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1 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
1
CAMERA DI COMMERCIO
ITALIANA
REPUBBLICA ARGENTINA
Buenos Aires
PROGETTO DI SETTORE
“ARGENTABRIA” Internazionalizzazione
“Trasferimento di innovazione tecnologica e gestionale nel settore del trattamento e gestione dei rifiuti,
sicurezza del territorio in Argentina”
CONVENZIONE PROGETTO N. Rep. 722 del 27/05/2014 – CUP J64B14000020006 – CIG
56430231E5
P.O.R. CALABRIA FESR 2007-2013 P.E.A. 2013 – linea C8 Linea d’intervento 7.1.1.2.
Documento Tecnico numero 01
DT1
“La gestione dei rifiuti nella Provincia di Buenos Aires.
Stato di fatto e prospettive.”
Centro Studi D.E.I. Desarrollo Etico Internaciònal
Arch. Nicola Tucci, Ing. Francesco Antonio Fagà, Ing. Filippo Valotta
Giugno 2014
2 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
INDICE
Premessa
PARTE 1 - L’Argentina
1.1 Il Paese
1.1.1 Dati Sintetici
1.1.2. Aspetti geografici
1.1.3. Aspetti antropologici e culturali
1.1.4. Aspetti dell’assetto politico ed istituzionale
1.2 . La situazione economica
1.2.1. Il quadro macro – economico
1.2.2. Aspetti del commercio estero
1.3 La Provincia di Buenos Aires (PBA)
1.3.1 Dati sintetici della Provincia di Buenos Aires (PBA)
1.3.2 Le Municipalità (Partidos) della PBA
1.3.3 La distribuzione della popolazione nella PBA.
1.3.4 Dati Macroeconomici della PBA
1.3.5 Particolari assetti istituzionali nella PBA nel settore Ambiente e Rifiuti
PARTE 2 - Il settore dei rifiuti
2.1 La normativa di settore
2.1.1 La normativa nazionale
2.1.2 La normativa della Provincia di Buenos Aires
2.2 La gestione dei rifiuti in Argentina e nella Provincia di Buenos Aires
2.3 Le politiche nella provincia di Buenos Aires a supporto del settore
Allegato: Quadro dei finanziamenti agevolati di simest S.p.A.
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PROGETTO DI SETTORE
Premessa
Il presente Documento Tecnico numero 1 (DT1) avvia il Progetto di Settore
“ARGENTABRIA”, un progetto di internazionalizzazione per il “Trasferimento di
innovazione tecnologica e gestionale nel settore del trattamento e gestione dei rifiuti,
sicurezza del territorio in Argentina” attuato dalla Camera di Commercio Italiana nella
Repubblica Argentina in Buenos Aires in Convenzione con la Regione Calabria - Assessorato
all’internazionalizzazione nell’ambito del Programma “Calabria Internazionale” e
finanziato sui fondi del P.O.R. CALABRIA FESR 2007-2013 P.E.A. 2013 – linea C8 Linea
d’intervento 7.1.2.1. .
Scopo del presente documento, redatto dal Gruppo Tecnico di Esperti (GTE) del
Centro Studi D.E.I., è la presentazione, alle imprese calabresi ed italiane coinvolte, dello
stato attuale della situazione dei rifiuti in Argentina e la focalizzazione dell’attenzione su
ambiti geografici argentini dove, essendo forte la domanda per una corretta gestione dei
rifiuti, è possibile, grazie al presente progetto, innescare un’azione di sistema per creare le
condizioni favorevoli all’internazionalizzazione delle imprese calabresi di settore.
Il presente DT1 si compone di due parti:
La prima parte inquadra la situazione geografico-economica generale dell’Argentina
e, con una serie di passaggi logici, porta alla focalizzazione degli ambiti territoriali
argentini più interessanti, allo scopo di concentrare sforzi e risorse su ambiti
territoriali locali dove già esiste la domanda e dove già sono state avviati programmi
di finanziamento provinciali, nazionali ed internazionali tesi a realizzare sistemi
locali di gestione dei rifiuti; unitamente a ciò, in questa parte, verranno presentate le
caratteristiche dei rapporti commerciali tra Argentina ed Italia con l’individuazione
delle criticità e delle politiche commerciali in atto;
La seconda parte si concentra sull’aspetto dell’attuale gestione dei rifiuti, specie nella
provincia di Buenos Aires, attraverso un’analisi speditiva del sistema legislativo e
normativo nazionale e locale, e sull’organizzazione attuale del sistema di gestione dei
rifiuti, ciò allo scopo di individuare, di primo acchito, le modalità con cui si esprime
la domanda locale e, successivamente, organizzare una proposta che, partendo dalle
potenzialità dell’offerta tecnologica e gestionale italiana e calabrese, possa
presentarsi sul mercato argentino con l’obiettivo di conquistarne una parte.
Il DT1 è redatto elaborando dati e documenti ufficiali sia reperiti presso le PPAA
argentine e sia presso le Istituzioni italiane (MAE, ICE, Camera di Commercio Italiana a
Buenos Aires) e confrontando criticamente tali dati con l’informazione e l’osservazione
diretta dei fenomeni locali (osservazioni di Opinion Leaders come il Ministro de
Infrastructura della provincia di Buenos Aires, Imprenditori della Camara de las PMI di
Buenos Aires, Jefe de Gabinete de Infrastructuras, Intendientes) che il GTE ha già effettuato,
in Argentina, in momenti precedenti (ottobre 2013).
A margine del presente DT1 viene allegato un quadtro sintetico dei finanziamenti attivabili con la SIMEST spa
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PARTE 1 - L’Argentina
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1.1 Il Paese
1.1.1. Dati Sintetici
Superficie: 2.766.889 kmq
Popolazione: 36.100.000 abitanti
Densità: 13 ab/kmq
Lingua: Spagnolo
Religione: Cattolici (88%)
Capitale: Buenos Aires
Forma istituzionale: Repubblica Federale
Unità Monetaria: Peso Argentino
Cambio Euro/Peso
Articolazione federale 23 Provincie + Città Autonoma di Buenos
Aires (CABA)
Le Provincie argentine
Provincia Kmq Popol. 2010 Capital Capital Federal 200 2.891.082 Città di Buenos Aires
Buenos Aires 307,571 15.594.428 La Plata
Catamarca 102,602 367.820 San Fernando del Valle de Catamarca
Córdoba 165,321 3.304.825 Córdoba
Corrientes 88,199 993.338 Corrientes
Chaco 99,633 1.053.466 Resistencia
Chubut 224,686 506.668 Rawson
Entre Ríos 78,781 1.236.300 Paraná
Formosa 72,066 527.895 Formosa
Jujuy 53,219 672.260 San Salvador de Jujuy
La Pampa 143,440 316.940 Santa Rosa
La Rioja 89,680 331.847 La Rioja
Mendoza 148,827 1.741.610 Mendoza
Misiones 29,801 1.097.829 Posadas
Neuquén 94,078 550.344 Neuquén
Río Negro 203,013 633.374 Viedma
Salta 155,488 1.215.207 Salta
San Juan 89,651 680.427 San Juan
San Luis 76,748 431.588 San Luis
Santa Cruz 243,943 272.524 Río Gallegos
Santa Fe 133,007 3.200.736 Santa Fe Santiago del Estero 106,351 896.461 Santiago del Estero
Tierra del Fuego,
Antártida e Islas
del Atlántico Sur
21,263
981,102
126.190 Ushuaia
Tucumán 22,524 1.448.200 San Miguel de Tucumán
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1.1.2. Aspetti geografici
Con una estensione di 2.766.889 kmq, l’Argentina è, in termini di superficie, il secondo Paese del
Sud America dopo il Brasile; il suo vasto territorio è pari al 63% di quello dei Paesi che
costituiscono l’Unione Europea (circa 4,383 milioni di Kmq), è pari a più di 9 volte la superficie
dell’Italia (301.263 Kmq) e la sola superficie della Provincia di Buenos Aires è più grande di quella
italiana.
Il territorio argentino si estende nell’emisfero meridionale, a Sud del tropico del Capricorno su
una lunghezza di circa 3.700 Km, e per tale motivo le stagioni assumono connotazioni inverse a
quelle europee. Per la particolare forma allungata i climi variano da quello sub tropicale della
Provincie di Jujuy, Salta, Formosa e Misiones a Nord, a quello sub polare delle Islas de Atlantico
del Sud; in mezzo ai due estremi i climi sono paragonabili a quelli europei.
“Può essere grossolanamente divisa in quattro parti: le pianure fertili della Pampa nel centro del
paese, fonte del benessere agricolo argentino; il plateau della Patagonia nella metà meridionale
fino alla Terra del Fuoco; le piane subtropicali del Gran Chaco a nord e la catena delle Ande
lungo il confine occidentale con il Cile” (Wikipedia)
La Capitale Federale, Buenos Aires, è collocata alla latitudine si 34°2’ Sud, ed il clima è
paragonabile, nel suo inverso stagionale, alle città del Sud italiano (Reggio Calabria, ad esempio, è
collocata alla latitudine di 38°6’ Nord e quasi corrispondente, nell’inverso geografico, alla città
turistica di Mar del Plata – 37°56’ Sud – a circa 250 km a sud di Buenos Aires).
Il Paese confina a Nord con Bolivia e Paraguay, ad Est con Brasile, Uruguay ed Oceano
Atlantico, a Sud con Cile, Stretto di Magellano e Canale di Drake, ad Ovest con il Cile.
L’orografia del Paese presenta grandi pianure ad Est e le grandi montagne della catene delle Ande
ad ovest, al confine con il Cile.
Sul Paese è insediata una popolazione di 36,1 milioni di abitanti con una Densità media di circa
13 ab/Kmq (in Italia la Densità media è di 200 ab/Kmq); ma la distribuzione territoriale della
popolazione è assai varia considerando che nella sola Provincia di Buenos Aires e nella Capitale
vivono 18,5 milioni di abitanti, pari al 51% dell’intera popolazione argentina, con una Densità
media di 60 ab/kmq. Altre provincie popolate, ma sempre con bassa densità, sono quelle di
Cordoba (3,3 mln di abitanti), Santa Fè (3,2 mln di abitanti) e Mendoza (1,7 mln di abitanti).
Il cuore pulsante dell’Argentina è pertanto rappresentato dalla Provincia di Buenos Aires e dalla
Capitale Federale, dove sono presenti i centri decisionali della politica e dell’economia del Paese.
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1.1.3. Aspetti antropologici e culturali
La popolazione argentina è fortemente caratterizzata dall’essere composta prevalentemente da
cittadini di origine europea (88,9%); “Dopo i coloni spagnoli, ondate di coloni europei arrivarono
in Argentina tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. Una grandissima parte
degli immigrati arrivò dall'Italia (inizialmente dalle Regioni settentrionali come Liguria, Veneto,
Friuli e, più tardi, Piemonte; successivamente anche dalle Regioni meridionali come Puglia,
Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria). Quello italiano è il più numeroso gruppo
etnico del Paese: Si calcola che più di 25 milioni di argentini abbiano almeno un antenato
italiano” (Wikipedia).
Riteniamo utile sottolineare questo dato per confermare una fortissima affinità culturale tra Italia
ed Argentina e tra la Calabria e l’Argentina in particolare, dove si stima una significativa presenza
di cittadini di origine calabrese. Arturo Curatola – Presidente de la Red de los Empresarios
Calabreses nel Mercosur - stima nel 60% degli “oriundi” italiani quelli di origine calabrese ed in
oltre 100 le Associazioni ed i circoli di calabresi in Argentina, circoli riuniti oggi nella F.A.C.A. –
Federazione delle Associazioni dei Calabresi in Argentina - ; molti di loro, oggi, cittadini della
terza e quarta generazione, occupano posti di rilievo della classe dirigente argentina: nelle
istituzioni, nelle imprese e nelle professioni.
Targa nel Museo dell’Emigrante in Buenos Aires da cui si legge l’immigrazione di 2.341.126 italiani
“Secondo uno studio di Ethnologue, l'italiano è parlato da circa 1.500.000 persone (che lo
rendono la seconda lingua più parlata in Argentina)” (Wikipedia).
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Questi dati antropologico – culturali sulle affinità tra l’Italia e la Calabria con l’Argentina, nonché
le nostre esperienze dirette sul campo, che li confermano ampliamente, fanno parte anch’essi di
quei fondamenti motivazionali di base che hanno spinto la Camera di Commercio Italiana a
Buenos Aires ad intraprendere la via per la realizzazione del presente progetto, in un clima
culturale ben predisposto allo scambio e dove è forte la domanda di Italia e di Calabria, non fosse
altro per rafforzare antichi legami affettivi. La recente elezione del Pontefice argentino Francesco
a Capo della Chiesa Cattolica, anch’egli “oriundo” italiano, ha prodotto un ulteriore slancio nei
rapporti culturali tra i due Paesi favorendo così il crearsi di un clima ottimamente disponibile
all’accoglienza ed al dialogo.
Dal punto di vista religioso, l’Argentina è un paese cattolico (circa l’88%) ma esiste una notevole
libertà di religione, garantita dall'"articolo 14" della Costituzione. Lo Stato riconosce come
ufficiale il culto della Chiesa cattolica, che ha uno status giuridico privilegiato rispetto ad altre
chiese e confessioni: secondo l'articolo 2 della Costituzione argentina, il governo federale sostiene
la Chiesa cattolica e ai sensi del Codice Civile, essa è legalmente paragonabile ad un ente di diritto
pubblico non statale. Il governo argentino e la Santa Sede hanno firmato un Concordato che
regola i rapporti tra il governo e Chiesa cattolica .
1.1.4 Aspetti dell’assetto politico ed istituzionale
Repubblica federale di tipo presidenziale, ispirata al modello USA, in Argentina il Presidente è
eletto a suffragio diretto a doppio turno assieme al candidato alla vicepresidenza, può svolgere al
massimo due mandati, svolge la funzione di Capo del Governo, dura in carica 4 anni e nomina un
Consiglio dei Ministri.
Il potere legislativo è di tipo bicamerale: il Congresso (Congreso Nacional), composto da 257
deputati viene eletto ogni 4 anni con sistema proporzionale ed ogni 2 anni viene rinnovato per il
50% con elezioni intermedie; il Senato (Senado de la Nacion) è composto da 72 membri eletti per
6 anni ed ogni due anni ne viene rinnovato un terzo; i Senatori sono eletti in 24 collegi
corrispondenti alle 23 Provincie più il Collegio della Capitale Federale, in numero di 3 per ogni
Collegio. Possono votare tutti i cittadini argentini che hanno compiuto il 16 anno di età.
Essendo lo Stato di tipo federale, le Provincie hanno grande autonomia legislativa e producono
norme anche nei temi della sicurezza e dell’ordine pubblico nonché sul sistema fiscale.
Le province sono divise in unità secondarie più piccole chiamati “departamentos”, ovvero
dipartimenti. Esistono 376 dipartimenti. La provincia di Buenos Aires ha 134 divisioni simili note
come “partidos”. Departamentos e partidos sono a loro volta suddivisi in municipalità o distretti.
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L’attuale Presidente Cristina Fernandez de Kirchner, è al suo secondo mandato; le elezioni
presidenziali si svolgeranno nella primavera argentina del 2015.
Dopo il default drammatico del 2001, la politica argentina ha avuto una fase stabile con le
presidenze di Nestor Kirchner prima e, dopo la sua morte, dell’attuale Presidente Cristina
Fernandez (vedova di Kirchner) . Nonostante il Paese sia sempre sottoposto ad una forte
agitazione sociale, dal 2001 si è rafforzata la stabilità democratica che ha sicuramente contribuito
al forte recupero della sua economia.
Dalla Rivista on line infoMercatiEsteri edita dal MAE il 29.05.2013, riportiamo: “La Presidente
Cristina Fernandez de Kirchner ha iniziato il suo secondo mandato il 10 dicembre 2011, dopo essere stata eletta
nel mese di ottobre con il 54% dei consensi. Le ragioni alla base della rielezione sono riconducibili da una parte
agli effetti benefici di un’economia che ha continuato a crescere a ritmi sostenuti e, dall’altra, ad un’opposizione
molto debole. Nel 2012, il Governo Kirchner ha rafforzato le principali caratteristiche sia politiche che economiche
della precedente gestione, attraverso un ancor maggiore intervento dello Stato nell’economia ed un’ulteriore
accentramento del potere nelle mani della Presidente. L'adozione di misure impopolari di restrizione valutarie per
frenare la fuga di capitali dal Paese, il recente rallentamento della crescita economica, la perdita di competitività
delle esportazioni dovuta alla sopravvalutazione del peso e la crescente inflazione hanno portato ad un brusco calo
di popolarità per la Presidente e il suo Governo, che si e’ espresso in alcuni "cacerolazos" (manifestazioni di
massa) ed uno sciopero generale.
Nel frattempo, si profilano le elezioni di medio termine in ottobre 2013 con la possibilità che il Governo possa
perdere la maggioranza in Parlamento. Proprio al fine di recuperare consensi la Presidente ha annunciato il varo in
maggio c.m. di una serie di provvedimenti quali il controllo dei prezzi di un paniere di beni di largo consumo,
l'aumento dei sussidi sociali e la regolarizzazione dei capitali in valuta detenuti illegalmente. In merito alle elezioni
presidenziali del 2015, accantonata per ora l’ipotesi un terzo mandato per la Presidente – che richiederebbe una
riforma costituzionale - lo scenario appare totalmente aperto con una opposizione che, sebbene non del tutto
disarmata, resta sostanzialmente disorganizzata e divisa.”
Informazione diretta
Nelle elezioni intermedie dell’ottobre 2013, la profilata possibilità di cambio della
maggioranza in parlamento, si è rivelata inesistente; il Frente de la Victoria della Presidente
ha mantenuto la propria maggioranza con cambiamenti significativi però all’interno del Paese,
della provincia di Buenos Aires e dello stesso partito di maggioranza, dove avanza la
popolarità dell’attuale Governatore della Provincia di Buenos Aires, Daniel Scioli, già
Vicepresidente con Nestor Kirchner.
Sempre dalla Rivista on line infoMercatiEsteri edita dal MAE il 24.05.2013, in merito alle
relazioni internazionali dell’Argentina, riportiamo: “La decisa priorità accordata dai Governi Kirchner ai
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PROGETTO DI SETTORE
temi di politica interna rispetto a quelli di politica estera ha vistosamente impoverito l’agenda internazionale
argentina degli ultimi anni. A livello regionale, il Brasile e il Venezuela rappresentano, per ragioni diverse, i due
punti di riferimento del kirchnerismo. Il Brasile infatti è il primo partner commerciale dell’Argentina e leader
imprescindibile della Regione. Le stesse prospettive di ripresa economica dell’Argentina nel corrente anno sono
strettamente legate alla ripresa del Brasile. Con il Venezuela ci sono affinità ideologiche e di stile, ma anche legami
economico-finanziari tali da giustificare un rapporto stretto che, se pure ha conosciuto in questi anni alcuni
momenti di tensione, e’ sempre rimasto fluido e intenso. Nel complesso, sono buone anche le relazioni con i vicini
Cile e Uruguay. Con la Bolivia e l’Ecuador le relazioni sono eccellenti e cementate dalla comune matrice ideologica.
Più distanti Colombia e Perú, che non a caso sono i due Paesi più vicini agli USA. Le relazioni con Washington
rimangono difficili. Negli ultimi tempi, gli USA stanno manifestando una crescente irritazione verso la riluttanza
argentina ad onorare alcuni rilevanti debiti nei confronti di imprese statunitensi, concretizzatasi nel voto negativo
ad alcuni finanziamenti della Banca Mondiale a favore dell’Argentina e nella sospensione della clausola della
nazione più favorita nei confronti delle importazioni provenienti dall’Argentina. A rendere ancor più teso il clima
ha contribuito in questi ultimi mesi la riapertura della controversia con gli “holdouts” che non hanno aderito alle
offerte di cambio del debito argentino dopo il default del 2001-2002, a seguito di alcune sentenze della
magistratura di New York.
Per quanto riguarda l’Europa, l’Argentina da diversi anni - e specialmente dopo il default – ha gradualmente
attenuato la sua attenzione verso un continente che percepisce sempre più lontano e sempre meno funzionale ai suoi
interessi.
Tradizionalmente complicate sono le relazioni con la Gran Bretagna a causa della nota questione delle Isole
Falklands/Malvinas.
Intensi sono invece i rapporti con la Cina, partner commerciale di grandissima importanza, poiché principale
acquirente della soia e degli altri prodotti agricoli argentini. Il 10 maggio 2013 in occasione di una visita ufficiale
di una delegazione cinese guidata dal Vice Presidente Li Yuanchao sono stati firmati cinque accordi soprattutto di
natura tecnica ed economica.
L’essere parte integrante del G20 è per l’Argentina motivo di particolare orgoglio, sia per la visibilità che ne
consegue, sia perchè permette al Paese di ricercare in modo sistematico quelle convergenze con gli altri Paesi
emergenti che ne fanno parte, verso cui appare sempre più orientato. Sul piano regionale, l’Argentina è, almeno
formalmente, favorevole ai processi di integrazione, appoggiando in particolare l’Unasur (Unione delle Nazioni
Sudamericane).
Informazione diretta
Il clima dei rapporti con gli USA appare più disteso dopo che nell’ottobre 2013, si è
addivenuti ad un accordo sul rientro del debito argentino nei confronti di imprese statunitensi;
ciò ha consentito di avere il voto positivo dei rappresentanti statunitensi in seno al BID
(Banco Interamericano de Desarrollo) per il finanziamento di importanti infrastrutture, alcune
proprio nella Provincia di Buenos Aires e proprio nel settore di interesse del presente progetto
(Plan de Saneamento Ambiental del Reconquista).
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PROGETTO DI SETTORE
L’annuncio governativo del superamento delle misure restrittive per le importazioni (gennaio
2014) fa ben sperare una maggiore apertura del Paese ai mercati esteri europei.
1.2. La situazione economica
Per lo sviluppo del presente capitolo faremo riferimento essenzialmente ai dati contenuti nel
documento Nota Congiunturale, pubblicato da ICE - Agencia para la promoción en el
exterior y la internacionalización de las empresas italianas - Oficina de Buenos Aires – Argentina.
– del maggio 2013, accompagnata dalle riflessioni dirette di opinion leader del sistema
imprenditoriale argentino.
1.2.1. Il quadro macro – economico
Nel sestennio 2007 – 2012, l’Argentina presenta un complessivo e progressivo aumento del PIL,
con una serie di incrementi positivi passando dai 261 miliardi di dollari USA del 2007 ai 475 mld
di US$ del 2012. Solo nell’ultimo anno la crescita del PIL ha subito una decelerazione che gli
esperti motivano con il “crescente aumento dei prezzi. Infatti durante tale periodo l’indice relativo é
aumentato del 10,8% secondo i dati pubblicati dal governo (25/30% secondo i calcoli di origine non
governativa). I principali aumenti si sono registrati nei prezzi dei prodotti alimentari”
INDICATORE
2007 2008 2009 2010 2011 2012
PIL NOMINALE (in miliardi di Pesos)
812 1.033 1.145 1.443 1.842 2.164
PIL NOMINALE (in miliardi di US$)
261 327 307 368 446 475
PIL NOMINALE PROCAPITE (in US$)
8.937 8.046 7.472 9.092 10.896 11.512
PIL REALE (Var. % rispetto a uguale periodo dell’anno
precedente)
8,7 6,8 0,9 9,2 8,9 1,9
Fonte: MECON (Ministero Economia) e BCRA
Resta, in ogni caso, l’indicazione di una economia in forte crescita anche se caratterizzata da una
forte inflazione testimoniata dal progressivo aumento dei prezzi al consumo.
2007 2008 2009 2010 2011 2012
PREZZI AL CONSUMO
(Variazione %)
8,5
7,2
7,7
10,9
9,5
10,8
Fonte: Fonti Ufficiali Indec
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PROGETTO DI SETTORE
I principali economisti e gli imprenditori, valutano, tuttavia, che il tasso reale dell’inflazione,
stimato sulla variazione dei prezzi al consumo nel 2012, sia stato del 25/30 %.
Una situazione, quella argentina, che presenta caratteri inversi rispetto a quelli italiani, come
testimonia il grafico seguente:
Il Pil italiano reale
Andamento trimestrale calcolato in miliardi di € su prezzi deflazionati
Fonti: Istat (base prezzi 2005); Csc Cinfindustria (calcoli sui III trim. 2013); Ansa centimetri
Grafico tratto dal quotidiano economico finanziario on-line www.soldionline.it
Le dimensioni delle due economie, quella italiana e quella argentina, sono complessivamente
distanti e diverse; i 261 mld di US$ del PIL argentino 2007 rappresentavano solo il 12-13% del
PIL italiano 2007, alla fine del 2013 il PIL argentino (475 mld US$) già rappresenta il 24% di
quello italiano (circa 2.000 mld US$); una performance assolutamente lusinghiera dal punto di
vista macroeconomico specie se si considera che la popolazione argentina è pari al 60% di quella
italiana. Si aggiunga che, nonostante il rallentamento del 2013, la crescita del PIL argentino
ottiene un + 1,9% che, nel panorama del mondo occidentale, rappresenta un risultato ottimo in
un periodo di crisi globale e dove i 3 principali Paesi europei (Francia, Germania e Italia) insieme
presentano solo un complessivo + 0,4%, gli USA +1,7%, il Giappone +1,6 , il Regno Unito
+1,5%, il Canada +2%, (dati Rapporto OCSE agosto 2013).
Nello stesso periodo 2007-2013, la disoccupazione è scesa dal 7.5% al 6.9% (in Italia è al 12,5%
nel 2013) ed il debito pubblico, seppure in aumento in valore assoluto, rappresenta, nel 2013
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“soltanto” il 41,5% del PIL, di cui circa il 60% è rappresentato dal Debito Pubblico estero che
comunque è in leggero calo anche in valori assoluti.
DEBITO PUBBLICO ARGENTINA
2007 2008 2009 2010 2011 2012
DEBITO PUBBLICO TOTALE (in miliardi di US$)
144,7 146,0 147,1 164,3 178,9 182,7
DEBITO PUBBLICO TOTALE (% del PIL)
56,1 48,8 48,8 45,3 41,8 41,5
DEBITO PUBBLICO ESTERO (% del PIL)
24,1 18,6 18,2 16,9 14,2 nd
Fonte: MECON (Ministero Economia) – Subsecreteria de Financiamiento
Questi dati sfatano un immaginario collettivo sull’Argentina come Paese “indebitato”, basti
pensare che, nel 2013, in Italia il debito pubblico rappresenta il 133% del PIL ed il debito
pubblico aggregato dei 17 Paesi dell'Eurozona è stato pari al 93,4% del PIL. (dati Eurostat).
Dopo il drammatico default del 2001-2002, l’Argentina ha ripreso a crescere; persistono riserve
alimentate più dalle analisi interessate del FMI (Fondo Monetario Internazionale) con il quale non
corre buon sangue e sostenute dagli appetiti delle multinazionali nord americane e britanniche
che temono l’affermarsi di nuovi sistemi politico-economici in America latina, capaci di
prefigurare, da soli, nuove forme di economie nazionali e regionali in cui si intravede una
progressiva diminuzione della loro influenza politico-economica.
1.2.2. Aspetti del commercio estero
L’Argentina presenta una bilancia commerciale positiva che lo caratterizza come essere un Paese
esportatore, soprattutto di materie prime.
Nel periodo 2007–2013 le importazioni presentano un andamento altalenante, ma con una
crescita complessiva, il saldo della bilancia si mantiene positivo.
BILANCIA COMMERCIALE ARGENTINA
2008 2009 2010 2011 2012
ESPORTAZIONI (prezzi FOB in miliardi di US$)
70 56 68 84 81
IMPORTAZIONI (prezzi CIF in miliardi di US$)
57 39 57 74 69
SALDO
13 17 12 10 13
Fonte: INDEC (istituto Nazionale di Statistiche e censimenti)
14 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
Se è pur vero che si registra un calo delle importazioni nel 2012, come sottolinea il citato
Rapporto dell’ICE argentina, dovute alla politica del governo argentino di aumentare le entrate
valutarie mediante l’attivo del saldo commerciale e che ha prodotto, secondo l’ICE, “un’atmosfera a
dir poco piena di incertezze per gli importatori argentini, che non hanno alcuna sicurezza di riuscire sia ad ottenere
l’autorizzazione ad importare, sia ad acquisire la valuta necessaria per il pagamento delle importazioni e sia a
sdoganare le merci già pagate”, autorevoli fonti del sistema imprenditoriale export/import argentino,
ci informano che il cambio di procedura per l’import (ogni importatore non può superare un
monte di import superiore a quello export) è stato di complessa applicazione ma che, ora che il
meccanismo è avviato e rodato, attraverso la procedura DJAI (Declaración Jurada Anticipada de
Importación) i problemi risultano risolti e il Governo ha preannunciato il ritiro della condizione “1
x 1” (a un dollaro importato deve corrispondere un dollaro esportato); in ogni caso, a livello
macro, il problema sembra non esistere visto il dato positivo della bilancia commerciale.
Informazione diretta
Gli operatori argentini dell’import/export, che usano la consolidata procedura hanno
confermato che “approvata la DJAI non esistono nemmeno i problemi riguardanti il
trasferimento di valuta”.
Nel 2012, l’Italia ha esportato in Argentina prodotti per un valore di 1.457,40 milioni di US$ (il
2,13% del totale delle importazioni argentine) ed ha importato prodotti per un valore di 1.174,50
milioni di US$ (pari all’1,4% del totale delle esportazioni Argentine).
Rispetto al 2011 le esportazioni italiane hanno subito un crollo del 42% ma la composizione
interna delle categorie commerciali presenta grandissime variazioni:
“ Un’analisi per settore delle statistiche di fonte ¨Elaborazione ICE su dati ISTAT¨, mostra che l´export
italiano verso l´Argentina registra una diminuzione in quasi tutti i settori, dove le principali merceologie in
diminuzione sono:
autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-13%) da 95 a 83 mil di €
prodotti da raffinazione del petrolio (-98%) da 46 a 0.7 mil di €
gas, vapori settore HVAC etc (-42%) da 27 a 16 mil di €
mobili (- 23%) da 6,2 a 4,8 mil di €
articoli in pelle (-21%) da 2,5 a 1,9 mil di €.
Si registrano invece crescite nei seguenti settori:
altri prodotti della metallurgia (+29%) da 43 a 60 mil di €
prodotti farmaceutici (+16%) da da 53 a 61 mil di €
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PROGETTO DI SETTORE
altri mezzi di trasporto (+60%) da 5,8 a 9,4 mil di €
prodotti delle miniere e delle cave (+44%) da 3,4 a 5 mil di €.”
Per il settore di interesse di “Argentabria”, che rientra nell’ambito di “altri prodotti della
metallurgia”, notiamo un incremento delle esportazioni dall’Italia verso l’Argentina pari al +29%,
dato questo che conferma la tendenza argentina all’aumento dell’importazione tecnologica specie
nel settore industriale dove gli anni del default e della risalita economica hanno impedito
l’ammodernamento del comparto dell’industria meccanica.
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PROGETTO DI SETTORE
1.3. La Provincia di Buenos Aires (PBA)
Se l’Argentina può essere considerata la porta di ingresso più importante del Sud America, la
Provincia di Buenos Aires, insieme alla Capitale Federale (Ciudad Autonoma de Buenos Aires), è
sicuramente la principale porta d’ingresso in Argentina.
Per dimensioni geografiche e demografiche, infrastrutturazione civile ed industriale e per ospitare
le più importanti Istituzioni argentine, il progetto concentrerà l’attenzione su questo vasto
territorio; ciò anche alla luce della dimensione del nostro sistema di offerta rispetto al quale, il
presente progetto intende agire attraverso la realizzazione di azioni di sistema.
1.3.1. Dati sintetici della Provincia di Buenos Aires (PBA)
La Provincia di Buenos Aires contiene, a sua volta, l’area geografica detta “Gran Buenos Aires”
(GBA), costituita dai territori delle Municipalità intorno alla città di Buenos Aires, dove si
contano quasi 10 mln di abitanti, tra cui le grandi città di Avellaneda, Lanús, Lomas de Zamora,
Vicente López, Morón, Merlo, Quilmes, San Justo, San Martin e San Isidro; nel resto della vasta
Provincia sono insediati i rimanenti 6 mln di abitanti.
Oltre alla Capitale provinciale di La Plata, che con il suo territorio circostante (Gran La Plata)
conta una popolazione di 694.253 abitanti, altre città importanti sono: Mar del Plata (Gran Mar
del Plata: 541.733), centro turistico costiero, Bahía Blanca (Gran Bahía Blanca: 274.509) e San
Nicolás de los Arroyos (125.408).
Superficie:
307,571 kmq
Popolazione (2010):
15.594.428 abitanti
Densità: 50,7 ab/kmq
Lingua: Spagnolo
Fuso Orario con Italia:
meno 4 ore (meno 5 con Italia in ora legale)
Capitale:
La Plata
Municipalità (Partidos): 134
Coordinate geografiche: 31°38’S – 60°42W (La Plata)
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PROGETTO DI SETTORE
L’orografia della provincia è sub pianeggiante e si trovano solo due catene montuose: Sierra de la
Ventana e la Sierra de Tandil (circa 600 m s.l.m.); il clima è mite e influenzato dall'Oceano
Atlantico, le estati sono calde e gli inverni temperati, l'umidità è elevata e le precipitazioni sono
abbondanti e distribuite nell'arco dell'anno.
1.3.2. Le Municipalità (Partidos) della PBA
1. Adolfo Alsina (Carhué), 2 Adolfo Gonzales Chaves, 3 Alberti, 4 Almirante Brown
(Adrogué), 5 Arrecifes, 6 Avellaneda, 7 Ayacucho, 8 Azul, 9 Bahía Blanca, 10 Balcarce, 11.
Baradero, 12 Benito Juárez, 13 Berazategui, 14 Berisso, 15 Bolívar (San Carlos de Bolívar),
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PROGETTO DI SETTORE
16 Bragado, 17 Brandsen (Coronel Brandsen), 18 Campana, 19 Cañuelas, 20. Capitán
Sarmiento, 21 Carlos Casares, 22 Carlos Tejedor, 23 Carmen de Areco, 24 Castelli, 25
Chacabuco, 26 Chascomús, 27 Chivilcoy, 28 Colón, 29. Coronel de Marina Leonardo Rosales
(Punta Alta), 30. Coronel Dorrego, 31 Coronel Pringles, 32 Coronel Suárez, 33 Daireaux, 33.
Dolores, 34 Ensenada, 35 Escobar (Belén de Escobar), 36 Esteban Echeverría (Monte
Grande), 37 Exaltación de la Cruz (Capilla del Señor), 38 Ezeiza, 39 Florencio Varela, 40
Florentino Ameghino, 41 General Alvarado (Miramar), 42 General Alvear, 43 General Arenales
44 General Belgrano, 45 General Guido 46 General Madariaga (General Juan Madariaga), 47
General La Madrid, 48 General Las Heras, 49 General Lavalle, 50 General Paz (Ranchos), 51
General Pinto, 52 General Pueyrredón (Mar del Plata), 53 General Rodríguez, 54 General San
Martín, 55 General Viamonte, 56 General Villegas, 58 Guaminí, 59 Hipólito Yrigoyen
(Henderson), 60 Hurlingham, 61 Ituzaingo, 62 José C. Paz, 63 Junín, 64 La Costa (Mar del
Tuyú), 65 La Matanza (San Justo), 66 LA PLATA, 67 Lanús, 68 Laprida, 69 Las Flores,
70 Leandro N. Alem (Vedia), 71 Lincoln, 72 Lobería, 73 Lobos, 74 Lomas de Zamora, 75
Luján, 76 Magdalena, 77 Maipú, 78 Malvinas Argentinas (Los Polvorines), 79 Mar Chiquita
(Coronel Vidal), 80 Marcos Paz, 81 Mercedes, 81 Merlo, 83 Monte (San Miguel del Monte),
84 Monte Hermoso, 85 Moreno, 86 Morón, 87 Navarro, 88 Necochea, 89 Nueve de Julio,
90 Olavarría, 91 Patagones (Carmen d Patagones), 92 Pehuajó, 93 Pellegrini, 94 Pergamino, 95
Pila, 96 Pilar, 97 Pinamar, 98 Presidente Perón (Guernica), 99 Puán, 100 Punta Indio
(Verónica), 101 Quilmes, 102 Ramallo, 103 Rauch, 104 Rivadavia (América), 105 Rojas (Rojas),
106 Roque Pérez, 107 Saavedra (Pigüé), 108 Saladillo, 109 Salto, 110 Salliqueló, 111 San Andrés
de Giles, 112 San Antonio de Areco, 113 San Cayetano, 114 San Fernando, 115 San Isidro, 116
San Miguel, 117 San Nicolás (San Nicolás de los Arroyos), 118 San Pedro, 119 San Vicente,
120 Suipacha, 121 Tandil, 122 Tapalqué, 123 Tigre, 124 Tordillo (General Conesa), 125
Tornquist, 126 Trenque Lauquen, 127 Tres Arroyos, 128 Tres de Febrero (Caseros), 129 Tres
Lomas, 130 Veinticinco de Mayo, 131 Vicente López (Olivos), 132 Villa Gesell, 133 Villarino
(Médanos), 134 Zárate. (in grassetto le 24 municipalità che appartengono,
amministrativamente alla Gran Buenos Aires – GBA -)
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PROGETTO DI SETTORE
La Gran Buenos Aires
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PROGETTO DI SETTORE
1.3.3. La distribuzione della popolazione nella PBA.
La densità della popolazione nella PBA è pari a 51,2 abitanti/Kmq, ma la distribuzione della
popolazione sul territorio e nelle varie municipalità è molto variegata.
Ci soffermiamo su questo tema perché alla Densità di popolazione ed alla sua distribuzione, sono
intimamente legate le problematiche derivanti dalla produzione dei Rifiuti Solidi Urbani ed i
conseguenti sistemi di gestione e trattamento.
Come si evince dalla carta tematica di seguito allegata che rappresenta, graficamente, l’assetto
della distribuzione della popolazione provinciale sul suo territorio, si nota una forte densità
insediativa nella Gran Buenos Aires dove ben 13 Municipalità (Partidos) presentano una altissima
Densità demografica superiore a 5.000 abitanti/kmq, e gli altri Municipi densità, comunque alte,
tra 1000 e 5000 ab/kmq; intorno alla GBA la densità va via via scemando man mano che ci si
allontana dalla CABA; proprio su quest’area metropolitana di quasi 10 milioni di abitanti abbiamo
osservato direttamente, come vedremo successivamente, i fenomeni più importanti che
caratterizzano la situazione della gestione dei RSU nella PBA.
I dati del censimento 2010, inoltre, segnalano un forte incremento demografico decennale
(dell’ordine del 10%) sulle municipalità della GBA.
Questo dato ci spinge a focalizzare ancor di più l’attenzione sui territori della GBA e limitrofi
dove la domanda sociale, ma anche istituzionale, di una corretta gestione dei rifiuti è crescente e,
in taluni casi, inderogabile.
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PROGETTO DI SETTORE
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PROGETTO DI SETTORE
1.3.4. Dati Macroeconomici della PBA
Nell’anno 2012, la PBA ha contribuito con il 37,2% alla formazione del PIL nazionale argentino,
con un aumento annuale geografico del 3,8% pari quasi al doppio di quello nazionale (+ 1,9%).
Su un PIL nazionale di circa 475 miliardi di US$, la PBA ha cioè prodotto circa 175 mld di US$.
Nostre elaborazioni sui dati della Direzione provinciale di Statistica della PBA, ci consentono di
osservare un sistema macro economico in forte espansione, come dimostrano i dati della tabella
di seguito riportata.
PROVINCIA DI BUENOS AIRES
PRODOTTO GEOGRAFICO LORDO (PBG) A PREZZI COSTANTI
Valori trimestrali di produzione, secondo i settori di attività economica Anni 2001-2012
Fonte: Nostre elaborazioni su dati della “Direciòn Provincial de Estatistica de la Provincia di Buenos Aires
”
Il Prodotto Lordo Geografico (Producto Bruto Geografico – PBG), della PBA, al 2012, è per il
28% composto dall’industria manifatturiera che, da solo, costituisce il 70% dell’intero comparto
produttivo della Provincia e contribuisce all’intero PIL nazionale con l’8%. Il settore
manifatturiero nella PBA ha avuto un incremento annuale (2012-2011) del 6,16% a testimonianza
di una economia a forte crescita industriale che presto dovrà fare i conti anche con
l’approvvigionamento energetico.
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PROGETTO DI SETTORE
Se fino a qualche anno fa la problematica energetica sembrava lontana dalle necessità impellenti
del sistema economico-produttivo argentino, anche per essere il Paese grande produttore di
petrolio, oggi il tema comincia a farsi pressante e nuove misure stanno per essere messe in campo
specie sulle cosiddette “rinnovabili”, prevedendosi un sostegno alla loro produzione; un fattore
sicuramente importante a cui il tema della valorizzazione, anche energetica, dei rifiuti può e deve
dare il suo contributo.
1.3.5. Particolari assetti istituzionali nella PBA nel settore Ambiente e Rifiuti
In relazione al Settore di interesse di Argentabria, ambiente e rifiuti, nella provincia di Buenos
Aires, oltre alla presenza delle competenze delle singole Municipalità, operano due Soggetti:
OPDS - Organismo Provincial para el Desarrollo Sostenible (Organismo Provinciale per
lo Sviluppo Sostenibile) che è il soggetto di supporto alle decisioni in materia di Rifiuti,
con uno specifico assetto che prevede attività di controllo, di fiscalizzazione, di
valutazione di impatto ambientale, di ordinamento ambientale a scala territoriale e dei
Rifiuti sia solidi urbani, sia speciali e patogenici;
ADA – Autoridad de Agua – che dipende dal Ministero delle Infrastructure della
Provincia ed afferisce al Sottosegretariato delle Opere e Servizi Pubblici.
L’ADA – Autorità dell’Acqua - , istituito con Decreto ministeriale n. 266/2002, si articola in due
Direzioni:
la Direzione di Pianificazione, Controllo e preservazione delle Risorse Idriche;
la Direzione degli usi e utilizzo delle Risorse Idriche.
Quest’ultima Direzione dell’ADA, attraverso il DEPARTAMENTO GESTIÓN
COMITÉS DE CUENCAS Y CONSORCIOS (Dipartimento di gestione dei Comitati di bacino
e Consorzi), coordina e supporta l’attività dei Comitati di bacino, soggetti autonomi di tipo
territoriale dipendenti dalla Provincia, di scala sovra municipale e gestiti dai rappresentanti delle
municipalità i cui territori afferiscono ad uno stesso bacino idrografico; essendo la divisione
territoriale di tipo fisico-geografico (bacino idrografico) può capitare che il territorio di una
municipalità possa ricadere in più bacini (Cuencas).
I Comitès de Cuencas (Comitati di Bacino), rivestono un ruolo fondamentale nella
pianificazione ma anche nell’attuazione di progetti che riguardano l’assetto ambientale dei territori
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PROGETTO DI SETTORE
ad essi afferenti e possono muoversi con specifici progetti finanziabili sia da organismi nazionali,
sia provinciali, sia internazionali.
Poniamo l’accento su queste strutture istituzionali in quanto sono quelle che, negli ultimi
anni, e per verifica diretta, hanno messo in moto piani e progetti significativi nel settore ambiente
e rifiuti.
Nel Decreto di Istituzione dell’ADA vengono individuate, nel territorio della PBA, 10
Regioni:
REGIÓN I: Pergamino (sede de la región), San Nicolás, Ramallo, San Pedro, Baradero,
Bartolomé Mitre, Colón, Rojas, Salto, Capitán Sarmiento, San Antonio de Areco, Exaltación de la
Cruz, Carmen de Areco y San de Andrés de Giles.
REGIÓN II: Ensenada (sede de la región), La Plata, Berisso, Berazategui, Almirante Brown,
Florencio Varela, Presidente Perón, Esteban Echeverría, Lomas de Zamora, Quilmes, Lanús,
Avellaneda, Ezeiza, La Matanza, San Vicente, Cañuelas, Marcos Paz, General Las Heras,
Magdalena, Punta Indio, General Paz y Coronel Brandsen.
REGIÓN III: Luján (sede de la región), Mercedes, Suipacha, Pilar, General Rodríguez, Merlo,
Morón, Ituzaingó, Hurlingham, Tres de Febrero, General San Martín, San Miguel, Moreno, José
C. Paz, Malvinas Argentinas, Vicente López, San Isidro y Escobar.
REGIÓN IV: 9 de Julio (sede de la región), Bragado, Alberti, Chivilcoy, General Viamonte,
Chacabuco, Junín, General Arenales y L. N. Alem.
REGIÓN V: Tandil (sede de la región), Olavarría, Azul, Laprida, Benito Juárez , Gonzáles
Cháves y Balcarce.
REGIÓN VI: Bahía Blanca (sede de la región), Guaminí, Adolfo Alsina, General Lamadrid,
Coronel Rosales, Coronel Dorrego, Monte Hermoso, Villarino, Patagones, Puán, Tornquist,
Coronel Pringles, Saavedra, Coronel Suárez.
REGIÓN VII: Trenque Lauquen (sede de la región), General Villegas, General Pinto,
Florentino Ameghino, Lincoln, Carlos Tejedor, Rivadavia, Pehuajó, Carlos Casares, Hipólito
Yrigoyen, Daireaux, Pellegrini, Tres Lomas y Salliqueló.
REGIÓN VIII: Dolores (sede de la región), Castelli, Pila, General Guido, General Lavalle,
Municipio Urbano de la Costa, Rauch, Ayacucho, General Madariaga y Maipú.
REGIÓN IX: Tigre (sede de la región), San Fernando, Campana y Zárate.
REGIÓN X: General Pueyrredón (sede de la región), Pinamar, Villa Gesell, Mar Chiquita,
General Alvarado, Lobería, Necochea, San Cayetano y Tres Arroyo.
REGIÓN XI: Las Flores (sede de la región), Bolívar, 25 de Mayo, Navarro, Lobos, Roque
Pérez, Saladillo, General Alvear, Tapalqué, General Belgrano, Monte y Chascomús.
25 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
Nell’ambito di queste Regioni, ma anche con sovrapposizioni territoriali amministrative, operano
i Comites de Cuencas di cui, i più attivi sono:
ACUMAR ( Autoridad de la CUenca MAtanza y Riachuelo),
COMIREC (COMItè de la Cuenca del Rio REConquista).
In questi ambiti amministrativo-territoriali, i più popolosi ed industrializzati dell’Argentina,
possono trovare riscontro positivo le azioni di Argentabria, soprattutto per la domanda crescente
e pressante di innovazione tecnologica e gestionale nel settore rifiuti.
ACUMAR, è il soggetto che opera nell’area dei bacini idrografici del Rio Matanza e del Rio
Riachuelo; nell’ambito della Region II, in questi bacini ricadono, in parte o totalmente, i territori
della Ciudad Autonoma de Buenos Aires e 14 municipi della provincia: Lanús, Avellaneda,
Lomas de Zamora, Esteban Echeverría, La Matanza, Ezeiza, Cañuelas, Almirante Brown, Morón,
Merlo, Marcos Paz, Presidente Perón, San Vicente y General Las Heras.
Il territorio di competenza di ACUMAR è di circa 2.200 Kmq, dove si sviluppano circa 64 Km di
rete idrografica afferente ai fiumi Matanza e Riachuelo, con 8 milioni di abitanti ed è la zona più
urbanizzata ed industrializzata d’Argentina.
Il bacino idrografico dei Rios Matanza e Riachuelo, è a sua volta suddiviso, procedendo dalla
sorgente alla foce, in 3 “Cuencas”: Alta, Media e Baja.
Le politiche di intervento di ACUMAR si sviluppano attraverso uno strumento di
Programmazione detto PISA – Plan Integrado de Saneamento Ambiental - elaborato nel 2009.
ACUMAR è quella che ha programmato, progettato e realizzato i primi Ecopuntos, strutture
molto semplici dal punto di vista tecnologico, dove si è avviata la separazione secco – umido, con
risultati assolutamente insufficienti rispetto alla grande domanda di gestione integrata dei rifiuti.
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PROGETTO DI SETTORE
COMIREC è il soggetto che, dipendendo dal Ministerio de Infrastructuras – Subsecreteria
Obras y Servicios Publicos, della PBA, opera su un territorio su cui sono insediati 4,6 milioni di
abitanti, in 18 municipalità, nell’ambito della REGION III.
Il territorio corrisponde al Bacino idrografico del Rio Reconquista, ed è collocato parallelamente
al territorio di ACUMAR, a NNOvest di quest’ultimo; essendo questo territorio delimitato
idrograficamente, alcuni Municipi, ed in particolare quelli della destra idrografica appartengono
sia a COMIREC sia ad ACUMAR.
Territorio del Bacino del Rio Reconquista – Area COMIREC
Ci soffermeremo in particolare su questo territorio, interessato, dal 2013, da un’intensa attività di
pianificazione dell’assetto ambientale e dei rifiuti in particolare, portato avanti dal soggetto
COMIREC attraverso la redazione, in corso, del “Plan de Saneamento Ambiental del
Reconquista”, con un finanziamento da parte del BID (Banco Interamericano de Desarrollo) di
una prima tranche di 180 milioni di US$ a cui si sommano altri 50 milioni di US$ da parte della
PBA.
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PROGETTO DI SETTORE
Dal punto di vista progettuale di Argentabria, questo soggetto, e quest’area in particolare,
risultano particolarmente interessanti, sia per la dislocazione territoriale strategica del territorio,
sia per i suoi caratteri di dimensione demografica ed industriale, sia perché è l’area in cui è più
pressante la domanda di una corretta gestione integrata dei rifiuti con l’introduzione di
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PROGETTO DI SETTORE
innovazione tecnologica e gestionale; elementi questi che potrebbero facilitare
l’internazionalizzazione delle imprese calabresi ed italiane di settore.
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PROGETTO DI SETTORE
PARTE 2 - Il settore dei rifiuti
30 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
2.1 La normativa di settore
La legislazione argentina è organizzata su diversi livelli, che seguono l’ordine amministrativo della
pubblica amministrazione per come già esposto nel paragrafo 1.1.4 “Aspetti dell’assetto politico ed
istituzionale”. Questo stesso impianto è seguito anche dalla normativa del settore dei rifiuti, con
leggi a carattere strategico di livello nazionale, con leggi a carattere coordinativo a livello
provinciale e con leggi a carattere operativo a livello municipale. Tuttavia ai fine di questo
documento sarà presa in considerazione la legislazione nazionale e quella della Provincia di
Buenos Aires. Inoltre come sarà evidente nei paragrafi successivi il confronto tra la legislazione
italiana (che fa riferimento a quella della comunità europea) e quella argentina, sia nazionale che
provinciale, fa apparire quest’ultima come indicativa di caratteri generali e non stringente su
aspetti specifici. Infine non dovrà apparire come incompleta se non sono contemplate procedure
e prassi che in Italia sono ormai consolidate nel settore dei rifiuti, (come ad esempio l’obbligo
della Raccolta Differenziata dei rifiuti solidi urbani, l’autorizzazione per la attività degli impianti di
trattamento e/o valorizzazione) ma ciò dipende dal fatto che alcune condizioni non si sono
verificate e di conseguenza non sono state normate.
2.1.1 La normativa nazionale
La normativa nazionale del settore ambientale trova il suo fondamento nella “Ley General del
Ambiente” nr.25.675 del 2002, una legge quadro, che stabilisce i principi di politica ambientale.
Tale legge fissa i principi minimi per:
la gestione e sviluppo sostenibili dell’ambiente;
le competenze giuridiche;
gli strumenti di politica e gestione;
l’ordinamento ambientale;
la valutazione di impatto ambientale;
i principi di educazione ed informazione:
le forme di partecipazione della cittadinanza;
la sicurezza ambientale;
il sistema federale ambientale;
il danno ambientale;
31 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
La politica ambientale argentina mira, attraverso i dettami della legge citata, a perseguire i seguenti
obiettivi:
assicurare la preservazione, la conservazione, il restauro e il miglioramento della
qualità delle risorse ambientale, naturale e culturale, nello svolgimento delle
diverse attività umane;
promuovere il miglioramento della qualità della vita per le generazioni presenti e
future, come priorità;
promuovere la partecipazione sociale nei processi decisionali;
promuovere l'uso razionale e sostenibile delle risorse naturali;
mantenere l'equilibrio e la dinamica dei sistemi ecologici;
garantire la conservazione della biodiversità;
prevenire gli effetti dannosi o pericolosi delle attività umane sull'ambiente di
generare consentire la sostenibilità ecologica , economica e sociale dello sviluppo;
promuovere cambiamenti nei valori sociali e comportamenti che permettono lo
sviluppo sostenibile attraverso per l'educazione ambientale , sia nel sistema
formale e informale;
gestire e integrare le informazioni ambientali e garantire la libera accesso della
popolazione alle stesse;
stabilire un sistema di coordinamento giurisdizionale federale per l'attuazione delle
politiche ambientale nazionale e regionale;
stabilire procedure e meccanismi per minimizzare i rischi ambientali
prevenzione e mitigazione delle emergenze ambientali e per ricomporre i danni
inquinamento ambientale.
Inoltre la legge fa propri i principi fondamentali dettati dalla Conferenza delle Nazioni Unite
sull’Ambiente e lo Sviluppo, riunitasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno del 1992:
Principio di progressività;
Principio di responsabilità;
Principio di sussidiarietà;
Principio di sostenibilità;
Principio di solidarietà;
Principio di cooperazione.
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PROGETTO DI SETTORE
Vengono individuati gli strumenti della politica e della gestione ambientale che sono:
la pianificazione ambientale;
la valutazione d'impatto ambientale;
il sistema di controllo sullo sviluppo delle attività umane;
l'educazione ambientale;
il sistema diagnostico e ambientale;
il sistema economico per promuovere lo sviluppo sostenibile.
Sugli strumenti introdotti dalla normativa nazionale argentina, qui sembra utile soffermarsi sulla
valutazione d’impatto ambientale. Infatti la legge sancisce che tutte quelle opere che possono
essere suscettibili di impatti ambientali devono seguire un provvedimento di valutazione di
impatto ambientale prima della loro realizzazione. I procedenti dovranno presentare uno studio
di impatto ambientale, in cui si dettagliano le opere e le attività da realizzare, che sarà valutato e
che otterrà una dichiarazione di approvazione.
Informazione diretta
L’articolazione della valutazione di impatto ambientale è similare a quella applicata in Italia,
ma i contenuti minimi degli studi di impatto ambientali sono limitati all’identificazione delle
conseguenze e delle mitigazioni degli effetti negativi.
Altra legge quadro che interessa, in maniera specifica, il settore dei rifiuti è la “Ley de gestion de
residuos domiciliarios” nr. 25.916 del 2004.
Questa legge stabilisce:
i presupposti di tutela ambientale per la gestione integrata dei rifiuti domestici;
le disposizioni generali;
le autorità competenti;
Produzione e disposizione iniziale;
raccolta e trasporto;
il trattamento, trasferimento e smaltimento;
il coordinamento intergiurisdizionale;
l’Autorità esecutiva;
le infrazioni e sanzioni;
le disposizioni supplementari.
33 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
Le disposizioni normativa riguardano tutti i rifiuti domiciliari siano essi di origine residenziale,
urbana, commerciale, sanitaria, industriale o istituzionale. Naturalmente è chiarito che i rifiuti
detti “domiciliarios” sono tutti quegli elementi, oggetti e/o sostanze prodotti da processi di
consumo e delle attività umane e che sono conferiti e/o abbandonati.
La “diposiciòn inizial” (conferimento iniziale) è l'azione con la quale si depositano o si
abbandonano i rifiuti, che è fatta dal produttore, e deve essere organizzata in base alle indicazioni
delle diverse giurisdizioni. Il conferimento iniziale può essere :
Generale, se effettuato senza differenziazione e separazione dei rifiuti;
Selettiva se effettuato con differenziazione e separazione dei rifiuti.
La “recolecciòn” (raccolta) è l'insieme di azioni che comprendono la raccolta e caricamento dei
veicoli per la raccolta dei rifiuti. Essa può essere:
Generale, senza distinguere i diversi tipi di rifiuti;
Differenziata, con la distinzione per tipo di rifiuti a secondo del loro trattamento e della
loro successiva valorizzazione.
Il “tratamiento” (trattamento) comprende l'insieme di operazioni volte alla preparazione dei rifiuti.
Viene inteso come preparazione le operazioni effettuate al fine di predisporre i rifiuti per il
recupero o lo smaltimento. Viene inteso come valorizzazione qualsiasi procedura che consente
l'utilizzo delle risorse contenute nei rifiuti, il riciclaggio nelle loro caratteristiche fisiche, chimiche,
meccanica o biologica e il riutilizzo.
La “disposiciòn final” (smaltimento) comprende l'insieme di operazioni atte a garantire il deposito
permanente di rifiuti urbani e dei rifiuti derivanti dalle attività di trattamento adottate. Sono
inclusi anche in questa fase la chiusura e post-chiusura delle attività centri di smaltimento.
La legge individua le autorità competenti per giurisdizione e demanda a loro la definizione di
programmi e piani per il raggiungimento degli obiettivi minimi fissati. Alle autorità competenti è
anche demandato il potere di stipula di accordi per il miglioramento delle attività e degli obiettivi
fissati. Il coordinamento inter-giurisdizionale è affidato al COFEMA, Consejo Federal de Medio
Ambiente, il quale ha come obiettivi:
perseguire una politica di gestione integrata dei rifiuti domestici;
concordare criteri tecnici e ambientali utilizzate nelle varie fasi della gestione globale;
perseguire, unitamente alle autorità di esecuzione, gli obiettivi di recupero dei rifiuti
domestici.
Le autorità di esecuzione, che vengono individuate negli organismi di maggiore gerarchia nella
competenza ambientale, hanno le seguenti funzioni:
a) Formulare politiche per la gestione dei rifiuti residenziale , unitamente al COFEMA;
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PROGETTO DI SETTORE
b) predisporre una relazione annuale con le informazioni che si forniscono le province e la
Città di Buenos Aires, che dovrebbe almeno specificare il tipo e la quantità di rifiuti
domestici che vengono raccolte, anche quelli che sono riciclati o hanno potenziale di
recupero in ciascuna delle giurisdizioni;
c) promuovere misure per coprire l'integrazione dei percorsi informali di raccolta dei rifiuti;
d) promuovere programmi di educazione ambientale;
e) fornire indicazioni sull'organizzazione di programmi per sistemi di recupero e riciclo nelle
diverse giurisdizioni;
f) promuovere la partecipazione del pubblico ai programmi per ridurre, riutilizzare e
riciclare i rifiuti;
g) incoraggiare, attraverso programmi di comunicazione sociale e di strumenti economici e
giuridici , il recupero dei rifiuti e il consumo di prodotti realizzati con materiale riciclato o
da utilizzare con un potenziale di recupero;
h) promuovere e incoraggiare la partecipazione nei settori produttivi e il commercio di merci
nella gestione integrata dei rifiuti;
i) promuovere e concordare l'ambito di COFEMA , un programma nazionale di obiettivi
quantificabili per il recupero dei rifiuti progressiva realizzazione, che dovrebbe essere
riesaminata periodicamente aggiornato.
Nel campo dei rifiuti pericolosi il riferimento nazionale è costituito dalla “Ley para la Gestión de
Residuos Peligrosos” nr. 24.051 del 1991, con il regolamento collegati nr. 83/1993.
Questa legge quadro regola la gestione dei rifiuti pericolosi rispetto alla:
Produzione;
Municipalizzazione;
Trasporto;
Conservazione;
Trattamento e/o disposizione finale.
Viene istituito un registro nazionale dei produttori, trasportatori e di chi effettua trattamento e/o
smaltimento, disciplinando le modalità e le procedure che attengono ai rifiuti pericolosi.
Attraverso l’iscrizione a questo registro viene rilasciato un certificato ambientale annuale che
permette lo svolgimento delle attività sui rifiuti pericolosi.
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PROGETTO DI SETTORE
2.1.2 La normativa provinciale
La legge provinciale nr. 13.592 del 2006 “Ley gestion integral de residuos solidos urbanos” è il quadro di
riferimento per la politica ambientale nella provincia di Buenos Aires e recepisce la Legge quadro
nazionale nr.25.916. Il Capitolo VII si riferisce alla gestione dei rifiuti . L'articolo 6 fornisce le
linee guida generali per la gestione dei rifiuti , tra cui molte questioni, come la minimizzazione
della produzione, come obiettivo minimo.
Nella definizione di politiche in materia di rifiuti solidi urbani, viene rilevato il ruolo che la
provincia assume nella qualità di coordinatore della politica ambientale nel complesso
svolgimento della funzione della gestione dei rifiuti, quando si supera la capacità dei comuni di
gestire singolarmente . Infatti le città non sono in grado di assumere per sé la definizione della
politica dei rifiuti globale, al di là del ruolo che spetta indubbia e innegabile nella prestazione di
carattere locale, come la raccolta e la pulizia urbana . Questi schemi di gestione dei rifiuti regionali
sono riflessi nella creazione di strutture di gestione regionali, dove esisteranno le condizioni per le
di associazione tra le giurisdizioni. A livello nazionale i piani di gestione dei rifiuti solidi urbani
elaborati con maggiore facilità e continuità, muovendo proprio nella direzione di mantenere e
promuovere programmi regionali, coinvolgendo i comuni al fine di garantire economie di scala e
condivisione degli oneri degli investimenti richiesta per il trattamento e lo smaltimento
accettabile. In questo senso, il concetto di sistema regionale di smaltimento finale introdotto
nell'area metropolitana,(Buenos Aires) con la formazione del CEAMSE negli anni Settanta.
La legge provinciale tende a determinare una politica per il futuro di abolire le questioni più
controverse del Decreto Legge 9.111/78. La normativa inoltre mantiene l'esperienza associativa
che hanno accumulato i comuni regionali e della Provincia nel corso degli ultimi decenni.
Pertanto, la legge propone un meccanismo affinché i comuni possono formulare alternative alla
cessione di carattere regionale, debitamente riconosciuta dalla competente autorità . In questo
viene rafforzato il ruolo e la responsabilità dei comuni nella gestione integrata dei rifiuti.
Infatti la legge individua le competenze dei municipi ai quali vengono demandati la redazione dei
“Programa Gestión Integral de residuos sólidos urbanos”; tali piani devono comprendere le informazioni
per l'esistenza della raccolta informale e del circuito di recupero al fine di integrare il sistema di
gestione. Prevede che dopo l'approvazione di ciascuno dei programmi in ogni comune, hanno un
periodo di cinque (5) anni per le diverse giurisdizioni e l’obbligo di raggiungere una riduzione del
trenta per cento (30 % ) di tutti i rifiuti destinati allo smaltimento, a partire dal primo anno con
una campagna di sensibilizzazione per continuare con una progressione di dieci per cento (10% )
per il secondo anno e facendo separazione alla fonte e per almeno due (2) frazioni di rifiuti , il
venti per cento (20%) per il terzo anno e trenta per cento (30%) al quinto anno.
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PROGETTO DI SETTORE
2.2 La gestione dei rifiuti nella Provincia di Buenos Aires
La città di Buenos Aires nel 2009 ha prodotto circa 1.900.00 tonnellate di rifiuti solidi urbani, nel
2010 il monte rifiuti è stato pari a 2.100.000 di tonnellate mentre nel 2011 la produzione
complessiva si è attestata a circa 2.270.000 di tonnellate. Se consideriamo l’agglomerato del Gran
Buenos Aires passiamo da 3.100.000 di tonnellate nel 2009 a 3.300.000 di tonnellate nel 2010,
mentre nel 2011 le tonnellate sono 3.400.000. Anche qui si conferma un tendenziale aumento
delle quantità di rifiuti prodotti. La PBA invece ha prodotto nel 2009 circa 5.600.000 di
tonnellate, nel 2010 circa 6.100.000 tonnellate e nel 2011 oltre 6.500.000 di tonnellate. (I dati citati,
sono state elaborati in collaborazione con gli uffici del Ministero dell’Infrastruttura della PBA)
La produzione dei rifiuti è in costante aumento, anche per la ripresa economica che nell’ultimo
triennio è presente in Argentina, con un incremento annuo compreso tra il 2% ed il 3%. Tuttavia
in un confronto tra Buenos Aires e Roma, città con popolazione simile, si può notare come
nell’anno 2010 la produzione pro-capite sia di 661 Kg a Roma mentre Buenos Aires si attesta a
639 Kg, pertanto si registrano ancora livelli inferiori di produzione ma con tendenza in aumento.
La raccolta dei rifiuti avviene quasi solamente su base indifferenziata e sono rare le occasioni in
cui è presente la raccolta differenziata, infatti non sono presenti data-base sui rifiuti differenziati
poiché le quantità sono così minime da essere del tutto trascurabili.
Il conferimento dei rifiuti indifferenziati nella PBA si basa sul solo l’impianto di trattamento
finale del CEAMSE (Coordinacion Ecologica Area Metropolitana S.E.) di San Martin. l’impianto
che si sviluppa su 500 ettari di superficie, dove accoglie tra l5.000 e 17.000 tonnellate di rifiuti
solidi urbani non differenziati al giorno trasportati da circa 1.500 camion provenienti da diversi
Municipi dalla provincia di Buenos Aires e dalla Città Autonoma di Buenos Aires (CABA).
CEAMSE è una società creata della Provincia di Buenos Aires e dalla Città Autonoma di Buenos
Aires per la gestione integrata dei rifiuti solidi urbani nell'area metropolitana.
Al fine di evitare l'inquinamento ambientale nel 1976, il sindaco di Buenos Aires vietò gli
l’incenerimento dei rifiuti e chiuse gli impianti chiusi erano attivi. La nuova strategia per la
gestione dei rifiuti solidi urbani fu basata su un impianto di discarica metropolitana, la cui
gestione fu assunta appunto dal CEAMSE, diventando anche responsabile del trasporto di rifiuti
provenienti da aree di stoccaggio, presenti sul territorio provinciale, e conferite allo smaltimento
finale .
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PROGETTO DI SETTORE
Ciclo della gestione dei rifiuti nella Provincia di Buenos Aires Fonte: CEAMSE
CEAMSE sviluppò, nel 1990, il concetto di “complesso ambientale” per trasformare la sola
attività di smaltimento in un insieme di processi volti a riciclare i rifiuti e reimmetterli nel circuito
produttivo; attraverso il recupero di materia e di energia dal bio-gas della frazione organica.
Informazione diretta
Nell’impianto, visitato nel 2012, avviene un trattamento meccanico/biologico per separare la
frazione organica da quella secca; la parte organica viene stabilizzata attraverso
l’insufflazione di aria in big-bags all’aperto, mentre la parte secca viene avviata al deposito
finale nel corpo della discarica. Tuttavia non tutte le quantità conferite di rifiuti passano
attraverso il filtro della separazione meccanico/biologica (poiché la capacità dell’impianto di
TMB è inferiore alle quantità giornaliere conferite) ma nella maggior parte vengono
abbancate con modalità diretta.
La discarica ha un funzionamento tradizionale con impermeabilizzazione composta da strato
bentonitico e telo impermeabile, con sistemazione di canali di raccolta del percolato e pozzi di
estrazione del biogas. Nella discarica è presente un impianto per la produzione di energia da
4MW da biogas ricavato direttamente dal corpo della discarica, un impianto di depurazione
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del percolato che viene successivamente utilizzato internamente; il fango di depurazione viene
collocato in apposita area all’interno della stessa discarica.
Nell’impianto è prevista la realizzazione di una centrale da 10MW a biogas. L’area destinata
all’allocamento dei rifiuti, se pur di dimensioni notevole, potrà ricevere per un periodo stimati
in circa 12 mesi, al termini dei quali non è previsto nessun ulteriore ampliamento sia per
aspetti prettamente territoriali (mancanza di spazio fisico), sia di ordine legale (infatti come
evidenziato in precedenza, la magistratura ha posto un veto sul conferimento in discarica).
Il prezzo di conferimento pagato dalle Municipalità della PBA è di 35 peso/ton mentre quello
pagato da CABA è superiore e mediamente pari a 70 peso/ton. (1 euro = 6,10 peso,
quotazione di Ottobre 2012).
Emerge una incompletezza della gestione del ciclo dei rifiuti ed uno stadio dei servizi ancora nella
fase di avvio. Infatti la raccolta non avviene in tutte le aree dei municipi, non è presente una
raccolta differenziata organizzata, non vi sono impianti di valorizzazione dei rifiuti recuperabili
(in particolare per le frazioni secche), non vi sono impianti per la valorizzazione dei rifiuti
organici ai fini energetici, non vi è un sistema di avvio al recupero. Tuttavia le pubbliche
amministrazioni hanno iniziato, anche sotto la spinta dell’autorità giudiziaria, a porsi la questione
e a discutere di una diversa prospettiva per la gestione dei rifiuti e pertanto risultano impegnate
alla ricerca di soluzioni e tecnologie avanzate al fine di accorciare i ritardi accumulati.
Ciò che più pesa è l’assenza di vero e proprio sistema integrato che possa dar vita ad una “società
del recupero” infatti non è possibile rintracciare l’intenzione della creazione di un’organizzazione
che possa sovraintendere ad una gestione compiuta dei rifiuti solidi urbani ne tanto meno quella
di impiantare un ciclo del recupero che possa sostenere il mercato produttivo e determinare un
ciclo di vita che vada “dalla culla alla culla”.
La mancanza di un disegno complessivo per la gestione dei rifiuti implica la generazione di
criticità nell’organizzazione dei servizi da erogare sul territorio e determina una disorganicità delle
azioni.
La disomogeneità è evidente già nella fase di raccolta dei rifiuti solidi, che è la fase più visibile, più
vicina alle utenze, quella che maggiormente entra nel quotidiano di ogni cittadino. La raccolta,
purtroppo, ancora non avviene in tutte le parti del territorio e molte di queste, in particolare
quelle periferiche in cui sono localizzate le “villas miserias” più degradate, non sono servite e si
basano su un conferimento diretto in discariche non controllate, dette “bassurales a cielo abierto
(BCA)”, nelle adiacenze delle case.
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PROGETTO DI SETTORE
Informazione diretta
I BCA sono di notevoli dimensioni e rappresentano un problema molto serio di inquinamento
del suolo, del sottosuolo e dell’atmosfera; infatti in questi BCA spesso si assiste ad incendi
dolosi e nel periodo estivo a fenomeni di autocombustione.
La raccolta invece avviene nelle aree centrali dei centri abitati e delle città, anche se solo con
modalità a cassonetti stradale e con conferimenti indifferenziati. Infatti non vi è la necessità di
impiantare un sistema di raccolta differenziata poiché c’è la scarsa consapevolezza che i rifiuti
non sono materiali da collocare in una discarica ma possono essere materiali utilizzabili
nuovamente.
Da questa situazione nascono iniziative, se pur valide, che non hanno una visione d’insieme e si
preoccupano di risolvere alcune questione limitate ed incidentali. Si può inoltre assistere,
rimanendo nell’area dei rifiuti cartacei, a fenomeni spontanei di selezione e recupero, da parte dei
“recolectores informales” meglio ancora conosciuti come i “cartonersos”, che con modalità del tutto
estemporanee estraggono carta e cartone dagli accumuli di rifiuti che si creano nelle strade ed in
prossimità dei cassonetti urbani.
Le criticità si manifestano anche nella fase di trattamento dei rifiuti solidi, poiché i conferimenti
dei rifiuti indifferenziati determinano un unico flusso verso il deposito finale di discarica. Solo da
un anno a questa parte si cerca di realizzare dei punti di selezione e di trasferenza detti “Eco
puntos” in cui dovrebbe avvenire una primaria separazione meccanica-biologica dei rifiuti
indifferenziati, per poi essere avviati comunque all’impianto del CEASME. Anche in questa
azione manca una concezione complessiva del ciclo dei rifiuti, poiché l’attenzione è rivolta al solo
obiettivo di porre un pre-filtro al deposito in discarica ma non a valorizzare i rifiuti recuperabili e
ciò anche in relazione al fatto che non esiste un mercato dei rifiuti riciclabili.
Anche la frazione organica non trova valorizzazione e le uniche indicazioni vanno nella direzione
di impianti di compostaggio, anche qui però la criticità è rappresentata dalla mancanza di
indicazioni per la creazioni delle condizioni per la formazione di un mercato stabile e sicuro del
compost prodotto.
Ad aumentare le criticità dell’organizzazione in essere e di quella futura, per come indicata nella
normativa e nei documenti citati, c’è anche la mancanza di considerazione di molte tipologie di
rifiuti prodotti sia in abito urbano che in ambito industriale. Infatti non sono determinate le scelte
per il recupero, come ad esempio, dei rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione, dei
pneumatici fuori usi, pile, accumulatori, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche,
farmaci scaduti, sorgenti luminose. Ciò determina un’aggressione al monte rifiuti limitata e lascia
scivolare senza alcun filtro delle tipologie che rivestono una notevole importanza, in termini di
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PROGETTO DI SETTORE
peso e di percentuale, nella produzione complessiva di rifiuti urbani. Dall’altra parte sono del
tutto dimenticati i rifiuti di provenienza non urbana, per i quali non vi sono impianti di
trattamento dedicati.
Le criticità messe in evidenza, essenzialmente, sono prodotte dall’assenza di un sistema organico
di gestione rifiuti solidi che non è previsto ne a livello normativo ne a livello operativo. La
mancanza di un sistema complessivo conduce ad interventi, nel settore, incidentali e slegati tra di
loro facendo perdere in parte la loro specifica efficacia.
La maggiore e più importante nota negativa è la non determinazione di un mercato dedicato ai
prodotti provenienti dalla valorizzazione degli impianti di trattamento e questo non permette di
riversare i benefici sulla collettività, sia in termini operativi che economici. Infatti il ciclo, senza la
creazione del mercato delle cosiddette m.p.s. (materie prime seconde), non conclude le sue fasi e
lascia indefinite una molteciplità di possibili azioni.
Durante la missione, ma anche successivamente tramite il coordinamento che si è venuto a
creare, sono stati proposti degli interventi che erano e sono indirizzati a trovare soluzione a
queste criticità strutturali.
Iniziando dall’adeguamento a standard europei dell’impianto legislativo e normativo tendendo alla
creazione di un sistema integrato di gestione che si basi su un compiuto ciclo di recupero. La
normativa deve porre anche le basi per l’organizzazione di un sistema, di tipo consortile, che
possa governare la diverse fasi di valorizzazione dei materiali e che si faccia carico non solo dei
flussi di ingresso agli impianti ma anche e soprattutto dei flussi in uscita. Ciò deve determinare
anche l’impianto della raccolta differenziata di monte, ossia generare una separazione
direttamente dal produttore di rifiuti siano essi urbani che industriali, naturalmente servizio di
raccolta che deve essere esteso a tutte le aree in cui vi siano insediamenti abitativi. Assenze di
raccolta provocano quasi sempre la proliferazione di conferimenti incontrollati ed illegali e la
formazione di siti altamente inquinati.
Altro intervento proposto è quello della previsione di un mercato dei prodotti e
conseguentemente la necessità dell’adeguamento degli impianti di trattamento e valorizzazione
affinché possano lavorare i rifiuti e produrre materiali nelle forme e modalità utili per l’effettivo
recupero da parte di aziende ed imprese che possano implementarli nel loro ciclo produttivo.
Inoltre è stata proposta la creazione di poli integrati specializzati, ossia siti in cui possa avvenire la
valorizzazione delle diverse frazioni dei rifiuti comprese quelle che oggi non sono sottoposte a
raccolta. Ciò per determinare una compiuta rete impiantistica funzionale alla fase di raccolta. Un
ulteriore adeguamento è stato proposto per la valorizzazione della frazione organica ossia
produrre energia sia elettrica che termina (calore e freddo)invece di compost; questo perché il
compost non ha molta richiesta in un territorio come quello argentino molto fertile, ma c’è
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PROGETTO DI SETTORE
richiesta di energia per lo sviluppo industriale a cui oggi si assiste ed anche in relazione al fatto
che nel processo di produzione energetica le quantità da avviare a deposito finale sono limitate.
L’instaurazione, pertanto, di un sistema integrato di gestione dovrebbe essere capace di legare
insieme le esigenze di riduzione dei rifiuti indifferenziati, di recupero dei rifiuti, gli
approvvigionamenti delle imprese non solo di materiali vergini ad alto costo ma di materie prime
seconde provenienti dal circuito della raccolta differenziata a costi minori, l’abbattimento dei costi
sostenuti dalle amministrazioni pubbliche. Nel sistema di gestione dovrebbe trovare posto la
nascita di un’organizzazione, strutturata sul modello dei nostri consorzi di filiera, che possa
garantire la circolarità dei prodotti che diventano rifiuti e che diventano nuovamente prodotti.
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PROGETTO DI SETTORE
2.3 Le politiche della provincia di Buenos Aires a supporto del
settore
In accordo con la strategia nazionale che l’Argentina ha avviato con il BID (Banco Interamericano de
Desarrollo) la Provincia di Buenos Aires ha avanzato una linea di cambiamento sostanziale per
migliorare la situazione sociale e ambientale della popolazione, sistematizzare gli interventi per
ridurre i fattori di rischio e l'inquinamento delle risorse naturali, la povertà e il degrado
dell'ambiente costruito.
In questo senso, l'insieme di azioni volte a fornire il completo sviluppo urbano e risanamento
ambientale tendono a invertire il processo di degrado ambientale, esclusione sociale e insicurezza
urbana che esistono nel territorio provinciale. Anche per questo, è una priorità per il governo
della Provincia promuovere l'organizzazione e lo sviluppo della comunità, al fine di reintegrare
socialmente i più vulnerabili, compresi i gruppi giovanili.
Le iniziative sono disegnate in modo da agevolare la capitalizzazione delle azioni intraprese da
decisioni di investimento precedenti e facilitare un programma articolato con collaborazioni
istituzionali di azione di altre agenzie e/o giurisdizioni.
La gestione integrata costituisce l'approccio di partenariato per attuare una strategia di sviluppo e
di miglioramento che si tradurrà in migliori condizioni di vita e/o la produzione di attori con
interessi in questo settore del territorio. La sistematizzazione delle azioni realizzate , come anche
la pianificazione di strategie per l'azione futura e la corrispondente definizione dei compiti
settoriali coordinerà le parti in base al loro giurisdizionale e le preoccupazioni settoriali . Gli
investimenti pubblici che ha attivato l'iniziativa sono un processo continuo di costruzione di
informazioni.
La Provincia di Buenos Aires nel campo specifico dei rifiuti attua le proprie politiche anche
attraverso la collaborazione con degli enti sovra-municipali come l’OPDS; ma anche in modo
diretto attraverso il COMIREC.
Nell'ambito di una gestione agile e moderna, l'OPDS, ha creato l'Ufficio di procedure ambientali,
il cui obiettivo principale è l'ottimizzazione di tutte quelle azioni che portano al miglioramento
della ricezione e snellimento delle procedure industriali prima tale agenzia. A tal fine, le procedure
ambientali di ufficio, in coordinamento con la Direzione di Valutazione di Impatto Ambientale
Provinciale, dei Rifiuti e Controllo Ambientale, ha prodotto una guida alle procedure con le
relative istruzioni; e le sue azioni possono essere sintetizzate in:
collaborare con le aree competenti per le procedure amministrative da applicare
nell'Agenzia in modo decentrato;
coordinare con i comuni l’avvio di procedimenti industriali;
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PROGETTO DI SETTORE
Pianificare e coordinare le procedure di monitoraggio e controllo in entrata e/o uscita
dalle aree di interesse;
Pianificare e coordinare lo sviluppo di un programma per valutare le esigenze dei parchi
industriali locali, la cui domanda in termini di procedure, richiedere un trattamento
diverso a seconda delle attività svolte;
coordinare con le aree interessate il controllo periodico del procedimento;
Assistere nello sviluppo di procedure per il ricevimento delle pratiche burocratiche in
caso di emergenza ambientale nel territorio di competenza dell'Agenzia.
coordinare con il Dipartimento provinciale per gli Affari comunitari lo sviluppo del
programma e di reporting delle procedure alle camere di commercio.
La Legge n 12653 ha istituito il COMIREC; il Governo della Provincia di Buenos Aires dal
decreto 3002/06 ha approvato il programma di sanificazione ambientale del bacino del fiume
Reconquista, che istituisce il monitoraggio permanente delle azioni da parte del COMIREC.
Nello specifico COMIREC ha avviato un percorso virtuoso per la formulazione di un piano di
gestione dei rifiuti solidi attraverso cui svolgere compiti di prevenzione, mitigazione e
miglioramento della gestione dei rifiuti solidi urbani. Integrare i diversi programmi sviluppati dal
governo della provincia di Buenos Aires ed attuare un Master Plan complessivo.
Il Master Plan mira principalmente a:
Promuovere la riduzione e recupero dei rifiuti solidi urbani per ridurre la quantità di rifiuti
destinati allo smaltimento finale.
Incoraggiare la partecipazione dei membri della comunità, promuovendo l'educazione e la
sensibilizzazione dei cittadini.
Promuovere l'inclusione dei raccoglitori informali di rifiuti, generando nuovi posti di
lavoro.
Fornire l'infrastruttura necessaria per una gestione ecologicamente corretta dei rifiuti
solidi urbani .
Prevenire la formazione di discariche.
Rafforzare la capacità tecnica comunale per assumere in modo efficiente la gestione dei
rifiuti solidi urbani .
Migliorare la collaborazione tra i comuni al fine di ottimizzare la gestione dei rifiuti su
base regionale.
Mitigare gli impatti negativi e gli effetti sulla salute delle discariche esistenti.
Favorire l' applicazione di nuove tecnologie per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti
solidi urbani per un nuovo paradigma di smaltimento dei rifiuti.
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Questo piano riguarda 18 municipi compresi nel bacino del fiume Reconquista.
Include Las Heras, Marcos Paz, Lujan, General Rodriguez, Merlo, Moreno, Ituzaingó,
Hurlingham, Tres de Febrero, Morón, San Martin, San Miguel, Malvinas Argentinas, Joseph C.
Paz, San Isidro, Vicente López, San Fernando, Tigre. Per una popolazione complessiva pari a 4,6
milioni di abitanti ed una produzione di rifiuti per l’anno 2012 circa 1.500.000 di tonnellate, con
una tendenza di crescita costante verificata negli anni.
Produzione Totale anni 2005-2012
Produzione anno 2012- in Ton - (*) no incluido en la ley 9111 - (**) dato fornito tramite scheda
0,00
50000,00
100000,00
150000,00
200000,00
250000,00
1.286.287 1.355.109 1.377.125 1.397.447 1.469.539
1.564.650 1.588.107 1.506.015
0
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.000
1.600.000
1.800.000
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Area COMIREC
45 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
Per la realizzazione del Master Plan la Provincia di Buenos Aires unitamente al COMIREC
hanno richiesto il sostegno del BID, che ha concesso un finanziamento per 240 milioni di dollari
con il concorso della Provincia di Buenos Aires per ulteriori 40 milioni di dollari.
46 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
1
CAMERA DI COMMERCIO
ITALIANA
REPUBBLICA ARGENTINA
Buenos Aires
PROGETTO DI SETTORE
“ARGENTABRIA” Internazionalizzazione
“Trasferimento di innovazione tecnologica e gestionale nel settore del trattamento e gestione dei rifiuti,
sicurezza del territorio in Argentina”
CONVENZIONE PROGETTO N. Rep. 722 del 27/05/2014 – CUP J64B14000020006 – CIG
56430231E5
P.O.R. CALABRIA FESR 2007-2013 P.E.A. 2013 – linea C8 Linea d’intervento 7.1.1.2.
ALLEGATO AL DT1
QUADRO DEI FINANZIAMENTI AGEVOLATI DI SIMEST SPA
(www.simest.it)
Centro Studi D.E.I. Desarrollo Etico Internaciònal
Arch. Nicola Tucci, Ing. Francesco Antonio Fagà, Ing. Filippo Valotta
Giugno 2014
47 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
QUADRO SISTEMA DEI FINANZIAMENTI SIMEST SPA
TIPO DI FINANZIAMENTO -
Aspetti del
finanziamento
Finanziamenti agevolati per studi di prefattibilità e fattibilità
Iniziative finanziabili Le spese relative a studi di prefattibilità e fattibilità collegati ad investimenti italiani all'estero.
Settori Esclusi Non possono essere finanziate le imprese operanti nei settori di attività esclusi ai sensi dell'art. 1 del
regolamento UE n. 1407/2013
In quali Paesi Nei Paesi non appartenenti all'Unione Europea
Spese finanziabili e da quando
Le spese inserite nella "scheda preventivo" e suddivise in "fasi di attività" possono riguardare:
- le retribuzioni a personale interno (a cedolino) limitatamente ai giorni effettivamente trascorsi
all'estero, ed i relativi viaggi e soggiorni;
- le spese per consulenze specialistiche sostenute da personale esterno e i relativi viaggi e
soggiorni che non possono superare quelle per il personale interno all'impresa richiedente. Le
stesse spese devono essere oggetto di apposito contratto.
Le spese sono finanziabli dalla data di arrivo della domanda di finanziamento a SIMEST. Una
spesa è ammissibile al finanziamento se sostenuta dalla suddetta data fino a 6 mesi dopo la data
della stipula del relativo contratto di finanziamento.
Importo finanziabile l finanziamento può coprire fino al 100% dell'importo delle spese inserite nella "scheda preventivo" e può
essere concesso, nei limiti consentiti dall'applicazione della normativa comunitaria "de minimis", per un
importo comunque non superiore a:
euro 100.000,00 per studi collegati ad investimenti commerciali;
euro 200.000,00 per studi collegati ad investimenti produttivi.
Durata del finanziamento e Tasso di Interesse
Fisso per tutta la durata del finanziamento e pari al 15% del tasso di riferimento di cui alla normativa
comunitaria. In ogni caso tale tasso non può essere inferiore allo 0,50% annuo.
Garanzie richieste Le erogazioni del finanziamento sono subordinate alla presentazione delle garanzie deliberate dal Comitato
Agevolazioni tra le seguenti:
fideiussione bancaria, rilasciata da banche di gradimento di SIMEST e redatta secondo lo schema predisposto
dalla stessa;
fideiussione assicurativa, rilasciata da compagnie assicurative di gradimento di SIMEST e redatta secondo lo
schema predisposto dalla stessa;
pegno su titoli di Stato;
fideiussione di Confidi appositamente convenzionati con SIMEST;
fideiussione di Intermediari Finanziari appositamente convenzionati con SIMEST.
Le garanzie rilasciate da PMI, che superino i criteri valutativi individuati dal Comitato Agevolazioni, devono
sempre coprire almeno il 50% del finanziamento, mentre le garanzie rilasciate da Grandi Imprese devono
sempre coprire il 100% del finanziamento.
Iter della domanda L'impresa presenta la richiesta di finanziamento a SIMEST, allegando al modulo di domanda la
documentazione in esso indicata.
La richiesta di finanziamento è sottoposta al Comitato Agevolazioni sulla base di un criterio cronologico,
entro 90 giorni dalla data di presentazione della domanda.
Il Comitato delibera in merito alla concessione del finanziamento ed alle relative garanzie.
A seguito della delibera, SIMEST provvede alla stipula del contratto di finanziamento, all'assunzione delle
garanzie ed alle relative erogazioni. Il finanziamento prevede un anticipo pari al 70% dell'importo.
48 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
IPO DI FINANZIAMENTO -
Aspetti del
finanziamento
Finanziamenti agevolati per
programmi di inserimento sui mercati esteri
Iniziative finanziabili Apertura di strutture volte ad assicurare, in prospettiva, la presenza stabile nei mercati di riferimento, che
possono essere costituite da uffici, show room, magazzini, punti vendita ("corner") ed un negozio.
Settori Esclusi Non possono essere finanziate le imprese operanti nei settori di attività esclusi ai sensi dell'art. 1 del
regolamento UE n. 1407/2013
In quali Paesi Nei Paesi non appartenenti all'Unione Europea
Spese finanziabili e da quando
Le spese, sono finanziabli dalla data di arrivo della domanda di finanziamento a SIMEST, le stesse
devono essere inserite nella "scheda programma" e suddivise in:
Spese di struttura (costituzione e funzionamento delle strutture permanenti, ecc.).
Spese per azioni promozionali (mostre e fiere, pubblicità, formazione, consulenze, ecc.).
Spese per interventi vari a forfait (25% della somma delle spese precedenti).
Importo finanziabile Il finanziamento può coprire fino all'85% dell'importo delle spese indicate nella scheda programma e può
essere concesso per un importo non superiore a quello consentito dall'applicazione della normativa
comunitaria "de minimis". (Per ulteriori informazioni contattare gli uffici.)
Durata del finanziamento e Tasso di Interesse
Il programma deve essere realizzato nel periodo che decorre dalla data di presentazione della
domanda e termina 2 anni dopo la data di stipula del contratto di finanziamento.
Il rimborso del finanziamento avviene nei successivi 5 anni. Tale periodo può essere ridotto su
richiesta dell'impresa. Il rimborso del finanziamento avviene in 7 anni, comprensivi di un periodo
di preammortamento di 2. Entrambi i periodi possono essere ridotti su richiesta dell'impresa.
Fisso per tutta la durata del finanziamento e pari al 15% del tasso di riferimento di cui alla
normativa comunitaria. In ogni caso tale tasso non può essere inferiore allo 0,50% annuo.
Garanzie richieste Le erogazioni del finanziamento sono subordinate alla presentazione delle garanzie deliberate dal
Comitato Agevolazioni tra le seguenti:
fideiussione bancaria, rilasciata da banche di gradimento di SIMEST e redatta secondo lo schema
predisposto dalla stessa;
fideiussione assicurativa, rilasciata da compagnie assicurative di gradimento di SIMEST e redatta secondo
lo schema predisposto dalla stessa;
pegno su titoli di Stato;
fideiussione di Confidi appositamente convenzionati con SIMEST;
fideiussione di Intermediari Finanziari appositamente convenzionati con SIMEST.
Le garanzie rilasciate da PMI, che superino i criteri valutativi individuati dal Comitato Agevolazioni,
devono sempre coprire almeno il 50% del finanziamento, mentre le garanzie rilasciate da Grandi Imprese
devono sempre coprire il 100% del finanziamento.
Iter della domanda L'impresa presenta la richiesta di finanziamento a SIMEST, allegando al modulo di domanda la
documentazione in esso indicata.
La richiesta di finanziamento è sottoposta al Comitato Agevolazioni, sulla base di un criterio cronologico,
entro 90 giorni dalla data di presentazione della domanda.
Il Comitato delibera in merito alla concessione del finanziamento ed alle relative garanzie.
A seguito della delibera, SIMEST provvede alla stipula del contratto di finanziamento, all'assunzione
delle garanzie e relative erogazioni.
Il finanziamento prevede un anticipo fino ad un massimo del 30% dell'importo del finanziamento stesso.
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PROGETTO DI SETTORE
TIPO DI FINANZIAMENTO -
Aspetti del
finanziamento
Partecipazione al capitale di imprese extra UE
Chi può fare la richiesta SIMEST può valutare proposte di partecipazione provenienti da società di capitali,
società di persone, cooperative, consorzi, associazioni di imprese. Gli interventi
SIMEST vengono accordati prioritariamente a PMI e loro consorzi.
Settori Ammessi L'intervento SIMEST avviene, preferenzialmente, in imprese estere attive nello
stesso settore di attività dell'impresa italiana richiedente, o in settori situati a monte o
a valle del processo produttivo nell'ambito del concetto di "filiera"; non vi sono
preclusioni settoriali e, pertanto, sono inclusi, oltre al manifatturiero i settori
commerciale e servizi.
Partecipazione massima di SIMEST
Partecipazione fino al 49% del capitale sociale delle imprese estere (la quota
SIMEST non può in ogni caso risultare superiore a quella in capo ai partner italiani).
Durata massima dell’intervento
Massimo 8 anni, termine entro il quale viene concordato con i partner italiani il
periodo di riacquisto della quota SIMEST.
Condizioni Le condizioni della partecipazione SIMEST vengono concordate con le imprese
partner in funzione della tipologia dell'attività prevista, dei risultati attesi, della
situazione del Paese in cui si va ad operare, del ruolo e delle prospettive delle società
italiane interessate. Il riacquisto della quota SIMEST avviene, in assenza di
quotazioni ufficiali, con riferimento al valore patrimoniale dell'impresa estera.
L'impegno del socio italiano al riacquisto della partecipazione SIMEST può essere
garantito in funzione degli stessi aspetti su citati, attraverso un ampio ventaglio di
soluzioni, la cui scelta viene preventivamente concordata con i partner.
Come richiedere l’intervento SIMEST
SIMEST esamina le richieste di partecipazione acquisendo le informazioni
relative al progetto di investimento ed ai partners senza uno schema
precostituito, ossia non impone alcuna modulistica di presentazione, ma
fornisce una check-list delle informazioni che successivamente viene
adattata dagli analisti alle necessità di approfondimento che si rendono
opportune per la singola iniziativa.
50 P.O.R. CALABRIA - FESR 2007-2013 - P.E.A. 2013 – Linea C8 Linea d’intervento 7.1.2.1
PROGETTO DI SETTORE
TIPO DI FINANZIAMENTO -
Aspetti del finanziamento
Fondo di start up
Beneficiari Possono beneficiare dell'intervento del Fondo tutte le PMI nazionali in
forma singola o associata.
Per poter accedere, le PMI che promuovono il progetto di
internazionalizzazione in relazione al quale è richiesto l'intervento del
Fondo dovranno dar vita ad una nuova società cui sarà affidata la
realizzazione del progetto (e nella quale è prevista la partecipazione
diretta del Fondo, in affiancamento alla partecipazione delle PMI
partecipanti all'iniziativa).
Nel caso di imprese aggregate, la richiesta è effettuata da una società
capofila (corredata del mandato ufficiale sottoscritto dai partner);
l'aggregazione delle imprese deve essere coerente e funzionale
all'attuazione del progetto di internazionalizzazione della New.Co.
Come opera il fondo ll Fondo consente una partecipazione temporanea, di minoranza e a condizioni
di mercato, al capitale sociale di nuove società italiane (o società costituite in
paesi UE). L'intervento avverrà tramite la sottoscrizione di capitale sociale in
caso di New.Co. o la sottoscrizione di un aumento di capitale di New.Co.
costituite da non più di 18 mesi dal momento di presentazione della domanda di
partecipazione.
Partecipazione massima del Fondo
La partecipazione - temporanea e non di controllo - deve essere in ogni
caso non superiore al 49% del capitale sociale.
Vi è inoltre la possibilità di coinvestimento da parte di altri soggetti
finanziari (banche, private equity o altri); in tale evenienza, la quota di
partecipazione del Fondo non potrà superare quella dei soci proponenti
che non svolgono attività finanziaria.
L'importo di partecipazione non può inoltre risultare superiore ad €
200.000 per singola iniziativa, da modulare sulla base delle
caratteristiche del progetto di internazionalizzazione.
Tempistica per la cessione
La durata della partecipazione può variare da 2 a 4 anni (fino ad un massimo di
6 anni, qualora lo richieda la specificità del progetto).
Partecipazione massima del Fondo
La remunerazione per la quota di partecipazione sottoscritta dal Fondo è
rappresentata dai dividendi sugli utili maturati durante il periodo di
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PROGETTO DI SETTORE
partecipazione e dall’eventuale maggior valore derivante dalla cessione
della quota di partecipazione al termine del periodo.
È comunque prevista una remunerazione minima annua non inferiore al
tasso base fissato dalla Commissione Europea - pubblicato sul sito
internet:
http://ec.europa.eu/competition/state_aid/legislation/reference_rates.html
- maggiorato di almeno 400 punti base (cfr. Comunicazione della
Commissione Europea 2008/C 14/0 – GUUE n. C14 del 19 gennaio
2008).
Riacquisto della partecipazione del Fondo
Il riacquisto della partecipazione del Fondo avviene da parte dei soggetti
imprenditoriali promotori, con impegno solidale al riacquisto integrale da parte
di ciascuna impresa partecipante all'iniziativa
Prezzo di riacquisto del Fondo Il prezzo di acquisto della partecipazione verrà determinato in accordo con il/i
partner con riferimento al maggior valore tra:
costo storico per l'acquisizione della partecipazione;
patrimonio netto rettificato secondo i principi IAS;
eventuale quotazione in borsa.
TIPO DI FINANZIAMENTO -
Aspetti del finanziamento
Fondo di Venture Capital
Partecipazione massima del Fondo
Il Fondo gestito da SIMEST consente una partecipazione complessiva (SIMEST+ Fondo
di Venture Capital) fino a un massimo del 49% dell'impresa estera.
Caratteristiche dell’Intervento
non può essere superiore al doppio della partecipazione SIMEST (l'entità della
partecipazione del Fondo è stabilita sulla base anche delle caratteristiche dei partner e del
progetto di investimento);
non può superare il 49% nel cumulo con la partecipazione SIMEST;
non può in ogni caso risultare superiore alla quota in capo ai partner italiani.
Quando si sottoscrivono le quote
Le singole sottoscrizioni ed i singoli versamenti di quote societarie relative all'intervento
del Fondo saranno effettuati successivamente o in pari data rispetto alle corrispondenti
sottoscrizioni/versamenti effettuate da SIMEST e/o da FINEST in proprio (ai sensi delle
L.100/90 e 19/91).
Remunerazione del Fondo Quale remunerazione forfettaria a fronte della cessione dei diritti di godimento delle azioni
o quote, il partner italiano riconoscerà al Fondo un corrispettivo fisso calcolato in funzione
della propria classe dimensionale, seguendo la seguente struttura:
Piccole imprese tasso BCE* + spread dello 0,50%
Media imprese tasso BCE* + spread dello 0,75%
Grandi imprese tasso BCE* + spread dell'1% con tasso minimo del 3,5%
* Tasso Ufficiale di Riferimento della BCE vigente alla data della delibera
Impegno al riacquisto della quota
L'obbligato si impegna al riacquisto della quota detenuta dal Fondo. Il riacquisto da parte
dell'obbligato non richiede garanzie.
Prezzo di Cessione La valutazione del prezzo di cessione da parte di SIMEST, in accordo col partner, è
stabilita con riferimento al maggior valore fra:
patrimonio netto rettificato secondo i principi IAS;
costo della partecipazione in Euro;
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PROGETTO DI SETTORE
quotazione di borsa (ove esistente).
Qualora il partner italiano intenda cedere a terzi la propria partecipazione (in tutto od in
parte) si terrà conto, in aggiunta a quanto sopra, anche dell'offerta dei terzi ai fini della
determinazione del prezzo di cessione.
Tempistica per la cessione Le imprese partner avranno l'obbligo contrattuale di acquistare, sempre e in ogni caso, le
quote di Intervento del Fondo gestite da SIMEST non oltre le date di acquisto delle
connesse partecipazioni in proprio di SIMEST (e/o FINEST), come disciplinato nei
relativi contratti, essendo queste ultime partecipazioni necessario presupposto delle prime.
SIMEST può partecipare agli Organi Societari
Esiste la possibilità di prevedere maggioranze qualificate (indicativamente 67-75% del
capitale, secondo le normative locali) nelle Assemblee per il bilancio e per decisioni
strategiche della società.
SIMEST può chiedere certificazione di Bilancio
SIMEST ha la facoltà di richiedere la certificazione di bilancio da parte di primaria
società di revisione, con particolare attenzione per investimenti del Fondo rilevanti ovvero
superiori a 1 milione di Euro in una stessa società estera.
In caso di inadempienza In caso di inadempimenti nel rapporto con il Fondo, viene prevista facoltà espressa per la
dismissione della partecipazione SIMEST detenuta ai sensi della L.100/90.
In ogni caso di dismissione della partecipazione detenuta da SIMEST ai sensi della Legge
100/90 è previsto l'obbligo del partner a riacquistare anche la quota del Fondo.