Olanda, una donna fu ricoverata in ospedale a causa di uno
shock settico 3 giorni dopo un intervento di liposuzione
addominale (Lancet, 358, pago 1503, 2001). Inoltre ella aveva
richiesto un trapianto per sostituire la pelle rovinata ed una
degenza di 5 settimane in ospedale. La causa fu il batterio
Streptococcus pyogenes. Anche in Italia 3 donne hanno sviluppato
sindrome settica entro 12-18 ore da una liposuzione. Due di esse
subirono danni organici multipli, ed una è deceduta. La terza fu
ricoverata a seguito della diagnosi di una sindrome infiammatoria
sistemica.
Di nuovo fu rilevato il S. pyogenes, probabilmente a causa della
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 77
scarsa igiene degli strumenti chirurgici ( Lancet, 353, pago 1164,
1999).
Aggiornamenti
Per alcuni tumori maligni della mammella
il Tamoxifene non è efficace
Nonostante le donne positive al BRCA-2 che usano il Tamoxifene
abbiano meno possibilità di sviluppare un cancro della mammella
rispetto a quelle che usano un placebo, le donne positive al
BRCA-1 non presentano alcuna protezione nei confronti di questo
farmaco.
I ricercatori dell'Università di Washington hanno studiato a Seattle
19 donne con mutazione genetica BRCA-1 o BRCA-2 che hanno
partecipato al Breast Caneer Prevention Trial (BCPT, alla lettera
Sperimentazione per la Prevenzione del Canero della mammella)
nell'ambito del National Surgieal Adjuvant Breast and Bowel
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 78
Projeet (alla lettera, Progetto Nazionale Collegato per la Chirurgia
della mammella e dell'Intestino).
In questa sperimentazione, a donne dai 35 anni in su senza cancro
ma ad alto rischio fu somministrato casualmente come agente di
prevenzione un placebo o il tamoxifene.
Per le 11 donne con mutazione BRCA-2 l'uso del tamoxifene ha
ridotto il rischio di insorgenza di cancro del 62%, grazie alla
riduzione del recettore estrogeno positivo al cancro.
Per le 8 donne con mutazione di BRCA-1 (il 42% delle donne
nello studio) il tamoxifene non ha ridotto il rischio di cancro della
mammella (JAMA, 286, pagg. 2251-2256, 2001).
L'abilità del chirurgo diminuisce dopo un turno di notte
Secondo una nuova indagine, l'abilità dei chirurghi nell'eseguire le
procedure di laparoscopia diminuisce notevolmente dopo aver
fatto il turno di notte. I ricercatori danesi hanno impiegato un
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 79
simulatore laparoscopico per valutare le prestazioni di 14
chirurghi durante lo svolgimento ripetitivo di 6 interventi durante
il normale orario di giorno ed alle 9.30 del mattino dopo il turno
di notte.
La durata media del sonno nel turno di notte era di 90 minuti,
dopo di cui impiegavano molto più tempo nello svolgere un
intervento rispetto all'esecuzione dopo un'intera notte di riposo.
Dopo il turno di notte essi eseguivano molti più errori e
movimenti inutili.
I ricercatori hanno studiato l'abilità nelle laparoscopie perché sono
semplici da quantificare, tuttavia osservano che questi risultati si
applicano alle abilità operative normali e che la sicurezza del
paziente può essere compromessa quando l'intervento è eseguito
da un chirurgo stanco (BMJ, 323, pagg. 1222-1223, 2001).
Il tè verde può proteggere dal cancro della prostata
Nuovi dati suggeriscono che il tè verde possa prevenire il cancro
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 80
della prostata, almeno negli animali. Gli scienziati della Case
Western Reserve University, Cleveland, Ohio, hanno
somministrato un estratto di tè verde, oppure acqua, a topi che
erano inclini a sviluppare cancro della prostata con metastasi
(estese). La quantità di tè che i topi ricevevano era l'equivalente di
sei tazze di tè verde al giorno per gli esseri umani.
Tutti i topi cui è stata somministrata acqua hanno sviluppato il
cancro della prostata, mentre quelli cui fu somministrato il tè
verde hanno sviluppato la malattia con un ritardo significativo.
I topi alimentati con il tè verde hanno subito inoltre una
diminuzione del peso della prostata stessa, un'inibizione dei
diversi fattori nocivi della crescita di cancro e una riduzione di
alcuni dei marker di proliferazione delle cellule della prostata.
Ovviamente i risultati di uno studio sugli animali non sono
necessariamente correlati in modo diretto con l'esperienza umana.
Questo studio ridotto, tuttavia, si aggiunge a tutto il cospicuo
insieme di evidenze riguardo gli effetti protettivi dal cancro dovuti
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 81
alla regolare assunzione di tè verde da parte degli esseri viventi
(PNAS, 98, pagg. 10350-10355,2001).
A causa dei pasti quotidiani troppo ricchi possono crescere
bambini di capacità intellettive ridotte
Le donne in gravidanza che fanno uso di margarina e di altri
alimenti che contengono acidi grassi trans derivati da oli vegetali
parzialmente idrogenati possono causare gravi danni allo sviluppo
dei loro bambini.
I ricercatori hanno valutato i livelli di questi acidi grassi e degli
acidi polinsaturi a catena lunga nel sangue del cordone ombelicale
di 42 bambini nati nel tempo giusto e sani. Essi hanno riscontrato
che l'assunzione in elevate quantità di acidi grassi trans da parte
delle madri aveva compromesso i livelli di importanti acidi grassi,
quali l'acido docosaexaenoico (DHA), gli esteri del colesterolo e
gli acidi grassi non esterificati, nei bambini alla nascita.
Il DHA è particolarmente necessario per il giusto sviluppo del
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 82
cervello e della retina. I ricercatori ipotizzano che l'elevato
consumo da parte delle madri di acidi grassi trans durante la
gravidanza può far crescere bambini con problemi mentali e di
vista (Am. J. Clin. Nutr., 74, pagg. 364-368, 2001).
La limitazione del sale può aggravare il diabete di tipo II
Un studio ridotto su pazienti affetti da ipertensione ha ipotizzato
che la restrizione dell'uso del sale possa dare insulino-resistenza,
indebolimento della tolleranza al glucosio e peggioramento del
diabete di tipo Il (non insulino-dipendente).
In questo studio, a 21 pazienti ipertesi sono stati somministrati 2
grammi di cloruro di sodio (normale sale da cucina) oppure un
placebo, 4 volte al giorno per 4 settimane. Successivamente il
trattamento è stato invertito, in modo che ogni paziente fosse
sottoposto ad entrambi i trattamenti. AI termine di ogni periodo di
trattamento fu eseguito su tutti i pazienti un test di tolleranza al
glucosio.
In coloro che avevano ricevuto il sale, il totale glicemico era
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 83
inferiore dell'8% rispetto a coloro che avevano ricevuto il placebo.
Questo effetto era molto più evidente nei pazienti con diabete di
tipo Il, in quelli con pressione alta a causa della sensibilità al sale
e nei pazienti non diabetici che assumevano farmaci ipotensivi.
Il sodio è un nutriente essenziale, ma i medici ancora non riescono
a trovare la corretta quantità per la salute: è troppo oppure troppo
poco (Am. J. Hypertens., 14, pagg. 653-659,2001).
Gli steroidi possono causare lupus
associato a malattie ossee
Secondo un nuovo rapporto, i pazienti sofferenti di lupus
eritematoso sistemico (SLE) trattati con elevate dosi di steroidi
sembrano sviluppare osteonecrosi (morte delle ossa) entro un
mese dall'inizio della terapia.
È noto che terapie ad elevate dosi di steroidi sono collegate allo
sviluppo di osteonecrosi in pazienti affetti da SLE. Non è tuttavia
ancora chiaro quando inizia a manifestarsi il danno alle ossa.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 84
In questo studio, alcuni ricercatori giapponesi hanno esaminato 72
pazienti affetti da SLE attivo. Per rilevare qualsiasi lesione
osteonecrotica si sono serviti della risonanza magnetica ad 1, 3, 6
e 12 mesi dall'inizio della terapia ad elevato dosaggio di
corticosteroidi.
Evidenze di osteonecrosi sono state riscontrate su 32 pazienti e, in
media, queste lesioni erano rilevate dopo circa 3 mesi dall'inizio
della terapia. Le lesioni scoperte grazie alla risonanza magnetica
ipotizzavano tuttavia che la necrosi ossea iniziava molto presto,
entro il quinto mese. Nessuna traccia di nuove lesioni fu
riscontrata dopo 6 o 12 mesi (Ann. Rheum. Dis., 60, pagg.
11451148,2001).
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 85
Secondo editoriale Il programma "fai da te" per la tiroide,
di Barry Durrant-Peatfieldl
Se il vostro medico non vuole provare nuove strade, è giunto il
momento che lo facciate da soli
L'ipotiroidismo è riconosciuto da più di un secolo come malattia
potenzialmente mortale, ma l'incidenza di questa condizione
sembra in aumento e le terapie meno efficaci che mai.
L'indiscussa ed eccessiva fiducia nelle analisi del sangue anziché
in analisi cliniche approfondite mostra che per centinaia di
persone la diagnosi è errata o, peggio ancora, smentita. I medici
inoltre ignorano che l'elevata incidenza di scarsa riserva
surrenalica complica e peggiora la disfunzione tiroidea.
A causa della loro deficienza tiroidea, questi pazienti possono
presentare alcune disabilità, quali scarsa resistenza alla infezioni,
momenti di debolezza, disturbi intestinali, inabilità nel tollerare
farmaci per la tiroide o scarsa risposta ad essi. Sono freddi e tristi,
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 86
perdono peso per mancanza di appetito e queste intense
prostrazioni spesso li rendono incapaci di alzarsi dal letto.
Persino se il problema alla tiroide è riconosciuto, il trattamento
standard risulta spesso insoddisfacente. Molti endocrinologi ed
esperti in materia protestano allarmati perché la tiroxina sintetica
non è sufficiente alla cura e perché è omesso il disastroso
fallimento nel trattare la bassa riserva surrenale.
Un altro problema esternato da molti pazienti è che le loro
osservazioni riguardo i sintomi non sono assolutamente
considerate. In effetti, possono addirittura suscitare ostilità nel
medico che rimane ancora ancorato alla propria idea di
trattamento.
Se avete il sospetto di avere un problema non ancora
diagnosticato alla tiroide, oppure la vostra terapia non funziona in
modo adeguato ed il vostro medico non ascolta la vostra opinione,
potrebbe essere giunto il momento di di agire utilizzando in tutta
sicurezza rimedi naturali.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 87
È importante iniziare con un sano stile di vita al fine di rinforzare
il corpo, ovvero esercizio fisico regolare, pasti regolari,
diminuzione dello stress, giuste ore di sonno, vitamine, soprattutto
vitamina C, minerali, in particolare calcio, selenio, magnesio,
ferro e boro.
Il passo successivo è l'assunzione di estratto ghiandolare, che
come integratore alimentare non richiede prescrizione medica e
non presenta effetti collaterali. Ho prescritto senza alcun pericolo i
prodotti della Nutri Ltd.
Per sostenere l'attività surrenale potete assumere:
• Adreno-Lyph 80, che contiene 80 mg di estratto surrenalico;
• Adreno-Lyph Plus, che contiene 221 mg di estratto surrenalico,
estratto pituitario e parotideo, vitamina C e gruppo B;
• DSF Formula, che contiene 25 mg di estratto surrenalico più
vitamine, minerali ed altri estratti tissulari;
• Adreno Complex, che contiene una combinazione di minerali ed
erbe priva di estratto surrenalico;
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 88
Core Level Adrenal, che contiene 120 mg di estratto surrenalico
ed una vasta gamma di nutrienti e concentrati tissulari.
Per supportare l'attività della tiroide consiglio:
• Core Level Thyro, contenente ioduro ed un supporto
sinergico di vitamine e minerali;
• T-Lyph, che contiene 130 mg di estratto tiroideo;
• T-Lyph-Three, che contiene 42 mg di estratto tiroideo ed
altri estratti tissulari.
(Il Dr. Durrant-Peatfield è un medico generico con una vasta
esperienza nel trattamento olistico di pazienti con problemi alla
tiroide. Di recente il Generai Medicai Councillo ha sospeso
dall'esercizio della professione medica a causa del suo metodo
non ortodosso di trattamento della tiroide, che lo ha portato ad
un pensionamento forzato).
Se per un periodo siete stati ammalati ed avete subito uno stress
surrenale, prima di iniziare una terapia di supporto alla tiroide è
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 89
necessario che rinforziate le ghiandole surrenali. Se siete piuttosto
convinti di soffrire di debolezza surrenale, iniziate con
AdrenoLyph Plus (una tavoletta al giorno, due dopo qualche
giorno, da assumere al mattino). Se non ne siete proprio sicuri,
potreste iniziare con Adreno-Lyph 80 (una o due tavolette al
giorno, al mattino).
Il supporto alla tiroide inizialmente può provocare stress a livello
surrenale, pertanto è più sicuro e più vantaggioso in ogni caso
iniziare il supporto surrenale. In alternativa, si può sostenere
l'attività surrenale assumendo radice di liquirizia, disponibile
anche come tintura, oppure assumere DFS Formula (due volte al
giorno) per un supporto di base e quindi passare ad Adreno
Complex privo di estratto surrenale.
In circa una settimana, quando è probabile avvertirete i benefici
del supporto surrenale, sarete pronti per iniziare ad assumere gli
integratori per la tiroide. A meno che non pensiate che la vostra
tiroide sia solo lievemente sottotono, vi suggerisco di iniziare con
T-Lyph, una tavoletta al giorno. Dopo 10 giorni potete
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 90
raddoppiare la dose giornaliera, se non addirittura triplicarla,
ovviamente in funzione della risposta del vostro fisico.
Controllate mattina e sera la temperatura e le pulsazioni (cfr. Punti
di vista, WDDTY Vol. 12 N° 9) e regolate il dosaggio in funzione
delle vostre condizioni fisiche.
T-Lyph- Three è un'alternativa a dosaggio più basso. Dopo alcune
settimane la temperatura e le vostre pulsazioni possono iniziare ad
aumentare e ciò si dovrebbe manifestare negli ultimi rilevamenti
serali. Questi estratti naturali probabilmente offrono una buona
risposta alle funzioni ipotiroidee medio-moderate e possono
essere usate assieme alle attuali terapie per la tiroide
(normalmente tiroxina), il cui dosaggio nella maggior parte dei
casi è ridotto. Se state assumendo estratti ghiandolari naturali e
non avete raggiunto un livello ottimale di attività tiroidea, la
tiroxina può sopperire a questa deficienza.
Potrebbe essere necessario controllare anche i livelli degli altri
ormoni. Non attendetevi immediatamente drastici cambiamenti,
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 91
sebbene potreste avvertire un aumento di energie e di vitalità. La
vostra temperatura del mattino aumenterà, ma non sperate di
vederla raggiungere livelli normali, ed anche le pulsazioni rilevate
mattina e sera aumenteranno lentamente.
Basate le vostre risposte soprattutto su come vi sentite
fisicamente. Annotate tutto su un diario e, ovviamente, siate
convinti di ciò che fate. Se avvertite che la vostra dose deve essere
variata, fatelo voi stessi.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 92
Approfondimento: le aritmie
Da cosa è causata l'aritmia?
Un paziente sofferente di aritmia può lamentare innumerevoli
sintomi, quali irregolarità del battito cardiaco, battito
occasionalmente rapido o violento, sensazione di leggerezza di
testa o fiacchezza improvvisa. Il i pacemaker, nell'ampio campo
dei trattamenti per le aritmie, rappresenta una soluzione estrema.
Solitamente i trattamenti comprendono il riequilibrio dello stile di
vita, i farmaci, sino ai dispositivi da impianto, come pacemaker e
defibrillatori.
Il trattamento è scelto soprattutto in base a ciò che ha provocato
l'aritmia, ad esempio:
• Sostanze stimolanti, quali caffeina, alcool e tabacco,
possono interferire con la coordinazione del ritmo del
muscolo cardiaco, provocando spesso battiti extra;
• Sostanze stupefacenti, quali la cocaina, che può portare in
pochi istanti ad un ritmo cardiaco velocissimo, anche fatale;
• Farmaci con prescrizione a tempi indeterminati, o
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 93
sovradosaggio;
• Crisi cardiaca acuta, spesso causa di aritmie fatali. In realtà
non è ancora del tutto chiaro se le aritmie siano il fattore di
rischio per l'insufficienza cardiaca, oppure se sia
l'insufficienza cardiaca a poter essere fatale.
Interferenze esterne
Ovunque siano presenti campi magnetici (EMF) tutti i portatori di
pacemaker potrebbero avere dei problemi, ma anche le scansioni
di immagini da risonanza magnetica (MRI) possono causare il
malfunzionamento del dispositivo: da un reportage negli Stati
Uniti risulta che diversi portatori di pacemaker siano deceduti
dopo essere stati sottoposti a risonanza magnetica (BMJ, 1991;
303: 205).
Vi sono tuttavia molti altri dispositivi elettrici comuni che
possono provocare complicazioni. Anche un sovraccarico delle
linee elettriche di potenza può provocare irregolarità nel
funzionamento ( PACE, 6, pagg. 1282-1292, 1983). I campi
generati dai varchi magnetici possono provocare palpitazioni,
nausea, vertigini e difficoltà respiratorie ogni volta che il paziente
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 94
li attraversa. Per questo motivo i medici avvisano i portatori di
pacemaker di evitare tali apparati, oppure attraversarli il più
rapidamente possibile (N. Engl. J. Med., 339, pagg. 1371-1374,
1998).
Anche gli apparati di telefonia mobile possono provocare
problemi; alcuni studi, infatti, hanno dimostrato che i telefoni
cellulari, quando si trovano in prossimità di una persona portatrice
di pacemaker, possono interferire con l'attività del pacemaker
stesso (N. Engl. J. Med., 336, pagg. 1473-1479, 1997).
Studi più recenti evidenziano come l'interferenza con i cellulari
digitali sia presente quando tali apparati si trovano a meno di 7-8
cm di distanza. L'interferenza è temporanea, e scompare quando il
cellulare è spento oppure è allontanato dal pacemaker; gli utenti,
tuttavia, dovrebbero far attenzione alla possibilità di interferenze
anche quando il telefono è in standby.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 95
La ricerca di un ritmo naturale
Quando dormiamo, il nostro corpo - ed anche il nostro cuore -
riposa. In coloro che hanno il cuore sostenuto dal pacemaker ciò,
tuttavia, può non accadere e si tratta di un punto molto importante,
poiché i cuori con affezioni cardiache potrebbero trarre un grande
beneficio dal naturale rallentamento del loro ritmo.
Mentre la scienza sta studiando la messa a punto di pacemaker a
ritmo variabile, si evidenzia che, anche se questi dispositivi
dovessero avere un ritmo per il giorno ed un altro per la notte, ciò
risulterebbe molto più difficoltoso rispetto alla possibilità di una
loro programmazione anticipata in grado di affrontare ogni
eventualità.
Questa possibilità è stata molto ben illustrata recentemente nel
caso di un uomo, negli Stati Uniti, il cui pacemaker a ritmo
variabile è stato programmato per lavorare con il fuso orario
standard dei paesi orientali. Quando si recava in Inghilterra egli si
accorgeva di come il suo pacemaker rallentasse durante il giorno,
provocandogli la sensazione di leggerezza al capo e vertigini (J.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 96
Invas. Cardiol., 10, pago 409, 1998).
I portatori di pacemaker a ritmo circadiano, prima di recarsi
all'estero, devono esser sicuri di aver riprogrammato il proprio
dispositivo.
Trattamenti alternativi per le aritmie
Un battito irregolare per molte persone può essere solamente un
qualcosa di fastidioso, ma in caso di aritmia certa possono
insorgere gravi complicazioni, dallo svenimento fino alla morte
improvvisa. Infatti, nelle società industriali occidentali, la morte
cardiaca improvvisa copre circa la metà del totale delle morti per
affezioni coronariche (Nutr. Rev., 51, pagg. 271-273, 1993).
Le ricerche hanno dimostrato come la regolarità del ritmo
cardiaco possa essere determinata da fattori alimentari:
• Riduzione della caffeina: la caffeina è uno stimolante e in
base all'affermazione del direttore dell'Office of
Tossicological Sciences del FDA statunitense "Vi sono
chiaramente persone che presentano gravi aritmie cardiache
causate dal consumo di caffeina" (FDA Consumer, 12/87-
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 97
1/88). Durante un esperimento 12 pazienti con problemi
cardiaci, che bevevano abitualmente da 3 a 5 tazze di caffè
al giorno, ne furono privati per 2 giorni; successivamente fu
loro somministrata la caffeina equivalente di 2 tazze. Sia
prima che dopo la caffeina furono sottoposti a stimolazione
cardiaca tale da provocare aritmia. Prima della
somministrazione della caffeina solamente su un paziente è
stato riscontrato un battito cardiaco rapido, mentre dopo la
caffeina 8 pazienti hanno sviluppato un'aritmia (N. Engl. J.
Med., 308, pagg. 814-816, 1983). Questi sono i risultati di
un primo lavoro (J. Chron. Dis., 33, pagg. 67-72, 1980),
tuttavia studi più recenti hanno evidenziato come la prova
non dia risultati così netti (Heart, 76, pagg. 355-357,1996;
Ann. Intern. Med., 144, pagg. 147-150, 1991) sul fatto che
cuori diversi possano reagire alla caffeina in modi diversi; il
modo migliore per scoprire se la caffeina ha implicazioni
negative sul cuore è di smettere di assumerla, ed osservare
cosa accade.
• Attenzione all'assunzione di alcool: che la forte assunzione
di alcol provochi aritmie è fuor di dubbio. Nei forti bevitori
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 98
la possibilità che insorga un'aritmia è più del doppio rispetto
a coloro che si limitano a bere un drink al giorno. L'abuso di
alcool danneggia gradualmente il cuore, e la fibrillazione
atriale (palpitazione caotica del cuore) può essere il primo
segnale di un danno cardiaco (Arch. Intern. Med., 151, pagg.
36-42, 1991). Le aritmie rappresentano una causa
dell'elevato rischio di morte improvvisa per gli alcolisti,
rischio che raggiunge la massima intensità intorno ai 50 anni
(JAMA, 264, pagg. 377-381, 1990). Inoltre, l'elevato tasso
di alcool nel sangue conduce ad irregolarità nelle contrazioni
ventricolari.
• Aumento dei grassi benefici: è l'origine dei grassi assunti
con la dieta, anziché la quantità, a svolgere un ruolo
importante nel ritmo cardiaco. Alcuni studi eseguiti su
animali hanno mostrato che quando il cuore è stressato da
droghe, emozioni o da una diminuzione del quantitativo di
sangue necessario, le diete ricche di grassi acidi saturi
rendono il cuore potenzialmente suscettibile di aritmie. AI
contrario, le diete ricche di grassi acidi polinsaturi riducono
tale rischio. Questa scoperta concorda con il risultato di studi
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 99
in cui sono stati rilevati livelli elevati di grassi acidi saturi
nel tessuto adiposo di vittime di attacchi cardiaci con serie
aritmie ventricolari, anziché in quelli senza tali aritmie (Am.
J. Cardiol., 63, pagg. 269-272, 1989). Gli oli (ad esempio
l'olio d'oliva) ricchi di grassi mono-insaturi possono essere
di ausilio nella prevenzione dell'aterosclerosi, anche se in
recenti studi si è scoperto che essi agiscono come i grassi
acidi saturi indebolendo la capacità del cuore di mantenere
un ritmo normale in momenti di stress (Prog. Lipid. Res., 33,
pagg. 355-385, 1994). Pertanto assumendo nella nostra dieta
elevate quantità di grassi polinsaturi, in particolare quelli
della famiglia omega-3, riusciamo a proteggere il nostro
cuore dall'insorgere di aritmie (Nutrition, 10, pagg. 161-169,
1994). Alcuni ricercatori in Danimarca hanno esaminato su
55 pazienti con precedenti di attacchi di cuore gli effetti
dell'assunzione nella dieta di omega-3 riguardo le aritmie e
la capacità cardiaca di adattare il battito alle necessità del
fisico. Il ritmo cardiaco fu monitorato all'inizio ed alla fine
dello studio. Ai pazienti fu somministrato ogni giorno
casualmente una dose di 5,2 grammi di omega-3, oppure un
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 100
placebo. AI termine delle due settimane di sperimentazione
fu riscontrato un lieve calo nelle aritmie, ma il ritmo
cardiaco aveva subito un notevole aumento nei pazienti che
avevano assunto gli omega-3 rispetto a quelli trattati con
placebo (Ugeskr. Laeger., 159, pagg. 5525-5529, 1997).
• Assunzione extra di nutrienti: dosi supplementari di
magnesio in pazienti carenti di tale minerale, che assumono
digoxina a causa della loro aritmia, hanno potuto dimezzare
la dose del farmaco (Am. J. Cardiol., 57, pago 956, 1986). Il
magnesio si è dimostrato in grado di prevenire e correggere
le aritmie anche in situazioni di non carenza (Am. J.
Cardiol., 63, pagg. 43G-6G, 1989). In uno studio effettuato
su animali, anche dosi supplementari di coenzima Q10
(Tohoku J. Exp. Med., 141 [suppl.], pagg. 453-463, 1983) e
di L-carnitina (Arch. Int. Pharmacodyn. Ther., 217, pagg.
246-250, 1975) si sono dimostrate essere benefiche, anche se
quest'ultimo potrebbe non apportare nell'essere umano i
medesimi risultati.
• Erbe: Sono molte le erbe per le quali si ipotizza un effetto
benefico sulle aritmie, ma poche sono state, sperimentate a
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larga scala sugli esseri umani. Una delle erbe potenzialmente
più efficaci è la bacca di biancospino (Crataegus
oxyacantha). Un'indagine svolta in tre parti suggerisce che
questa abbia un effetto tonico sul muscolo cardiaco ed
aumenti il flusso sanguigno, il ritmo cardiaco e la capacità
contrattiva del cuore (Pianta Med., 43, pagg. 105-120, pagg.
209-239, pagg. 313-322). Le dosi consigliate sono in media
di 120-480 mg, 3 volte al giorno. Anche la berberina ed il
Gingko biloba sono di, aiuto, anche se in presenza di aritmie
si consiglia di assumerle sotto il controllo di un erborista
qualificato.
Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente e-book pag. 102
Risorse utili
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