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SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA

Introduzione alla Teologia Morale

lunedì 12 marzo 2012

TENTIAMO UNA SINTESI…

Dopo aver “ampiamente” indagato il come ed il perché della Teologia Morale;

Uno sguardo ravvicinato al gravoso compito della coscienza: la formazione del giudizio morale!

lunedì 12 marzo 2012

DIAMO PER ACQUISITI ALCUNI “CAPISALDI”…

Ciò che caratterizza l’uomo è la LIBERTÀ: l’agire dell’uomo è un agire libero;

Non solo compie delle azioni, ma le compie sapendo e volendo agire: ragione e volontà sono due “ingredienti” dell’agire libero;

Allora la morale “valuta” l’agire libero dell’uomo, classificandolo come buono o cattivo: inoltre essa indica al comportamento umano quali comportamenti sono buoni e quali sono cattivi (quali da fare, quali da evitare).

lunedì 12 marzo 2012

LIBERTAS O VERITAS?

Equazione a due variabili: nell’agire dell’uomo è implicata la sua libertà, ma anche la verità riconducibile a Dio:

collaborazione dell’agire umano e dell’agire divino per una piena realizzazione dell’uomo!

Sullo sfondo, una concezione inter-personale (e non legalista): la legge come legame amoroso fra Dio e l’uomo, per cui l’obbligo deriva non tanto dal comando, quando dall’amore!

lunedì 12 marzo 2012

QUALI LE CARATTERISTICHE DI QUESTA LEGGE MORALE?

Obbligatorietà;

Universalità ed immutabilità;

Gradualità.

lunedì 12 marzo 2012

OBBLIGATORIETÀ

SE la legge è legame amoroso con l’altro (Altro), si potrebbe pensare che l’amore escluda l’obbligo.

Nel quadro di un legame di amore con un altro, questo obbligo deriva da un appello, da un imperativo: «Amami!»: appello di chi chiede di essere amato, facendo appello alla responsabilità verso l’altro.

Si tratta di un obbligo “debole”, perché suscita un’obbedienza amante...

lunedì 12 marzo 2012

UNIVERSALITÀ E IMMUTABILITÀ

Avevamo detto «per semper et pro semper»:

ovunque ed in ogni tempo, l’esigenza di amare, cioè di rispondere ad un Amore previo;

Amare in ogni luogo, senza eccezioni;

Amare sempre, senza potervi preferire il suo contrario (l’odio).

lunedì 12 marzo 2012

GRADUALITÀ

Ci viene indicato un limite minimo («Non uccidere»), ed un limite massimo («Amate i vostri nemici»): la grande estensione fra i due livelli mostra come l’amore possa essere vissuto e conosciuto in gradi diversi e quindi con espressioni concrete differenti…;

Per questo si può parlare di «legge della gradualità», ma non di gradualità della legge (in questo caso il grado è abbassato arbitrariamente da ciascuno!!!).

lunedì 12 marzo 2012

LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI (ED INSIEME NON LO È)

È uguale: per tutti c’è il comando di amare, tra il minimo ed il massimo;

Non è uguale: a ciascuno è comandato di amare nel grado di cui è capace, qui ed ora, in maniera possibile. Quindi senza pretendere l’impossibile, ma neppure senza rinunciare a tendere al grado massimo!

Se il Decalogo fissa il limite minimo oggettivo, il «Comandamento nuovo» fissa la meta e la direzione verso cui camminare, nella libertà, attirati dallo Spirito.

lunedì 12 marzo 2012

L’AGIRE MORALE

Sebbene non si possa racchiudere in un solo atto, l’agire è fatto di singole azioni:

Atto umano: atto proprio dell’essere umano, in cui è presente la volontà, una deliberazione messa in atto.

Altre azioni sono più vicine alle passioni, sono patiti: cioè legati a dinamismi fisici e psichici che limitano la libertà (li abbiamo in comune con gli altri esseri viventi).

lunedì 12 marzo 2012

OGNI AZIONE, QUINDI, È UN MISTO DI VOLONTARIO ED INVOLONTARIO…

Perché vi sia un’azione da valutare in sede morale, si presuppone un minimo di libertà!

Essa inoltre si compie un tempo fatto di diverse fasi: il desiderio (per acquisire un determinato bene), un progetto (per realizzare un desiderio), un discernimento (per confrontare le varie possibilità), una scelta (decisione di realizzare la modalità individuata), il compimento dell’azione e la sua “fruizione”.

lunedì 12 marzo 2012

LA SCELTA E LE SUE “FONTI”

Ogni scelta è un’arma a doppio taglio: scegliendo una concreta opportunità, “lascio” tutte le altre, trasformando in realtà UNA possibilità fra le altre…

La scelta di una tra queste possibilità non è, di norma, un problema, bensì una quotidiana occupazione;

Diventa tutto più complicato quando la scelta coinvolge l’ambito morale, delle azioni che si possono definire buone o cattive: come orientarsi?

lunedì 12 marzo 2012

TRE FONTI DELLA MORALITÀ

Oggetto;

Fine;

Circostanze.

lunedì 12 marzo 2012

OGGETTO

Non un processo o un evento di ordine puramente fisico, bensì è un comportamento liberamente scelto:

l’oggetto morale di un atto individua la sua collocazione nell’orizzonte del bene o del male.

Definisce la specie dell’azione: sto spostando il contenuto di un cassetto oppure sto rubando?

lunedì 12 marzo 2012

FINE

Qui abbiamo l’intenzione del soggetto che agisce: se l’oggetto scaturisce dal tipo di atto, il fine è la fonte che deriva dal soggetto-attore;

È lo scopo che l’agente persegue compiendo quella determinata azione;

«Un’azione buona può essere ordinata a un fine cattivo, come quando uno dà l’elemosina per vanagloria: e al contrario un’azione cattiva può essere ordinata a un fine buono come quando uno ruba per soccorrere i poveri» [S. Tommaso]

lunedì 12 marzo 2012

CIRCOSTANZE

Pur non essendo nella “essenza” dell’atto, lo riguardano: non ne modificano la qualità morale, ma concorrono ad aggravare o ridurre la bontà (o malizia) degli atti umani.

Cfr. Gesù e le offerte al Tempio dei ricchi/della povera vedova;

Tempo, luogo, modo di agire, perché, chi, con quali mezzi…

lunedì 12 marzo 2012

INTRINSECE MALUM

Per la valutazione morale di un atto è necessario considerare tutte e tre le fonti: non è possibile guardare solo alle circostanze o all’intenzione dell’agente;

Ci sono degli atti che per se stessi ed in se stessi, indipendentemente dalle circostanze e/o dalle intenzioni, sono sempre non buoni a causa del loro oggetto (ad esempio bestemmia, omicidio e adulterio): nella tradizione della Chiesa sono definiti «intrinsecamente cattivi».

lunedì 12 marzo 2012

NON SI ESCLUDE DEL TUTTO IL LEGAME CON L’INTENZIONE…

…, perché l’oggetto dell’azione non è altro il fine buono o cattivo che esso realizza: l’azione è l’incarnazione della intenzione.

Ci sono però alcune azioni la cui intenzionalità può giungere a tali gradi di “consistenza” per cui ogni altra smentita o precisazione risulta del tutto ininfluente:

l’intenzione di cui è gravido per via del suo oggetto impedisce che qualsiasi circostanza o intenzione possa mutare la sostanziale negatività dell’azione!

lunedì 12 marzo 2012

OGNI AZIONE COSTRUISCE CHI LA COMPIE,

nel bene e/o nel male!

La bontà di cui ciascuno di noi si appropria o si priva, attraverso le sue scelte, diventa condizione e condizionamento del suo agire, cioè si trasforma in habitus;

Con l’azione libera viene “tessuta” la nostra personalità morale, attraverso le virtù ed i vizi:

Virtù= storia della libertà buona;

Vizio= storia della libertà cattiva.

lunedì 12 marzo 2012

OPZIONE FONDAMENTALE

Tra le varie scelte che sono possibili, c’è anche quella per cui l’uomo decide radicalmente di sé, accogliendo o rifiutando il bene fondamentale (Dio);

NON si tratta di una delle tante che vengono fatte quotidianamente e continuamente, e neppure coincide con le scelte “della vita” (come il matrimonio): è più profonda, le penetra e le supera tutte;

Attraverso le singole scelte categoriali la OF si mostra e nello stesso tempo alcune scelte “profonde” incidono in essa.

lunedì 12 marzo 2012

FONDAMENTALE ≠ PER SEMPRE…

Si può allora distinguere tra alcuni atti profondi che coinvolgono la libertà della persona, ed alcuni atti più periferici: in quelli profondi ne va della OF, in quelli più periferici essa rimane invariata;

Può quindi succedere che il susseguirsi di alcune scelte profonde comporti la variazione della OF da positiva a negativa (o viceversa): peccato e conversione!

lunedì 12 marzo 2012

QUESTO FINCHÉ LE SCELTE SONO PACIFICHE

Se invece mi trovo in una situazione obiettivamente conflittuale, nel senso che devo operare una scelta con la consapevolezza che qualsiasi decisione, concretamente, porta con sé simultaneamente del bene e del male?

Impossibilità di evitare il male data in maniera necessaria, senza che possa essere imputata al mio egoismo o alla mia ignoranza……

lunedì 12 marzo 2012

CONFLITTO DI COSCIENZA

Nel senso più appropriato di un conflitto che si pone al livello del discernimento e del giudizio su cosa sia più giusto fare in quella determinata situazione;

NON se essere buoni o cattivi, ma come essere buoni in QUELLA particolare circostanza:

Il soggetto si trova nella necessità di agire, sapendo che qualsiasi opzione provocherà sia del bene che del male!

lunedì 12 marzo 2012

LA NORMA MORALE CHE DOVREBBE AIUTARE A RISOLVERE IL PROBLEMA DIVENTA IMPRATICABILE

perché entra in contrasto con altre indicazioni normative:

Oggettiva impraticabilità di una norma…

(esempio: per difendere un innocente condannato a morte sono costretto a mentire).

lunedì 12 marzo 2012

NON È DISOBBEDIRE AD UNA NORMA PER OBBEDIRE AD UN’ALTRA

Ma di scegliere, nel modo più oggettivo e realistico possibile, quella più giusta da seguire.

La necessità di scostarsi da una legge non significa rendere giusto ciò che non lo è in sé: la valutazione sulla non bontà dell’azione rimane, sebbene in quella specifica situazione non sia possibile evitarla………

Quali CRITERI per giudicare?

lunedì 12 marzo 2012

LA COOPERAZIONE AL MALE ALTRUI

Posso cooperare al male compiuto da altri? Risposta non univoca…

Cooperazione formale e cooperazione materiale:

Formale: collaboro direttamente all’azione cattiva perché ne condivido l’intenzione;

Materiale: nonostante sia contrario, non posso dissociarmi, a causa di un male maggiore.

Motivo proporzionalmente grave, evitare un danno consistente a me o altri (farmacista).

lunedì 12 marzo 2012

MALE MINORE

Valutazione nell’ambito del negativo: opto per un male minore, rispetto ad uno maggiore, perché il male in questa situazione non è del tutto evitabile!

(Su alcuni temi - aborto, fine vita, fecondazione - è meglio nessuna legge o una legge non del tutto condivisibile?).

lunedì 12 marzo 2012

LEGITTIMA DIFESA

Si riconosce la legittima difesa attiva contro un aggressore ingiusto fino al limite - se necessario - della sua uccisione;

Cosa lo legittima?

Ingiusta aggressione;

Proporzione fra aggressione e difesa (ogni eccesso voluto è sbagliato).

lunedì 12 marzo 2012

TOTALITÀ

Adatto a risolvere parecchi problemi etici nella pratica sanitaria;

Pio XII, 1952, Congresso di Istopatologia: ogni paziente, in virtù del suo diritto di usare il suo organismo come un tutto, può disporre delle singole parti quando e nella misura in cui sia necessario per il bene dell’essere nel suo insieme.

(Donazioni di organi, amputazioni, asportazioni parziali, donazione di sangue).

lunedì 12 marzo 2012

DUPLICE EFFETTO

Nelle azioni umane, talvolta si producono effetti di segno contrario;

Per produrre un effetto buono spesso si deve provocare quello cattivo, purché ragioni proporzionalmente gravi lo richiedano.

Quando da uno stesso comportamento scaturiscono due conseguenze, una buona e l’altra cattiva, posso lecitamente porre questo comportamento?

lunedì 12 marzo 2012

SÌ, CON DELLE CONDIZIONI SIMULTANEE

Che il comportamento non sia già “in sé” cattivo;

che la volontà intenda direttamente solo l’effetto buono;

che vi sia proporzione fra il bene inteso ed il male accettato.

Esempio da manuale: asportazione dell’utero carcinoso di una donna incinta…

lunedì 12 marzo 2012

LA VITA DELLA DONNA È CERCATA, L’ABORTO È SOPPORTATO

Distinzione fra diretto ed indiretto; fra intenzionale e non intenzionale;

La “collisione” fra norme morali concrete viene risolta grazie alla intenzionalità del soggetto, che interviene con una proporzione fra bene commesso e male “permesso”.

lunedì 12 marzo 2012

REALISTICA PRESA DI COSCIENZA

In determinate circostanze il male è “inevitabile” ed il soggetto agente non può esserne ritenuto direttamente responsabile;

La distinzione diretto/indiretto serve per giungere ad una decisione operativa;

Si evidenzia che le norme morali concrete non sono applicabili sempre e comunque……

lunedì 12 marzo 2012

LE SCELTE MORALI SONO SEMPRE UN RISCHIO

Capacità di istituire una proporzione vera fra i beni in gioco;

La ragionevolezza di questa proporzione dipende da una ragione i#uminata da#a fede, ossia da una scala di valori di riferimento coerente con la risposta all’amore gratuito di Dio.

Necessità assoluta dell’educazione morale degli atteggiamenti, ben sapendo che il rischio di scelte sbagliate non è mai eliminato, sebbene “senza” intenzione.

lunedì 12 marzo 2012

È INEVITABILE CHE AVVENGANO SCANDALI [LC 18,7]

Perché l’agire dell’uomo è sempre ambivalente, ed il mondo dell’uomo è una complessa sintesi di opposti: immanenza e trascendenza, universalità e concretezza, libertà e determinismi, santità e peccato;

In questa situazione si attua il dialogo fra l’uomo (con la sua fragilità) e Dio (con la sua Potenza), in vista della piena maturità in Cristo, del raggiungimento della Sua statura!

lunedì 12 marzo 2012

GRAZIE!

lunedì 12 marzo 2012