A ottobre la mostra «Duchamp, Magril Ie, vali. I ...€¦ · tiene collage, assemblaggi di oggetti...

Post on 18-Aug-2020

0 views 0 download

Transcript of A ottobre la mostra «Duchamp, Magril Ie, vali. I ...€¦ · tiene collage, assemblaggi di oggetti...

A ottobre la mostra «Duchamp, Magril Ie, vali. I rivoluzionari del XX secolo»Tra la «Gioconda con i baffi» e il «Gilet di Peret» opere anche di Ernst, Mirò e PollockPiù di 200 pezzi tra quadri, ready-made, collage, sculture dalla collezione SchNv, artz dell'Israel Museum

/ La mostra«Duchamp,Magritte, Dalì. IRivoluzionaridel Novecento»avrà luogo aPalazzoAlbergati di viaSaragopzza 28dal 16 ottobre2017 all'11febbraio 2018

Orario : Tutti igiorni dalle 10alle 20

Biglietti da15,50 euro.Hanno diritto alridotto rispettoal prezzo interodel biglietto:Visitatori dagli11 ai 18 anni,visitatori oltre i65 anni,portatori dihandicap,studentiuniversitari finoa 26 anni noncompiuti (condocumento)Prevenditedisponibileonline nelcircuitoTicketone

di Luciana Cavina

e opere d'arte dadai-ste, praticamente,non esistono. Gli au-

tori negavano l'unicità dell'ope-ra, così come mettevano in di-scussione il percorso creativointeso come frutto di talento ec-cezionale. Ma qualsiasi cosa fos-sero, molte sono andate distrut-te». Parola di Adina Kamien-IKazhdan. «Di quelle opere ci so-no solo repliche» e per poterstoricizzare uno dei movimentipiù dirompenti della storia del-l'arte quelle opere bisogna po-terle esporle. E quello che fal'Israel Museum di Gerusa-lemme,una delle sedi che pos-siede più esemplari del Nove-cento al mondo e di cui Kamien-IKazhdan è curatrice. Una partedi quelle testimonianze appro-derà a Bologna dal 1(3 ottobre aPalazzo Albergati nella mostraprodotta da Arthemisia «Du-champ, Magritte, Dalì. I rivolu-zionari dell `900», un compen-dio di più di 200 pezzi tra qua-dri, sculture, fotografie, collage,ready-made, assemblaggi, foto-montaggi, documenti.

«II percorso espositivo vaavanti la curatrice (che ha orga-nizzato insieme a David Rocke-feller) mette in luce un'aspet-to fondamentale, e cioè il fortelegame tra Dada e surrealismo».Il secondo come una prosecu-zione del primo. Quando le pro-vocazioni e i paradossi innescatida un Duchamp diventano po-tenti metafore poetiche pe runMagritte. Non mancano vere eproprie celebrità comeL.H.O.O.Q., ovvero la Giocondacon i baffi di Duchamp, la pietrasospesa di Magritte del suo Lechateau de Pyrenees o un Surre-alist Essay di Dafi del 1934, unodegli incubi straripanti di sim-boli dell'eccentrico artista cata-lano. C'è anche Main Ray, scul-tura di Man Ray che rende stati-ca e antica una mano che sem-bra lanciare una pallina.

Di Duchamp vedremo ancheil Waistcoat for Benjamin Peret,un gilet di flanella rosso, che co-me nel caso della famosa Foun-tain (l'orinatoio) di Mutt, di-venta opera d'arte, perché sem-plice oggetto scelto dall'artistache muta senso, contesto equindi valore. Un ready-madeche disorienta, disturba, e aprea inedite interpretazioni dellarealtà. Così come la Gioconda equei baffi disegnati su una me-diocre riproduzione fotografica.L'acronimo del titolo significache Monna Lisa ha il «sederecaldo». Potrebbe essere un uo-mo, dunque, con le estremitàdel corpo maggiormente irrora-te di sangue. Niente di irrispet-toso, ma un punto di vista altro eirrisolto che risponde alla folliae al caos della guerra (la PrimaGuerra mondiale in corso). Pun-ti di vista e linguaggi immagini-fici da esplorare anche per i sur-realisti, che poco tempo dopo

scoprono la psiche, l'inconscio eil subconscio freudiani: Magrit-te, Mirò, Dalì, Ernst, i principaliesponenti sono tutti rappresen-tati nella mostra. Insieme a Pi-cabia e i suoi ritratti scomposti oYives Tanguy e i mondi visiona-ri. C'è anche Pollock, che con lasua pittura in movimento hascompaginato gli stilemi dell'ar-te figurativa. «E una mostra in-troduttiva spiega la curatrice

che analizza i temi comuni aidue movimenti che più di altrihanno sfidato la tradizione,hanno introdotto materiali estrategie visive che hanno cam-biato il vocabolario dell'arte delloro e tempo e di quello a venire.Definitivamente».

I pezzi provengono dallagrande collezione «Vera e Artu-ro Schwartz» custodita dall'isti-tuzione di Gerusalemme e pro-dotto di un incontro casuale conil gallerista milanese che, nel1972, donò le sue 13 repliche deiready-made di Duchamp concui aveva lavorato, spesso insie-me a Man Ray. Nel 1992 donò lasua preziosa biblioteca piena dilibri documenti, manoscritti elettere fino a cedere, nel 1998 lasua intera collezione compostada 700 opere dadaiste, pre-sur-realiste e surrealiste. Altri lascitihanno poi ulteriormente arric-chito il patrimonio dell'IsraelMuseum che ora vanta 1.400 ele-menti.

«A Bologna spiega la cura-trice leggiamo le opere attra-verso sezioni tematiche. "Mera-vigliose giustapposizioni"con-tiene collage, assemblaggi dioggetti che uniscono contrasticome duraturo-effimero o stati-co e in movimento. Poi ci sono"Automatismi, biomorfismo emetamorfosi", con tutte le rap-presentazioni di trasmutazionitra organico, umano e inorgani-co ; le «illusioni e i paesaggi dasogno» e il «desiderio» dove siviaggia attorno alle passioni e airapporti amorosi».

luciana.cavina@a res.it© RIPRODUZIONE RISERVATA

I rivoluzionari del Novecento. Pagina 5

DettagliLa «GiocondaL.H.O.O.Q.» diDuchamp e destradall'alto SalvadorDalli con Man Raye «Le Chateau dePyrenees» diMagritte

Mostriamo l'intreccio tradadaismo e surrealismoe il loro impatto nellacultura contemporanea

I rivoluzionari del Novecento. Pagina 6