Post on 14-Jan-2016
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anno liturgico
Verr innanzitutto sottolineata una cosa: siccome quando parliamo di Anno Liturgico -
naturalmente noi siamo immediatamente impressionati dalla parola anno, non una parola nuova: anno solare, anno scolastico, anno lavorativo, anno finanziario, ecc.,- parliamo anche di un
periodo di tempo limitato che comprende magari 365 giorni. Potremmo anche pensare che lunica differenziazione tra Anno Liturgico e gli altri tipi di Anno pu riguardare semplicemente linizio e la fine (cos se parliamo dellanno solare sappiamo che inizia il 1 gennaio e finisce il 31 dicembre; se parliamo di anno scolastico sappiamo che incomincia il 19 settembre e finisce il 12-13 giugno;
parliamo di anno finanziario, una volta cera un andamento adesso c una coincidenza dellanno finanziario con lanno solare; allora pensiamo che anche lAnno Liturgico abbia pure un periodo di tempo limitato solo che differisce da altri anni in quanto comincia con la 1 domenica di Avvento e
finisce con lultima domenica del Tempo Ordinario che praticamente lultima domenica che pi vicina alla domenica precedente al 1 dicembre).
In realt le cose stanno un pochettino cos, ma non stanno tanto cos (un pochettino perch segue
un ciclo), mentre in realt per noi il ciclo, il tempo lo dobbiamo fare sempre come riferimento alla
Liturgia, cio al rapporto tra noi e Dio.
Allora lAnno Liturgico che cosa ? Non altro se non la storia della salvezza che viene ad essere attuata nel tempo, e naturalmente questo fa un riferimento. Un riferimento che a questo accordo, a
questa alleanza che si istituita, si stabilita tra Dio e noi; unalleanza, che possiamo dire, comincia con la creazione, ma poi viene ad essere istituita in maniera particolare con Abramo, poi rinnovata
di volta in volta attraverso i vari Patriarchi.
Questo che cosa ci fa capire? Ci fa capire che questo rapporto tra noi e Dio, cio questo piano di
salvezza in cui Dio fa anche come una irruzione nel nostro tempo, d a noi il senso di quello che
lAnno Liturgico.
Siccome la creazione, la redenzione, il fine a cui noi tendiamo il piano di Dio incentrato in
Cristo, perch la creazione noi labbiamo avuta per mezzo del Verbo - tutto stato creato per mezzo di lui, senza di lui niente stato creato di quello che stato creato -; la redenzione fatta dal Verbo, Lui si incarnato, ha sofferto, morto e risorto per noi; e il fine a cui noi dobbiamo
tendere questo Regno di Dio che ancora una volta incentrato in Cristo (pensiamo che quello che
Paolo dice: tutto stato ricapitolato in Cristo), allora la conclusione che noi possiamo trarre da questa specie di discorsetto sta proprio qua: lAnno Liturgico, per noi s unannotazione di
carattere temporale, ma soprattutto la celebrazione del piano di Dio incentrata in Cristo Ges.
Ci permetter di fare una riflessione, anche un pochettino approfondita, su quello che il tempo
ed il rapporto tra il tempo . che noi possiamo chiamare liturgico - e il progetto di Dio stesso.
L Anno Liturgico, allora, si incentrer in Cristo - anzi ripeto - noi possiamo dire che lAnno Liturgico non semplicemente un tempo, ma una persona ed Ges Cristo.
Da questo andremo ad una annotazione di carattere pi specifico. Siccome quando noi
celebriamo questi misteri di Cristo, essenzialmente facciamo riferimento a quello che , diciamo,
lavvenimento sostanziale, fondamentale della nostra fede che Cristo Risorto (Paolo dice:se Cristo non fosse risorto la nostra fede sarebbe vana), allora il punto di riferimento di tutto lAnno Liturgico la Pasqua.
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Per, noteremo che la Pasqua liturgicamente e inizialmente, non si intendeva la Pasqua cos come
noi oggi la intendiamo (cio la festa che celebra il memoriale della Resurrezione di Cristo), ma era
la Domenica.
Per cui la Domenica viene ad essere vista come la festa originaria per eccellenza, anzi possiamo
dire, come il primitivo nucleo o il primitivo germe, da cui poi vi si svilupper tutto lAnno Liturgico.
La Pasqua domenicale verr ad assumere parecchi nomi: Domenica che significa: Giorno del Signore oppure ancora: Ottavo Giorno; poi vedremo tutti questi aspetti; oppure viene ad assumere anche il nome: La Festa del Sole, anche in connotazione alla festa del solstizio che veniva celebrata
a Roma.
Il nucleo da cui noi partiremo sviluppare tutto il significato dellAnno Liturgico sar la Domenica; e non fuor di posto ricordare che questa Domenica, di cui noi faremo anche una breve
storia da l punto di vista liturgico, stata un po' bistrattata e maltrattata lungo parecchi secoli; oggi
si tenda nuovamente di fare risorgere il senso della Domenica e in maniera particolare la CEI si
impegnata in una cosa di questo genere con un documento che intitolato proprio: Il Giorno del
Signore.
Dico anche, che come notazione iniziale della Domenica cera la celebrazione della Pasqua del Signore, quindi la Liturgia della Parola e poi anche la Cena Eucaristica; di riposo domenicale
inizialmente non se ne parlava, se ne parler in un secondo tempo.
Quando noi approfondiremo anche laspetto e i rapporti che ci sono tra il Sabato ebraico e la Domenica cristiana: il Sabato ebraico come giorno che veniva prevalentemente notato nel VT
dedicato al riposo, che faceva riferimento al riposo che Dio ebbe dopo i sette giorni della creazione.
Inizialmente della Domenica non si parl di riposo, poi se ne parl in seguito e vedremo ancora
una volta, attraverso la storia del termine Domenica, come le cose cambiano, in realt inizialmente
con Costantino, in cui a quella che era inizialmente la celebrazione della Pasqua del Signore, come
Liturgia della Parola e Liturgia Eucaristica vera e propria, si affianca questo riposo. Dalla Domenica
si svilupper poi tutto il nucleo dellAnno Liturgico a cominciare dalla Pasqua.
I - TEMPO COSMICO E VITA UMANA
Vi sono delle osservazioni molto ovvie, cio della questione del terra che gira attorno al proprio
asse, che gira attorno al sole, della luna che gira attorno alla terra, tutte queste cose vengono viste
essenzialmente, inquadrate in una situazione che determina, per tanti aspetti, non semplicemente
quello che il tempo storico, ma determina anche un po' landamento dei tempi.
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Cos, molto probabilmente, il calendario iniziale dellumanit pot essere un calendario lunare, perch era pi facile osservare le varie fasi della luna: dal 1 quarto alla luna piena, dal 3 quarto alla
luna nuova, per cui, siccome il giro della luna attorno alla terra viene compiuto in 29 giorni e
mezzo, sembr molto semplice calcolare cos il tempo con un calendario che era lunare. Ci si
accorse poi che il calendario lunare non corrispondeva esattamente a quella che era la situazione
della terra del suo ruotare attorno al sole, per cui si compilarono due tipi di calendari: uno solare e
uno lunare ed venuto fuori un anno di una certa maniera.
Comunque, quello che a noi interessa non semplicemente guardare alle situazioni dal punto di
vista astronomico, ma guardare un po la situazione che facendo riferimento a quello che il tempo astronomico determina anche un andamento nella vita delluomo e soprattutto in una periodizzazione che fa riferimento alla vita delluomo in rapporto anche ad eventi che possono essere lieti, gioiosi, funesti, ecc., cio quelli che noi chiamiamo insieme: festa.
Inizialmente queste feste a che cosa facevano riferimento? Nel testo vi dice che cerano delle feste un po' legate a quella che era la civilt, diciamo agricola o pastorale, di cui era intessuta la vita
umana, per cui quando cera il raccolto del frumento, quando cera il raccolto dellulivo, la raccolta della vite, oppure quando gli agnelli figliavano, le capre figliavano, cera sempre un periodo di grande festa.
Queste sono situazioni che non riflettono semplicemente una persona o una famiglia, riflettono
tutto un clan, per cui queste situazioni determinarono le feste di carattere collettivo. Come anche in
tutte le societ, noi abbiamo delle feste che sono legate a momenti particolari della vita di ciascuno
di noi; (oggi noi facciamo la festa del compleanno o dellonomastico); queste feste magari inizialmente non esistevano, per esistevano anche certe tipi di feste che erano connesse a momenti
della vita individuale di ciascuno di noi; venivano chiamate in queste feste di passaggio, riti di
passaggio (per es. la nascita), oppure in certe civilt anche oggi primitive, si celebra la festa della
iniziazione, cio quando il bambino passa, diciamo, ad un periodo di maturit superata la pubert,
allora viene ammesso nel clan e gode dei diritti del clan.
Questo periodo di passaggio il periodo della iniziazione, dove possiamo dire il ragazzo entrava
a fa parte a pieno diritto della vita del clan.
Oggi come viene mantenuto questo residuo? Non una festa, indubbiamente, per viene
mantenuto con il passaggio dalla minore et alla maggiore et (in certi ambienti altolocati si celebra
la festa delle ragazze quando entra nella societ).
Tutte queste feste non sono feste da clan, oppure feste legate ai momenti in cui la terra produce,
oppure quando gli animali figliano, sono legate alla vita individuale di ciascuno: feste di passaggio,
oppure, sempre nelle civilt primitive vengono celebrate certe determinate feste che sono legati, non
so, ad eventi straordinari, che possono essere lieti tante volte, ma possono essere anche nefasti:
facciamo un esempio, anche oggi: il terremoto del Belice - annualmente si commemora il terremoto
del Belice - magari non si ottiene niente attraverso questa commemorazione, si vorrebbe, non
semplicemente ricordare levento luttuoso, ma si vorrebbe anche spingere lAutorit a fare qualche cosa perch gli effetti funesti degli eventi vengano cancellati; oppure un altro esempio che noi
possiamo portare: le feste nazionali - sono degli avvenimenti legati a determinati eventi che si
verificano in una Nazione.
Perch diciamo questo aspetto? Per capire pi da vicino che cosa significa festa. E qual il
concetto di festa? O da che cosa ha avuto origine quelle che oggi noi chiamiamo feste? Che hanno
avuto per la maggior parte delle volte il loro riferimento a quello che lavvenimento a cui erano legate quando sono nate, ma si mantengono sempre in quella che la solennit o la festivit.
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Siccome noi dobbiamo parlare dello Anno Liturgico e quindi delle feste dal punto di vista
cristiano, evidente che noi dobbiamo fare un certo riferimento, non semplicemente alla festa
cristiana, cui mediteremo e rifletteremo a fondo, ma anche un certo riferimento a quel tipo di feste
da cui le feste cristiane hanno anche tratto origine. Siccome noi sappiamo che la nostra religione
cristiana legata essenzialmente anche alla religione ebraica, da cui proviene, capire quali erano le
feste degli ebrei e sapere quali sono queste feste degli ebrei, diventa per certi versi necessario per
capire, non semplicemente le nostre feste, ma anche il significato delle nostre feste connesse, per,
con un avvenimento straordinario che lavvenimento della Risurrezione di Cristo.
Allora dobbiamo dare uno sguardo anzitutto a quelle che erano le festivit ebraiche, per capire
poi come queste festivit, che tante volte hanno la loro origine nella civilt contadina o pastorale da
cui provengono, hanno per assunto un significato che connesso con levento specifico che caratterizzato il popolo ebraico, cio, possiamo fare riferimento alla chiamata di Abramo ma poi
soprattutto anche alla liberazione del popolo ebraico dallEgitto quando, dopo questa liberazione, viene costituito essenzialmente come un popolo.
II - IL CALENDARIO FESTIVO EBRAICO
Il calendario ebraico era un luni-solare, cio faceva riferimento al calendario lunare e al calendario solare. Questo riferimento noi lo possiamo vedere nella maniera pi semplice con le
varie fasi della luna, ma siccome - vi dicevo - lanno solare non coincide con lanno lunare, allora gli ebrei aggiungevano un altro mese, cosiddetto mese di Adar ogni due-tre anni, in modo da compensare quei cinque giorni che annualmente venivano perduti, cos si andava a far coincidere
lanno con quelli che erano i fenomeni naturali che lo determinavano.
Solo che c una situazione, magari semplicemente oggetto di curiosit oggi per noi, come loro avevano realmente delle cognizioni astronomiche perfezionatissime, per sapere solstizi, equinozi,
evidentemente no; il punto di riferimento per loro era il maturare delle messe (naturalmente noi
diciamo oggi che le messi di solito maturano nel mese di giugno, se queste messi maturano, invece
nel mese di aprile, vuol dire che noi siamo spostati di un mese, allora aggiungiamo un mese); quindi
il riferimento non era ad una situazione di carattere astronomico che richiedeva cognizioni
scientifiche approfondite, ma facevano un suppergi una questione di approssimazione rispetto agli
eventi di maturazione del grano che dava a loro quello che poteva essere il senso dello spostamento
in cui erano maturate queste cose.
Detto questo che, ripeto, ha pi oggetto di curiosit per noi che carattere scientifico vero e
proprio, andiamo a vedere quali sono le feste ebraiche.
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1 - IL SABATO
Naturalmente la festa pi importante dellebraismo il Sabato anzi, possiamo dire che questa festa la festa primordiale del popolo ebraico; possiamo anche aggiungere che, molto
probabilmente, questa festivit non originaria del popolo ebraico.
Molto probabilmente questa la festa in cui tutti i popoli pastori si riconoscevano attraverso un
periodo che era soprattutto di riposo, tanto vero che lo stesso vocabolo shabbat ha la radice ebraico shab che significa appunto riposare, per cui il sabato il giorno del riposo.
Questa festa, probabilmente, il popolo ebraico laveva in comune anche con tutti gli altri popoli medio-orientali e molto probabilmente una festa di origine contadina-pastorale.
Per, come tutte le feste, che trovano anche un loro riferimento ai fenomeni naturali, ad una
civilt agricola o silvo-pastorale, il popolo ebraico dopo che ha avuto coscienza di essere un popolo
prediletto da Dio, di essere un popolo che Dio aveva scelto come suo popolo, cerca - diciamo - di
ebraizzare tutte queste feste, cio dare a questa festa - non semplicemente il significato originale che
essa aveva - ma collegare questa stessa festa con levento di salvezza a cui il popolo ebraico era
chiamato.
Cos il sabato viene collegato con la creazione. Noi sappiamo che Dio crea il mondo - e secondo
il Libro della Genesi, che riflette gi questa settimana lunare, delle fasi lunari, racconta della
creazione come effettuata da Dio in sei giorni e sottolinea che il settimo giorno Dio si ripos.
Per cui il riposo del sabato non altro che un riflesso del riposo che Dio ha fatto dopo i giorni
della creazione. Che cosa viene sottolineato, allora, a proposito del sabato in maniera particolare?
Il riposo!
Per noi oggi la domenica giorno di riposo, ma soprattutto, sottolineiamo, il Giorno del Signore; invece il sabato ebraico, veniva sottolineato in maniera particolare, come giorno di riposo.
Possiamo anche dire una cosa - perch veniva sottolineato questo riposo? Veniva sottolineato
molto probabilmente anche in rapporto alla giornata lavorativa, allora non esistevano ferie, ma solo
giorni lavorativi, per cui era necessario, si avvertiva quasi fisiologicamente la necessit di una sosta
ogni tanto, e questa sosta viene legata ad un giorno preciso che il giorno del sabato.
Difatti, se noi leggiamo la Sacra Scrittura, Vecchio Testamento in maniera particolare, ci
accorgiamo che quello che viene sottolineato assolutamente quando si parla del sabato,
essenzialmente il riposo: Per sei giorni farai i tuoi lavori, ma nel settimo giorno farai riposo,
perch possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava
e il forestiero (Es 23,12); e ancora: Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni
faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno il sabato in onore del Signore, tuo
DioPerch in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto in essi, ma si riposato il settimo giorno. Perci il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato
sacro (Es 20,8-11).
Per cui a quel riposo assoluto - a cui venivano annesse delle ragioni molto forti, pensate quando
si diceva:
Chi lo profaner sar messo a morteChiunque far un lavoro di sabato sar messo a morte (Es 31,14-15), ci significava che il lavoro era una sanzione molto forticante del servizio.
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In un secondo tempo, a questa nozione del riposo, quella ebraica ha anche la nozione di
sacralit per cui il sabato - oltre ad essere indicato come giorno di riposo - venne indicato anche come un giorno di sacra convocazione in onore del Signore.
Questa sacra convocazione dove si faceva? Evidentemente che finche non venne costruito il
Tempio di Gerusalemme, questo stare insieme noi non possiamo assolutamente capirlo e saperlo,
anche perch voi sapete che, tutto questo aspetto, diciamo anche cultuale, liturgico, ecc. venne ad
essere sistemato dopo lesilio, il che significa che prima dellesilio, noi possiamo avere delle indicazioni che sono per la maggior parte delle volte, viste anche in una prospettiva diversa, nella
prospettiva del ritorno dallesilio. Una cosa per certa, siccome dopo il ritorno dallesilio di Babilonia, molti ebrei si dispersero, cominci quella diaspora che poi si accentu in maniera
particolare dopo il 70 d.C. con la distruzione del Tempio e dopo con la distruzione di Gerusalemme
e soprattutto con leditto di Adriano che impediva agli ebrei di ritornare a
Gerusalemme, ci porto ad una situazione che cerano dei gruppi notevolmente numerosi di ebrei che si costru un luogo di convocazione particolare che fu la sinagoga, per cui la convocazione in
giorno di sabato avveniva nelle sinagoghe; se voi avete presente moltissimi brani del Vangelo: Di sabato si reca nella sinagoga, ascolta la lettura del VT, in modo particolare della Torh e poi
interviene, oppure chi presente pu pigliare la parola e intervenire; negli Atti degli Apostoli, molto spesso noi troviamo Paolo che andando in giro nelle sue peregrinazioni missionarie, si
rivolge prima agli ebrei e va presso la sinagoga, quando gli ebrei sono convocati in giorno di sabato
e dopo avere ascoltato la lettura prende la parola.
Questo cosa ci fa capire? Che il sabato essenzialmente come giorno di riposo, a cui poi si
annette questo aspetto, diciamo pi cultuale e se vogliamo anche pi liturgico, che giorno di
convocazione in onore del Signore.
Cosa facevano gli ebrei nella sinagoga in giorno di sabato? Ascoltavano la lettura della Parola di
Dio, la quale Parola di Dio nel corso o nel ciclo annuale, veniva letta in quelli che erano i libri
fondamentali: i 5 Libri del Pentateuco, cio la Torh; alla fine del ciclo annuale si ripigliava
nuovamente la lettura della Torh.
Noi troviamo una lettura, che quasi obbligatoria, che il Libro del Pentateuco o la Torh. Di
Ges Cristo noi troviamo una lettura diversa, un rotolo del Profeta Isaia, e quando lo legge lui
nella sinagoga di Nazareth, dice: questo stato ormai adempiuto ai giorni di oggi; non la Torh
un libro del profeta Isaia.
Quello che interessa che il sabato era un giorno di riposo e poi anche un giorno in cui gli ebrei
si dedicavano allascolto della Torh come Parola di Dio.
Andiamo adesso alle altre feste.
2 - LE GRANDI FESTE DI PELLEGRINAGGIO
Le feste di Pellegrinaggio con precisione sono: la Pasqua (Pesak), il giorno degli Azzimi
(Mazzot), la festa delle Settimane (Shavuot, che poi diventa la Pentecoste), la festa delle Capanne
(Sukkot) e la festa della gioia per la Legge (Simkat Torh).
Queste sono le tre feste: Pasqua e Azzimi, Pentecoste e festa delle Capanne che vengono
chiamate: feste di pellegrinaggio.
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Cominciamo col dire perch queste venivano chiamate feste di pellegrinaggio? Erano tre
celebrazioni diverse, perch ogni bravo ebreo adulto, almeno in una di queste tre feste, doveva fare
un pellegrinaggio a Gerusalemme, e voi ricordate che anche Ges, quando ebbe 12 anni, viene
portato a Gerusalemme, poi successe che si smarr nel Tempio (comunque per noi questo un
aspetto secondario), quello che interessa che Ges a 12 anni va a Gerusalemme accompagnato dai
suoi genitori.
Come anche nella sua vita pubblica, Egli si reca a Gerusalemme in occasione della Pasqua, e
proprio in occasione della Pasqua, egli viene preso, viene processato, crocifisso e muore.
Cominciamo a vedere che tipo di feste erano queste. Anche qua, diciamo che la radice di queste
feste si trovano nella civilt silvo-pastorale che propria del popolo ebraico.
A) - La Pasqua e la festa degli Azzimi - ci sottolinea che cadevano entrambe nel primo plenilunio
di primavera, in maniera particolare la festa di Pasqua si rif ad una antica, vecchissima tradizione
dei popoli che avevano unagricoltura pastorale di sacrificare un agnello del gregge, maschio, perch quello era il periodo in cui gli agnelli, le capre o le pecore figliavano, per cui si offriva un
agnello in omaggio alla divinit.
Cera poi la festa degli Azzimi o di Mazzot, che era la festa in cui maturava il grano. tutto quello che cera di vecchio veniva tolto e per 8 giorni si mangiava non lievitato, azzimo, in attesa che la farina che era stata fatta col nuovo raccolto, lievitasse e diventasse quindi possibile mangiare il pane
lievitato.
Queste erano due feste inizialmente: Pasqua - festa essenzialmente pastorale - Azzimi - festa
essenzialmente di agricoltori; in seguito queste due feste vennero unificate e diventarono una sola
festa che quella di Pasqua.
Anche qua, il popolo ebraico, quando piglia coscienza di essere popolo eletto, chiamato da Dio,
lega questa festivit allavvenimento della sua vita, in particolare la lega alla festa dellEsodo come liberazione del popolo ebraico dallEgitto.
Anche l, notate, noi ci troviamo di fronte ad alcuni elementi che sono presi da quella che la
festa primitiva che poi viene ad essere vista sotto unangolatura completamente diversa (per es. uccidere lagnello, spalmare col sangue gli stipiti - cosa che si faceva anche prima di questo avvenimento - e poi ancora mangiarne le carni arrostite - cosa che si faceva prima di questo
avvenimento - cio gli elementi della festa rimangono quelli che venivano presi dalla civilt
pastorale, per il significato viene traslato verso il significato della liberazione del popolo ebraico
dallEgitto).
Queste due feste che, come dicevo, prima erano disgiunte poi vengono ad essere unite, anche nel
giorno di Pasqua si mangia il pane azzimo, non lievitato, unite alle erbe amare che come ricordate
nellEsodo assumono il significato dellamarezza della schiavit che il popolo ebraico aveva avuto nellEgitto, ma che nella festivit pastorale antecedente a quella trasformazione ideale, era anche un modo per festeggiare il nuovo raccolto che si stava facendo.
Anche a questo riguardo, io dico semplicemente qualche cosa, cio leggo qualche cosa, sarebbe
molto interessante se volete andare a fare una specie di ricerca, io vi do le liste che abbiamo nel VT
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dove si parla di tutte queste feste, e sono: Es 23,14 ss; 34,18 ss; Dt 16,1 ss; Lv 23,1 ss che fanno
riferimento al calendario delle feste ebraiche.
Questo rituale di Pasqua, dicevo, viene poi ad assumere col significato della liberazione del
popolo ebraico dallEgitto e secondo lordine che viene ricevuto dal Signore, questa Pasqua viene poi ricordata annualmente.
Questo ricordo annuale vede legato quindi ad una celebrazione particolare e il banchetto pasquale
assume un andamento tutto particolare, viene chiamato banchetto o rituale pasquale (seder) e nel
testo viene descritto comera landamento strutturale del banchetto pasquale, che era chiamato anche il banchetto delle quattro coppe, perch per quattro volte si portava il vino e si riempivano le
coppe (pag.23 del testo, e nellinsieme ci potete fare un piccolo appunto, andare a fare un confronto tra quello che era la celebrazione dl rito del banchetto pasquale presso gli ebrei, confrontandolo con
la istituzione dellEucarestia).
B) - La festa delle Settimane (Shavuot - Pentecoste) - perch viene chiamata festa delle Settimane?
Perch questa festa si celebrava sette settimane dopo la festa di Pasqua. Siccome le sette settimane
significa 7 x 7 = 49 giorni, il giorno della celebrazione cadeva al 50 giorno, venne chiamata anche
festa di Pentecoste (Shavuot).
Cosa celebrava inizialmente questa festa? Essenzialmente siamo, se quella a met aprile, dopo
le 7 settimane, cio dopo 50 giorni, siamo a giugno, quindi la festa del raccolto.
Inizialmente, allora la festa di Pentecoste legata essenzialmente ancora una volta ad una civilt
agricola.
Quando questa festa passa al popolo ebraico, anche a questa viene assegnata un indirizzo che fa
riferimento agli avvenimenti di cui il popolo ebraico protagonista con la liberazione dallEgitto.
La Pasqua viene a ricordare la liberazione, la festa di Pentecoste vuole ricordare il fatto che Dio,
assegna al popolo ebraico una Legge sul monte Sinai. Allora anche questo assume un significato
nuovo e diverso; una festa esistente, ma qui viene ammesso adesso un significato che
essenzialmente legato alla storia dIsraele e al suo peregrinare nel deserto.
C) - La festa delle Capanne - quando veniva celebrata questa festa delle Capanne? Anche questa
come origine di una civilt agricola, la festa della vendemmia, la raccolta delluva (alcuni anni addietro nelle nostre parti, quando si faceva la vendemmia, si faceva anche la festa, non solo ma i
vendemmiatori pernottavano in campagna, si coricavano sotto gli alberi, ecc.), al ricordo di questa
festa che siccome si svolgeva in campagna e sotto le viti, venne chiamata la festa delle Capanne.
Cosa voleva celebrare questa festa delle Capanne? Voleva celebrare, dicevo, questa festa
contadina; che significato viene poi ad assumere? Veniva ad assumere il significato essenziale del
periodo in cui il popolo ebraico vaga nel deserto in attesa di entrare nella terra promessa; siccome
nel deserto si sta sotto le tende, allora ecco le capanne possono essere benissimo riferimento a
questo lungo periodo che il popolo ebraico pass nel deserto.
Come vedete, queste feste di pellegrinaggio importanti: Pasqua, Pentecoste e festa delle Capanne,
non hanno origine, come dire, ebraica ma vengono ad essere assunte come feste da una civilt
agricola e pastorale, per vengono trasformate con un significato completamente nuovo e diverso.
Questo per sottolineare tre festivit. Ci sono poi altre feste, che io mi soffermer cosi e sono:
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La Festa di Capodanno - il capodanno ebraico viene celebrato nellautunno, perch si pensava che il primo mese dellanno fosse il giorno coincidente con la nuova luna di autunno. Anche qua viene data essenzialmente un significato nuovo che, guardate, siccome in questa festa nellassemblea liturgica viene suonato u corno, allora venne dato il significato a quel sacrificio mancato di Isacco
da parte del padre Abramo, quando gli viene ordinato di uccidere Isacco e poi noi sappiamo che Dio
interviene e gli fa trovare il caprone.
Il giorno dellEspiazione - (Jom Kippur); un giorno molto importante che coincide con la prima luna dautunno, perch nella vecchia istituzione cultuale ebraica, era lunico giorno in cui il sommo sacerdote poteva entrare allinterno del Santo dei Santi, cio quella parte pi interna e pi santa del Tempio dove nessuno mai entrava, se non il sommo sacerdote ed una volta allanno, proprio nel giorno dellespiazione o Jom Kippur.
La festa della Dedicazione del Tempio (Kanukkah) - che viene un po' a trovare la sua origine
biblica, soprattutto nel Libro dei Maccabei, quando dopo che il Tempio era stato profanato, Giuda
Maccabeo lo riconsacra. Questa riconsacrazione come una rinascita del Tempio ebraico, tanto che
questo giorno della Dedicazione viene ad essere indicato come il natale ebraico.
La festa di Purim - un po' viene ad assumere oggi la festa del carnevale ebraico. fa riferimento al Libro di Ester, quando Amn voleva sterminare il popolo ebraico, Mardocheo ad un
certo momento, attraverso Ester, fa rovesciare le cose per cui vengono puniti Amn e tutti i suoi
figli e tutti quelli che volevano la distruzione del popolo ebraico, quindi una festa quasi di carattere
nazionale che oggi, diciamo, ha perso i suoi connotati e viene ad essere la celebrazione del
carnevale ebraico.
Il Giorno del Lutto Nazionale (Tesha-Beab) - commemora ben quattro avvenimenti che guarda
caso, avvengono tutti nello stesso giorno anche se a distanza di secoli luni dallaltro e a distanza di luogo luno dallaltro. Era il 9 del mese di Ab che coincide col nostro luglio-agosto:
a) - distruzione del primo Tempio, quando poi il popolo ebraico viene deportato a Babilonia 586
a.C.
b) - la seconda distruzione del Tempio nel 70 d.C. che fu distrutto durante lassedio di Gerusalemme prima da parte di Vespasiano, poi da parte del figlio Tito.
c) - repressione dellinsurrezione ebraica contro Roma nel 135 d.C., in quel mese e in quel giorno venne distrutta completamente Gerusalemme che venne rasa al suolo.
d) - espulsione degli Ebrei dalla Spagna nel 1492, questa catastrofe nazionale vuole ricordare
lespulsione del popolo ebraico, diciamo, da quasi tutti gli Stati europei che successivamente a cominciare dallInghilterra nel 1217 espulsero gli ebrei, per lespulsione che viene ricordata in maniera particolare fu quella dalla Spagna, che attraverso quella famosissima o famigerata
Inquisizione, oper una persecuzione indiscriminata di ebrei, musulmani, ecc.
Come vedete sono quattro avvenimenti che a distanza enorme di tempo luno dallaltro, in luoghi diversissimi, ma chiss perch avvennero tutti nello stesso giorno.
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CAPITOLO III
IL MISTERO PASQUALE DI CRISTO
CENTRO VITALE DELLANNO LITURGICO
I - IL SIGNIFICATO DEL MISTERO PASQUALE
Il significato del mistero pasquale centro vitale dellanno liturgico, vuole significare un organo molto importante per la vita, come pu essere il cuore. Come essenzialmente si vuole precisare
che il mistero pasquale stato il centro da cui si irradiato poi gradualmente tutto lanno
liturgico.
La precisazione che va fatta questa: oggi noi ci troviamo di fronte allanno liturgico cos bello e impostato, e potremmo pensare che questo anno liturgico sia stato studiato a tavolino; (alcuni si
sono messi attorno ad un tavolo e hanno detto: come impostiamo lanno? Lanno della Chiesa, chiamato anche anno liturgico? Lo impostiamo cos); in realt non stata in questa maniera che
lanno liturgico nato.
Si sviluppato gradualmente, pian piano, attorno ad un centro o a partire da un centro che
proprio il Mistero Pasquale. Da questo punto di vista, (siccome noi labbiamo detto laltra volta che il cristianesimo proviene dallebraismo, Ges era un ebreo) e per capire anche la festa o le feste del calendario liturgico della Chiesa, dobbiamo fare anche un certo riferimento al calendario o alle feste
dellebraismo, dobbiamo sottolineare che la Pasqua la festa per eccellenza del popolo ebraico. Abbiamo anche sottolineato il vario significato di questa Pasqua a partire da quello che poteva
essere il significato di una festa di civilt pastorale, al significato che avesse stato dato quando il
popolo ebraico si reso cosciente di innestare, nella sua vita, quindi anche nelle sue feste, quello
che era lintervento di Dio nel popolo stesso; in maniera particolare noi sappiamo che lEsodo o se vogliamo anche la Pasqua ha assunto nel popolo ebraico un significato molto, ma molto importante,
molto profondo, perch proprio attraverso questo elemento Esodo-Pasqua il popolo ebraico si
costituito come popolo, prima non era un popolo.
Vorrei fare, a questo punto, una parentesi per capire questo elemento che molto importante;
cio sappiamo che il popolo ebraico, meglio, una famiglia che era quella di Giacobbe discese in
Egitto; magari possiamo ricordare il perch, cera Giuseppe che era stato venduto dai fratelli; in Egitto attraverso elementi o eventi straordinari era divenuto un personaggio molto importante e
Giacobbe, ad un certo momento sente la necessit di inviare i suoi figli in Egitto per sopperire ad
una carestia che cera stata in Israele; in Egitto cera abbondanza per cui i figli di Giacobbe vanno l per portare frumento a casa e dare cos la possibilit di sopravvivenza al clan, alla famiglia di
Giacobbe. Giuseppe riconosce i suoi fratelli, non sto qua adesso a dire tutti quegli elementi che sono
innestati in questo riconoscimento, ecc.; ma ad un certo momento Giuseppe fa venire in Egitto suo
padre Giacobbe e i suoi fratelli. Chi discende in Egitto? Una famiglia, un clan potremo dire, (perch
sono parecchie famiglie, i figli sono per la maggior parte sposati e hanno anche dei figli, per finch
c il padre vivo, la famiglia unita attorno al capostipite che in questo caso Giacobbe).
In Egitto si sono moltiplicati fino a costituire una massa enorme di gente, tanto che il popolo
egiziano, temendo che queste persone potessero unirsi con i propri nemici, li resero schiavi.
Sono stati liberati da Dio che ha inviato Mos e li fa fatto uscire dallEgitto. Guardate, proprio questa uscita dallEgitto fa di quella massa di gente un popolo. Infatti, noi troviamo dopo luscita dallEgitto, quegli elementi costituenti per cui noi possiamo parlare di una Nazione; cio c un capo, c un complesso di leggi, c un popolo e c un territorio: il capo Mos; un complesso di leggi sono quelle leggi che Dio d a Mos nel Monte Sinai; un popolo che quello uscito
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dallEgitto che erano schiavi adesso costituiscono una Nazione vera e propria; una terra che quella promessa verso cui stanno andando. Per cui, proprio questo episodio, luscita dallEgitto, d al popolo ebraico la coscienza di essere un popolo; fino a quel momento, inizialmente erano stati un
clan, oppure una massa di gente, adesso vengono a costituirsi come popolo.
Per cui questa uscita dallEgitto, che dallora viene celebrata come Pasqua (passaggio) o quellangelo in Egitto che va oltre dalle case che hanno gli stipiti col segnale del sangue dellagnello, per non uccidere gli innocenti, oppure questo passaggio del Mar Rosso che li porta fuori dallEgitto, non semplicemente una festa nazionale tanto per dire, ma la festa che costituisce un popolo, da una massa di persone costituisce un popolo. Questo il motivo per cui la
festa di Pasqua divenne essenzialmente la festa per eccellenza; proprio attraverso questa festa di
Pasqua, il popolo ebraico piglia coscienza di un intervento nella storia di Dio per cui esso diventa il
popolo di Dio, ed esso ha coscienza di essere questo popolo.
La religione ebraica, una religione che si inquadra proprio nella storia, cio a dire, in questo
intervento di Dio allinterno del popolo ebraico. E naturale che questa Pasqua del popolo ebraico, la festa importante per eccellenza, diventa poi nel cristianesimo la Pasqua cristiana. C un motivo, non semplicemente perch Cristo morto, risorto e la sua morte e la sua risurrezione sono legate
alla festa di Pasqua, ma anche perch tutti gli elementi che l hanno costituito da una massa di gente
in un popolo, noi li ritroviamo adesso in una maniera molto accentuata e con un significato
spirituale molto, ma molto pi profondo.
Noi che cosa eravamo prima? Eravamo peccatori; gli uomini che cosa erano prima? I nemici di
Dio; attraverso il sacrificio di Cristo, la sua morte, la sua risurrezione, noi siamo stati costituiti figli
di Dio, per cui da nemici siamo diventati amici, da servi siamo diventati figli. Questo il passaggio
che viene ad essere innestato nel mistero pasquale.
Il mistero pasquale non semplicemente una commemorazione, se volete anche un memoriale
della Morte e della Risurrezione del Signore, ma anche latto fondamentale della nostra salvezza.
Allora, la parola mistero cosa indica? Qualcosa di incomprensibile, qualcosa di misterioso, che va al aldil della nostra capacit comprensiva? No! La parola mistero indica proprio questo aspetto nuovo e diverso con cui a noi si manifesta la volont di Dio che vuole la salvezza di tutti gli
uomini; S.Paolo dice in maniera chiarissima: che il mistero nascosto nei secoli in Dio stato rivelato a noi attraverso Cristo; e quale era questo mistero nascosto nei secoli in Dio? Era che Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati; per cui questa passione, morte, resurrezione di Cristo, unita
alla nostra salvezza, costituisce il mistero pasquale per eccellenza; possiamo dire che questo
latto di nascita del nostro essere cristiani come figli di Dio.
Inizialmente questo mistero pasquale veniva celebrato come una Pasqua settimanale che era il
giorno della Domenica; e su questo riguardo, per i cristiani il sacrifico della morte del Signore, della
sua passione, veniva ad avere un suo riscontro in quello che Cristo aveva fatto nella Cena Pasquale
(lultima Cena), quando prese il pane, rese grazie, lo spezz lo diede a loro e disse: Questo il mio corpo, prendete e mangiate. La stessa cosa con il calice e poi aggiunge: Fate questo in memoria di me!. Per cui, il Fate questo in memoria di me! diviene che cosa? Diviene lelemento che ci ricorda il mistero pasquale, e quando fare questo? Anche qu, notate, noi abbiamo parlato
dellimportanza del sabato ebraico che poi sappiamo che per il cristianesimo diventa la Domenica e abbiamo sottolineato due elementi: lelemento fondamentale che quello del riposo sabbatico (sabat significa proprio riposare), e poi ancora lelemento cultuale del sabato. Gli ebrei, il sabato non si astenevano semplicemente da ogni lavoro, ma si riunivano nella sinagoga per ascoltare la
Parola di Dio ed eventualmente fare quei commenti a questa Parola, quelle esortazioni e quelle
preghiere che venivano ad essere fatti nel giorno di sabato nelle sinagoghe.
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I cristiani mantengono questo elemento settimanale, per non fanno pi quello che veniva fatto
precedentemente nella sinagoga, la lettura della Torh, il commento ad essa, una preghiera; ma
siccome Cristo aveva detto: Fate questo in memoria di me! essi fanno questo in memoria di
Cristo.
Allora, la loro riunione che viene ad assumere la cadenza settimanale, viene caratterizzata
essenzialmente dalla ripetizione, dal memoriale di quello che Cristo aveva fatto nellUltima Cena.
Siccome questo ci ricorda la Pasqua, viene a sorgere questa riunione con cadenza settimanale che
diventa la Pasqua settimanale.
Guardate che fino a questo momento noi abbiamo semplicemente il ricordo, il memoriale di
quello che Ges ha fatto.
In seguito questa Pasqua settimanale, viene celebrata con maggiore solennit nella Pasqua
annuale, cio il giorno che commemora o ricorda, in maniera particolare la morte di Cristo, che era
la Pasqua ebraica, viene adesso commemorata, pure la Pasqua del Signore, per viene a
commemorarsi in una maniera pi solenne di quella che era la Pasqua settimanale; nacque cos la
Pasqua annuale o Grande Pasqua. Fino a questo momento tutto il culto dei primi cristiani fa
sempre il suo riferimento al mistero pasquale.
Gradualmente nel tempo la celebrazione del mistero pasquale si allunga, si dilata, volendo
commemorare, non soltanto la Resurrezione del Signore, ma anche il giorno della sua Passione, il
giorno della sua Morte, cio quella che Pasqua viene a dilatarsi in maniera molto, ma molto
limitata per la verit, in quello che oggi noi chiamiamo il Triduo Pasquale.
In seguito vengono ad essere concentrati, in prossimit della Pasqua, e quindi anche un
pochettino diluiti nel tempo, perch certe cose si vogliono solo nella Pasqua annuale, alcuni
elementi che venivano ad essere celebrati semplicemente nel giorno di Pasqua annuale. Questo
porta ad una dilatazione del tempo pasquale a cui si premette una preparazione che viene chiamata
Quaresima e poi si continua con una risonanza di questo tempo pasquale, che arriva fino a
Pentecoste.
In seguito, ancora, noi ci troviamo di fronte ad una riflessione, ad una meditazione, di tutto il
mistero della vita di Cristo. Per certo che Cristo venuto per salvarci e la salvezza noi la
otteniamo attraverso la Morte e la Resurrezione di Cristo, per sappiamo anche che tutta la vita di
Cristo una preparazione al suo Mistero pasquale; allora riflettere anche sui gesti che Cristo ha
compiuto, riflettere sugli avvenimenti della vita di Cristo antecedenti alla sua Morte, diventa quasi,
diciamo, una necessit; se si vuole conoscere pi a fondo, se si vuole riflettere pi a fondo, bisogna
non concentrarsi semplicemente nellavvenimento finale - che il pi importante indubbiamente - della vita di Cristo quale la sua Morte e la sua Resurrezione, ma dilatare questa riflessione anche a
tutta la sua vita; allora gradualmente viene ad impostarsi anche tutto quellaspetto della vita del mistero di Cristo che viene a trovare una sua collocazione allinterno dellAnno Liturgico.
La Morte e la Resurrezione sono il punto culminante della vita di Cristo, gli altri avvenimenti
della sua vita vengono visti anche come avvenimenti molto importanti, come una preparazione alla
rivelazione del mistero o allattuazione del mistero, per cui anchessi allinterno dellAnno Liturgico vanno assumendo una loro importanza. Allora vedete come, dal mistero pasquale vanno
sgorgando gradualmente tutti questi elementi che portano ad una impostazione dellAnno Liturgico vero e proprio.
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II - LA RIPRESENTAZIONE DEL MISTERO PASQUALE NELLA LITURGIA
A che cosa, allora, fa riferimento questa Pasqua del Signore? Dicevo la Morte e la Resurrezione,
questo indubbio, ma essenzialmente lelemento anche quello della salvezza delluomo; e questa salvezza delluomo va realizzata attraverso una presenza di Cristo, per cui la Liturgia fa riferimento essenzialmente a questo elemento: la presenza di Cristo. E da sottolineare questo elemento, la presenza di Cristo. Questo elemento viene richiamato anche dal Vaticano II nella SC n.7: Per
realizzare unopera cos grande, Cristo sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. E presente nel sacrificio della Messa sia nella persona del ministrosia soprattutto sotto le specie eucaristiche. E presente con la sua virt nei sacramenti, di modo che quando uno battezza Cristo stesso che battezza. E presente nella sua parola, giacch lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura. E presente infine quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, l sono io, in mezzo a
loro (Mt 18,20).
Quindi la Liturgia la celebrazione di questa presenza di Cristo, anzi possiamo dire che non ci
sarebbe assolutamente Liturgia se non ci fosse questa presenza di Cristo.
Quando noi parliamo di presenza di Cristo, a che cosa facciamo riferimento, cio quale elemento
ha questa presenza? Non la presenza di ricordo, di memoria, o una presenza, diciamo, psicologica,
ma quando parliamo della presenza di Cristo parliamo di una presenza vera, reale, oggettiva, cio
Cristo realmente presente in mezzo a noi.
In questa maniera come possiamo dire o come possiamo definire lAnno Liturgico? La definizione dellAnno Liturgico, bellissima nella citazione di Pio XII quando dice: Lanno liturgico , piuttosto, Cristo stesso, che vive sempre nella sua Chiesa, e che prosegue il cammino
di immensa misericordia da lui iniziato con pietoso consiglio in questa vita mortaleallo scopo di mettere le anime umane al contatto dei suoi misteri, e farle vivere per essi: misteri che sono
perennemente presenti ed operanti (MD 140).
Allora lAnno Liturgico Cristo stesso (e laltra volta lho sottolineato, per noi lanno liturgico non un tempo, una persona), che applica a noi i meriti di quella salvezza che lui ha operato; noi
diciamo: salvato da Cristo, la volont di Dio questa: la salvezza universale e la nostra salvezza
viene operata direttamente da Cristo presente nella sua Chiesa anche se, questa sua presenza a noi si
manifesta soltanto attraverso una simbologia, i simboli sacramentali o anche il pane ed il vino - che
non sono pi simboli in quel caso, sono elementi molto misteriosi perch l noi abbiamo una
transustanziazione.
Questo per indicare che cosa realmente lAnno Liturgico e come venuto fuori.
Possiamo fare ancora un passo avanti; nella Liturgia noi abbiamo sottolineato viene a essere
messa in atto lazione salvifica di Dio; allora noi cosa diventiamo? Semplicemente elementi passivi che attendono questa opera che Dio vuole svolgere in noi? No!, perch noi sappiamo che la fede o
la salvezza non viene a noi imposta da Dio, la fede una proposta che Dio ci fa, la salvezza un
invito che Dio ci rivolge. Alla parola di salvezza che Dio d a noi, possiamo rispondere
semplicemente con il si.
Allora, nella Liturgia non attuiamo semplicemente o non vediamo semplicemente lopera di Dio che ci vuole salvare, ma dobbiamo vedere anche in atto la nostra fede che ci lascia salvare o la
nostra fede che risponde si allinvito di Dio. Tutto Anno Liturgico essenzialmente incentrato su questi elementi.
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III - SIGNIFICATO E ORDINAMENTO DELLE FESTE CRISTIANE
Che cosa venuto fuori con il tempo? Come mai, da quelle feste che sono essenzialmente feste
del mistero pasquale o feste della vita di Cristo sono venute fuori tante altre feste allinterno del calendario liturgico o dellAnno Liturgico? Cosa sono le feste?
Non sono semplicemente dei momenti di gioia, ma sono dei momenti che vogliono celebrare,
vogliono ricordare degli avvenimenti che sono degni di essere ricordati (cos noi indubbiamente
riteniamo che sia degno di essere ricordato il giorno in cui siamo nati, e annualmente ci festeggiamo
il compleanno).
Noi abbiamo detto anche laltra volta che le festivit sono legate essenzialmente anche alla civilt del popolo, se c una civilt silvo-pastorale o se c una civilt agricola, allora le feste possono essere e sono di fatto diverse. Cos il popolo ebraico ha come ricordo una festivit di origine silvo-
pastorale, qual la festa di Pasqua; ma anche delle festivit che fanno riferimento ad una civilt
contadina qual , per es. la festa delle Capanne, oppure la festa delle Settimane - che poi abbiamo
chiamato Pentecoste - ecc.
Ora questa festa, oltre a questi elementi - cio le feste, oltre a queste possono essere anche quelle
che noi abbiamo chiamate di passaggio, cio che possono indicare il passaggio dalla fanciullezza alla pubert, alla giovinezza; feste anche di pellegrinaggio, o per quanto riguarda anche il popolo ebraico; ecco noi possiamo dire che cosa realmente vengono a celebrare le feste del cristianesimo?
Inizialmente noi abbiamo la festa di Pasqua settimanale e la festa di Pasqua annuale.
Quando cominciano a sorgere tutte le altre feste? Ora leggo con voi due righi dal testo, e faccio
un richiamo su cui lanno scorso mi sono molto soffermato, quando parlavamo di Storia della Liturgia, anche per far vedere che certi elementi che noi abbiamo studiato, ce li troviamo anche qua, magari non sottolineati ma ci fanno capire certi aspetti - pag.37, 2 cpv: Un particolare gruppo di feste cristiane costituito, a partire dal Medioevo, dalle cosiddette feste di idea. Esse
non pongono in primo piano determinati avvenimenti di salvezza, ma fanno oggetto di festa una
verit di fede, particolari aspetti dellinsegnamento e della piet cristiana, e anche certi titoli del Signore, di sua Madre o di un santo. Vengono chiamate anche feste di devozione o di
meditazione, oppure si parla di feste dogmatiche, tematiche, o - al contrario delle feste dinamiche
delle azioni redentrici di Cristo - di festa statiche. Ad esse appartengono, ad esempio, le solennit
della SS.Trinit, del Corpo e Sangue di Cristo, del Sacratissimo Cuore di Ges e di Cristo Re;
inoltre le feste del Preziosissimo Sangue, del Nome di Ges e della Santa Famiglia, come pure
numerose feste mariane; a cui possiamo aggiungere delle feste che sono state introdotte con una certa solennit in un primo tempo, che poi sono state abbandonate (come la festa di Ges
Lavoratore che doveva fare la concorrenza al 1 Maggio - festa dei lavoratori - e venne celebrata
addirittura come festa di precetto, oggi non si fa pi.
Perch volevo sottolineare questo aspetto, cio tutti questi elementi, tutte queste feste che
sorgono nel Medioevo? Quando lanno scorso noi abbiamo fatto un po' la storia dello sviluppo della Liturgia, abbiamo indicato alcune date fondamentali.
Una era la riforma fatta da Costantino - la Chiesa Costantiniana sorge con tutto quellapparato esteriore, sorgono le Basiliche, sorgono anche i paramenti solenni, ecc.
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Unaltra data molto indicativa, noi labbiamo indicato proprio nel papato di Gregorio VII, quando in piena lotta delle investiture tra papato e impero, ad un certo momento viene ad essere imposta
una riforma generale della Chiesa che ha gli aspetti pi appariscenti nella elezione del Papa e dei
Vescovi. Lelezione del Papa viene sottratta al popolo e viene riservata ad un gruppo di preti delle pi importanti parrocchie di Roma che diventano i Cardinali; lelezione dei Vescovi pure sottratta al popolo e viene fatta direttamente dal Papa.
Ad essere attirati, in maniera molto pi specifica alle gerarchie ecclesiastiche, tutti gli elementi
del culto; allora abbiamo detto noi, la Liturgia viene, in un certo senso, a subire una scissione: ci
sono i sacerdoti che celebrano e il popolo che assiste, guarda; c la Chiesa docente da una parte, la Chiesa discende dallaltra che non nemmeno la possibilit di partecipare.
Privato di quello che lalimento base della propria spiritualit, che appunto la Liturgia, il popolo comincia a crearsi una specie di Liturgia parallela, che porta a quella che noi abbiamo
chiamata la Devotio moderna, in cui, anzich fare riferimento alla profondit del mistero cristiano, del mistero pasquale, vengono ad essere valorizzati alcuni aspetti - che magari sollecitano
il sentimento - ma tante volte rischiano di allontanarci da quello che il centro vitale.
Nel Medioevo, il sorgere di tutte queste feste, fa benissimo da richiamo a quella che era
limpostazione liturgica che si era avuta con il papato di Gregorio VII. C stato laccentramento, anche in elementi liturgici che ha creato una uniformit liturgica in tutta la Chiesa Cattolica, per
questo stato pagato con il prezzo di allontanare il popolo dalla vera fonte della spiritualit, cio
dalla vera Liturgia.
Allora tutte queste feste come sorgono? Allinizio sorgono come devozioni private, o sorgono allinizio come avvenimenti.
Questo aspetto lo abbiamo sottolineato quando lanno scorso abbiamo parlato della Devotio moderna, cio che c anche nella visuale delle feste, un concedere molto a quello che il sentimento o il particolarismo di certi aspetti: ecco la devozione al Sacro Cuore; la devozione al
Preziosissimo Sangue; il Corpo e il Sangue di Cristo, cio la festa del Corpus Domini che voi sapete
che viene fuori storicamente dal famoso corporale di Bolsena e questo avvenimento crea una
festivit.
Quello che interessa sottolineare che tutto questo susseguirsi di festivit che vengono ad essere
create, offrono da un canto una certa ricchezza di riflessione e di devozione, dallaltro canto mostrano anche la povert della vera spiritualit liturgica da cui il popolo era stato escluso. Tant vero che, tutte queste feste non sorgono per impulso dallalto, cio da parte della Chiesa, ma sorgono per devozione dal basso.
Questo arricchimento di queste devozioni, o di idee manifesta per certo verso questa ricchezza,
ma manifesta anche una estrema povert di spiritualit liturgica.
Un terzo elemento, o terza modalit di festa nella Chiesa, sono quelle feste che celebrano
avvenimenti della Chiesa, e il pi importante tra questi certamente la festa della Madonna del
Rosario, che voi sapete che il Rosario venne ad essere istituito dopo la vittoria dei cristiani sui
turchi a Lepanto, allora si istitu questa devozione mariana e da questa devozione mariana, si pass
alla Madonna del Rosario e alla sua festa.
Altri tipi di feste che celebrano questi avvenimenti della Chiesa, Preziosissimo Sangue (1
luglio); Maternit di Maria (11 ottobre); quello che a noi interessa sottolineare questo aspetto:
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oggi noi troviamo un calendario liturgico cos ricco di feste, ma nello stesso tempo tutta questa
ricchezza ha fatto perdere di vista quello che era il vero spirito liturgico.
LAnno Liturgico ha infatti un suo dinamismo interno, cio ha un suo andamento, un suo modo di esplicarsi che tante volte tutte queste feste hanno semplicemente frenato o ci hanno fatto perdere di
vista, cos, forse voi non lo ricordate, molti anni addietro, prima del Concilio Ecumenico Vaticano
II, quasi ogni giorno cera la festa di un santo, e questa celebrazione dei santi evidentemente attirava lattenzione pi sul santo che non sullo sviluppo dellAnno Liturgico; tra tutte le altre cose, anche allora nelle festivit dei santi avevano una classificazione molto, ma molto laboriosa, cio non si
leggeva pi il vangelo nella lectio continua come labbiamo oggi, cerano vangeli che facevano magari riferimento alla festa particolare del santo; o cera il vangelo proprio nel messale, oppure se non aveva vangelo proprio o letture proprie si ricorreva al Comune dei Confessori, Comune dei
Martiri, ecc. Naturalmente una lettura in questa maniera della Sacra Scrittura, era una lettura
sempre e solo episodica. Oggi, anche se c la festa di un santo, le letture di solito - a meno che non si tratti di importanti - vengono prese dalla lettura continua del Lezionario feriale, in modo che,
diciamo si abbia la possibilit di riflettere, meditare in maniera continuativa su un Libro, su un
Vangelo oppure su un brano del Nuovo o del Vecchio Testamento.
Questi aspetti, ripeto, furono completamente persi, sommersi da tutta quella che era tutta questa
congrie di elementi che erano estranei allAnno Liturgico.
IV - LA STRUTTURAZIONE DELLANNO LITURGICO
Noi abbiamo un Anno Liturgico che nella sua impostazione ha un andamento di questo genere:
cominciamo noi con la 1 Domenica di Avvento - Natale - Tempo per Anno - Tempo di Pasqua -
Tempo per Anno, per cui abbiamo un Anno Liturgico che comincia con il Natale e un periodo di
preparazione per il Natale e termina con lultima Domenica dellAnno.
Ora, il rischio che limpostazione dellAnno Liturgico in questo genere pu creare, quale ? Quello di pensare che lAnno Liturgico non faccia altro che sviluppare, riprodurre magari allinterno di un periodo molto limitato - come pu essere un anno - tutta la vita di Cristo; dalla nascita alla morte e al suo insegnamento. E evidente che una cosa di questo genere completamente sbagliata.
LAnno Liturgico non nasce per narrare a noi la vita di Cristo, dalla nascita alla morte e al suo insegnamento, no!; perch in questa maniera noi veniamo a perdere lelemento essenziale fondante dellAnno Liturgico che appunto la Pasqua settimanale che la Domenica. Quindi anche se lAnno Liturgico comincia con lAvvento, la prima festa molto importante a cui noi facciamo riferimento che il Natale, dopodich viene la Pasqua, la Pentecoste e poi linsegnamento, non dobbiamo assolutamente pensare che
lAnno Liturgico sia una riproduzione in piccolo della vita di Cristo. E evidente che una interpretazione dellAnno Liturgico di questo tipo una interpretazione molto, ma molto fuori di quella che la vera e propria Liturgia; anche se lAnno Liturgico viene ad essere strutturato in questa maniera, noi dobbiamo sapere che il punto nodale, nevralgico, importantissimo,
irrinunciabile dellAnno Liturgico sempre la Pasqua settimanale e poi anche la Pasqua annuale.
Questo rischio noi dobbiamo cercare quindi - attraverso una spiritualit liturgica - che faccia
essenzialmente perno su quella che la Pasqua settimanale, in maniera particolare, il Giorno del
Signore.
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Unultima annotazione che riguarda essenzialmente anche limpostazione del Tempo, cos come labbiamo oggi; cio noi abbiamo due cicli molto importanti, il ciclo di Natale ed il ciclo di Pasqua.
LAnno Liturgico oggi d molta ma molta importanza a quello che il Temporale, cio che se anche ci troviamo di fronte a delle memorie che devono essere fatte in maniera obbligatoria
(memoria obbligatoria), quanto riguarda, diciamo la catechesi liturgica, la Parola di Dio, non
interrompiamo se non raramente quello che il ciclo continuo delle Letture, e questo tende
essenzialmente a valorizzare lAnno Liturgico come istruzione che noi riceviamo da Dio in maniera continua e non in maniera episodica.
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CAPITOLO IV
LA DOMENICA, CELEBRAZIONE ORIGINARIA
DEL MISTERO PASQUALE
1 - ORIGINE E SIGNIFICATO DELLA DOMENICA
La volta scorsa, parlando un po' dellimpostazione generale dellAnno Liturgico, abbiamo detto che lAnno Liturgico si sviluppa a partire dalla Domenica, per cui la Domenica veniva sottolineata come la festa primordiale, la festa basilare; qua adesso ci chiediamo: ma perch la Chiesa ha
privilegiato questo giorno di Domenica? Noi sappiamo che la Chiesa cristiana viene dallebraismo e il giorno festivo per il popolo ebraico il sabato; perch questo cambiamento?
Potremmo dire una cosa, che quasi Cristo stesso ha data a noi una indicazione riguardante il
giorno della domenica come il giorno pi importante che egli voleva che noi celebrassimo.
Da che cosa provengono a noi queste indicazioni? Provengono dal Vangelo, perch per noi il
punto di rilevamento da cui traiamo tutte le nostre riflessioni non pu se non essere il Vangelo; cosa
leggiamo nel Vangelo? Che Cristo risorto e la certezza della sua resurrezione, attraverso le
apparizioni agli apostoli stata fatta in giorno di domenica.
E poi ancora, questo giorno della settimana viene, non semplicemente ad essere caratterizzato
dalla resurrezione del Signore come certezza che egli annunzia la sua resurrezione a coloro a cui
appare; ma anche come invio dello Spirito Santo. Voi sapete che la questione dellinvio dello Spirito Santo - la Pentecoste noi la troviamo nei Vangeli determinata in una doppia maniera - (in Gv
nella prima apparizione, quando Ges appare agli apostoli e dice: ricevete lo Spirito Santo, a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete non saranno rimessi; negli At viene presentato questo giorno diverso dal giorno della resurrezione, ma in ogni caso il giorno 50
dalla resurrezione che corrisponde proprio alle 7 settimane + uno, di cui abbiamo parlato noi come
festivit anche del popolo ebraico).
C da considerare un altro aspetto; levangelista che riporta la duplice apparizione agli apostoli (prima gli apostoli tutti insieme senza Tommaso, poi gli apostoli con Tommaso, ripiglia questo
episodio delle apparizioni con otto giorni dopo e siccome il primo giorno era domenica, cio la prima apparizione era stata di domenica, otto giorni dopo era ancora domenica).
Ci ci fa capire che la domenica stata privilegiata da Cristo stesso, per cui, se gli apostoli, la
Chiesa primitiva celebrano la domenica come giorno del Signore , non , diciamo, per un capriccio degli apostoli ma quasi seguendo il comando del Signore, o lindicazione che il Signore d.
Questo giorno, Domenica, per non si chiamava domenica naturalmente, perch noi sappiamo che presso lebraismo, la domenica corrispondeva al primo giorno dopo i sei giorni in cui Dio lavora ed il settimo riposa.
Quando cominci a chiamarsi domenica? Noi con precisione non possiamo indicare una data in cui questo giorno comincia a chiamarsi domenica, anche perch inizialmente, noi ci troviamo di fronte ad una molteplicit di nomi con i quali la domenica viene indicata. Per, quando i primi cristiani si riunivano corrispondente a quel giorno che poi verr chiamato domenica, celebravano la Cena del Signore, per cui sembra che il Die Domenico viene fatto attrazione da quel primitivo
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elemento che si riunivano per la cena del Signore; dalla Cena del Signore al Giorno del Signore il passaggio viene cos ad essere effettuato, per cui inizialmente si riunivamo, ripeto, per celebrare la Cena del Signore; il giorno in cui si riunivano per celebrare questa Cena del Signore poi venne indicato come il Giorno del Signore cio la Domenica.
Si pu anche sottolineare un altro aspetto - che io sottolineo anche con voi - che queste riunioni
fatte il primo giorno della settimana ebraica, corrispondente alla domenica, vengono ad essere
testimoniate da scrittori extra biblici; cos Plinio, per esempio, d una testimonianza che i cristiani si riunivamo la mattina presto per pregare e si riunivano, poi, la sera tardi per un pasto comune.
La testimonianza, che lanno scorso se voi vi ricordate noi abbiamo letto di Giustino, quando abbiamo sottolineato laspetto della celebrazione liturgica, d anche una rilevanza ad un elemento, dice: noi ci riuniamo e preghiamo finch il tempo lo consente; cosa vuol dire finch il tempo lo consente? finch c possibilit di stare insieme e pregare e ascoltare la Parola di Dio, prima di recarsi al lavoro; perch notiamo: nel giorno in cui essi si riunivano, la mattina presto prima del
lavoro; la sera tardi, finito il lavoro, era domenica per noi, in quei tempi era giorno lavorativo; ancora di riposo festivo domenicale non si parla; per cui i cristiani dovevano conciliare quello che
era il giorno della loro riunione, per celebrare la Cena del Signore con il lavoro che veniva effettivamente svolto.
Allora per conciliare questi aspetti, si riunivano la mattina presto e la sera tardi. Poi la sera tardi non si riunivano pi, perch un decreto dellimperatore proib le riunioni serali, in quanto cera pericolo di assembramento e quindi pericolo per lordine pubblico; allora i cristiani dovettero anticipare tutte queste riunioni alla mattina presto e, mentre prima la loro riunione aveva due
momenti: 1) - lo possiamo chiamare liturgico di preghiera; 2) - la sera, liturgico per il pasto
serale; questo momento venne semplicemente ad essere ristretto ad un solo momento che era il
giorno della domenica mattina.
Adesso noi diciamo: come veniva ad essere impostata questa celebrazione? La celebrazione non
ha una caratteristica, diciamo, uniforme per quanto riguarda il cristianesimo. Una cosa, per, noi
possiamo rilevare: che, mentre inizialmente a questa riunione cera molta, molta frequenza, in seguito molto probabilmente a queste riunioni cominci a venire meno lentusiasmo per cui nella stessa Lettera agli ebrei noi troviamo un richiamo in cui si invitano i cristiani a partecipare a queste
riunioni domenicali: senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno labitudine di fare, ma invece esortandoci a vicenda; tanto pi che potete vedere come il giorno si avvicina (Ebe 10,25); questo ci d anche un aspetto in cui noi possiamo dire che questo fervore cristiano comincia
un pochettino a scemare, per cui si sente la necessit di questo richiamo.
Guardate che la necessit di questo richiamo, inizialmente fatto come esortazione perch ancora
lobbligo - nel senso in cui lo intendiamo noi - giuridico di partecipare alla Messa la domenica, non c; cos un altro libro, immediatamente posteriore allet apostolica, che la Didach richiama pure a questa osservanza del mettersi insieme, della riunione:
Riuniti nel giorno del Signore, spezzate il pane e rendete grazie quando avete confessato i vostri peccati, perch sia puro il vostro sacrificio (14,1); come vedete c una incidentale riuniti nel giorno del Signore, spezzate il pane rendete grazie che un comando, perch c da vedere che la celebrazione eucaristica veniva ad essere vista come una riunione, diciamo, ormai comunitaria, per si intravede
che c qualcuno che ancora non presente a queste riunioni.
Per quanto riguarda, invece, laspetto del riposo domenicale, si ha con lavvento di Costantino.
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Parlando della evoluzione, impostazione della Liturgia, abbiamo fatto riferimento a Costantino,
quando con leditto di Milano del 313, aveva dato possibilit ai cristiani di riunirsi senza commettere con ci una specie di reato; mentre prima le riunioni erano clandestine e si facevano
nelle catacombe, con Giustino la religione cristiana diventa lecita, quindi pu essere praticato il
culto, anzi, c un grandissimo favore nei riguardi di questa religione cristiana, per cui cominciano a costruirsi anche le Basiliche, non semplicemente a Roma, ma anche in altre citt dellimpero.
Ed lo stesso Costantino che alcuni anni dopo, precisamente nel 321, d lobbligo del riposo nel
giorno di domenica.
Prima, quando cera il riposo? Forse per luso ebraico, il riposo era stato stabilito anche nel giorno di sabato; poi leditto imperiale lo porta al Giorno del Sole, ma adesso Costantino, in maniera solenne dichiara che il giorno del riposo il giorno della domenica. Questo che cosa permette? Permette anzitutto di evitare, diciamo, quelle riunioni piuttosto ristrette, fatte di mattina
presto in un tempo molto limitato e d la possibilit di un culto molto pi solenne, e abbiamo visto
che, proprio con Costantino, la Liturgia subisce anche questa esplosione fastosa, non semplicemente
nei luoghi molto grandiosi (mentre prima si riunivano nelle case private o nelle catacombe) ma
anche nellaspetto dellincedere: la processione, il Salmo o il canto dinizio, dintroito, sono elementi che vengono a cadere proprio durante il periodo costantiniano. Il riposo domenica,
lobbligo di tale riposo, ci accentua anche questa possibilit di riunione liturgiche molto pi prolungate, dando cos ai cristiani la possibilit di avere un tempo a disposizione, non limitato, da
quello che poteva essere linizio dellorario di lavoro.
2 - NOMI DELLA DOMENICA NEL CRISTIANESIMO PRIMITIVO
Ho detto che inizialmente non esisteva il giorno di domenica Die Domini,esisteva semplicemente la riunione dei cristiani che celebravano la Cena del Signore (kyriakon deipnon) a
Giorno del Signore (kyriake hemera) il passo fu breve; comunque quello che a noi interessa non
semplicemente sottolineare questo aspetto, anche gli altri modi come veniva indicata la domenica.
Venne inizialmente indicata come primo giorno; perch primo giorno?. Qua noi vediamo il calendario ebraico, il settimo giorno era il sabato, il giorno del riposo per cui la Domenica veniva ad essere indicato come primo giorno.
Per, indicare la domenica come primo giorno, da parte dei cristiani, venne inteso in un senso ed
un significato, diciamo, molto pi profondo di quello che era il significato dato al primo giorno del
calendario ebraico che indicava semplicemente linizio di un nuovo periodo, quello che noi chiamiamo settimana.
Allora, quale significato venne attribuito? La resurrezione di Cristo, la redenzione venne indicata
come una nuova creazione, e lapostolo Paolo parla proprio dei cristiani come nuove creature e dovete comportarvi cos come si conviene a questi essere nuovi. Allora il primo giorno che nella mentalit ebraica indicava linizio della creazione, viene cos visto la domenica, primo giorno, per viene dato a
questa domenica il significato di primo giorno di una nuova creazione.
Oltre che primo giorno, venne indicato anche come ottavo giorno; e anche questa questione dellottavo giorno, ha necessit di essere approfondita: il primo o lottavo? E naturale che se noi contiamo dopo sette giorni, il primo della 2^ serie diventa ottavo. Lottavo giorno indica anche pienezza; ricordiamo che anche nellebraismo cerano delle situazioni in cui lottavo giorno era molto importante, per esempio: i bambini che nascevano venivano circoncisi lottavo giorno; per
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cui lottavo giorno veniva ad essere indicato come la presentazione di quel bambino al Signore, quindi lappartenenza, attraverso quel segno esteriore appartenenza al popolo ebraico.
Per cui la domenica viene indicata come ottavo giorno per dire che ormai c la pienezza della creazione, oppure se volete anche, una rinascita da parte di tutti gli uomini e una possibile
appartenenza a Dio, attraverso la redenzione che Cristo oper e che manifest attraverso la sua
resurrezione proprio nel giorno della domenica.
Abbiamo anche altre indicazioni, che sono simboliche, per quanto riguarda il numero otto, per
esempio, quando c il diluvio universale, san Paolo sottolinea che nellarca vennero salvate soltanto otto persone; per cui il numero otto indic anche la salvezza, l da parte di Dio attraverso
un evento di elezione, Dio che chiama No, gli dice di costruire larca e di entrarvi lui, sua moglie e i suoi figli, in tutto otto persone, sottolinea lapostolo Paolo; per cui questo numero otto diventa anche simbolico per indicare una pienezza di azione o se vogliamo anche una pienezza di grazia.
Questo per quanto riguarda, diciamo, in riferimento al calendario ebraico.
Il giorno della domenica veniva chiamato anche giorno del Sole, se noi facciamo un punto di
riferimento con il calendario romano; noi sappiamo che era un calendario che indicava i giorni della
settimana in rispetto anche ai pianeti, ed quello che abbiamo ancora oggi: luned = giorno della
Luna; marted = giorno di Marte, ecc.; erano giorni planetari, cio facevano riferimento ai vari
pianeti, e il giorno di domenica era il giorno del Sole.
Anche i primi cristiani indicarono a domenica, inizialmente, come il giorno del Sole, per, al
solito essi danno un significato molto pi pieno a quella che lindicazione nominativa del giorno. Cos possiamo indicare anche che, Cristo come il Sole che illumina; Cristo il Sole che d la vita
(nellAT noi abbiamo queste indicazioni che viene da una antifona nella novena di Natale: O Oriens = O Oriente, e oriente non semplicemente lindicazione da dove sorge il sole, ma vuole indicare loriente, cio il sole stesso).
Quindi, se i cristiani adottarono anche questo tipo di nome per indicare quella che poi sar la
domenica, diedero anche a questa indicazione un significato molto pi profondo di quello che
veniva attribuito comunemente nel calendario romano.
Abbiamo allora tutte queste denominazioni: primo giorno, ottavo giorno, giorno del Sole, poi su
tutte viene, come dire, ad essere accorpato il significato del Dies dominica, quindi di domenica (in
alcune lingue rimane ancora lindicazione del giorno di domenica come il giorno del Sole: tedesco Sonntag; inglese Sunday che significa appunto giorno del Sole; sono poche lingue che mantengono la denominazione originaria, perch la maggior parte delle lingue ormai chiamano
questo giorno: Domenica come giorno del Signore).
Veniva indicato anche come giorno della Resurrezione e, possiamo a questo punto dare uno sguardo sintetico a tutti questi elementi che noi abbiamo cercato di sviluppare, leggendo un brano a
pag.53, portato da San Girolamo che dice cos: Il giorno del Signore, il giorno della risurrezione, il giorno dei cristiani, questo il nostro giorno. Perci viene detto anche domenica, perch in esso
il Signore vittorioso sal al Padre. Se chiamato dai pagani giorno del sole, anche noi siamo daccordo, poich oggi sorta la luce del mondo, il sole della giustizia, e nelle sue ali nascosta la nostra salvezza (26).
Come vedete, se noi assumiamo le varie denominazioni, anche prese secondo modalit diverse, i
cristiani potevano accettare, accettarono di fatto inizialmente specialmente queste varie
denominazioni, per ogni volta diedero ad esse un significato molto pi profondo di quello che
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questo nome indicava al di fuori del cristianesimo e in riferimento a Cristo Ges e alla sua
risurrezione.
3 - LINEE DI SVILUPPO POST-COSTANTINIANE
Il giorno di riposo, vi dicevo, viene ad essere dato semplicemente con una legge del 3 marzo 321
dallimperatore Costantino che dichiara il venerabile giorno del sole giorno di riposo. Abbiamo poi la legge che dispone che, in quel giorno era auspicabile che si liberassero pure i cristiani.
Quello che a noi interessa , guardare non semplicemente alla questione del giorno di Pasqua
come giorno del riposo, ma guardare anche a che cosa realmente indicava; cio la domenica
bisognava astenersi dalle opere servili. Quali erano queste opere servili? Le opere che erano fatte
dagli schiavi, dai servi; le opere che invece erano fatte dagli uomini liberi, come lo studio, le azioni
intellettive, coltivare le amicizie, questo poteva esser fatto in giorno di domenica, perch non
comportava lavoro servile.
E evidente che questo riferimento poteva esser fatto finch noi ci trovavamo in una civilt, che era, diciamo, agricola; ma con la civilt di oggi, con la civilt industriale e soprattutto con il ritmo
che ha preso questa nostra civilt, evidente che quando noi parliamo di domenica, non possiamo
pi assolutamente dire che la domenica deve diventare un giorno di riposo, o astensione da ogni
lavoro (ci sono dei servizi che sono essenziali e vengono ad esser fatti anche di domenica, pensiamo
ai mezzi di trasporto, pensiamo anche alle comunicazioni, attivit ospedaliere, ce); cio vedete che
in una civilt come quella di oggi, diciamo parlare della domenica, parlare del riposo domenicale
deve naturalmente assumere una connotazione diversa da quella di prima.
Per cui, le indicazioni pastorali della domenica, cio: come santificare questo giorno del Signore?
Naturalmente sono diverse dalle indicazioni di come erano osservate precedentemente.
Ma, prima di andare a quelle osservazioni che vengono dalla nostra Conferenza Episcopale, io
vorrei anche sottolineare un aspetto, ed quello che noi chiamiamo obbligo domenicale; perch oggi la riunione domenicale, cio la partecipazione alla Liturgia, stata vista come un obbligo e, cosa vuol dire questo obbligo?. Naturalmente, se inizialmente magari i cristiani non parteciparono come vi dicevo gi nella Lettera agli Ebrei, forse per mancanza di entusiasmo, oppure il venire
meno di quello che era linizio del catecumenato e quindi lentusiasmo della conversione, oggi non possiamo pi dire che la questione della partecipazione deve essere legata ad un entusiasmo dei
catecumeni; tra laltro noi sappiamo che questo fervore catecumenale, o questo fervore di conversione, oggi da noi molto difficile perch vivendo in una societ che essenzialmente
cristiana, il battesimo viene conferito quando si piccoli, per cui si inseriti gi in una famiglia che
cristiana e perch ha dato il battesimo.
Quello che a noi interessa sottolineare un aspetto: quando noi parliamo di obbligo, parliamo
evidentemente di una situazione che ha pi sapore giuridico che non un sapore spirituale; per cui
potremmo dire che, mentre precedentemente si insisteva sulla partecipazione e magari si
comminavano delle pene se uno non aveva partecipato (io vi leggo una frase semplicemente che noi
troviamo nel Concilio di Narbonne): Pochi anni pi tardi il Concilio di Narbonne (589) stabilisce
pesanti pene per coloro che compiono qualsiasi lavoro in domenica: Se qualcuno osa fare ci paghi, se libero, sei monete doro al giudice della citt, e, se schiavo, riceva 100 colpi di verga (32), naturalmente una cosa di questo genere tutto un programma, oggi magari ci mettiamo a
ridere di una cosa di questo genere, ma non lunica testimonianza che abbiamo del Concilio di
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Narbonne, perch ci sono tante altre testimonianze, a cominciare proprio da questo alto Medio Evo,
quando ad ogni trasgressione, anche dei precetti della Chiesa, veniva comminata una pena.
Allora, la questione del dovere, dellobbligo, noi labbiamo quando? Labbiamo nel basso Medio Evo, cio, facciamo riferimento ancora allo sviluppo dellAnno Liturgico dellanno scorso, quando noi abbiamo preso il punto di riferimento alla Chiesa post-costantiniana, laltro punto di riferimento la riforma di Gregorio VII, di cui accennavo anche laltra volta. Una riforma che ha dato un grandissimo potere al papato e, diciamo, che era atteggiata in maniera propria decisa tutta la Chiesa,
del Papa che doveva essere semplicemente eletto da alcuni dei pi importanti parroci di Roma - che
poi diventano i Cardinali - il Papa che doveva nominare i Vescovi, la Liturgia che doveva essere
svolta e celebrata in lingua latina, anche se la gente comincia ormai a non comprenderlo pi; cio
tutti questi elementi hanno allontanato il popolo dalla Liturgia - e laltra dicevo che, proprio in rapporto a questa esigenza di culto che il popolo avverte, una volta che viene escluso dalla Liturgia,
si dedica ad una devozione diversa, che la devozione moderna - e lanno scorso mi pare, che avevamo letto assieme un brano della Filotea di San Francesco di Sales ( non siamo nellalto Medio Evo, siamo nel 500) ma nella raccomandazione diceva: tu devi cercare, mentre il sacerdote celebra
la Messa, di meditare i misteri ad essa corrispondenti) tutto devozionalismo che fanno vedere come
il popolo era ormai lontano dalla Liturgia vera e propria.
Naturalmente questa incomprensione della Liturgia e di quello che si svolgeva allaltare, e soprattutto, diciamo, questa specie di frattura che si venuta a creare tra il clero che il soggetto
della Liturgia e il popolo che doveva semplicemente assistere quasi passivamente alla Liturgia,
degenera e porta che cosa? A non andare pi alla Messa; allora viene lobbligo, il dovere, che prevede pi di giuridismo che non di messaggio di salvezza, di amore, ecc.
Le pene che venivano ad essere comminate, per quanto riguarda la non partecipazione alla
Messa, era addirittura come esclusione, cio uno viene escluso per due giorni e cos capisce che egli
un reietto, un punito.
4 - LA DOMENICA NELLEPOCA ATTUALE
Il nostro autore lo fa molto pi a quella che la pastorale della domenica, l in Germania, tuttavia
potremo leggere qualche cosa di quello che dice della Germania. Lasciando stare i primi righi che si
riferisce al Concilio Vaticano II nella Costituzione SC, io vorrei leggervi, in maniera particolare,
quello che dice a proposito della partecipazione alla Messa della domenica, cio al sabato - giorno
prefestivo -: E proprio della famiglia cristiana santificare la domenica; il che tuttavia non consiste solo nel partecipare alla santa messa. Andare alla santa messa il sabato sera per non
dover pi compiere alcun atto religioso alla domenica un abuso di questa possibilit della messa
prefestiva; poich la domenica deve pur sempre venir santificata , vero che, noi possiamo dire che la domenica comincia dal vespro del giorno precedente - verissimo - per dobbiamo pensare
che la domenica sempre il giorno del Signore.
Qua che cosa dice? Andare alla messa il sabato sera e non dover pi compiere alcun atto religioso
alla domenica un abuso di questa possibilit della messa prefestiva.
Io potrei fare unosservazione di carattere personale: non posso negare che la messa prefestiva abbia validit agli effetti del precetto di partecipare alla messa, per dobbiamo, secondo me,
insistere su un fatto, che una cosa di questo genere dovrebbe essere eccezionale.
Unaltra lamentela che fa lautore, quella di abbinare la domenica a certe celebrazioni, per es: la giornata dellemigrante, la giornata delle comunicazioni sociali, la giornata pro-seminario, ecc.; perch questo pu diventare anche, dal punto di vista pastorale, controproducente; perch molto
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spesso si piegano le letture o, peggio qualche volta - si vede che in Germania hanno la possibilit di
farlo - si fanno letture confacenti alla giornata che si sta celebrando; oppure, siccome questo in
Italia non permesso perch le letture della domenica non possono essere variate se non in casi
rarissimi, eccezionali, si piega la spiegazione della Liturgia alla giornata, mettendo cos il evidenza
limportanza del giorno che si celebra e subordinando ad essa quello che il centro pi profondo della Liturgia.
Anche se riguarda lordinamento della Germania, io vorrei leggervi questo aspetto: Nelle diocesi della Repubblica Federale Tedesca ci sono - sempre in domenica - le giornate della pace, della
Caritas, delle comunicazioni sociali, della Diaspora, delle missioni, del libro e molte altre ancora.
Lo stesso accade in altre parti dellarea linguistica tedesca. Gi la terminologia deplorevole. Tuttavia linsieme non sarebbe degno di ulteriore menzione se in queste o simili giornate non si manifestasse la malaugurata tendenza ad asservire anche la liturgia allintento dellinformazione e della raccolta di denaro. E diventata quasi una cosa ovvia che il materiale edito per queste giornate da unioni, organizzazioni, ecc. comprenda anche testi liturgici e quel che peggio, da un articolo che Sonntag in Gefahr (domenica in pericolo),
Da questo aspetto, che fa riferimento soprattutto alla regione di lingua tedesca, quindi alla
Repubblica Federale Tedesca, passo a dire quali indicazioni pastorali vengono date in Italia
attraverso questo documento che Il giorno del Signore (1984). Limpostazione questa, inizialmente da alcune riflessioni di carattere teologico che anche liturgico, cos: il giorno fatto
dal Signore (Dies Domini), segno di fedelt con limpronta dello Spirito Santo; poi parla del giorno del Signore, giorno della Chiesa; e poi: primo giorno, ottavo giorno, la domenica dellAnno Liturgico; poi al n.24 d alcune indicazioni pastorali; il Vespro del giorno precedente la festa (34);
la Messa alla televisione e poi il numero che dice: non c solo Messa.
Io vorrei fare un discorso a proposito del riposo della domenica, precetti o non precetti, ecc. un
po pi ampio rispetto a quello che , diciamo, lo stretto ambito liturgico, o se vogliamo, lo stretto precetto che dice di astenersi dal lavoro la domenica.
Laltra volta ricordavamo che il giorno del riposo. Normalmente era il giorno di sabato. Quando questo giorno del riposo venne spostato alla domenica ? Con Costantino, il quale dopo leditto del 313 che dava libert di culto ai cristiani, quindi dichiarava la religione cristiana Religio licita cui si
poteva anche fare il culto alla luce del sole, dopo otto anni, precisamente nel 321, emana ancora una
volta un editto col quale stabilisce che il giorno di riposo la domenica.
Questo ha avuto delle conseguenze in campo liturgico, e la prima fu quella di unificare due
momenti che precedentemente i cristiani celebravano in domenica, in maniera distinta : la mattina
si riunivano per una Liturgia della Parola ; la sera, dopo il lavoro, si riunivano per una Liturgia
che era la cena.
Se voi ricordate, lanno scorso abbiamo fatto la Liturgia con questo libro : Benedetto Dio che ci ha benedetti in Cristo, e ad un certo momento, parlando della Liturgia dei primi secoli della Chiesa, facevamo riferimento a una frase piuttosto lunga di Giustino nellApologia. Adesso la rileggo e pu dare a noi, che ora conosciamo certi altri aspetti, la possibilit di capire pi a fondo
certe espressioni che molto probabilmente lanno scorso abbiamo compreso, ma in maniera un pochettino pi superficiale : nel giorno chiamato del Sole (laltra volta quando noi parlavamo delle varie denominazioni, la domenica, tra le altre, abbiamo citato anche questa denominazione) ci si
raduna tutti insieme, abitanti delle citt e delle campagne, e si leggono le memorie degli apostoli o
gli scritti dei profeti, finch il tempo lo consente. (Che cosa significa : finch il tempo lo consente ?
Come a volte noi diciamo, sto qua perch poi ho un altro impegno e me ne devo andare, finch il
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tempo me lo consente sto qua, poi ho un altro impegno e devo andare. Cosa vuol dire, finch il
tempo ce lo consente ? Fa riferimento al fatto, siccome siamo in un periodo antecedente a
Giustiniano, allora stavano a leggere e commentare, finch arrivava il tempo per andare a lavorare,
dopo di che se ne andavano, chiaro ? ) Poi quando il lettore ha terminato, il preposto con un
discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi.
Dopo di che registra altre cose che riguarda la celebrazione eucaristica del pranzo della sera. Ora,
questo finch il tempo ce lo consente fa riferimento proprio al fatto che la domenica, o giorno del sole, come lo attesta qua Giustino, seguendo ripeto il calendario romano o meglio la denominazione
dei giorni del calendario romano, era giorno lavorativo. La Liturgia veniva, allora, distinta in due
momenti : la mattina presto per la Liturgia, chiamiamola pure delle Letture la sera tardi, dopo il lavoro, per la Cena.
Il decreto di Costantino del 321, dichiarando il giorno di domenica, giorno di riposo, permise la
unificazione dei due momenti che prima erano distinti.
Dobbiamo capire una cosa, che la Chiesa ha insistito semplicemente sulla questione del riposo, in
un sec