5. La vera felicità

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Parrocchia Sant'Antonino Martire Castelbuono. Parroco Don Mimmo Sideli Ciclo di conferenze " Le religioni e i reconditi enigmi della condizione umana" a cura di padre Filippo Cucinotta, ofm, docente di Teologia Orientale presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia " San Giovanni Evangelista", Anno Pastorale 2013-14 5° incontro "La vera felicità".

Transcript of 5. La vera felicità

Comunità parrocchiale “S. Antonino Martire”- Castelbuono -

LE RELIGIONI E I RECONDITI ENIGMI DELLA CONDIZIONE UMANA

Anno pastorale 2013-2014

Dalla Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le Religioni non

cristiane del Vaticano II, Nostra Aetate 

Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell'uomo:

la natura dell'uomo, il senso e il fine della nostra vita, il bene e il peccato, l'origine e lo scopo del dolore, la via per raggiungere la vera felicità, la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte,donde noi traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo.

La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni.

Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini.

Noi e le Grandi Religioni

Noi e le Grandi Religioni

comportamento

… accostarci con rispetto alle grandi Religioni al fine di poter attingere dai loro Libri sacri: - ciò che può arricchirci, - ciò che può aiutarci a cogliere le differenze,- ciò che può rafforzarci nelle nostre convinzioni.

Noi e le Grandi Religioni

comportamento atteggiamento

Papa Francesco, Lumen fidei, 34:  “… Il credente non è arrogante; al contrario, la verità lo fa umile, sapendo che, più che possederla noi, è essa che ci abbraccia e ci possiede. Lungi dall’irrigidirci, la sicurezza della fede ci mette in cammino, e rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti”.

L’itinerario

19/10 La natura dell'uomo16/11 Il senso e il fine della nostra vita21/12 Il bene e il peccato25/01 L'origine e lo scopo del dolore22/02 La via per raggiungere la vera felicità22/03 La morte26/04 Il giudizio e la sanzione dopo la

morte24/05 Da dove traiamo la nostra origine e

verso cui tendiamo

Ebraismo “Taci, così è venuto in mente dinanzi a me”.

Islamismo Sottomettersi alla volontà di Allah anche nella sfortuna.

Induismo Come una tartaruga che ritrae le membra nel guscio.

Buddhismo L'origine del dolore s'identifica con la brama.

19/10 La natura dell'uomo16/11 Il senso e il fine della nostra vita21/12 Il bene e il peccato25/01 L'origine e lo scopo del dolore22/02 La via per raggiungere la vera felicità22/03 La morte26/04 Il giudizio e la sanzione dopo la

morte24/05 Da dove traiamo la nostra origine e

verso cui tendiamo

La via per raggiungere la vera felicità

Alla radice della questione

LA FELICITA’

LA FELICITA’

Falsa felicità

LA FELICITA’

Falsa felicità Vera felicità

LA FELICITA’

Falsa felicità Vera felicità

Come distinguerle?

Momenti e figure della felicità

Momenti e figure della felicità

Nel mondo antico

Momenti e figure della felicità

Nel mondo antico

Nel mondo moderno

La Felicità nell’Antichità

La Felicità nell’Antichità

Una vita buona

La Felicità nell’Antichità

Una vita ben riuscita

Una vita buona

La Felicità nell’Antichità

Una vita ben riuscita

L’esistenza umana arrivata al suo compimento

Una vita buona

Una vita buona

Una vita ben riuscita

Una vita buona

Una vita ben riuscita

Fattori che la determinano

Una vita buona

Una vita ben riuscita

Fattori che la determinano

Una vita buona

politici

Una vita ben riuscita

Fattori che la determinano

Una vita buona

politici economici

Una vita ben riuscita

Fattori che la determinano

Una vita buona

politici economici sociali

Una vita ben riuscita

Fattori che la determinano

Una vita buona

politici economici sociali ecc.

… oltre i muri sordidi

La Felicità secondo le Religioni

La Felicità secondo le Religioni

La Felicità in riferimento alla buona riuscita

della vita

La Felicità secondo le Religioni

La Felicità in riferimento alla buona riuscita

della vita

La Felicità in riferimento alla

trascendenza (salvezza)

La Felicità secondo le Religioni

La Felicità in riferimento alla buona riuscita

della vita

La Felicità in riferimento alla

trascendenza (salvezza)

La Felicità secondo le Religioni

La Felicità in riferimento alla buona riuscita

della vita

La Felicità in riferimento alla

trascendenza (salvezza)

Cristianesimo (Incarnazione)

ḥăssīd = pio, devoto ḥăssīdīm (plurale)

L’ultima fase della mistica ebraica

Dio è presente in ogni cosa e lo si serve con amore, in spirito di semplicità e gioia.

ISRAELE BEL ELIEZER IL BAAL-SHEM-TOV

 La forza della comunità

 

Si narra: “Una volta, la sera dopo il Giorno del Perdono, la luna rimase coperta dalle nuvole, e il Baalshem non poté uscire a dire la benedizione della luna.

Ciò l’angustiava molto; che, come tante volte, anche ora sentiva che un destino imponderabile era affidato all'opera delle sue labbra.

Invano diresse la sua profonda forza verso la luce del pianeta, per aiutarlo a gettare i suoi gravi veli; ogni volta che mandava qualcuno a vedere, sempre gli veniva risposto che le nuvole s'erano ancora infittite. Finalmente la speranza l'abbandonò.

Intanto i hassidim, che non sapevano la pena del Baalshem, si erano riuniti nella parte più esterna della casa e avevano incominciato a danzare, che in tal modo solevano festeggiare lietamente il perdono dell'anno, compiuto attraverso il servizio sacerdotale dello zaddik.

Quando la santa gioia crebbe, invasero danzando la camera del Baalshem. Presto il fervore li sopraffece, presero per le mani colui che sedeva afflitto e lo trassero nel loro girotondo.

In quel momento di fuori risuonò un grido. Improvvisamente la notte s'era rischiarata; in splendore mai visto la luna si librava nel cielo purissimo”.  

MOSHE TEITELBAUM 

Tristezza e gioia 

Quando Rabbi Moshe Teitelbaum fu diventato scolaro del Rabbi di Lublino, esaminò per un certo tempo il modo di vivere dei hassidim e gli piacque.

Ma un giorno un dubbio l'assalì. Egli vedeva come essi erano sempre gioiosi, compivano ogni lavoro con gioia, si muovevano con gioia e con gioia riposavano, con altissima gioia pregavano,

e allo stesso tempo ripensò alle parole del Sentiero della vita: “Conviene all'uomo timorato d'Iddio nutrire tristezza e afflizione per la distruzione del Santuario”.

E il dubbio l'assalì mentre era in viaggio per andare dal Rabbi di Lublino. Ma lo represse e disse a Dio: “Signore, tu conosci i miei pensieri e che è mio volere che i miei occhi non ardiscano scorgere errore in ciò che è giusto.

Perciò sii con me e aiutami, così che il mio maestro, quando arriverò da lui, acquieti i miei dubbi. Poiché così dicono i nostri saggi: “Se uno viene a purificarsi, essi lo aiutano”. “Essi”, è detto, e non “egli”: si tratta quindi degli uomini”.

Così indugiò nella preghiera e parlò a Dio, fino a che giunse a Lublino. Quando varcò la soglia di Rabbi Giacobbe Isacco, questi gli chiese: “Perché oggi il tuo volto è afflitto?

E’ vero che nel libro delle leggi è scritto che ogni uomo timorato di Dio deve nutrire tristezza e afflizione per la distruzione del Santuario.

Ma, credimi, anche noi diciamo il lamento di mezzanotte con pianti e gemiti, eppure tutto avviene nella gioia.

Conosci la storia del re che andò in esilio? Lungamente andò ramingo, fino a che trovò asilo presso uno dei suoi amici.

Questo suo fido tutte le volte che pensava che il re era stato scacciato dal suo regno non poteva fare a meno di piangere. Ma nello stesso tempo provava gioia che il re vivesse presso di lui.

Caro, l'esiliata Shechinà ha preso dimora presso di noi. Io non dovrei parlare di questo segreto, perche ci è comandato di custodire le cose di Dio in silenzio;

ma i nostri saggi hanno detto: “Se uno viene a purificarsi, essi lo aiutano”. “Essi”, è detto, e non “egli”: si tratta quindi degli uomini”.

RABBI NACHMAN DI TCHERIN

Chi ha un cuore fedele a Hashem [l’Eterno] benedetto, una fede solida e la fiducia che tutto accade per Sua volontà e per il bene, si trova in uno stato permanente di gioia.

Corano

Corano

Felicità effimera

Sura XYûnus (Giona)

21. Quando usiamo misericordia agli uomini dopo che li ha colpiti una disgrazia, essi tramano contro i Nostri segni. Di': “Allah è il più rapido degli strateghi”. I Nostri angeli registrano le vostre trame.

22. Egli è Colui Che vi fa viaggiare per terra e per mare. Quando siete su battelli che navigano col buon vento, gli uomini esultano.

Quando sorge un vento impetuoso e le onde si alzano da ogni parte, invocano Allah e Gli rendono un culto puro: “Se ci salvi, saremo certamente riconoscenti!...”.

23. Quando poi Allah li ha salvati, ecco che si mostrano ribelli sulla terra!

O uomini, invero la vostra ribellione è contro voi stessi, avrete gioia effimera nella vita terrena e poi sarete ricondotti verso di Noi, e allora vi informeremo circa il vostro operato.

24. In verità, questa vita è come un'acqua che facciamo scendere dal cielo, e che si mescola alle piante della terra di cui si nutrono gli uomini e gli animali.

Quando la terra prende i suoi ornamenti ed è rigogliosa di bellezza, i suoi abitanti pensano di possederla, ma giunge il Nostro decreto di giorno o di notte e la rendiamo spoglia, come se il giorno prima non fosse fiorita. Così esplichiamo i Nostri segni a coloro che riflettono.

Corano

Felicità effimera

Felicità eterna

Sura XXXI Luqmân 

15. In verità credono nei Nostri segni solo coloro che, quando vengono loro rammentati, si gettano in prosternazione, lodano il loro Signore rendendoGli gloria e non son tronfi di orgoglio.

16. Strappano i loro corpi dai letti per invocare il loro Signore, per timore e speranza, e sono generosi di quello che abbiamo loro concesso.

17. Nessuno conosce la gioia immensa che li attende, ricompensa per quello che avranno fatto.

18. Forse il credente è come l'empio? Non sono affatto uguali.

368. Allah non toglie nessuno dal mondo senza aver prima desiderato perdonarlo attraverso le malattie del suo corpo, per ogni colpa che portiamo sulle nostre spalle, riscuote la punizione.

TAITTIRIYA UPANISAD (III,6)

“Egli comprende che il brahman [l’Assoluto, la causa prima e ultima dell’intero universo] è felicità; poiché, in verità, gli esseri umani nascono dalla felicità. Una volta nati è di felicità che vivono; ed è alla felicità che tornano quando muoiono”.

Atmapurana

Dai sensi che cercano la propria soddisfazione, ciascuno nel proprio oggetto particolare, non proviene reale felicità, ma solo un temporaneo abbassamento della febbre mentale.

È vano perciò affannarsi dietro qualsiasi felicità reale nel mondo degli oggetti.

Gli illusi ingannano se stessi immaginando che ogni esperienza di male sia invece esperienza di bene;

ma nella nascita, nella morte e nella limitazione il saggio sempre percepisce il male che si cela sotto le allettanti forme oggettive.

Esso non trova felicità nelle cose soggette a quei risultati. Non è possibile trovare la più piccola felicità - nel senso reale del termine - in alcuna cosa.

Oh, che io divenga quel Sé che è tutta la beatitudine, tutto l’essere, tutta l’illuminazione!

DHAMMAPADA(I VERSI DELLA LEGGE)

SUKHA-VAGGA(LA FELICITA’)

197. Viviamo dunque felici, senza inimicizia fra coloro che sono malevoli, fra gli uomini ostili, stiamocene senza inimicizia!

198. Viviamo dunque ben felici, senza malanni fra gli ammalati, fra gli uomini ammalati, stiamocene senza malanni!

199. Viviamo, dunque, ben felici liberi da brama fra i bramosi: fra gli uomini cùpidi stiamocene senza cupidigia!

200. Viviamo, dunque, ben felici noi, che non possediamo nulla: nutrendoci della gioia [altrui] come gli dèi risplendenti!

201. La vittoria alimenta inimicizia, perché chi è vinto giace dolente. Chi ha abbandonato vittoria e sconfitta, costui ristà tranquillo e felice.

202. Non esiste fuoco simile alla passione, non v'è perdita comparabile all'odio, non v'è dolore simile a quello di essere composto di aggregati, non v'è felicità pari alla calma interiore.

203. La fame è la peggiore delle malattie, le predisposizioni psichiche sono le peggiori sventure; avendo riconosciuto le cose come realmente sono, l'Estinzione (= Nibbana) appare come la suprema felicità.

204. La salute è il migliore guadagno, la contentezza è la migliore ricchezza, la fiducia è il miglior parente, l'Estinzione è la suprema felicità.

205. Chi ha assaporato la dolcezza della solitudine, ed il succo della calma interiore, costui è senza dolori, senza peccato, avendo bevuto l'essenza gioiosa della Legge.

206. Buona è la vista degli Eletti, è sempre benefico lo stare assieme a loro; quando non si vedono stolti si sta sempre bene.

207. Chi viaggia in compagnia degli stupidi si affligge lungamente sul cammino: la compagnia degli stupidi cagiona sempre dolore, come lo stare con un nemico: lo stare con un saggio cagiona felicità, come l'incontrarsi con un parente.Quindi, per ciò:

208. chi è saldo, intelligente, di molta dottrina, capace di molto sopportare, che compie il suo dovere, eletto, un siffatto uomo virtuoso e saggio seguite, come la luna segue il cammino delle stelle.

Uno sguardo sinottico

Ebraismo Presero colui che sedeva afflitto e lo trassero nel loro girotondo.

Islamismo Avrete gioia effimera nella vita terrena.

Induismo È vano affannarsi dietro qualsiasi felicità reale nel mondo degli oggetti.

Buddhismo Non v'è felicità pari alla calma interiore.

19/10 La natura dell'uomo

16/11 Il senso e il fine della nostra vita

21/12 Il bene e il peccato

25/01 L'origine e lo scopo del dolore

22/02 La via per raggiungere la vera felicità

22/03 La morte

26/04 Il giudizio e la sanzione dopo la morte

24/05 Da dove traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo